SPIGOLATURA DALLA STAMPA QUIOTIDIANA
C'è dunque una questione che nessuno in questa maggioranza prende in
considerazione: si chiama capacità di governo. Ne sono deficitari
soprattutto i pentastellati, anche nel confronto con i leghisti. La
denuncia che Di Maio vuole presentare contro chi ha modificato il
decreto fiscale, è di fatto un'autodenuncia. La capacità di governo si
sostanzia pure nella perizia con cui si discutono e si trattano i
provvedimenti. Le "manine" sono un alibi per nascondere le inefficienze
di un personale politico improvvisato. L'arroganza dell'ignoranza si
sostanzia in questi momenti. Il populismo, quando viene traslato dalla
campagna elettorale alla gestione della macchina statale, non può che
mimetizzarsi dietro le presunte macchinazioni altrui. I politici così
si trasformano da classe dirigente in classe compiacente. Per
conservare i voti non hanno altra scelta che compiacere gli elettori
anziché guidarli. E per raggiungere l'obiettivo hanno bisogno
consapevolmente di distruggere chi sa di più e inconsciamente di
disarticolare lo Stato.
Si era molto discusso su quanto si potesse sanare: fino ad un milione
di euro avevano detto i leghisti, intorno a 100 mila avevano resistito
i grillini. Alla fine il contestato testo uscito dal consiglio dei
ministri di lunedì, e che ancora fa fede, non solo ha introdotto la
possibilità di mettersi in regola pagando solo il 20 per cento di Irpef
sull'evaso (invece del 43 per cento), non solo ha previsto il colpo di
spugna sull'Iva e ha «escluso la punibilità» per chi aderisce al
condono per reati gravi come la dichiarazione fraudolenta e il
riciclaggio. Ma ha anche elevato a dismisura l'imponibile che si può
sanare: a prima vista infatti si pone il paletto di 100 mila euro, ma a
ben guardare il testo incriminato si scopre che il limite vale «per
singola imposta e per periodo d'imposta». Dunque, visto che le
annualità condonabili, cioè i periodi di imposta, sono cinque, il tetto
complessivo sale a 500 mila euro. Ma non è finita: questo tetto di
mezzo milione è da considerare per ogni singola imposta, come spiega il
decreto, e visto che le imposte sono cinque, cioè Irpef, Irpeg, Iva,
Irap, oltre capitali, si arriva a 2,5 milioni di imponibile condonabile
frutto di più imposte evase negli ultimi cinque anni.
Si sfila l'amico Viktor Orban che nella corsa alla successione di
Juncker dice di voler sostenere il tedesco Manfred Weber ed è feroce,
tra i nemici, Guy Verhofstadt. «Se Salvini si trova così bene a Mosca,
a letto con Putin, perché non resta lì? Sta tradendo l'interesse
collettivo», scrive su Twitter il presidente dei liberali Alde
all'Europarlamento. Per il resto dal fronte populista- sovranista non
arrivano sostegni alla candidatura di Matteo Salvini alla guida della
Commissione Ue. « È vero alcuni amici dei Paesi europei me lo stanno
chiedendo, maggio è ancora lontano, vediamo ci penso » , ha detto a
Repubblica il leader della Lega confermando di essere disponibile a
correre come futuro candidato del fronte populista alle elezioni
europee.
Di Maio invece, come è noto, tentava di trarsi d'impaccio nelle sabbie
mobili del condono fiscale con un gioco delle tre carte applicato alla
comunicazione politica. Ma l'operazione non è riuscita, anzi si è
rivelata una piccola Caporetto per il Movimento Cinque Stelle, un
soggetto che vive, appunto, di comunicazione (via web e televisione).
In passato, con qualche destrezza da prestigiatore, Di Maio era sempre
riuscito a ricondurre a coerenza ciò che coerente non era. Questa volta
il trucco è fin troppo visibile per la buona ragione che il condono
piace poco o nulla all'elettorato dei 5S e contraddice tutta la
retorica del movimento. Quindi, prima ancora di trovare un'intesa —
peraltro non facile — con il collega leghista, Di Maio ha dovuto
sollevare un polverone mediatico per mascherare il pasticcio. Si dirà
che l'elettore tipo del M5S ha fiducia assoluta nel suo leader anche
quando afferma cose inverosimili o annuncia una denuncia alla Procura
della Repubblica di cui non si ha alcuna conferma.
Il "discorso della Scala" è l'atto d'accusa più nitido e insieme la
proposta di progetto alternativo per l'amministrazione del Paese che
neppure l'afasica opposizione parlamentare al governo gialloverde ha
saputo pronunciare. Ed è la frattura conclamata tra il ceto produttivo
del Nord e il governo, dopo molti tentennamenti e qualche vistoso
sbandamento anche da parte degli industriali. Inviperiti per il decreto
dignità, ma solo su base locale (cioè nelle aree più sensibili del
triangolo industriale) mentre a Roma l'opposizione dei vertici
nazionali della Confindustria suonava assai più conciliante. Poi
placati, quasi rabboniti dalla promessa ( Di Maio al Sole 24 Ore) di
confermare gli incentivi del Piano Industria 4.0. Sconcertati a
Breganze, Vicenza, quando il presidente di Confindustria Vincenzo
Boccia dichiarava che « di questo governo crediamo fortemente nella
Lega » . Di nuovo preoccupati, poi spaventati, via via che le
indiscrezioni prima e poi le bozze e i testi definitivi davano forma
alla "manovra del popolo". Parole del presidente di Assolombarda Carlo
Bonomi
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SE IL POLITICAMENTE CORRETTO PROTEGGE LE MIBORANZE CHE HANNO IN MANO IL POTERE
In Italia vige il principio politicamente corretto secondo il quale se
un metalmeccanico della Tenaris ruba i gratta&vinci non si può dire
che TUTTI i metalmeccanici siano dei ladri (di gratta e vinci). Questo
principio si applica ferramente soprattutto alle persone importanti:
politici, preti, dirigenti statali, imprenditori ma non si applica a
chi sia di pelle nera o marrone. I due esempi riportati qui sopra –a
sinistra la doppia pagina del Corriere/Bergamo sulle accuse del
direttore del carcere di Bergamo, Porcino. A destra invece la notizia
che l'acqua potabile dell'acquedotto di Matera è inutilizzabile per
qualsiasi uso umano in quanto infetta di batteri fecali. Per stare
politicamente corretti non si può dire che tutti i direttori delle
carceri italiane siano degli emuli di Porcino come non si può dire che
tutti gli acquedotti lucani siano merdosi. L'altro ieri la ministra
delle guerra Elisabetta Trenta del governo Salvimaio ha fatto da
mediatrice per l'incontro di Ilaria Cucchi col con il comandante
generale dei carabinieri, Giovanni Nistri. Ilaria Cucchi ha così
illustrato l'incontro col generale: "Mi sarei aspettata non dico delle
scuse, perchè avrebbe potuto essere per lui troppo imbarazzante, non 45
minuti di sproloquio contro unici tre pubblici ufficiali che hanno
deciso di rompere il muro di omertà nel mio processo". La ministra ha
poi precisato che il generale non abbia non ha sproloquiato, e
che le spiace per incomprensione".
Stare politicamente corretti è non mettere tutti i direttori delle
carceri italiane nel sacco con Porcino. Stare politicamente corretti è
non sfottere Matera, i Materani e la Regione Basilicata perché, volendo
essere –Matera- non solo capitale della regione ma anche la Capitale
Eurpea della Cultura che cavolo fai se hai l'acqua potabile
inutilizzabile perché inquinata dalla cacca?. Cerchiamo di separare il
grano dal loglio visto che di direttori di carceri in Italia non sono
tanto numerosi come i metalmeccanici: di carceri ce ne sono 231 e
quindi i direttori sono presto contati. Come si fa presto a contare
quanti siano i generali comandanti l'Arma dei carabinieri: UNO. Come si
fa presto a contare che di capitali Europee della Cultura ce n'è una
all'anno: nel 2019 sarà Matera con l'acqua fecale. Poi ci si stupisce
se DiMaio non legge quel che firma e poi va da Vespa a denunciare l
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LA
GIUNTA GAMBA CHIEDE ALLA REGIONE 300 MILA EURO PER RISTRUTTURARE LA
PISTA DI ATLETICA. SE NON ARRIVANO TUTTI I SOLDI BISOGNA METTERCENE DI
NOSTRI. C'E' BISOGNO DI UNA SPESA COSI' RILEVANTE PER UN'OPERA CHE
VIENE USATA POCHISSIMO E PRATICAMENTE SOLO DUE SETTIMANE ALL'ANNO DAGLI
STUDENTI?
Nello stesso giorno in cui il Comune pubblica la Delibera di Giunta n.
146 del 18-10-2018 di approvazione del progetto definitivo dei lavori
di manutenzione straordinaria pista di atletica presso il CVI1 che
prevede una spesa di euro 300.213,23 il sito del comune pubblica anche
il volantino «Diamoci una mossa» che illustra «l’assalto» di
associazioni private ai beni comunali per una serie di corsi
sicuramente utili e necessari (specie per chi li tiene) a mantenere un
buon livello di vita: inteso come benessere non strettamente economico.
Il dispositivo regionale prevede che l’erogazione del contributo
avverrà in tre soluzioni negli anni 2018, 2019 e 2020, secondo le
risorse disponibili a valere sulle rispettive annualità (3,950 milioni
sull’esercizio 2018, 2,025milioni sull’esercizio 2019 e 2,025 milioni
sull’esercizio 2020, fatta salva la possibilità di incremento fino ad
un massimo di 15 milioni di euro in caso di ulteriori disponibilità) da
suddividersi in maniera proporzionale tra tutte le domande ammesse a
contributo. La situazione quindi è fluida nel senso che... potrebbero
arrivare tutti come una parte o una parte infinitamente piccola. Nel
caso la differenza dovremmo mettercela noi: sempre che li
abbiamo. Siccome il Comune di Curno sta ancora aspettando i
600mila euro di contributo regionale per la costruzione della palestra
della Rodari (e li sta aspettando da parecchi anni) adesso siamo messi
nella (s)piacevole situazione per cui ci attendiamo quasi un
milione di euro come contributo a fondo perduto per investimenti
da parte della Regione a governo di... centrodestra.
Detto questo sarebbe interessante conoscere quante ore viene utilizzata
ogni anno e da quante persone quella pista perché la voce popolare ne
da numeri insignificanti rispetto alla spesa (300 mila euro) prevista.
L’abbiamo già scritto ma occorre ripeterlo.
Il CVI1 ci venne spacciato come una regalia che si sarebbe mantenuta
coi proventi del commerciale sul territorio curnese. Non è mai stato
così dal momento tranne importi poco significativi.
Del resto quest’idea post bellica e post neo industriale per cui ogni
paese, passato dall’agricoltura all’industria ed al commercio, «doveva»
disporre di impianti sportivi per il benessere delle popolazioni
lavoratrici in fabbrica, supermercati ed uffici (e residualmente per la
scuola: che lo usa pochissimo e di malavoglia). Dagli anni ‘70 ad oggi
la necessità e le abitudini sportive della popolazione sono
completamente mutate. Sono sorti decine di centri sportivi privati di
altissimo livello ed alto costo d’accesso e quando si confronta un
CVI1-2 o le attrezzature di un comune con questi centri privati, viene
il latte alle ginocchia guardando la differenza. Quello che soprattutto
è cambiato a livello di massa sono proprio gli sport praticati dalle
persone, la maggior parte delle quali si è spostata verso attività
all’aperto per combinare l’attività fisica con un ambiente meno
urbanizzato più naturale.
Per quel che vale un ricordo personale. Quando nei primi anni
2000 abbiamo iniziato a percorrere e pulire quello che oggi é «il
sentiero di papa Giovanni« nei primi anni succedeva che il bosco
crescesse più veloce di noi che lo volevamo sedare. Oggi nei fine
settimana, ogni stagione, ci sono almeno un migliaio di runner ciclisti
(e motociclisti...) su buona parte del percorso. Sempre in quegli anni
abbiamo tracciato il primo percorso pedonale e ciclabile che dal
capolinea ATB di Ponte san Pietro percorreva sia la sponda sinistra che
destra del fiume Brembo fino alla sua foce nell’Adda.La gggente ci
guardava come si guardano i matti mentre oggi migliaia di persone
lo percorrono in tutto e in parte (tranne Curno... che in quei primi
anni era comunque accessibile). Qualcosa del genere successe col
percorso lungo il Serio da Seriate fino alla sua foce nell’Adda a
Montodine. Per non parlare dei percorsi pedonali e ciclabili ieri
percorsi da rarissimi camminatori in cerca di funghi e castagne
monopolizzati da migliaia sulle colline di Bergamo. Era una
ambientalismo che coniugava l’impegno politico col volontariato senza
pubblicarci come accade oggi quando le sindache si fanno vedere su
facebook a pulire le piazze pubbliche.
Eravamo grezzi: non ci vergognavamo di passare anche in motocross.
Oggi l’idea stessa che un comune disponga di due centri sportivi
gestiti come attualmente è tutto incongrua rispetto alle esigenze dei
cittadini e ai conti pubblici. Quei 300 mila euro per il rinnovo
della pista d’atketica sono 300 mila euro di debito pubblico visto che
come investimento servono quasi a zero per la potenziale utenza. Quei
300 mila euro varrebbero molto di più se finalmente venisse realizzata
la NOSTRA parte di percorso lungo il fiume Brembo (siamo gli unici a
non averla sulla sponda sinistra da Almenno alle foci: una bella
vergogna!) e se il campo a 11 dentro il CVI assieme al cambio
dell’orribile piantumazione attuale venisse finalmente destinata ad un
giardino pubblico DEGNO di questa funzione e assieme al resto.
Impossibile. Impensabile.
Le maggioranze bottegaie che gestiscono il paese dal dopoguerra
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