Università di Bergamo
Filosofia magistrale, over 50 un terzo degli iscritti.
Dagli umarelli ai neo-filosofi
Il dato ha stupito anche il rettore Remo Morzenti Pellegrini: un terzo
dei novanta iscritti alla laurea magistrale in Filosofia e scienze
naturali è over 50 e sceglie questo percorso di studi «non certo per
l'occupazione, ma per il desiderio di appropriarsi di un patrimonio
culturale che non hanno avuto a disposizione in passato», il commento
del professor Enrico Giannetto, direttore del dipartimento di Lettere e
Filosofia dell'Università di Bergamo. (...)
Parola ad Alice Cadei che con i suoi 22 anni e un 110 e lode fresco
fresco si avvia sul cammino dell'ambita professione: «La mia passione è
l'insegnamento».
Lei in cattedra e, per la serie non è mai troppo tardi (per imparare e
laurearsi), ultra cinquantenni che tornano sui banchi. L'Ateneo
bergamasco è anche questo, con un dato recente che ha meravigliato lo
stesso rettore: dei 90 iscritti al corso di laurea magistrale in
filosofia e scienze naturali ed umane, un terzo sono over 50. Gente che
è nata insieme all'Università, insomma, nel 1968 se non addirittura
prima. La sorpresa è doppia, sia per l'elemento anagrafico sia per la
scelta della materia: filosofia, ovvero — etimologicamente — «amore
della conoscenza». Una visione che va oltre la fatidica domanda: «Ma
che ci fai con una laurea in questa materia?» come suggerisce il
professor Enrico Giannetto, direttore del dipartimento di Lettere e
Filosofia. «Il numero di iscritti ci avvicina ad altri atenei più
grandi ed è davvero elemento di soddisfazione. A chi affronta il
percorso della laurea triennale in filosofia, il nuovo corso biennale
consente di perfezionare, ampliare e, verrebbe quasi da dire,
impreziosire la laurea triennale imboccando due possibili percorsi,
quello di scienze naturali e quello di scienze umane». Piccola
digressione: Salvatore Ricciardo, lo scopritore della lettera di
Galileo, è professore di questo dipartimento.
Ma la molla per gli studenti anziani è un'altra: «Non sicuramente
l'occupazione, ma il desiderio di appropriarsi di un patrimonio
culturale che questi studenti maturi, chiamiamoli così, non hanno avuto
a disposizione. È un desiderio di conoscenza che si declina nel cercare
di dare un senso alla propria vita».
Bergamaschi filosofi? «Sì, e molto interessati. La riprova è nell'alto
numero dei partecipanti agli incontri dell'Associazione Noesis» rileva
ancor Giannetto, che anticipa due nomi di «chiara fama» ingaggiati come
professori a contratto: si tratta di Carlo Sini con un corso di
Ermeneutica e Salvatore Natoli con il corso «Nascita delle Morali».
Saggia osservazione finale: «Può riguardare tutti».
Donatella Tiraboschi
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Sulle Mura mi è successo di incontrare all'altezza dello spalto di S.
Grata una famiglia marchigiana ben vestita a festa e nella combriccola
figurava una ragazza con tanto di corona d'alloro in testa. Si capiva
al volo che era una neo laureata di UNIbg. In genere quando
incontro queste scene saluto con un caloroso “auguri dottoressa!” e
quella volta uno dei fratelli o il moroso della neo-avvocata mi
domandano –ripeto: stavamo sul marciapiedi allo Spalto di S.
Grata- mi domandano come si fa a tornare in centro città alta. Li
di fronte parte vicolo Bettami, un po' più a monte via S.Grata e un
poco più a valle via Simone Mayr. Grazie prego: tre anni all'UNIbg
senza sapere come si sale dallo spalto di santa Grata in Piazza Vecchia.
VT l'avevo conosciuto ai tempi delle manifestazioni pre-'68.
Anche a Bergamo ce ne furono e qualcuna pure a Treviglio. VT divenne
perito meccanico e venne assunto alla Dalmine, cominciando così una
lunga carriera di disegnatore di curve dei tubi omonimi. Il divertente
fu che scoprimmo dopo 35 anni di essere nati nello stesso giorno: lui
con sei ore di anticipo. Fu una lunga amicizia socio politica
consolidata dalla comune passione per la musica, la registrazione e la
cura nella riproduzione della stessa. Lui a disegnar curve alla Dalmine
e sua moglie maestra elementare a insegnare ai pargoli del
paesone. In casa avevano una biblioteca a tutta altezza della
stanza lunga in due parti otto metri. Libri letti e quasi
tutti abbondantemente sottolineati.
Un bel giorno ricevo una lettera con un invito alla cerimonia di laurea
in lettere e filosofia alla cattolica di Milano e chi sarebbe il
laureando? Proprio VT. Niente di male salvo il fatto che VT in
quel momento aveva sessant'anni. Cominciano i pettegolezzi tra gli
amici sul come perché quando ecc. ecc. su uno che stava a pochi anni
dalla pensione e che –senza dire nulla a nessuno dei suoi amici e
conoscenti- ha deciso di prendersi una laurea “tardiva” e “inutile”
professionalmente. Ovvio che mentre sgranocchiamo pastine e beviamo
bibite analcoliche non gassate gli abbiamo chiesto il perché di questa
felice improvvisa e lui serafico ci risponde che a 55 anni ne aveva
piene le scatole di disegnare curve di tubi Tenaris e così decise di
diventare dottore alla faccia della Tenaris. La laurea arriva al 61mo
anno. VT non lo frequento più da cinque anni. Piano piano mi sono
accorto che non riuscivo più a dialogare con lui. Mi chiedevo. Ho
registrato diversi nostri incontri per risentire e studiare se per
caso avessi perso IO la trebisonda. Ho fatto ascoltare una
registrazione ad medico per farmi spiegare cosa affliggesse VT oppure
il sottoscritto. Nemmeno due anni dopo la laurea VT era in pieno
alzheimer. La laurea tardiva non c'entra nulla con l'alzheimer.
Le mie erbacce. Quelle che vedete sotto la foto grande verticale sono
alcune foto delle “mie” erbacce”. Sono parte della nuova collezione,
nuova nel senso che ho ricominciato a metterle assieme dal 2010 parte
su una terrazza, parte in un giardino in via di costruzione (adesso
regno dei lapins che hanno qualche nido) e parte in un vigneto al
vertice della “valletta dell'acqua”, così nominata probabilmente perché
alla testata sul colle c'è una sorgente. Sono tutte erbacce recuperate
dalla distruzione quando venivano o vengono smantellati giardini
privati o terreni incolti o boschi e scarpate stradali. Poi,
rimesse in sesto e curate con debita irrigazione e moltiplicazione,
ovviamente da erbacce diventano più gentili e da allora sono fiori.
Dalle foto ne mancano una dozzina così come mancano 36 arnie e
rispettive colonie di api. Una attenzione particolare è riservata alle
piante da fiore che un tempo erano tipici addobbi nelle aiuole dei
giardini delle terme. Tempo al tempo stiamo recuperando le immagini di
quando stanno «in be
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Elezione Presidente della Provincia.
Su Ferla il Pd ancora
diviso Riva sonda la Lega e Forza Italia. Il segretario dem: se non
sarà possibile un accordo valuteremo Gafforelli
Nella corsa verso le elezioni provinciali il Pd prende ancora un giorno
di tempo per approfondire la prospettiva di un'alleanza di carattere
civico lanciata da Fabio Ferla, sindaco di Calvenzano e candidato al
momento dai partiti di centrodestra. Ma a una condizione: un accordo
politico a tre con Forza Italia e Lega. Una condizione però
difficilmente ricevibile soprattutto da parte del Carroccio.
A una settimana dalla presentazione delle liste e a meno di un mese dal
voto, il quadro per trovare il successore di Matteo Rossi è ancora in
mutamento. Lunedì ha agitato le acque Ferla che, dopo aver incassato
l'ok sul suo nome da parte del centrodestra, si è dichiarato pronto a
coinvolgere tutti i sindaci su un progetto istituzionale. Una proposta
che è stata al centrodell'incon- tro che lunedì sera ha riunito un
centinaio di amministratori dem, che si sono divisi tra chi voleva
l'appoggio al sindaco di Calcinate Gianfranco Gafforelli, vicino
all'area ex Ncd, e chi chiedeva di valutare la proposta di Ferla. Per
il primo si sono schierati i consiglieri regionali Jacopo Scandella e
Niccolò Carretta, i comuni di Cologno e Romano, mentre per la seconda
il capogruppo dem di Bergamo Massimiliano Serra, i comuni di Treviglio
e Seriate. Ha perso invece quota l'idea di schierare un proprio
candidato.
La riunione si è conclusa da un lato con l'obiettivo di confermare i 7
eletti nel prossimo consiglio provinciale, dall'altro dando mandato al
segretario Gabriele Riva di esplorare l'ipotesi Ferla. Per il Pd, il
sindaco di Bergamo Giorgio Gori già nel pomeriggio aveva posto subito
la conditio sine qua non per ogni ragionamento: la «pari dignità» con
le altre forze politiche in una futura maggioranza. «Il mio compito è
guardare fino in fondo dentro la proposta di Ferla — dice Riva — con
lui e con le due segreterie di partito che lo sostengono. L'obiettivo è
verificare se c'è la possibilità di un accordo. Se non sarà possibile
valuteremo l'appoggio a Gafforelli, che in questi 4 anni è stato con
trasparenza e coerenza membro della maggioranza».
Un accordo ufficiale a tre tra le segreterie però appare
difficilissimo. La Lega aveva già ricevuto a fine luglio il mandato dal
segretario lombardo Paolo Grimoldi di evitare alleanze con il Pd. Ieri
sera la questione è stata al centro del direttivo del Carroccio che
doveva anche definire la sua lista di candidati consiglieri. «Tocca al
direttivo dire l'ultima parola — spiega Enrico Sonzogni, commissario
provinciale della Lega —. Noi finora abbiamo detto sì solo all'apertura
ai civici che non sono contenti di questa Provincia. Se Ferla è andato
oltre e ha fatto quella dichiarazione ha sentito evidentemente di
farlo, ma non ne abbiamo parlato».
Forza Italia rimane sulla sua linea di lasciar spazio al civismo e ieri
è stata diffusa una lista di 50 sindaci senza tessera che hanno già
firmato il sostegno a Ferla. «Gli accordi di partito li facciano i
partiti — dice il diretto interessato —. Io mi sono rivolto alle liste
civiche presenti in consiglio provinciale che, benché d'area, sono cosa
diversa. Volutamente la legge ha tolto l'abbinamento tra lista e
candidato presidente per farne una figura istituzionale, e mi sembra di
aver dato ampie rassicurazioni, nessuno escluso, di ascoltare tutti e
di essere pronto a coinvolgere tutti».
Pietro Tosca
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