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Di cosa parliamo in questa pagina.
FINALMENTE L'ITALIA S'E' DESTA!
IL GOVERNO AL 59% DI CONSENSO.

CRISI O DOPPIO GIOCO DEL GOVERNO SALVIMAIO?
La sinistra cavalchi questo caos di governo
La crisi M5s e Lega è dietro l'angolo. Lo scontro con l'Ue darà a Salvini un vantaggio elettorale. È il momento di ricompattarsi e sotterrare l'ascia di guerra.
Forse ci metteranno una pezza, ma la crisi di queste ore segna un punto di svolta nella situazione politica. I 5 stelle e la Lega difficilmente sapranno tenere in vita a lungo la loro alleanza. Matteo Salvini non stima Luigi Di Maio e soprattutto l’elettorato leghista teme l’ “assistenzialismo” del capo dei pentastellati. Nei M5s i bocconi amari sulla conduzione del Viminale di Salvini sono stati troppi, non a caso i sondaggi danno frequentemente un movimento con piccoli segnali di crepa denuncia la manipolazione del testo sulla pace fiscale inviato al quirinale
Sta andando come era prevedibile che andasse. Solo quelli che, sorpresi dal voto del 4 marzo, hanno subito gridato all'alleanza ventennale sono caduti nella trappola mediatica dei soci di governo. Invece il quadro si fa sempre più chiaro: scontro feroce con l’Europa, scontro fra alleati, rischio permanente di crisi di governo con elezioni politiche ravvicinate. (...)

UN GOVERNO CON UN LARGHISSIMO CONSENSO
I giornalisti però non spiegano il perché del consenso a quello che  loro contestano con forza.
I giornalisti dei maggiori quotidiani e media per primi dovrebbero domandarsi qualcosa su questo risultato: ”Tutte le altre misure ottengono un ampio consenso, a partire dal taglio delle «pensioni d'oro», ossia la riduzione degli assegni pensionistici al di sopra dei 4.500 euro netti mensili, un provvedimento gradito dal 68% degli italiani, seguito dalla revisione della legge Fornero con l'introduzione della «quota 100» (58%), per finire con la «flat tax», cioè l'estensione della tassazione forfettaria al 15% a tutte le partite Iva con ricavi fino a 65.000 euro (55% i favorevoli). Nel complesso la manovra è apprezzata dal 59% degli italiani, mentre viene bocciata da uno su tre (33%). Piace a quattro elettori su cinque della maggioranza (81%), ma anche alla metà di quelli di FI, nonché agli astensionisti (50%). E fa breccia anche nel centrosinistra, dato che risulta gradita da circa un elettore su quattro (23%).(...)

PROVINCIA DI BERGAMO
FINISCE L'ERA ROSSI.
Pessime prospettive.
Gori sindaco di Bergamo come politico ed amministratore stende a terra Rossi presidente della Provincia di Bergamo dieci a uno. Gori, uomo venuto da un mondo del tutto estraneo alla politica ha saputo governare meglio di Rossi, cresciuto fin dalla prima comunione nella politica.  Basterebbero le ultime cappellate compiute da Rossi nell'ultimo anno di governo per raccomandargli l'esilio in un convento. Il suo arrabattarsi a sistemare se stesso e i suoi amici –il Sorzi per esempio- nei centri di potere economico politico più pesanti della provincia lascia perplessi anche il meno scafato dei cittadini. Mettiamo pure sul tavolo che Gori  aveva  un bilancio mentre per Rossi era tutto o quasi aleatorio. (...)


































La sinistra cavalchi questo caos di governo
La crisi M5s e Lega è dietro l'angolo. Lo scontro con l'Ue darà a Salvini un vantaggio elettorale. È il momento di ricompattarsi e sotterrare l'ascia di guerra.



Forse ci metteranno una pezza, ma la crisi di queste ore segna un punto di svolta nella situazione politica. I 5 stelle e la Lega difficilmente sapranno tenere in vita a lungo la loro alleanza. Matteo Salvini non stima Luigi Di Maio e soprattutto l’elettorato leghista teme l’ “assistenzialismo” del capo dei pentastellati. Nei M5s i bocconi amari sulla conduzione del Viminale di Salvini sono stati troppi, non a caso i sondaggi danno frequentemente un movimento con piccoli segnali di crepa denuncia la manipolazione del testo sulla pace fiscale inviato al quirinale
Sta andando come era prevedibile che andasse. Solo quelli che, sorpresi dal voto del 4 marzo, hanno subito gridato all'alleanza ventennale sono caduti nella trappola mediatica dei soci di governo. Invece il quadro si fa sempre più chiaro: scontro feroce con l’Europa, scontro fra alleati, rischio permanente di crisi di governo con elezioni politiche ravvicinate.
L'Italia senza l'UE vale
come il due di briscola
Lo scontro con l’Europa potrebbe dare soprattutto alla Lega un vantaggio elettorale. L’indicazione del nemico è il punto principale della strategia della nuova destra. E, al di là degli errori di Bruxelles, l’Europa è il nemico da sempre delle ambizioni russo-americane di dirigere il mondo senza avere tra le scatole il continente da cui nasce la modernità. Solo che senza l’Europa l’Italia, anche quella di Salvini, conta come il due di briscola. E gli imprenditori del Nord-Est lo sanno. Al tempo stesso una larga vittoria politica di Salvini a elezioni nazionali anticipate, di fronte alla dissoluzione dei suoi alleati di destra, lo terrà sotto la soglia che potrebbe farlo governare da solo. La rana si gonfierebbe ma non saprebbe che cosa fare delle sue nuove dimensioni.
Ora più che mai serve
uno scatto a sinistra
Ecco perché ci vorrebbe, insisto su questo tema, uno “scatto” a sinistra. Non solo immaginando, come dicono da Walter Veltroni a Carlo Calenda a Massimo Cacciari una alleanza larga per le Europee, ma anche, da subito, immaginando un percorso nel Pdche sia diverso dallo scontro civile. La ragionevolezza vorrebbe che a sinistra del Pd chi ritiene questo partito e i suoi militanti irrecuperabili vada per conto suo. E richiede che gli altri invece cerchino la strada di una convergenza. Conosco l’obiezione: nel Pd c’è troppo Matteo Renzi. Ma il Renzi di oggi conta così tanto, è così minaccioso verso i suoi alleati e nemici o si continua a trattarlo come se avesse ancora un potere che ha perso?
Le asce di guerra
vanno sotterrate
La sinistra di oggi ci mette troppo tempo a sotterrare le asce di guerra. Non facevano così i comunisti. Quando la guerra era finita perché ne era iniziata una più dura, si accantonavano vecchie cose. Chi, invece, vive ancora con la testa rivolta all’indietro viene cortesemente invitato a farsi da parte. L’occasione non si ripeterà: una crisi politica così grave nei giorni di un risveglio del popolo democratico. E che altro diavolo deve succedere per mettervi assieme e combattere il nemico comune?

Peppino Caldarola
I giornalisti però non spiegano il perché del consenso a quello che  loro contestano con forza.





I giornalisti dei maggiori quotidiani e media per primi dovrebbero domandarsi qualcosa su questo risultato: ”Tutte le altre misure ottengono un ampio consenso, a partire dal taglio delle «pensioni d'oro», ossia la riduzione degli assegni pensionistici al di sopra dei 4.500 euro netti mensili, un provvedimento gradito dal 68% degli italiani, seguito dalla revisione della legge Fornero con l'introduzione della «quota 100» (58%), per finire con la «flat tax», cioè l'estensione della tassazione forfettaria al 15% a tutte le partite Iva con ricavi fino a 65.000 euro (55% i favorevoli). Nel complesso la manovra è apprezzata dal 59% degli italiani, mentre viene bocciata da uno su tre (33%). Piace a quattro elettori su cinque della maggioranza (81%), ma anche alla metà di quelli di FI, nonché agli astensionisti (50%). E fa breccia anche nel centrosinistra, dato che risulta gradita da circa un elettore su quattro (23%).
Rispetto al sondaggio di tre settimane fa aumenta dal 41% al 45% la quota di chi ritiene che la manovra non metterà a repentaglio la tenuta dei conti pubblici, mentre il 37% è di parere opposto e il 18% non sa rispondere. In ogni caso il deficit previsto e la possibilità di aumentare il debito pubblico non sembrano preoccupare più di tanto: infatti, secondo un nostro sondaggio per la trasmissione «DiMartedì» , il 55% ritiene che l'aumento dell'inde- bitamento sia necessario per far crescere l'economia”. E siccome gli stessi giornalisti sono quelli che scrivono ogni due per tre che gli elettori hanno sempre ragione, eccoli serviti.
Questa situazione avrà dietro una qualche motivazione origine suggerimento. Insomma: (quasi) tutti rinco gli italiani oppure i giornalisti non hanno fatto bene i conti con la realtà vera?. Cioè non la conoscono e non sanno neppure sondarla? Che si tratti di soldi oppure di lealtà istituzionale gli italiani concordano col governo mentre il c.d. establissement è in completo disaccordo. Già abbiamo parlato come e perché il fatto che i titoli di stato comincino a rendere di più venga visto dalla gran massa di pensionati come qualcosa di positivo dopo un decennio di redditi zero o prossimi a zero. Questo perché mentre lo speculatore cui si riferiscono i giornali muove quotidianamente sui titoli, il pensionato che ha investito in debito pubblico ed assimilato aspetta la scadenza del titolo e intanto si gode gli interessi sperando che il buondio gli conceda la salute, che la caldaia non si rompa e la macchina neppure.
Parimenti le famiglie hanno capito che se i loro figli escono da un buon istituto statale di istruzione superiore hanno alte possibilità (al nord) di trovare lavoro entro l'anno mentre se escono dal liceo debbono mettere in conto tre o cinque anni di università ed hanno compreso benissimo che certe lauree valgono da zero a cento. Soprattutto in certi posti: una laurea in lingue vale parecchio nel nord e vale zero nel centro sud.
Del resto viene da ridere pensare che nel 2018 qualcuno abbia ancora in mente di pagare una multa per sosta vietata dell'anno 2000 anche se la faccenda sarebbe niente affatto civile (per chi invece le ha pagate). Se un sistema di riscossione non funziona perché in primis non vogliono farlo funzionare i politici evidente che prima o poi bisogna trovare una via d'uscita e questo spiega come mai il comodo buonsenso dei cittadini premi la scelta di azzerare le cartelle al di sotto di una certa somma.
Il cittadino poi è convinto che l'evasore specializzato appartenga ad una razza speciale di cui lui (cittadino medio) non fa e farà mai parte, quindi zac zac zac. Quello appartiene al gruppo in combutta coi colletti bianchi e l'alta dirigenza statale e quindi…
Ma soprattutto questa manovra ha convinto  suggerito confermato gli italiani che siamo un grande popolo, che c'abbiamo tutti i meriti e gli attributi per non essere da meno dei francesi e tedeschi. Gli inglesi non c'entrano, chissà perché sono i più lontani da noi. Quest'idea di popolo sovrano è quella su cui poggia sostanzialmente il consenso verso il governo e verso la manovra al contrario di chi predica continuamente che “andiamo a sbattere”. Non puoi dopo 40 anni di furbizie giocate su tutti i piani sentirti dire ogni minuto da giornaloni e politici che andiamo a sbattere. Che i soldi degli italiani sono a rischio perché sale  lo spread quando quei soldi che ti fai prestare ne consegni mille ed alla fine da dieci anni e dopo cinque anni ne porti a casa 950. Adesso finalmente “si respira”. Anche perché giornaloni e politici al governo finora non hanno intaccato quei 100 miliardi evasi ogni anno. Non hanno beccato quei 35 miliardi di evasione IVA e contributi annuali. Non può accadere che se presti i soldi per una obbligazione bancaria paghi il 26% sugli interessi e la banca che compera titoli di stato coi tuoi soldi paga zero: alla gente va spiegato il mistero. Come si spiega perfettamente il contrastato giudizio sul reddito di cittadinanza e quello sulla quota cento. Come fai a imporre le nuove pesanti condizioni per andare in pensione mentre paghi da mezzo secolo qualche milione di pensioni ex pubblico a persone che hanno lavorato meno di quattro lustri?.
In questo paese le storture sono ancora tante e l'intreccio perverso di interessi attraversa classi sociali così  distinte che ormai va bene tutto e tutto il contrario. E quindi il cittadino vive alla giornata. Ieri  premiava Renzi e la sua cordata ed oggi premia la coppia Salvini DiMaio. Domani chissà. Intanto l'italiano spende 80 milia
PROVINCIA DI BERGAMO
FINISCE L'ERA ROSSI





Gori sindaco di Bergamo come politico ed amministratore stende a terra Rossi presidente della Provincia di Bergamo dieci a uno. Gori, uomo venuto da un mondo del tutto estraneo alla politica ha saputo governare meglio di Rossi, cresciuto fin dalla prima comunione nella politica.  Basterebbero le ultime cappellate compiute da Rossi nell'ultimo anno di governo per raccomandargli l'esilio in un convento. Il suo arrabattarsi a sistemare se stesso e i suoi amici –il Sorzi per esempio- nei centri di potere economico politico più pesanti della provincia lascia perplessi anche il meno scafato dei cittadini. Mettiamo pure sul tavolo che Gori  aveva  un bilancio mentre per Rossi era tutto o quasi aleatorio. Ma quei casini li conosceva e li ha combinati (anche) il suo partito. L'errore poi di farsi  eleggere con una alleanza con FI – con lo sconquasso degli ultimi due anni- è qualcosa di agghiacciante. Poi leggi che in settimana “C'è anche da stringere i tempi per l'intitolazione a Yara Gambirasio della Cittadella dello sport della Celadina, proprio quella che ospiterà le elezioni provinciali. L'intitolazione sarà accompagnata da un'ope ra d'arte di cui si sta parlando con un'inse gnante di Yara. Ottenuta l'approvazio ne della famiglia, convinta dal carattere comunitario della struttura, si è deciso di aspettare il terzo grado di giudizio del processo a Bossetti.”. Poi leggi che “Intanto annuncia che lancerà «una proposta di legge regionale di iniziativa popolare sull'economia sociale, per fare che la Regione sostenga le iniziative che fanno i conti con le comunità e la solidarietà».” Roba da latte alle ginocchia. Ed allora tornano quelle operazioni per cui  veniva inventato un problema (che esisteva –vuoi che con 62 milioni di italiani non ci siano milioni di problemi?- ma coinvolgeva  quasi sempre mi noranze) ed ecco che la “politica” scodellava la soluzione  che era im mancabilmente gestita da qualcheduno consanguineo della politica stessa. Che è quello che succede anche adesso nel massimo del suo splendore potenza articolazione: basta leggere gli albi pretori dei comuni per rabbrividire di come si sia scientizzato il clientelismo. C'è un pesce ogni sempre per qualcuno. Per un anno, cinque anni, dieci anni: mai che gli si insegni a pescare. C'è una sola differenza tra i tempi della Dc e della sinistra di ieri e quella di oggi, oggi il clientelismo e lo scambio politico è “delegato” al “funzionario” attraverso le “determinazioni”.
Il partito che faccia lavorare quelle due-trecen to coop onlus oratori presenti in provincia nelle mille attività sociali si garantisce una massa di voti.
Non si può rinfacciare a Rossi il casino sulle scuole sulle strade sui trasporti visti i bilanci con cui aveva a che fare. Fortunatamente la burocrazia provinciale se no migliore di quella comunale aveva capacità naso ed esperienza per rimediare davanti ad esili figurine di politici capitati al governo proprio nel momento peggiore.
La politica ha voluto abolire le province perché la carica non rendeva soldi agli eletti rispetto alle maxi prebende nazionali e regionali. Questa la vera ragione dell'abolizione delle provincie. Poi ha sbattuto la faccia con la crisi ed è rimasta di sasso e soprattutto senza soldi. Invece di impiegare i dieci anni di crisi per abolire le regioni e rilanciare le provincie adesso ci troviamo con due enti: quello inutile che costa l'iradidio e quello necessario senza soldi. Bravissimi.