L'idea di futuro per Curno
non è solo quella della giunta Gamba
e dei suoi sostenitori
“La proposta di comporre urbanisticamente un nuovo centro urbano
nell'attuale zona ex asl appare avulsa da ogni processo di
pianificazione urbanistica vigente. Il PGT pur riconoscendo una valenza
primaria a tale comparto lo caratterizza in modo diverso secondo una
precisa visione del piano dei servizi. La conseguenza di tale
estraneità ad ogni quadro programmatico è dimostrata da 1 totale
disinteresse verso le destinazioni attualmente previste per il
comparto: Struttura di servizio per anziani, poliambulatorio e spazi
polivalenti.”
Così risponde l'anonimo estensore delle controdeduzioni alla nostra
osservazione circa il destino del compendio (al 90%) pubblico posto tra
via Carlinga e Sant'Jesus, tra via Buelli (ex Rodari) fino a via Gandhi
(al di sotto della costruenda palestra della nuova Rodari che non si sa
quando verrà…). L'osservazione suggeriva di fare di questa zona per la
presenza di così numerose funzioni e spazi pubblici, il nuovo
centro del paese. A parte la finezza del linguaggio di scrive il numero
1 al posto della parola “uno” la contro deduzione non dice cazzate ma
conferma come a Curno, nelle forze politiche, ci sono DUE visioni
del tutto differenti del futuro del paese. Comprendiamo benissimo la
posizione dell'estensore della contro deduzione visto che tutto il
destino di Curno è stato finora retto governato indirizzato da una
cricca di bottegai e baristi che vedevano nella Piazza della Chiesa e
Largo Vittoria l'ombelico del paese. Anzi: la protesi del proprio
cassetto. Inteso come cassa per i soldi. Mica per nulla la
pedonalizzazione di queste due piazze ha premiato alcuni dirigenti o
parenti di dirigenti del centrosinistra oppure grandi elettori del
centro sinistra. Mica per nulla la battaglia di destra volta alla
riduzione degli oneri edilizi nel centro storico avvantaggiava
proprietà di bottegai o eredi di bottegai indigeni.
Mica per nulla per il progetto della biblioteca-auditorium la sinistra
ufficiale ed anche i relitti democristiani- grandi elettori
dell'estensore/a della controdeduzione- la volevano nell'asilo
sull'incrocio Roma-Buelli mentre la sinistra usciva sconfitta dall'idea
di farlo o presso l'oratorio oppure in via Marconi. Mica per nulla la
sindaca emerita Serra ha chiuso il cinema estivo che dava così fastidio
ai bar del centro ed ai gestori del Conca Verde e nel cortile in
Caversazzi. Mica per nulla via Roma, che pure era-é un asse viario e
pedonale importante è ridotto ad una pista ad ostacoli col
rivestimento che rimbalza sul naso dei passanti.
Esiste un trasversalismo destra-sinistra storica che non vuole
“mollare” l'asse Piazza della Chiesa-Largo Vittoria come vacca da
mungere. Come luogo nel quale TUTTI devono passare per essere munti da
mane a sera da bar negozi e quant'altro. Basta prendere in esame
anche certe decisioni della giunta Gandolfi –amicissimo dei
bottegai e delle bottegaie del centro storico- che fu quella che
abolì il trasporto scolastico proprio perché baristi cartolai e
panettieri dell'asse Piazza della Chiesa-Largo Vittoria potessero
intercettare “di sicuro” mamme e bambini diretti o alla vecchia Rodari
o all'asilo. Mica per nulla è nato un fantomatico “comitato pro vecchia
Rodari”.
A Curno però non tutti sono alleati alla destra nella difesa di
questi interessi bottegai. Non siamo nemmeno contro baristi cartolai
panettieri del centro. Del resto la posizione di chi difende questi
operatori (sic!) nel centro è quella delle stesse forze politiche
che hanno trasformato Curno nel primo grande spazio commerciale
bergamasco: la DC, il PSI, il PCI e poi Lega e Forza Italia.
Vivere Curno oggi. I primi tre hanno inculato addosso ai loro elettori
anche 630mila euro di condanna per una sentenza. Da nascondersi per
sempre.
L’estensore della contro deduzione si rende perfettamente conto che
SENZA il commerciale a Curno, non potrebbe fare dei “grassi” piani per
il diritto allo studio e neppure distribuire a pioggia migliaia di
regali o aiutini ai “poveri”. Il piano del diritto allo studio poi non
va nemmeno in gran parte a vantaggio degli alunni ma di bottegai
rivenditori di libri e società varie per privatizzare la scuola
fornendo corsi aggiuntivi. Curno non avrebbe neppure azzerato i propri
debiti (a seguito di un obbligo europeo: però) senza il grande
commerciale.
Che governi una giunta Morelli Serra Gamba oppure una giunta
Bianchi Gandolfi o Locatelli non c'è grande differenza: sono tutte
connotate da una precisa volontà di azzannare le poche risorse di chi
non molla il centro ed è spesso obbligato a non mollarlo. Mica per
nulla l’estensore della contro deduzione esce da un bar di Largo
Vittoria anche se fa finta di no.
Noi invece pensiamo che il comparto pubblico posto tra via Carlinga e
Sant'Jesus, tra via Buelli (ex Rodari) fino a via Gandhi assieme alla
vastissima area destinata a “orto botanico” possano essere il motore di
sviluppo dell'intero paese sottraendosi alle grinfie del commerciale.
Quello che è stato miseramente creato nella Valle della Biodiversità
presso Astino era già stato previsto ai tempi del nostro Orto
Botanico. Da perfetti testicoli ci siamo lasciati scippare l'idea e
l’occasione. Quello che adesso sono l'insieme della manifestazioni de
“I Maestri del Paesaggio” assieme ad un paio di manifestazioni annue
sul verde privato ci potevano stare fin da venti anni or sono nell'
Orto Botanico a Curno. E tutto questo, coi finanziamenti UE, poteva
avvenire quasi del tutto a costo zero per noi mentre invece,
coll'operazione Astino, abbiamo saccheggiato massicciamente le finanze
di enti pubblici bergamaschi per alloggiare nel convento dei ristoranti
di città alta. Più cojoni di così si muore. Invece (a Curno) abbiamo
delle maggioranze e delle giunte che vanno a chiedere la carità al
commerciale per finire la scuola, la biblioteca, lo sport. Perchè ci
fate fare la figura degli straccioni miserabili senza onore?
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I veri «uomini d’onore» pagano sempre le tasse e non si fanno foraggiare dai populisti
Il custode delLa Latrina di Nusquamia –riprendiamo il jngle- un abduano
di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine dalla ValCamonica, che
ha frequentato il classico in un liceo dei preti dov'è andato a scuola
pure l'Antonio Gramsci e poi s'è laureato in ingegneria (non si
sa quale) al Politecnico di Milano seguendo le lezioni di analisi
matematica della mitica prof.ssa Ajroldi Vasconi ci comunica che
“Scrivo faticosamente da un ficòfono, perché sono in trasferta per tre
giorni. Non dico dove e perché, onde non dare appigli al gatto padano,
che potrebbe inventarsi mie trasgressioni di cacate leggi; quindi, dopo
aver sparato balle, accuse e delazioni, avrebbe l'impudenza di dire
“Esigo spiegazioni!”. Già, noi non ci facciamo menare il naso dalle
balle del custode delLa Latrina di Nusquamia. Non ci interessa
seguire chi va a troie per fare i guardoni. Esigiamo spiegazioni da uno
che afferma «disprezzo le cacate carte, in particolare il loro uso
politico. Sono sempre stato un uomo d'onore, talora pagando un prezzo
non esiguo, e come tale vorrei morire, non ho nessuna intenzione di
sporcarmi» salvo poi ciulare pochi euro dovuto per i diritti
d'uso di una cinquecentina pubblica. O di uno che s'incazza come una
belva perché un consiglio comunale gli ha tolto la paga mensile per
compilare il giornaletto comunale (però il suo amico e mentore ha
salvato lo stipendio sindacale: vatti a fidare degli amici!). Perché il
custode delLa Latrina di Nusquamia, uno di quelli che insozza di
virgole della propria cacca la pareti della latrina come accadeva in
quella delle osterie malfamate di una volta, basta osservare le mille
virgole che affigge per chiedergliene conto. Mica l'abbiamo pubblicato
noi il sitarello per fare pubblicità alla Deadalus Lib di via
Buelli 8 Curno produttrice senza successo di famigerati flayers.
Una ditta scorrettamente ospitata ( sua insaputa) nel negozio del
fiorista del padre di uno dei due soci e che non riportava la partita
iva. Altro che delazione. Mica abbiamo scritto noi che uno di quei
soci, il custode delLa Latrina di Nusquamia appunto- da fornitore di
servizi editoriali niente meno che alla Mondadori s'era ridotto a
nascondersi un una aziendina senza indicazione della partita iva in un
paese sgarruppato. Mica l'abbiamo inventata noi la notizia di avere
utilizzato una cinquecentina della Angelo May per promuovere (senza
pagare i debiti oneri) l'attività profesionale del custode delLa
Latrina di Nusquamia. Non contento delle precedenti sparate, il custode
delLa Latrina di Nusquamia di ritorno ne spara un’altra:»Ma se la sente
la similsinistra di disprezzare il populismo alle radici? Voglio dire,
disprezzare non il populismo di Salvini e di Di Maio, ma il populismo,
tutto il populismo, e le radici stesse del populismo? Perché questo si
dovrebbe fare.» Ecc. Ecc. va bene che il nostro è un vecchietto
ma -glielo ricordiamo noi visto che la sua memoria vacilla-
con che faccia di tolla il custode delLa Latrina di Nusquamia rinfaccia
ad altri quando lui E’ STATO FORAGGIATO proprio dalla genia
dei populisti? quando il suo mentore e socio d’affari è stato eletto
proprio dai populisti? Non abbiano niente da nascondere. Gli «uomini
d’onore» come s’imbroda il custode delLa Latrina di Nusquamia, pagano
sempre le tasse dovute. Comunque si chiamino. Gli uomini d’onore non si
mettono al servizio della destra italiana per raccattare 1500 euro al
mese. E non pretendono che chi le
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