schermata 2000 pixels









Di cosa parliamo in questa pagina.
Reddito di cittadinanza, una certa idea di povertà
Così si trasformano i poveri non in cittadini, ma in consumatori forzati sotto tutela
Che siano 8 o 10 i miliardi che alla fine saranno destinati al reddito di cittadinanza, si tratta sempre di una cifra di gran lunga superiore a quanto nessun governo italiano abbia mai impegnato per il contrasto alla povertà. Si avvicina molto a quanto è stato stimato necessario per portare tutti coloro che si trovano in povertà assoluta (i cinque milioni di persone di cui si parla, che includono anche oltre un milione di stranieri regolari) al livello della soglia che la identifica. Anche se è molto meno di quanto sarebbe necessario per coprire tutti coloro che si trovano in povertà relativa, sarebbe una buona notizia.
SPIGOLATURE QUOTIDIANE
TRASPARENZA. Eppure fu perfino approvata, nel 2009, una legge che prescriveva, testuale, la "chiarezza dei testi normativi" voluta dall'allora ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, leghista. Lì dentro c'è scritto, per esempio, che quando in una legge c'è il "rinvio ad altre norme", sia obbligatorio indicare "in forma integrale, o in forma sintetica la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento". Precisando che è vietata qualunque deroga alla comprensibilità dei testi di legge. Risultato? Un marameo collettivo della politica, che ha preferito infischiarsene continuando a sfornare norme intricate e chilometriche partorite da burocrati spesso anche vittime di un vero e proprio narcisismo giuridico. COMMENTO.Per fortuna non ha letto il Decreto Salvini.
Elezioni provinciali . Il Pd gela Ferla: Gafforelli candidato
«Aprirò a tutti, prima, durante e dopo il voto»: il sindaco di Calcinate Gianfranco Gafforelli, pur definendosi un amministratore con sensibilità di centrodestra, accetta soddisfatto l'investitura da parte del Pd, che ha abbandonato ieri l'ipotesi di sostenere Fabio Ferla, appoggiato dalla Lega e da Forza Italia. «Il mio è un impegno civico», spiega Gafforelli. Il Pd ha tentato la strada dell'accordo istituzionale. «Ma i silenzi della Lega — commenta il segretario provinciale Gabriele Riva — sono stati insormontabili per tanti di noi». Ferla incassa e ribadisce la sua linea: «Il ruolo del presidente non può essere rinchiuso nelle logiche di partito».



































Reddito di cittadinanza, una certa idea di povertà
Così si trasformano i poveri non in cittadini, ma in consumatori forzati sotto tutela



Che siano 8 o 10 i miliardi che alla fine saranno destinati al reddito di cittadinanza, si tratta sempre di una cifra di gran lunga superiore a quanto nessun governo italiano abbia mai impegnato per il contrasto alla povertà. Si avvicina molto a quanto è stato stimato necessario per portare tutti coloro che si trovano in povertà assoluta (i cinque milioni di persone di cui si parla, che includono anche oltre un milione di stranieri regolari) al livello della soglia che la identifica. Anche se è molto meno di quanto sarebbe necessario per coprire tutti coloro che si trovano in povertà relativa, sarebbe una buona notizia.

Chi si scandalizza per l'entità dell'impegno di spesa dovrebbe piuttosto farlo per quella, quasi analoga, impegnata per garantire l'abbassamento dell'età della pensione ad un numero molto più ridotto di persone — 400 mila si stima — che non solo non si trovano in stato di bisogno, ma rappresentano un gruppo relativamente privilegiato, spesso con speranze di vita più lunghe sia di chi è povero, sia di chi, lavoratore o lavoratrice, non potendosi permettere di prendere una pensione esigua o non avendo ancora maturato l'anzianità contributiva richiesta, dovrà invece continuare a lavorare anche in condizioni pesanti. O per il condono fiscale, contrabbandato per pace fiscale a spese dei contribuenti onesti.

Lo scandalo, a mio, parere, sta nel modo in cui Di Maio, Castelli e compagni stanno ridefinendo il cosiddetto reddito di cittadinanza. Dopo avergli dato un nome che, intenzionalmente o meno, consentiva fraintendimenti — un reddito dato a tutti, in modo incondizionato — ora si ripromettono di trasformarlo in uno strumento non solo, come era già dall'inizio, selettivo, cioè destinato ai poveri, anche se con qualche confusione e incertezza su come identificarli, ma fortemente paternalistico.

Non verrà concesso in moneta liquida, ma su una carta di debito. Potrà essere speso solo su suolo italiano (non sia mai che un povero comasco attraversi la frontiera svizzera per comprarsi del caffè), in esercizi italiani (verranno esclusi Carrefour, Auchan e simili?) e possibilmente per prodotti italiani. Non potrà assolutamente essere speso per consumi voluttuari, immagino definiti da apposita commissione etica, e nemmeno risparmiato. Ciò che non si spende della somma mensile assegnata verrà perso, come i minuti e i giga dei contratti dei cellulari.

Dietro questo approccio c'è l'antica idea che i poveri siano inaffidabili, moralmente deboli. Lasciati a se stessi, invece di comprare latte e scarpe per i bambini e pagare l'affitto, si darebbero al bere e al gioco d'azzardo o alle spese pazze. Vanno messi sotto tutela. Riceveranno reddito in cambio di cessione di cittadinanza. Aggiungo che la scelta della carta invece del denaro liquido, già sperimentata con il Sia (Sostegno per l'inclusione attiva) e non del tutto superata neppure con il Rei (Reddito di inclusione), pone anche altri problemi. Lascia tutto il potere di spesa al titolare della carta, a detrimento degli altri componenti adulti della famiglia. Espone all'umiliazione di vedersi rifiutati alcuni prodotti alla cassa del supermercato. Molti piccoli negozi, specie nei paesi, non hanno il bancomat. Lo stesso vale per molte persone, specie tra i più poveri. Anche impedire di risparmiare in vista di spese future — ad esempio scarpe per i figli, una nuova cucina a gas, la riparazione del motorino con cui si va a lavorare, un regalo — contrasta con l'obiettivo di aiutare le persone e le famiglie a gestire il proprio bilancio, a programmare, quindi anche a risparmiare.

Così si trasformano i poveri non in cittadini, ma in consumatori forzati sotto tutela.

Chiara Saraceno
SPIGOLATURE QUOTIDIANE





TRASPARENZA. Eppure fu perfino approvata, nel 2009, una legge che prescriveva, testuale, la "chiarezza dei testi normativi" voluta dall'allora ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, leghista. Lì dentro c'è scritto, per esempio, che quando in una legge c'è il "rinvio ad altre norme", sia obbligatorio indicare "in forma integrale, o in forma sintetica la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento". Precisando che è vietata qualunque deroga alla comprensibilità dei testi di legge. Risultato? Un marameo collettivo della politica, che ha preferito infischiarsene continuando a sfornare norme intricate e chilometriche partorite da burocrati spesso anche vittime di un vero e proprio narcisismo giuridico. COMMENTO.Per fortuna non ha letto il Decreto Salvini.

CALOTTA MIA... AMOR CRANICO .Amor differenziato, ci sono uomini che portano fuori l'immondizia e altri invece che ce l'hanno dentro. Posso usare il tuo inteneritore? Amor pedestre, ho capito che non sono le scarpe il posto dei piedi. È la terra. E anche delle scarpe.Tutti ci dobbiamo appoggiare, paro­la di stampella. Mi solletica l'idea che per deambulare cl si debba alzare, col nostro volume, libro che parla dei pesi morti-vivi che si distribuiscono: la terra prende i nostri noi prendiamo il suo sul­le spalle, il ciclo continua, adesso pe­dalare! Amor cranico posso chiamarti Calotta? Da quando abbiamo passato la notte nel nostro epitalamo non riesco a togliermi te dalla testa né la testa da te (non decapita spesso). Che fare? Dire, baciare? Siamo uomini in forse, preferiamo carcerare l'innocenza di bambini inter-nati, liberandoci noi del problema piuttosto che loro da quella mala occlusione di legge. Amor casa­lingo, capisco se non hai più pazienza: anche la stiratrice dell'incredibile Hulk non se l'è più sentita ed è sparita. Ma tu, resta dove sono.

STUDIATE NEGRI!. Sono gli immigrati che risolveranno il nostro problema burocratico. È infatti allo studio la creazione di scuole e strutture per insegnargli la nostra lingua e la nostra sto­ria, un corso triennale per renderli capaci di capire la nostra amministrazione e gestire al meglio le informazioni sul sistema. Col diplo­ma, ormai padroni delle competenze, potran­no compilare tutti i moduli necessari per il loro rimpatrio e pagare le tasse previste per poter riabbracciare i loro concittadini. Questo si rifletterà favorevolmente sul nostro mercato del lavoro, liberando migliaia di impiegati de­gli uffici statali e comunali dal triste fardello della dipendenza burocratica e permettendo loro di iscriversi negli elenchi della libera di­soccupazione. Gli immigrati torneranno da noi in vacanza, dal Paese europeo che li avrà as­sunti per la sua crescita, perfino con un ac­cenno di nostalgia.

PREVISIONI UNO. A sostegno di questa tesi il Fatto ha aggiunto ieri un altro indizio, parlando di un «piano B» di M5S che prevederebbe un bel «rimpasto» vecchia maniera, con l'epurazione dei ministri tecnici (tranne Savona) e l'avvento alla Farnesina di Di Battista, «l'uomo che può contenere Salvini. L'unico capace di riempire le piazze come il ministro dell'Interno». Una considerazione non proprio lusinghiera verso Di Maio, che aveva riempito il balcone di Palazzo Chigi per annunciare l'avvento del reddito di cittadinanza, sperando così di invertire la tendenza nei sondaggi. «Il reddito sta nel contratto di governo», ripete sempre Salvini. Solo che a forza di sentire i grillini ripeterlo, ai leghisti è venuto il mal di pancia.

PREVISIONI DUE. Carlo Messina (Intesa): lo spread che preoccupa è tra gli investimenti di Italia e Germania. Il vero punto di debolezza è lo spread tra gli investimenti di Italia e Germania. Lo pensa il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina. «Sono abituato a guardare i fondamentali del Paese — ha detto ieri a Torino — e i nostri non sono quelli riportati dalla dinamica dello spread. Ciò che considero più preoccupante è il divario tra gli investimenti che vale 155 miliardi: in Italia sono diminuiti per 84 miliardi, mentre in Germania sono cresciuti di 71». Questo, combinato con la dimensione del debito, «implica manovre che accelerino la crescita». Intesa Sanpaolo, ha ricordato Messina, «è pronta a a supportare il Paese destinando nei prossimi tre anni 150 miliardi» alle imprese e alle famiglie.

INOPPORTUNA. Il Sindaco, la Consigliera Perlita Serra e un gruppo di una decina di cittadini il 7 ottobre 2018 parteciperanno alla "PerugiaAssisi - Marcia della Pace e della fraternità". "La parola “pace” non sta a significare solo il contrario di guerra, ma il rispetto della dignità e dei diritti di tutti. Grazie all’impegno della la Rete della Pace, che “connette” numerose realtà sindacali, associative e studentesche, moltissime realtà dell’universo del pacifismo italiano parteciperanno alla marcia: tra di esse, Anpi, Acli, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Legambiente, Amnesty International, Save the Children Italia e molti altri." Da Bergamo parteciperanno diversi rappresentanti delle realtà che aderiscono al "Coordinamento provinciale bergamasco degli enti locali per la Pace". Anche Curno, con gioia, ci sarà!. COMMENTO. Le due sindache  non hanno ben chiaro la differenza tra fare la sindaca di un paese e le passioni personali. Che anche noi condividiamo ma una sindaca NON può scrivere e fare quel che c’è nel trafiletto a meno che non ci sia una delibera unanime del consiglio comunale. Ma le vere regine se ne strafottono di certe sottigliezze.