GIUNTA GAMBA: LA TRASPERENZA ARRIVA DOPO DUE MESI
Con due mesi di ritardo viene pubblicato il verbale della seduta del
consiglio comunale del venti luglio che contiene, seppure coi limiti di
una trascrizione, importanti informazioni ch dovevano essere date con
CONGRUO anticipo alla cittadinanza e che –una piccola parte- sono
arrivate prima attraverso le pagine di un settimanale leggibile solo
acquistandolo. Per l'esattezza ci riferiamo alla Delibera n. 34 del
20-07-2018 da titolo: «Verifica stato di attuazione dei programmi 2018
- 2020 e presentazione del documento unico di programmazione 2019
-2021" pubblicata in data 17 settembre. E' la pubblicazione n.1139
all'Albo Pretorio.
Il problema è che questa delibera, che sostanzialmente traccia un
quadro dell'andamento dell'amministrazione nel suo complesso con
qualche squarcio sul futuro, doveva essere la prima ad essere
pubblicata per semplici ragioni di trasparenza. Che è qualcosa che non
alberga nella testa e nella prassi della giunta Gamba.
La delibera contiene anche informazioni sul lavoro delle commissioni
che –sempre per trasparenza- dovevano essere comunicate alla
popolazione in tempo reale così come certe scelte relative al processo
di forte privatizzazione senza ritorno dei beni comunali –adesso si
parla degli spogliatoi del CVI1- oppure il processo di avvio del nuovo
sistema di tariffazione della raccolta e smaltimento della nettezza
urbana.
La giunta Gamba governa in maniera “regale” vale a dire che decide
tutta da sola senza nessun confronto coi cittadini che ritiene
sicuramente come un inutile orpello.
Non solo. Il suo programma rotola senza alcuna riflessione culturale e
politica sulla portata e sugli effetti reali delle spese che comporta,
bastando – per la giunta- quello che giudica soddisfacente per i
cittadini quando non ci siano troppe critiche. Per esempio le
affermazioni dell'ass. Rota che Il Sindaco ringrazia specificando che
890 mila euro, dunque il 10% del totale della spesa del bilancio è
dedicato ai Servizi alla Persona, mentre 583 mila euro, dunque 6,6% del
totale della spesa del bilancio, è destinato alla Pubblica Istruzione.
Sono dei meri numeri da ragiunatt senza alcun valore perché il Comune
non ha mai attivato una ricerca una che studiasse l'efficacia di quella
spesa. La spesa per la popolazione anziana per esempio non si comprende
quanta e come sia destinata visto che per fortunate ragioni oltre il
XX% delle famiglie curnesi è proprietaria della propria abitazione
oppure gode di buone o buonissime pensioni. Il problema è che il Comune
non sa e non vuole sapere se le famiglie degli anziani padroni di casa
propria siano il 50% oppure il 95% (che pare il dato più reale). Anche
l'affermazione sui 583mila euro di spesa destinato alla pubblica
istruzione è un mero dato numerico di cui non si conosce
l'effetto reale.
Basti dire che in quel piano non viene nemmeno considerato che una
parte delle spese scolastiche possono essere detratte nella denuncia
dei redditi e tutto questo non viene evidenziato nel piano con
una visione d'insieme.
E' ancora il modo di procedere dei primi anni quando il comune si
trasformava lentamente in un grande ente di beneficenza che coniugava
il buonismo del cattolicesimo democristo col pauperismo dei comunisti.
Tutti piani di spesa fatti senza conoscere niente del paese se non
derivando banalmente osservazioni di carattere nazionale e sotto
l'influenza di soggetti fortemente interessati a dirigere la spesa
pubblica anche suggerendo prassi di partenariato pubblico privato per
appropriarsi di beni pubblici e privatizzare servizi che
dovrebbero sempre restare in mano pubblica.
Insomma dopo la prima e la seconda repubblica, in mano a degli
amministratori nati e cresciuti coi mega piani del diritto allo studio,
siamo tornati al sano e vispo clientelismo di marca democristiana,
tutto in mano a onlus, privato sociale oratorio, associazioni ignote e
compagnia cantante senza che MAI e poi MAI sia presentato una analisi
indipendente se i nostri soldi sono stati spese bene oppure sono stati
spesi e… basta.
Capitoletto a parte dedicato alla biblioteca auditorium. Siamo ancora
in alto mare e dalla discussione si comprende che ci sono dei panni
sporchi che non si vogliono lavare in pubblico. La partita a tennis
giocata tra Conti e Locatelli sta li a dimostrarlo. Anzi: sta li
a dimostrare che siamo stati governati da gente che forse era meglio
stesse altrove. Si conferma quello che andiamo dicendo da vent'anni: il
nostro ufficio tecnico andava smantellato completamente assieme alla
giunta Bianchi, Morelli, Gandolfi ed anche Serra. Centrodestra a
trazione leghista o centrosinistra a trazione oratoriana che
siano, perché il problema resta sempre lo stesso: Curno fu era è e sarà
sempre il paese di quelli che faranno. Domani o doman l'altro. Mai oggi.
Il più brutto paese alla periferia della città nonostante il fiume di soldi incassati negli anni.
|
RIDUZIONE DEGLI ONERI PER GLI INTERVENTI NEL VECCHIO ABITATO: COME GHETTIZZARE UN QUALCOSA GIA' GHETTO
Nella seduta consigliare del 20 luglio u.s. è stato approvato
anche l'” Aggiornamento Oneri di Urbanizzazione anno 2018” (pare che
l'anno sia errato: dovrebbe essere 2019…) così presentati
dall''Assessore Conti “ Le modifiche hanno come obiettivo inanzi tutto
l'incentivo degli interventi nel centro storico. Lo sforzo fatto
è di una riduzione, che è stata molto discussa in commissione, di circa
il 33%. Per la componente produttiva e commerciale minori le sono le
variazioni, ma l'importanza dell'agevolazio ne, spiega l'Assessore
Conti, è determinata per un verso dall'aver isolato il terziario
rispetto al commerciale e per un altro verso dall'aver inserito un
elemento dimensionale che dopo varie discussioni è stato fissato in 250
mq. Aumentate, invece, sono le tariffe per interventi relativi
all'apertura di case da gioco, nell'ottica di disincentivare il gioco
d'azzardo sul territorio. L'Assessore dichiara infine come si tratti di
una sperimentazione.”
La seduta l'è tutta un tripudio gioioso tra maggioranza e minoranza,
quest'ultima chiamata in un commissione ad hoc, sostenuta da alto
parere leguleio. Nel verbale della conferenza (la seconda: una era del
12 febbraio) dei capigruppo del 26 marzo: “ si stabilisce di procedere
al contrario, alzando a 3,50 C/mc gli oneri per ristrutturazione nel
centro storico, corrispondente al 60% di 8,75 €/mc per nuove
costruzioni; gli oneri per ricostruzione con demolizione, pertanto,
risultano pari 4,40 €/mc (50% delle nuove costruzioni). Queste cifre
rappresentano una riduzione del 32% rispetto ai valori attuali, che
costituisce un segnale chiaro e concreto della volontà amministrativa
di incentivare la riqualificazione del centro storico”.
In buona sostanza il consiglio comunale , preso atto che il centro
storico e gran parte degli edifici fino al 2000 si stanno rottamando da
soli (tranne poche eccezioni) tentano con la riduzione degli oneri di
incentivarne la riqualificazione e quindi il riuso.
Usiamo questa dizione perché non facciamo distinzione tra la villetta
operaia degli anni '50-'80 e gran parte dei cortili in buona parte
rimaneggiati brutalmente nel primo dopoguerra. Questo non significa che
esistano parti da trattare con adeguata professionalità per la loro
conservazione, professionalità che non è la “scarnificazione” delle
pareti che vediamo da qualche parte.
La delibera approvata costituisce uno stimolo alla ghettizzazione del vecchio abitato.
Uno dei difetti principali degli urbanisti casalinghi è quello di
pretendere di fare le regole senza tenere conto dell'economia: che in
genere non hanno studiato e di cui non hanno mai letto testi.
E' del tutto inutile abbassare del 30% il costo di ristrutturazione
dell'abitato vecchio e del c.d. centro storico perché il
risultato di questa operazione è appunto la ghettizzazione. Cioè la
trasformazione di parti del vecchio abitato in abitazioni di
bassa qualità per chi si accontenta. Ci spieghiamo. L'abitato vecchio e
il centro storico patiscono parecchi deficit:
- le infrastrutture (acqua luce gas linee telefoniche) sono obsolete e debbono essere completamente rifatte.
- le strade non hanno marciapiedi ed una pavimentazione “povera e stracciona”.
- non esiste verde pubblico, anche solo di arredo parziale.
- non esistono parcheggi pubblici e non è neppure possibile realizzarne
di interrati sia per le dimensioni dei singoli lotti che per i costi.
- la coabitazione di utilizzi genera spesso conflitti sgraditi ai
potenziali residenti stabili (provate a domandare come sono contenti
quelli che abitano sopra un bar o un ristorante in centro)
- l'offerta commerciale “essenziale” è di bassa qualità e più costosa che nei supermercati.
- c'è una insistente richiesta degli abitanti potenziali verso la
riduzione del traffico veicolare che contrasta cogli interessi del
commercio e del terziario eventuale.
Davanti a questa massa di problemi credere che la sola riduzione di un
terzo dei costi degli oneri basti a ridare vita e speranza ai ruderi
dell'abitato vecchio, è una illusione. Roba da impresari tre-effe
dell’800.
Parimenti l'idea della giunta Gamba di vendere il sottosuolo del
giardino di via Marconi (quello modello Disneyland tanto caro al duo
Morelli&Serra) perché qualche privato realizzi parcheggi interrati
é abbastanza cervellotica perché… non ci sarà nessuno che paga 100mila
euro un monolocale in centro a Curno e poi aggiunge 50mila per il
garage interrato.
Il modello vincolistico inserito nei nostri piani ha contribuito
all'espulsione degli abitanti che si sono rivolti altrove a cercare
casa ma non li ha nemmeno stimolati a vendere la casa dei padri così
che certi cortili hanno talmente tanti proprietari bisnonni nonni padri
figli nipoti pronipoti che costruire una volontà comune nel rifacimento
dell'immobile diventa una prassi impossibile.
A questo punto delle due l'una. O si cambia il piano vincolistico con
qualcosa di nuovo tutto da inventare oppure si introduce una norma
diversa: gli abitanti e gli ex residenti (che vogliono tornare in
paese) e che vogliono mettere a posto casa nel vecchio abitato,
se si impegnano a viverci per almeno 15 anni non pagano un euro. Come
non pagano un euro per i garage interrati. Se invece vendono, pagano in
proporzione degli anni scoperti prima del quindicennio con un gravoso
incremento degli oneri normali.
Dilcis in fundo. Se la politica curnese fosse stata meno cieca ed
avesse mirato alla creazione dell'orto botanico e di una
scuola-laboratorio annessa, adesso il paese sarebbe tutto più
ricco e il centro tutto rimesso a nuovo ed abitato da una gran bella
massa di gioventù. Invece Conti e Locatelli, assieme a quelle altre
grandi menti di urbaniste che si chiamano (ieri) Morelli e oggi Carrara
Gamba e Serra, sono ancora qui a farsi pippe sul meno 33% aspettando
chi non li prende in considerazione nemmeno di striscio.
|