schermata 2000 pixels











Di cosa parliamo in questa pagina.
L'incidente, gli scorpioni e le rane
I nuovi spasmi sul Btp, con lo spread sul decennale tornato in area 300 punti base, sono il frutto del dilettantismo e dell'improvvisazione con cui questo esecutivo sta gestendo una delicatissima legge di bilancio per il 2019. Dentro questa cornice, che conosciamo da tempo, si muovono le correnti più strutturate e strategicamente consapevoli di quanti stanno spingendo il Paese verso l'Incidente.
Intanto, il casus belli: un numero di deficit-Pil, il 2,4%, che di per sé è quasi innocuo ma che è stato lanciato, la sera di giovedì, senza alcun contesto e senza che la Nota di aggiornamento al Def fosse pubblicata. Una manovra da manuale per mettere in fibrillazione gli investitori, portando alle stelle l'incertezza. Che quel 2,4% sia scritto sulla sabbia, o che nulla si sappia della solidità delle coperture, ed ancora che la manovra sia sbilanciata in modo assurdo dal versante della spesa corrente, andando in direzione opposta a quello che andrebbe fatto, sono tutti ceppi di legna da gettare nel fuoco. Prima si vende, poi si fanno le domande.
SPIGOLATURE QUOTIDIANE

RAI - Il sogno proibito di Luigi Di Maio alla RAI è Enrico Mentana. Che ancora nelle ultime ore veniva tentato con una proposta rafforzata: quella di fare il direttore del Tg1 con la possibilità, per contratto, di condurre anche programmi, venendo quindi pagato a parte. Non a caso ieri l'Usigrai, il sindacato interno di viale Mazzini, ha emanato una nota in cui definisce «inaccettabile» l'idea di prendere direttori dall'esterno, spiegando che potrebbe configurarsi un « danno erariale » . Questo potrebbe valere anche per Paolo Del Debbio, la figura esterna cui avrebbe invece pensato la Lega ( sulla direzione del Tg1 la battaglia tra i due alleati di governo è aperta, quel che è certo è lo schema: se a un partito va il tg, all'altro va la direzione di rete, un manuale Cencelli studiato fin nel dettaglio).
































L'Incidente, gli scorpioni e le rane

I nuovi spasmi sul Btp, con lo spread sul decennale tornato in area 300 punti base, sono il frutto del dilettantismo e dell'improvvisazione con cui questo esecutivo sta gestendo una delicatissima legge di bilancio per il 2019. Dentro questa cornice, che conosciamo da tempo, si muovono le correnti più strutturate e strategicamente consapevoli di quanti stanno spingendo il Paese verso l'Incidente.
Intanto, il casus belli: un numero di deficit-Pil, il 2,4%, che di per sé è quasi innocuo ma che è stato lanciato, la sera di giovedì, senza alcun contesto e senza che la Nota di aggiornamento al Def fosse pubblicata. Una manovra da manuale per mettere in fibrillazione gli investitori, portando alle stelle l'incertezza. Che quel 2,4% sia scritto sulla sabbia, o che nulla si sappia della solidità delle coperture, ed ancora che la manovra sia sbilanciata in modo assurdo dal versante della spesa corrente, andando in direzione opposta a quello che andrebbe fatto, sono tutti ceppi di legna da gettare nel fuoco. Prima si vende, poi si fanno le domande.
Ma il danno maggiore è quello di un ministro dell'Economia che, in un'intervista, riesce a prefigurare una manovra pro-ciclica in cui, se la crescita non si manifesterà, allora taglieremo la spesa. Magari è stato pure frainteso, perché esprimersi in questo modo è un'assurdità, ma non risulta abbia smentito il contenuto di quella intervista. E ancora, il danno massimo è sempre un ministro dell'Economia che ha “negoziato” in Europa in modo informale un deficit-Pil di 1,6%, e la cui credibilità viene incenerita in una sera. Malgrado ciò, quel ministro resta al suo posto, su pressioni del capo dello Stato, e si reca ad un consesso europeo.
In quella sede, fatalmente, al ministro viene chiesto se le notizie che arrivano da Roma siano vere, e lui non riesce a fare altro che rispondere che sì, il 2,4% è vero, “Però i dettagli non sono ancora acquisiti”. Dopo di che, il ministro prende un aereo e torna a Roma, lasciando su posto il suo direttore generale e gli sconcertati colleghi europei. Secondo voi, normodotati psichici che mi state leggendo, se in questo momento il vostro stato di coscienza non è ottenebrato da sostanze psicotrope, quale reazione avrebbero dovuto avere i ministri europei e gli investitori?
Se invece siete direttori di un quotidiano che ha deciso di lottare a mani nude contro realtà e senso comune, potete fare un titolo di questo tipo (vignetta a parte, per cui c'è licenza satirica): vedi a metà.

A parte queste amenità, su cui è inutile soffermarsi perché è sempre il mercato a giudicare queste strategie editoriali, dovrebbe essere evidente a chiunque che questo è l'ennesimo danno autoinflitto da parte degli italiani a se stessi. E veniamo alla strategia della falange che punta all'Incidente. Il concetto è semplice: vediamo che accade agli altri paesi se minacciamo di farci esplodere. Al momento, la risposta è: nulla, figliolo. Ritenta.
E come si potrebbe ritentare, quindi, per riuscire ad indurre un contagio di quelli che portano i paesi europei a capitolare? Vediamo. Pare che tedeschi e, soprattutto, francesi, abbiano in portafoglio ancora molti Btp. Quindi, si va da loro e si dice: “che bei Btp che tenete, signori crucchi e franzosi: sarebbe un peccato se accadesse loro qualcosa”. Che potrebbe essere anche una strategia utile, se non vi fosse il dettaglio che gli italiani detengono il 70% dei Btp esistenti. Chi cederà prima, quindi? I crucchi e i mangiarane oppure le odiate banche italiane? Ah, saperlo. In realtà, lo si sa ampiamente, ma l'analfabetismo funzionale di questo paese fa in modo che la verità resti occultata.
Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter
Poi ci sono gli strateghi da salotto. Sono quelli che, dall'esterno, e fingendo imparzialità ed asetticità di valutazione, sono in realtà fiancheggiatori dell'esecutivo. Ad esempio, sono quegli anchormen di lungo corso e maratoneti televisivi che non mancano occasione per stigmatizzare le dichiarazioni di esponenti europei, e fingere equidistanza con frasi del tipo: “eh, ma questi non si rendono conto che, dicendo così, rafforzano l'esecutivo italiano?”. Che ricorda molto gli approcci di recupero ai ragazzini disagiati e di strada, quelli che fanno l'opposto di quanto viene loro suggerito, perché devono affermare la loro ribellione all'Autorità. Oppure c'è la variazione sul tema: “del resto, all'Europa non conviene tirare troppo la corda perché tra pochi mesi ci sono le elezioni europee e questo rafforzerebbe populisti e sovranisti”.
Questa è l'illusione definitiva. Gli altri paesi, intimoriti dal bubbone purulento italiano, manderanno effettivamente al potere dei sovranisti la cui missione sarà fare all'Italia quello che l'Italia fa ai barconi nel Canale di Sicilia. Non esiste alcuna Internazionale nazionalista, come ve lo devo ripetere? Questa posizione mi ricorda quelle di chi, anni addietro, invocava per l'Italia la sospensione di Schengen per contrastare l'immigrazione clandestina. E alla fine, quella sospensione l'hanno avuta de facto, pur se non de iure: confini controllati per evitare che chi sbarca in Italia si disperda nel resto d'Europa. Geni.
Restiamo in attesa degli eventi ma prepariamoci al peggio. Perché gli scorpioni tentano di guadare il fiume che porta fuori dall'euro sul dorso di rane stupide.

PHASTIDIO.NET
SPIGOLATURE QUOTIDIANE

RAI - Il sogno proibito di Luigi Di Maio è Enrico Mentana. Che ancora nelle ultime ore veniva tentato con una proposta rafforzata: quella di fare il direttore del Tg1 con la possibilità, per contratto, di condurre anche programmi, venendo quindi pagato a parte. Non a caso ieri l'Usigrai, il sindacato interno di viale Mazzini, ha emanato una nota in cui definisce «inaccettabile» l'idea di prendere direttori dall'esterno, spiegando che potrebbe configurarsi un « danno erariale » . Questo potrebbe valere anche per Paolo Del Debbio, la figura esterna cui avrebbe invece pensato la Lega ( sulla direzione del Tg1 la battaglia tra i due alleati di governo è aperta, quel che è certo è lo schema: se a un partito va il tg, all'altro va la direzione di rete, un manuale Cencelli studiato fin nel dettaglio).

DEFICIT - Non solo il disavanzo al 2,4% per tre anni, che una settimana fa sembrava un punto fermo, è diventato un vecchio ricordo, ma la curva discendente contenuta nella Nota, che oggi dovrebbe arrivare in Parlamento, vede un deficit dell'1,8% del Pil nel 2021, ancora più basso del 2% di cui si era parlato l'altro ieri. Più forte è diventata anche la discesa del debito, che non calerà di tre punti nel triennio bensì di quattro, ha sottolineato Tria, portandosi a fine corsa, cioè nel 2021, al 126,5% del Pil. Ma come è stata possibile questa forte correzione dei saldi di finanza pubblica nel giro di appena una settimana, cioè da quando, giovedì scorso, al termine di un concitato Consiglio dei ministri, il governo annunciò di aver approvato la Nota al Def con un deficit al 2,4% per tre anni?

REDDITO DI CITTADINANZA - Il Reddito d'inclusione oggi è percepibile per nuclei familiari con un Isee che non superi i 6 mila euro. Ora, dalle dichiarazioni Isee del 2017 pubblicate dall'Inps, emerge che a totalizzare un Isee pari a zero sono in 580 mila, seguono circa un milione di nuclei familiari tra zero e 3 mila euro; circa 650 mila tra i 3 mila e i 7.500 euro.
Dunque se si volesse andare anche un pochino oltre la platea del Reddito d'inclusione, si dovrebbero coprire almeno queste prime classi di reddito, per un totale di tre milioni di nuclei familiari. In questo caso però l'importo medio del sussidio, solo per il primo anno, sarebbe di 300-375 euro.
E se è vero che chi viene ammesso al sussidio riceve solo la differenza tra il suo reddito e i 780 euro al mese, è vero pure che più grande è la famiglia, più si percepisce. Dal M5S fanno notare però che l'assegno per i proprietari di case sarà decurtato della rendita e che circa il 50% delle famiglie «relativamente povere» vive in case di proprietà. Soprattutto al Sud, dove le abitazioni hanno una rendita media intorno ai 300-350 euro.

BALLISTA IN TRASFERTA. Il custode delLa Latrina di Nusquamia ci informa che »Ieri dovevo finire di leggere un libro che dovrei questa sera presentare in un consesso che non dico, altrimenti chissà che cosa s'inventa il gatto padano, delatore di crimini immaginari. Mi occorrevano tre, al massimo quattro ore di tranquillità, da trascorrere in un ambiente idoneo al libro che avrei portato con me. Pensai di andare in Liguria, e non mi sbagliai(...) Della serie: una sano di mente per disporre di quattro ore di tranquillità si sobbarca 4-6 ore di viaggio. Prosegue il nostro ballista in trasferta: «Mi trovavo nel parco che circonda la villa comunale di Arenzano (...) quando ricevetti via ficòfono, in automatico, la comunicazione di un traffico sostenuto di navigatori nel sito di Nusquamia.»
Goggle, che per venderti pubblicità ti prometterebbe  pure tua nonna cogli asabesi in mano a santa Lucia, almeno ha il PUDORE di mettere l’annuncio (semmai sia vero) con un «sembra». Per il ballista in trasferta diventa automaticamente una certezza. Non per nulla si fa finanziare la pubblicazione del sito facendola pagare ai lettori. Tanto per non smentirsi.

BASTA LA SALUTE. Nonostante l'ottimismo del governo la situazione resta tesa. Il tempo stringe (la legge di Bilancio deve essere presentata entro il 20 ottobre) e l'aumento dello spread, che si traduce in una maggiore spesa per interessi sul debito (le stime variano da 3 a 6 miliardi nel 2019). In attesa che i nodi vengano sciolti, è saltata la prima riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi per il rilancio degli investimenti che Conte avrebbe voluto fare ieri sera. La correzione di rotta, con le concessioni a Bruxelles, segue una giornata drammatica per lo spread e per le tensioni nella maggioranza. Anche tra le file dei 5 Stelle sta crescendo il timore che le reazioni delle borse e dell'Europa finiscano per vanificare gli sforzi e per portare la manovra su un binario cieco. Per questo in molti si dicono pronti al piano B, ovvero al voto anticipato. Ipotesi che non dispiace, del resto, neanche all'alleato leghista. Ma per il momento il fronte resta saldo, grazie alla convergenza di interessi e alla speranza di