L'Incidente, gli scorpioni e le rane
I nuovi spasmi sul Btp, con lo spread sul decennale tornato in area 300
punti base, sono il frutto del dilettantismo e dell'improvvisazione con
cui questo esecutivo sta gestendo una delicatissima legge di bilancio
per il 2019. Dentro questa cornice, che conosciamo da tempo, si muovono
le correnti più strutturate e strategicamente consapevoli di quanti
stanno spingendo il Paese verso l'Incidente.
Intanto, il casus belli: un numero di deficit-Pil, il 2,4%, che di per
sé è quasi innocuo ma che è stato lanciato, la sera di giovedì, senza
alcun contesto e senza che la Nota di aggiornamento al Def fosse
pubblicata. Una manovra da manuale per mettere in fibrillazione gli
investitori, portando alle stelle l'incertezza. Che quel 2,4% sia
scritto sulla sabbia, o che nulla si sappia della solidità delle
coperture, ed ancora che la manovra sia sbilanciata in modo assurdo dal
versante della spesa corrente, andando in direzione opposta a quello
che andrebbe fatto, sono tutti ceppi di legna da gettare nel fuoco.
Prima si vende, poi si fanno le domande.
Ma il danno maggiore è quello di un ministro dell'Economia che, in
un'intervista, riesce a prefigurare una manovra pro-ciclica in cui, se
la crescita non si manifesterà, allora taglieremo la spesa. Magari è
stato pure frainteso, perché esprimersi in questo modo è un'assurdità,
ma non risulta abbia smentito il contenuto di quella intervista. E
ancora, il danno massimo è sempre un ministro dell'Economia che ha
“negoziato” in Europa in modo informale un deficit-Pil di 1,6%, e la
cui credibilità viene incenerita in una sera. Malgrado ciò, quel
ministro resta al suo posto, su pressioni del capo dello Stato, e si
reca ad un consesso europeo.
In quella sede, fatalmente, al ministro viene chiesto se le notizie che
arrivano da Roma siano vere, e lui non riesce a fare altro che
rispondere che sì, il 2,4% è vero, “Però i dettagli non sono ancora
acquisiti”. Dopo di che, il ministro prende un aereo e torna a Roma,
lasciando su posto il suo direttore generale e gli sconcertati colleghi
europei. Secondo voi, normodotati psichici che mi state leggendo, se in
questo momento il vostro stato di coscienza non è ottenebrato da
sostanze psicotrope, quale reazione avrebbero dovuto avere i ministri
europei e gli investitori?
Se invece siete direttori di un quotidiano che ha deciso di lottare a
mani nude contro realtà e senso comune, potete fare un titolo di questo
tipo (vignetta a parte, per cui c'è licenza satirica): vedi a metà.
A parte queste amenità, su cui è inutile soffermarsi perché è sempre il
mercato a giudicare queste strategie editoriali, dovrebbe essere
evidente a chiunque che questo è l'ennesimo danno autoinflitto da parte
degli italiani a se stessi. E veniamo alla strategia della falange che
punta all'Incidente. Il concetto è semplice: vediamo che accade agli
altri paesi se minacciamo di farci esplodere. Al momento, la risposta
è: nulla, figliolo. Ritenta.
E come si potrebbe ritentare, quindi, per riuscire ad indurre un
contagio di quelli che portano i paesi europei a capitolare? Vediamo.
Pare che tedeschi e, soprattutto, francesi, abbiano in portafoglio
ancora molti Btp. Quindi, si va da loro e si dice: “che bei Btp che
tenete, signori crucchi e franzosi: sarebbe un peccato se accadesse
loro qualcosa”. Che potrebbe essere anche una strategia utile, se non
vi fosse il dettaglio che gli italiani detengono il 70% dei Btp
esistenti. Chi cederà prima, quindi? I crucchi e i mangiarane oppure le
odiate banche italiane? Ah, saperlo. In realtà, lo si sa ampiamente, ma
l'analfabetismo funzionale di questo paese fa in modo che la verità
resti occultata.
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Poi ci sono gli strateghi da salotto. Sono quelli che, dall'esterno, e
fingendo imparzialità ed asetticità di valutazione, sono in realtà
fiancheggiatori dell'esecutivo. Ad esempio, sono quegli anchormen di
lungo corso e maratoneti televisivi che non mancano occasione per
stigmatizzare le dichiarazioni di esponenti europei, e fingere
equidistanza con frasi del tipo: “eh, ma questi non si rendono conto
che, dicendo così, rafforzano l'esecutivo italiano?”. Che ricorda molto
gli approcci di recupero ai ragazzini disagiati e di strada, quelli che
fanno l'opposto di quanto viene loro suggerito, perché devono affermare
la loro ribellione all'Autorità. Oppure c'è la variazione sul tema:
“del resto, all'Europa non conviene tirare troppo la corda perché tra
pochi mesi ci sono le elezioni europee e questo rafforzerebbe populisti
e sovranisti”.
Questa è l'illusione definitiva. Gli altri paesi, intimoriti dal
bubbone purulento italiano, manderanno effettivamente al potere dei
sovranisti la cui missione sarà fare all'Italia quello che l'Italia fa
ai barconi nel Canale di Sicilia. Non esiste alcuna Internazionale
nazionalista, come ve lo devo ripetere? Questa posizione mi ricorda
quelle di chi, anni addietro, invocava per l'Italia la sospensione di
Schengen per contrastare l'immigrazione clandestina. E alla fine,
quella sospensione l'hanno avuta de facto, pur se non de iure: confini
controllati per evitare che chi sbarca in Italia si disperda nel resto
d'Europa. Geni.
Restiamo in attesa degli eventi ma prepariamoci al peggio. Perché gli
scorpioni tentano di guadare il fiume che porta fuori dall'euro sul
dorso di rane stupide.
PHASTIDIO.NET
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SPIGOLATURE QUOTIDIANE
RAI - Il sogno proibito di Luigi Di Maio è Enrico Mentana. Che ancora
nelle ultime ore veniva tentato con una proposta rafforzata: quella di
fare il direttore del Tg1 con la possibilità, per contratto, di
condurre anche programmi, venendo quindi pagato a parte. Non a caso
ieri l'Usigrai, il sindacato interno di viale Mazzini, ha emanato una
nota in cui definisce «inaccettabile» l'idea di prendere direttori
dall'esterno, spiegando che potrebbe configurarsi un « danno erariale »
. Questo potrebbe valere anche per Paolo Del Debbio, la figura esterna
cui avrebbe invece pensato la Lega ( sulla direzione del Tg1 la
battaglia tra i due alleati di governo è aperta, quel che è certo è lo
schema: se a un partito va il tg, all'altro va la direzione di rete, un
manuale Cencelli studiato fin nel dettaglio).
DEFICIT - Non solo il disavanzo al 2,4% per tre anni, che una settimana
fa sembrava un punto fermo, è diventato un vecchio ricordo, ma la curva
discendente contenuta nella Nota, che oggi dovrebbe arrivare in
Parlamento, vede un deficit dell'1,8% del Pil nel 2021, ancora più
basso del 2% di cui si era parlato l'altro ieri. Più forte è diventata
anche la discesa del debito, che non calerà di tre punti nel triennio
bensì di quattro, ha sottolineato Tria, portandosi a fine corsa, cioè
nel 2021, al 126,5% del Pil. Ma come è stata possibile questa forte
correzione dei saldi di finanza pubblica nel giro di appena una
settimana, cioè da quando, giovedì scorso, al termine di un concitato
Consiglio dei ministri, il governo annunciò di aver approvato la Nota
al Def con un deficit al 2,4% per tre anni?
REDDITO DI CITTADINANZA - Il Reddito d'inclusione oggi è percepibile
per nuclei familiari con un Isee che non superi i 6 mila euro. Ora,
dalle dichiarazioni Isee del 2017 pubblicate dall'Inps, emerge che a
totalizzare un Isee pari a zero sono in 580 mila, seguono circa un
milione di nuclei familiari tra zero e 3 mila euro; circa 650 mila tra
i 3 mila e i 7.500 euro.
Dunque se si volesse andare anche un pochino oltre la platea del
Reddito d'inclusione, si dovrebbero coprire almeno queste prime classi
di reddito, per un totale di tre milioni di nuclei familiari. In questo
caso però l'importo medio del sussidio, solo per il primo anno, sarebbe
di 300-375 euro.
E se è vero che chi viene ammesso al sussidio riceve solo la differenza
tra il suo reddito e i 780 euro al mese, è vero pure che più grande è
la famiglia, più si percepisce. Dal M5S fanno notare però che l'assegno
per i proprietari di case sarà decurtato della rendita e che circa il
50% delle famiglie «relativamente povere» vive in case di proprietà.
Soprattutto al Sud, dove le abitazioni hanno una rendita media intorno
ai 300-350 euro.
BALLISTA IN TRASFERTA. Il custode delLa Latrina di Nusquamia ci informa
che »Ieri dovevo finire di leggere un libro che dovrei questa sera
presentare in un consesso che non dico, altrimenti chissà che cosa
s'inventa il gatto padano, delatore di crimini immaginari. Mi
occorrevano tre, al massimo quattro ore di tranquillità, da trascorrere
in un ambiente idoneo al libro che avrei portato con me. Pensai di
andare in Liguria, e non mi sbagliai(...) Della serie: una sano di
mente per disporre di quattro ore di tranquillità si sobbarca 4-6 ore
di viaggio. Prosegue il nostro ballista in trasferta: «Mi trovavo nel
parco che circonda la villa comunale di Arenzano (...) quando ricevetti
via ficòfono, in automatico, la comunicazione di un traffico sostenuto
di navigatori nel sito di Nusquamia.»
Goggle, che per venderti pubblicità ti prometterebbe pure tua
nonna cogli asabesi in mano a santa Lucia, almeno ha il PUDORE di
mettere l’annuncio (semmai sia vero) con un «sembra». Per il ballista
in trasferta diventa automaticamente una certezza. Non per nulla si fa
finanziare la pubblicazione del sito facendola pagare ai lettori. Tanto
per non smentirsi.
BASTA LA SALUTE. Nonostante l'ottimismo del governo la situazione resta
tesa. Il tempo stringe (la legge di Bilancio deve essere presentata
entro il 20 ottobre) e l'aumento dello spread, che si traduce in una
maggiore spesa per interessi sul debito (le stime variano da 3 a 6
miliardi nel 2019). In attesa che i nodi vengano sciolti, è saltata la
prima riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi per il rilancio
degli investimenti che Conte avrebbe voluto fare ieri sera. La
correzione di rotta, con le concessioni a Bruxelles, segue una giornata
drammatica per lo spread e per le tensioni nella maggioranza. Anche tra
le file dei 5 Stelle sta crescendo il timore che le reazioni delle
borse e dell'Europa finiscano per vanificare gli sforzi e per portare
la manovra su un binario cieco. Per questo in molti si dicono pronti al
piano B, ovvero al voto anticipato. Ipotesi che non dispiace, del
resto, neanche all'alleato leghista. Ma per il momento il fronte resta
saldo, grazie alla convergenza di interessi e alla speranza di
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