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messa via la legna?














Terremoto e tsunami in Indonesia




Elezione del Presidente della Provincia
L'istinto suicida del PD bergamasco di allearsi con la destra in cambio di qualche poltrona, che così bene ha fruttato e frutterà per qualche anno ancora alle finanze mensili del presidente piddino uscente, sarà meglio che venga abbandonato. Basterebbe vedere cosa è successo a Treviglio oppure a Mapello coi sindaci per capire che nel PD c'è da menare botte. Ma tante e molto forti. Poi naturalmente scatta l'istinto della crocerossina per salvare o fare meno danno alla gens bergamasca –si dice sempre così- mentre proprio la gens bergamasca che vota così felicemente a destra, va lasciata nelle mani dei suoi amatissimi leaders perché la impiccino a dovere. Le provincie adesso non sono ne carne ne pesce. Abbiamo sempre sostenuto che semmai andavano abolite le regioni piuttosto che le provincie che, adesso, hanno un sacco di incombenze e sono senza soldi. Oddio: pure nel PD c'è sempre stata una forte oscillazione tra il chi ammazzare (le provincie) e il chi conservare  (le regioni: si becca un'ottimo stipendio…) in quanto nel frattempo c'era da lucrare qualche posto bene remunerato. Dalla scuola alla formazione professionale passando per i trasporti le infrastrutture viabilistiche e ferroviarie la Bergamasca versa in una situazione prossima al terzo mondo nonostante i Bergamaschi abbiano in banca  23 miliardi di ricchezza finanziaria al netto del debito privato. No, dico, non dicono nulla Zogno, Calusco-Paderno, la TAV, la SS 42, gli ITIS, il trasporto su gomma, gli ospedali chiusi tre mesi all'anno perché hanno esaurito il “budget”.
Meglio quindi che il PD stia da solo con un proprio candidato e lasci Ferla e Gafforelli al loro destino assieme ai crimini nazionali del SalviMaio. Buttiamoci nella mischia piuttosto, che puntare alle poltrone per i soliti pochi “eletti”. Eletti non nel senso di elezioni.
Perché poi il PD (bergamasco ma non solo questo) deve fare i conti col processo di privatizzazione dello stato e della PA che ormai governa città e paesi ragione per cui sono le varie lobby –debitamente mascherate da associazionismo peloso,  onlus e coop di comodo - che creano i problemi alle amministrazioni e poi arrivano a proporre le soluzioni. Poi si vedono i risultati: il PD sta sempre dalla parte dei vincenti. Ci credo! governano quelli. Non è più il tempo in cui la “politica” vede i problemi e propone soluzioni ma è ormai il tempo in cui gli amministratori “sposano” le proposte dei privati che prima attizzano i temi e problemi e poi scodellano la soluzione.
Ci sono fasi nella vita in cui meglio ritrarsi e riflettere anziché battersi inutilmente.


Di cosa parliamo in questa pagina.
Università di Bergamo
Filosofia magistrale, over 50 un terzo degli iscritti.
Dagli umarelli ai neo-filosofi
Il dato ha stupito anche il rettore Remo Morzenti Pellegrini: un terzo dei novanta iscritti alla laurea magistrale in Filosofia e scienze naturali è over 50 e sceglie questo percorso di studi «non certo per l'occupazione, ma per il desiderio di appropriarsi di un patrimonio culturale che non hanno avuto a disposizione in passato», il commento del professor Enrico Giannetto, direttore del dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Bergamo. (...)
Sulle Mura mi è successo di incontrare all'altezza dello spalto di S. Grata una famiglia marchigiana ben vestita a festa e nella combriccola figurava una ragazza con tanto di corona d'alloro in testa. Si capiva al volo che era una neo laureata di UNIbg. In genere quando  incontro queste scene saluto con un caloroso “auguri dottoressa!” e quella volta uno dei fratelli o il moroso della neo-avvocata mi domandano –ripeto: stavamo sul marciapiedi allo Spalto di S. Grata-  mi domandano come si fa a tornare in centro città alta. Li di fronte parte vicolo Bettami, un po' più a monte via S.Grata e un poco più a valle via Simone Mayr. Grazie prego: tre anni all'UNIbg senza sapere come si sale dallo spalto di santa Grata in Piazza Vecchia.
Elezione Presidente della Provincia.
Su Ferla il Pd ancora diviso Riva sonda la Lega e Forza Italia. Il segretario dem: se non sarà possibile un accordo valuteremo Gafforelli
Nella corsa verso le elezioni provinciali il Pd prende ancora un giorno di tempo per approfondire la prospettiva di un'alleanza di carattere civico lanciata da Fabio Ferla, sindaco di Calvenzano e candidato al momento dai partiti di centrodestra. Ma a una condizione: un accordo politico a tre con Forza Italia e Lega. Una condizione però difficilmente ricevibile soprattutto da parte del Carroccio.

































Università di Bergamo
Filosofia magistrale, over 50 un terzo degli iscritti.
Dagli umarelli ai neo-filosofi


Il dato ha stupito anche il rettore Remo Morzenti Pellegrini: un terzo dei novanta iscritti alla laurea magistrale in Filosofia e scienze naturali è over 50 e sceglie questo percorso di studi «non certo per l'occupazione, ma per il desiderio di appropriarsi di un patrimonio culturale che non hanno avuto a disposizione in passato», il commento del professor Enrico Giannetto, direttore del dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Bergamo. (...)
Parola ad Alice Cadei che con i suoi 22 anni e un 110 e lode fresco fresco si avvia sul cammino dell'ambita professione: «La mia passione è l'insegnamento».
Lei in cattedra e, per la serie non è mai troppo tardi (per imparare e laurearsi), ultra cinquantenni che tornano sui banchi. L'Ateneo bergamasco è anche questo, con un dato recente che ha meravigliato lo stesso rettore: dei 90 iscritti al corso di laurea magistrale in filosofia e scienze naturali ed umane, un terzo sono over 50. Gente che è nata insieme all'Università, insomma, nel 1968 se non addirittura prima. La sorpresa è doppia, sia per l'elemento anagrafico sia per la scelta della materia: filosofia, ovvero — etimologicamente — «amore della conoscenza». Una visione che va oltre la fatidica domanda: «Ma che ci fai con una laurea in questa materia?» come suggerisce il professor Enrico Giannetto, direttore del dipartimento di Lettere e Filosofia. «Il numero di iscritti ci avvicina ad altri atenei più grandi ed è davvero elemento di soddisfazione. A chi affronta il percorso della laurea triennale in filosofia, il nuovo corso biennale consente di perfezionare, ampliare e, verrebbe quasi da dire, impreziosire la laurea triennale imboccando due possibili percorsi, quello di scienze naturali e quello di scienze umane». Piccola digressione: Salvatore Ricciardo, lo scopritore della lettera di Galileo, è professore di questo dipartimento.
Ma la molla per gli studenti anziani è un'altra: «Non sicuramente l'occupazione, ma il desiderio di appropriarsi di un patrimonio culturale che questi studenti maturi, chiamiamoli così, non hanno avuto a disposizione. È un desiderio di conoscenza che si declina nel cercare di dare un senso alla propria vita».
Bergamaschi filosofi? «Sì, e molto interessati. La riprova è nell'alto numero dei partecipanti agli incontri dell'Associazione Noesis» rileva ancor Giannetto, che anticipa due nomi di «chiara fama» ingaggiati come professori a contratto: si tratta di Carlo Sini con un corso di Ermeneutica e Salvatore Natoli con il corso «Nascita delle Morali». Saggia osservazione finale: «Può riguardare tutti».

Donatella Tiraboschi





Sulle Mura mi è successo di incontrare all'altezza dello spalto di S. Grata una famiglia marchigiana ben vestita a festa e nella combriccola figurava una ragazza con tanto di corona d'alloro in testa. Si capiva al volo che era una neo laureata di UNIbg. In genere quando  incontro queste scene saluto con un caloroso “auguri dottoressa!” e quella volta uno dei fratelli o il moroso della neo-avvocata mi domandano –ripeto: stavamo sul marciapiedi allo Spalto di S. Grata-  mi domandano come si fa a tornare in centro città alta. Li di fronte parte vicolo Bettami, un po' più a monte via S.Grata e un poco più a valle via Simone Mayr. Grazie prego: tre anni all'UNIbg senza sapere come si sale dallo spalto di santa Grata in Piazza Vecchia.

VT l'avevo conosciuto ai tempi delle manifestazioni  pre-'68. Anche a Bergamo ce ne furono e qualcuna pure a Treviglio. VT divenne perito meccanico e venne assunto alla Dalmine, cominciando così una lunga carriera di disegnatore di curve dei tubi omonimi. Il divertente fu che scoprimmo dopo 35 anni di essere nati nello stesso giorno: lui con sei ore di anticipo. Fu una lunga amicizia socio politica consolidata dalla comune passione per la musica, la registrazione e la cura nella riproduzione della stessa. Lui a disegnar curve alla Dalmine e  sua moglie maestra elementare a insegnare ai pargoli del paesone. In casa avevano una biblioteca  a tutta altezza della stanza  lunga in due parti otto metri. Libri letti e  quasi tutti abbondantemente sottolineati.
Un bel giorno ricevo una lettera con un invito alla cerimonia di laurea in lettere e filosofia alla cattolica di Milano e chi sarebbe il laureando? Proprio VT. Niente di male salvo il fatto che VT  in quel momento aveva sessant'anni. Cominciano i pettegolezzi tra gli amici sul come perché quando ecc. ecc. su uno che stava a pochi anni dalla pensione e che –senza dire nulla a nessuno dei suoi amici e conoscenti- ha deciso di prendersi una laurea “tardiva” e “inutile” professionalmente. Ovvio che mentre sgranocchiamo pastine e beviamo bibite analcoliche non gassate gli abbiamo chiesto il perché di questa felice improvvisa e lui serafico ci risponde che a 55 anni ne aveva piene le scatole di disegnare curve di tubi Tenaris e così decise di diventare dottore alla faccia della Tenaris. La laurea arriva al 61mo anno. VT non lo frequento più da cinque anni. Piano piano mi sono accorto che non riuscivo più a dialogare con lui. Mi chiedevo. Ho registrato diversi nostri incontri per risentire e studiare se per caso  avessi perso IO la trebisonda. Ho fatto ascoltare una registrazione ad medico per farmi spiegare cosa affliggesse VT oppure il sottoscritto. Nemmeno due anni dopo la laurea VT era in pieno alzheimer.  La laurea tardiva non c'entra nulla con l'alzheimer.

Le mie erbacce. Quelle che vedete sotto la foto grande verticale sono alcune foto delle “mie” erbacce”. Sono parte della nuova collezione, nuova nel senso che ho ricominciato a metterle assieme dal 2010 parte su una terrazza, parte in un giardino in via di costruzione (adesso regno dei lapins che hanno  qualche nido) e parte in un vigneto al vertice della “valletta dell'acqua”, così nominata probabilmente perché alla testata sul colle c'è una sorgente. Sono tutte erbacce recuperate dalla distruzione quando venivano o vengono smantellati giardini privati  o terreni incolti o boschi e scarpate stradali. Poi, rimesse in sesto e curate con debita irrigazione e moltiplicazione, ovviamente da erbacce diventano più gentili e da allora sono fiori. Dalle foto ne mancano una dozzina così come mancano 36 arnie e rispettive colonie di api. Una attenzione particolare è riservata alle piante da fiore che un tempo erano tipici addobbi nelle aiuole dei giardini delle terme. Tempo al tempo stiamo recuperando le immagini di quando stanno «in be
Elezione Presidente della Provincia.
Su Ferla il Pd ancora diviso Riva sonda la Lega e Forza Italia. Il segretario dem: se non sarà possibile un accordo valuteremo Gafforelli

Nella corsa verso le elezioni provinciali il Pd prende ancora un giorno di tempo per approfondire la prospettiva di un'alleanza di carattere civico lanciata da Fabio Ferla, sindaco di Calvenzano e candidato al momento dai partiti di centrodestra. Ma a una condizione: un accordo politico a tre con Forza Italia e Lega. Una condizione però difficilmente ricevibile soprattutto da parte del Carroccio.
A una settimana dalla presentazione delle liste e a meno di un mese dal voto, il quadro per trovare il successore di Matteo Rossi è ancora in mutamento. Lunedì ha agitato le acque Ferla che, dopo aver incassato l'ok sul suo nome da parte del centrodestra, si è dichiarato pronto a coinvolgere tutti i sindaci su un progetto istituzionale. Una proposta che è stata al centrodell'incon- tro che lunedì sera ha riunito un centinaio di amministratori dem, che si sono divisi tra chi voleva l'appoggio al sindaco di Calcinate Gianfranco Gafforelli, vicino all'area ex Ncd, e chi chiedeva di valutare la proposta di Ferla. Per il primo si sono schierati i consiglieri regionali Jacopo Scandella e Niccolò Carretta, i comuni di Cologno e Romano, mentre per la seconda il capogruppo dem di Bergamo Massimiliano Serra, i comuni di Treviglio e Seriate. Ha perso invece quota l'idea di schierare un proprio candidato.
La riunione si è conclusa da un lato con l'obiettivo di confermare i 7 eletti nel prossimo consiglio provinciale, dall'altro dando mandato al segretario Gabriele Riva di esplorare l'ipotesi Ferla. Per il Pd, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori già nel pomeriggio aveva posto subito la conditio sine qua non per ogni ragionamento: la «pari dignità» con le altre forze politiche in una futura maggioranza. «Il mio compito è guardare fino in fondo dentro la proposta di Ferla — dice Riva — con lui e con le due segreterie di partito che lo sostengono. L'obiettivo è verificare se c'è la possibilità di un accordo. Se non sarà possibile valuteremo l'appoggio a Gafforelli, che in questi 4 anni è stato con trasparenza e coerenza membro della maggioranza».
Un accordo ufficiale a tre tra le segreterie però appare difficilissimo. La Lega aveva già ricevuto a fine luglio il mandato dal segretario lombardo Paolo Grimoldi di evitare alleanze con il Pd. Ieri sera la questione è stata al centro del direttivo del Carroccio che doveva anche definire la sua lista di candidati consiglieri. «Tocca al direttivo dire l'ultima parola — spiega Enrico Sonzogni, commissario provinciale della Lega —. Noi finora abbiamo detto sì solo all'apertura ai civici che non sono contenti di questa Provincia. Se Ferla è andato oltre e ha fatto quella dichiarazione ha sentito evidentemente di farlo, ma non ne abbiamo parlato».
Forza Italia rimane sulla sua linea di lasciar spazio al civismo e ieri è stata diffusa una lista di 50 sindaci senza tessera che hanno già firmato il sostegno a Ferla. «Gli accordi di partito li facciano i partiti — dice il diretto interessato —. Io mi sono rivolto alle liste civiche presenti in consiglio provinciale che, benché d'area, sono cosa diversa. Volutamente la legge ha tolto l'abbinamento tra lista e candidato presidente per farne una figura istituzionale, e mi sembra di aver dato ampie rassicurazioni, nessuno escluso, di ascoltare tutti e di essere pronto a coinvolgere tutti».

Pietro Tosca