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in Città Alta non ci sono rastrelliere per le biciclette e il Comune non vuole metterle







Di cosa parliamo in questa pagina.
Approvato il piano opere pubbliche 2019-2021.
Il futuro di Curno non é solo quello immaginato dall'inossidabile arch. Conti -trentennale assessore più longevo della prima e seconda repubblica- urbanista per conto della c.d. sinistra principale azionista di Vivere Curno che ha generato l'attuale giunta Gamba.
E' il futuro col metro dei  bottegai che non vedono altro del paese e del suo futuro che quel che caschi nel cassetto dei negozi in Piazza della Chiesa e Largo Vittoria. Il resto non esiste e tutto deve smpre e solo girare attorno a queste due piazze.
Poi diamo di nuovo una pizzicata al custode delLa Latrina di Nusquamia, tale ing. Claudio Piga il quale  ne ha sboronate due delle sue credendo che il resto del mondo sia fatto solo di fessi.
Noi esigiamo spiegazioni da uno che afferma « (io) disprezzo le cacate carte, in particolare il loro uso politico. Sono sempre stato un uomo d'onore, talora pagando un prezzo non esiguo, e come tale vorrei morire, non ho nessuna intenzione di sporcarmi»  salvo poi ciulare pochi euro dovuto per i diritti d'uso per l'autopromozione di una cinquecentina pubblica.
Più avanti.
»Se la sente la similsinistra di disprezzare il populismo alle radici? Voglio dire, disprezzare non il populismo di Salvini e di Di Maio, ma il populismo, tutto il populismo, e le radici stesse del populismo? Con che faccia di tolla il custode delLa Latrina di Nusquamia ing. Claudio Piaga rinfaccia ad altri  quando lui E’ STATO FORAGGIATO  proprio dalla genia dei populisti? quando il suo mentore e socio d’affari è stato eletto proprio dai populisti?  Se gli pagano un mensili i populisti gli vanno bene. Quando non glielo pagano più chiede speigazioni ai concorrenti dei populisti. Una logica stringente propria di un ingegnere.
Quasi un paio di pagine del verbale del consiglio del 20 luglio u.s., per brani sparsi qui e la, occupano l'eterno scontro tra due consiglieri di minoranza - Cavagna e Locatelli- che lamentano l'incompletezza dei contenuti informativi sulle delibere  e le difficoltà frapposte dall'amministrazione e dagli uffici per l'accesso ai documenti.
Diciamo che... siamo in buona compagnia visto che altrettante difficoltà le fanno a noi. La dirigente arch. Maggioni ci nega addirittura le delibere consigliari: che l'abbiano fatta venire apposta da Albino? E ci sfida pure: ricorrete al presidente della repubblica!. Brava!  non solo Mattarella, arriveremo fino al Segretario delle Nazioni Unite!. E andremo pure oltre con un viaggio interplanetario.
Il dirigente del settore beni comunali geom. Mastromattei ci ha negato per mesi di non disporre del progetto di ampliamento della Dalmine-Almè e nello stesso tempo l'ingegnere della provincia confermava verbamente e per scritto che il progetto l'aveva mandato anche a Curno. Noi crediamo alla secondo perchè é donna.
Un comune che a un certo punto deve mettere in mano tutti i beni comunali ad una ditta esterna perchè le manutenzioni sono palesemente insufficenti e costose, minimo dovrebbe licenziare in tronco tutti i dirigenti dei settori. Non succede a Curno.
L'ultima? questo è un comune che allega alle delibere consigliari anche dei volantini anonimi e la sindaca, richiesta di spiegazioni, replica: fate un accesso agli atti.
Forse stanno deragliando senza rendersene conto.






























L'idea di futuro per Curno
non è solo quella della giunta Gamba
e dei suoi sostenitori



“La proposta di comporre urbanisticamente un nuovo centro urbano nell'attuale zona ex asl appare avulsa da ogni processo di pianificazione urbanistica vigente. Il PGT pur riconoscendo una valenza primaria a tale comparto lo caratterizza in modo diverso secondo una precisa visione del piano dei servizi. La conseguenza di tale estraneità ad ogni quadro programmatico è dimostrata da 1 totale disinteresse verso le destinazioni attualmente previste per il comparto: Struttura di servizio per anziani, poliambulatorio e spazi polivalenti.”

Così risponde l'anonimo estensore delle controdeduzioni alla nostra osservazione circa il destino del compendio (al 90%) pubblico posto tra via Carlinga e Sant'Jesus, tra via Buelli (ex Rodari) fino a via Gandhi (al di sotto della costruenda palestra della nuova Rodari che non si sa quando verrà…). L'osservazione suggeriva di fare di questa zona per la presenza di così  numerose funzioni e spazi pubblici, il nuovo centro del paese. A parte la finezza del linguaggio di scrive il numero 1 al posto della parola “uno” la contro deduzione non dice cazzate ma conferma come a Curno,  nelle forze politiche, ci sono DUE visioni del tutto differenti del futuro del paese. Comprendiamo benissimo la posizione dell'estensore della contro deduzione visto che tutto il destino di Curno è stato finora retto governato indirizzato da una cricca di bottegai e baristi che vedevano nella Piazza della Chiesa e Largo Vittoria l'ombelico del paese. Anzi: la protesi del proprio cassetto. Inteso come cassa per i soldi. Mica per nulla la pedonalizzazione di queste due piazze ha premiato alcuni dirigenti o parenti di dirigenti del centrosinistra oppure grandi elettori del centro sinistra. Mica per nulla la battaglia di destra volta alla riduzione degli oneri edilizi nel centro storico  avvantaggiava proprietà di bottegai o eredi di bottegai indigeni.
Mica per nulla per il progetto della biblioteca-auditorium la sinistra ufficiale ed anche i relitti democristiani- grandi elettori dell'estensore/a della controdeduzione- la volevano nell'asilo sull'incrocio Roma-Buelli mentre la sinistra usciva sconfitta dall'idea di farlo o presso l'oratorio oppure in via Marconi. Mica per nulla la sindaca emerita Serra ha chiuso il cinema estivo che dava così fastidio ai bar del centro ed ai gestori del Conca Verde e nel cortile in Caversazzi. Mica per nulla via Roma, che pure era-é un asse viario e pedonale importante è ridotto ad una pista ad ostacoli col rivestimento  che rimbalza sul naso dei passanti.
Esiste un trasversalismo destra-sinistra storica che non vuole “mollare” l'asse Piazza della Chiesa-Largo Vittoria come vacca da mungere. Come luogo nel quale TUTTI devono passare per essere munti da mane a sera da bar negozi e quant'altro. Basta prendere in esame anche  certe decisioni della giunta Gandolfi –amicissimo dei bottegai e delle bottegaie del centro storico-  che fu quella che abolì il trasporto scolastico proprio perché baristi cartolai e panettieri dell'asse Piazza della Chiesa-Largo Vittoria potessero intercettare “di sicuro” mamme e bambini diretti o alla vecchia Rodari o all'asilo. Mica per nulla è nato un fantomatico “comitato pro vecchia Rodari”.
A Curno però  non tutti sono alleati alla destra nella difesa di questi interessi bottegai. Non siamo nemmeno contro baristi cartolai panettieri del centro. Del resto la posizione di chi difende questi operatori (sic!) nel centro è quella  delle stesse forze politiche che hanno trasformato Curno nel primo grande spazio commerciale  bergamasco: la DC, il PSI, il PCI  e poi Lega e Forza Italia. Vivere Curno oggi. I primi tre hanno inculato addosso ai loro elettori anche 630mila euro di condanna per una sentenza. Da nascondersi per sempre.
L’estensore della contro deduzione si rende perfettamente conto che SENZA il commerciale a Curno, non potrebbe fare dei “grassi” piani per il diritto allo studio e neppure distribuire a pioggia migliaia di regali o aiutini ai “poveri”. Il piano del diritto allo studio poi non va nemmeno in gran parte a vantaggio degli alunni ma di bottegai rivenditori di libri e società varie per privatizzare la scuola fornendo corsi aggiuntivi. Curno non avrebbe neppure azzerato i propri debiti (a seguito di un obbligo europeo: però) senza il grande commerciale.
Che governi  una giunta Morelli Serra Gamba oppure una giunta Bianchi Gandolfi o Locatelli non c'è grande differenza: sono tutte connotate da una precisa volontà di azzannare le poche risorse di chi non molla il centro ed è spesso obbligato a non mollarlo. Mica per nulla l’estensore della contro deduzione esce da un bar di Largo Vittoria anche se fa finta di no.
Noi invece pensiamo che il comparto pubblico posto tra via Carlinga e Sant'Jesus, tra via Buelli (ex Rodari) fino a via Gandhi assieme alla vastissima area destinata a “orto botanico” possano essere il motore di sviluppo dell'intero paese sottraendosi alle grinfie del commerciale. Quello che è stato miseramente creato nella Valle della Biodiversità presso Astino era già stato previsto  ai tempi del nostro Orto Botanico. Da perfetti testicoli ci siamo lasciati scippare l'idea e l’occasione. Quello che adesso sono l'insieme della manifestazioni de “I Maestri del Paesaggio” assieme ad un paio di manifestazioni annue sul verde privato ci potevano stare fin da venti anni or sono nell' Orto Botanico a Curno. E tutto questo, coi finanziamenti UE, poteva avvenire quasi del tutto a costo zero per noi mentre invece, coll'operazione Astino, abbiamo saccheggiato massicciamente le finanze di enti pubblici bergamaschi per alloggiare nel convento dei ristoranti di città alta. Più cojoni di così si muore. Invece (a Curno) abbiamo delle maggioranze e delle giunte che vanno a chiedere la carità al commerciale per finire la scuola, la biblioteca, lo sport. Perchè ci fate fare la figura degli straccioni miserabili senza onore?
I veri «uomini d’onore» pagano sempre le tasse e non si fanno foraggiare dai populisti



Il custode delLa Latrina di Nusquamia –riprendiamo il jngle- un abduano di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine dalla ValCamonica, che ha frequentato il classico in un liceo dei preti dov'è andato a scuola pure l'Antonio Gramsci  e poi s'è laureato in ingegneria (non si sa quale) al Politecnico di Milano seguendo le lezioni di analisi matematica della mitica prof.ssa Ajroldi Vasconi ci comunica che “Scrivo faticosamente da un ficòfono, perché sono in trasferta per tre giorni. Non dico dove e perché, onde non dare appigli al gatto padano, che potrebbe inventarsi mie trasgressioni di cacate leggi; quindi, dopo aver sparato balle, accuse e delazioni, avrebbe l'impudenza di dire “Esigo spiegazioni!”. Già, noi non ci facciamo menare il naso dalle balle del custode delLa Latrina di Nusquamia. Non ci interessa  seguire chi va a troie per fare i guardoni. Esigiamo spiegazioni da uno che afferma «disprezzo le cacate carte, in particolare il loro uso politico. Sono sempre stato un uomo d'onore, talora pagando un prezzo non esiguo, e come tale vorrei morire, non ho nessuna intenzione di sporcarmi»  salvo poi ciulare pochi euro dovuto per i diritti d'uso di una cinquecentina pubblica. O di uno che s'incazza come una belva perché un consiglio comunale gli ha tolto la paga mensile per compilare il giornaletto comunale (però il suo amico e mentore ha salvato lo stipendio sindacale: vatti a fidare degli amici!). Perché il custode delLa Latrina di Nusquamia, uno di quelli che insozza di virgole della propria cacca la pareti della latrina come accadeva in quella delle osterie malfamate di una volta, basta osservare le mille virgole che affigge per chiedergliene conto. Mica l'abbiamo pubblicato noi il sitarello  per fare pubblicità alla Deadalus Lib di via Buelli 8 Curno produttrice senza successo di  famigerati flayers. Una ditta scorrettamente ospitata ( sua insaputa) nel negozio del fiorista del padre di uno dei due soci e che non riportava la partita iva. Altro che delazione. Mica abbiamo scritto noi che uno di quei soci, il custode delLa Latrina di Nusquamia appunto- da fornitore di servizi editoriali niente meno che alla Mondadori s'era ridotto a nascondersi un una aziendina senza indicazione della partita iva in un paese sgarruppato. Mica l'abbiamo inventata noi la notizia di avere utilizzato una cinquecentina della Angelo May per promuovere (senza pagare i debiti oneri) l'attività profesionale del custode delLa Latrina di Nusquamia. Non contento delle precedenti sparate, il custode delLa Latrina di Nusquamia di ritorno ne spara un’altra:»Ma se la sente la similsinistra di disprezzare il populismo alle radici? Voglio dire, disprezzare non il populismo di Salvini e di Di Maio, ma il populismo, tutto il populismo, e le radici stesse del populismo? Perché questo si dovrebbe fare.» Ecc. Ecc. va bene che il nostro è un vecchietto ma  -glielo ricordiamo noi visto che la sua memoria vacilla-  con che faccia di tolla il custode delLa Latrina di Nusquamia rinfaccia ad altri  quando lui E’ STATO FORAGGIATO  proprio dalla genia dei populisti? quando il suo mentore e socio d’affari è stato eletto proprio dai populisti? Non abbiano niente da nascondere. Gli «uomini d’onore» come s’imbroda il custode delLa Latrina di Nusquamia, pagano sempre le tasse dovute. Comunque si chiamino. Gli uomini d’onore non si mettono al servizio della destra italiana per raccattare 1500 euro al mese. E non pretendono che chi le