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Di cosa parliamo in questa pagina.
Con due mesi di ritardo viene pubblicato il verbale della seduta del consiglio comunale del venti luglio che contiene, seppure coi limiti di una trascrizione, importanti informazioni ch dovevano essere date con CONGRUO anticipo alla cittadinanza e che –una piccola parte- sono arrivate prima attraverso le pagine di un settimanale leggibile solo acquistandolo. Per l'esattezza ci riferiamo alla Delibera n. 34 del 20-07-2018 da titolo: «Verifica stato di attuazione dei programmi 2018 - 2020 e presentazione del documento unico di programmazione 2019 -2021" pubblicata in data 17 settembre. E' la pubblicazione n.1139 all'Albo Pretorio.
Nella seduta consigliare del 20 luglio u.s.  è stato approvato anche l'” Aggiornamento Oneri di Urbanizzazione anno 2018” (pare che l'anno sia errato: dovrebbe essere 2019…) così presentati dall''Assessore Conti “ Le modifiche hanno come obiettivo inanzi tutto l'incentivo degli interventi nel centro storico.  Lo sforzo fatto è di una riduzione, che è stata molto discussa in commissione, di circa il 33%.
A questo punto delle due l'una. O si cambia il piano vincolistico con qualcosa di nuovo tutto da inventare oppure si introduce una norma diversa: gli abitanti e gli ex residenti (che vogliono tornare in paese)  e che vogliono mettere a posto casa nel vecchio abitato, se si impegnano a viverci per almeno 15 anni non pagano un euro. Come non pagano un euro per i garage interrati. Se invece vendono, pagano in proporzione degli anni scoperti prima del quindicennio con un gravoso incremento degli oneri normali.
































GIUNTA GAMBA: LA TRASPERENZA ARRIVA DOPO DUE MESI




Con due mesi di ritardo viene pubblicato il verbale della seduta del consiglio comunale del venti luglio che contiene, seppure coi limiti di una trascrizione, importanti informazioni ch dovevano essere date con CONGRUO anticipo alla cittadinanza e che –una piccola parte- sono arrivate prima attraverso le pagine di un settimanale leggibile solo acquistandolo. Per l'esattezza ci riferiamo alla Delibera n. 34 del 20-07-2018 da titolo: «Verifica stato di attuazione dei programmi 2018 - 2020 e presentazione del documento unico di programmazione 2019 -2021" pubblicata in data 17 settembre. E' la pubblicazione n.1139 all'Albo Pretorio.
Il problema è che  questa delibera, che sostanzialmente traccia un quadro dell'andamento dell'amministrazione nel suo complesso con qualche squarcio sul futuro, doveva essere la prima ad essere pubblicata per semplici ragioni di trasparenza. Che è qualcosa che non alberga nella testa e nella prassi della giunta Gamba.
La delibera contiene anche informazioni sul lavoro delle commissioni che –sempre per trasparenza- dovevano essere comunicate alla popolazione in tempo reale così come certe scelte relative al processo di forte privatizzazione senza ritorno dei beni comunali –adesso si parla degli spogliatoi del CVI1- oppure il processo di avvio del nuovo sistema di tariffazione della raccolta e smaltimento della nettezza urbana.
La giunta Gamba governa in maniera “regale” vale a dire che decide tutta da sola senza nessun confronto coi cittadini che ritiene sicuramente come un inutile orpello.
Non solo. Il suo programma rotola senza alcuna riflessione culturale e politica sulla portata e sugli effetti reali delle spese che comporta, bastando – per  la giunta- quello che giudica soddisfacente per i cittadini quando non ci siano troppe critiche. Per esempio le affermazioni dell'ass. Rota che Il Sindaco ringrazia specificando che 890 mila euro, dunque il 10% del totale della spesa del bilancio è dedicato ai Servizi alla Persona, mentre 583 mila euro, dunque 6,6% del totale della spesa del bilancio, è destinato alla Pubblica Istruzione. Sono dei meri numeri da ragiunatt senza alcun valore perché il Comune non ha mai attivato una ricerca una che studiasse l'efficacia di quella spesa. La spesa per la popolazione anziana per esempio non si comprende quanta e come sia destinata visto che per fortunate ragioni oltre il XX% delle famiglie curnesi è proprietaria della propria abitazione oppure gode di buone o buonissime pensioni. Il problema è che il Comune non sa e non vuole sapere se le famiglie degli anziani padroni di casa propria siano il 50% oppure il 95% (che pare il dato più reale). Anche l'affermazione sui 583mila euro di spesa destinato alla pubblica istruzione è un mero dato numerico di cui non si conosce  l'effetto reale.
Basti dire che in quel piano non viene nemmeno considerato che una parte delle spese scolastiche possono essere detratte nella denuncia dei redditi  e tutto questo non viene evidenziato nel piano con una visione d'insieme.
E' ancora il modo di procedere dei primi anni quando il comune si trasformava lentamente in un grande ente di beneficenza che coniugava il buonismo del cattolicesimo democristo col pauperismo dei comunisti.
Tutti piani di spesa fatti senza conoscere niente del paese se non derivando banalmente osservazioni di carattere nazionale e sotto l'influenza di soggetti fortemente interessati a dirigere la spesa pubblica anche suggerendo prassi di partenariato pubblico privato per appropriarsi di beni  pubblici e privatizzare servizi che dovrebbero sempre restare in mano pubblica.
Insomma dopo la prima e la seconda repubblica, in mano a degli amministratori nati e cresciuti coi mega piani del diritto allo studio, siamo tornati al sano e vispo clientelismo di marca democristiana, tutto in mano a onlus, privato sociale oratorio, associazioni ignote e compagnia cantante senza che MAI e poi MAI sia presentato una analisi indipendente se i nostri soldi sono stati spese bene oppure sono stati spesi e… basta.
Capitoletto a parte dedicato alla biblioteca auditorium. Siamo ancora in alto mare e dalla discussione si comprende che ci sono dei panni sporchi che non si vogliono lavare in pubblico. La partita a tennis giocata tra Conti e Locatelli sta li a dimostrarlo. Anzi: sta  li a dimostrare che siamo stati governati da gente che forse era meglio stesse altrove. Si conferma quello che andiamo dicendo da vent'anni: il nostro ufficio tecnico andava smantellato completamente assieme alla giunta Bianchi, Morelli, Gandolfi ed anche Serra. Centrodestra a trazione leghista o centrosinistra  a trazione oratoriana che siano, perché il problema resta sempre lo stesso: Curno fu era è e sarà sempre il paese di quelli che faranno. Domani o doman l'altro. Mai oggi.
Il più brutto paese alla periferia della città nonostante il fiume di soldi incassati negli anni.
RIDUZIONE DEGLI ONERI PER GLI INTERVENTI NEL VECCHIO ABITATO: COME GHETTIZZARE UN QUALCOSA GIA' GHETTO



Nella seduta consigliare del 20 luglio u.s.  è stato approvato anche l'” Aggiornamento Oneri di Urbanizzazione anno 2018” (pare che l'anno sia errato: dovrebbe essere 2019…) così presentati dall''Assessore Conti “ Le modifiche hanno come obiettivo inanzi tutto l'incentivo degli interventi nel centro storico.  Lo sforzo fatto è di una riduzione, che è stata molto discussa in commissione, di circa il 33%. Per la componente produttiva e commerciale minori le sono le variazioni, ma l'importanza dell'agevolazio ne, spiega l'Assessore Conti, è determinata per un verso dall'aver isolato il terziario rispetto al commerciale e per un altro verso dall'aver inserito un elemento dimensionale che dopo varie discussioni è stato fissato in 250 mq.  Aumentate, invece, sono le tariffe per interventi relativi all'apertura di case da gioco, nell'ottica di disincentivare il gioco d'azzardo sul territorio. L'Assessore dichiara infine come si tratti di una sperimentazione.”
La seduta l'è tutta un tripudio gioioso tra maggioranza e minoranza, quest'ultima chiamata in un commissione ad hoc, sostenuta da alto parere leguleio. Nel verbale della conferenza (la seconda: una era del 12 febbraio) dei capigruppo del 26 marzo: “ si stabilisce di procedere al contrario, alzando a 3,50 C/mc gli oneri per ristrutturazione nel centro storico, corrispondente al 60% di 8,75 €/mc per nuove costruzioni; gli oneri per ricostruzione con demolizione, pertanto, risultano pari 4,40 €/mc (50% delle nuove costruzioni). Queste cifre rappresentano una riduzione del 32% rispetto ai valori attuali, che costituisce un segnale chiaro e concreto della volontà amministrativa di incentivare la riqualificazione del centro storico”.
In buona sostanza il consiglio comunale , preso atto che il centro storico e gran parte degli edifici fino al 2000 si stanno rottamando da soli (tranne poche eccezioni) tentano con la riduzione degli oneri di incentivarne la riqualificazione e quindi il riuso.
Usiamo questa dizione perché non facciamo distinzione tra la villetta operaia degli anni '50-'80 e gran parte dei cortili in buona parte rimaneggiati brutalmente nel primo dopoguerra. Questo non significa che esistano parti da trattare con adeguata professionalità per la loro conservazione, professionalità che non è la “scarnificazione” delle pareti che vediamo da qualche parte.
La delibera approvata costituisce uno stimolo alla ghettizzazione del vecchio abitato.
Uno dei difetti principali degli urbanisti casalinghi è quello di pretendere di fare le regole senza tenere conto dell'economia: che in genere non hanno studiato e di cui non hanno mai letto testi.
E' del tutto inutile abbassare del 30% il costo di ristrutturazione dell'abitato vecchio  e del c.d. centro storico perché il risultato di questa operazione è appunto la ghettizzazione. Cioè la trasformazione di  parti del vecchio abitato in abitazioni di bassa qualità per chi si accontenta. Ci spieghiamo. L'abitato vecchio e il centro storico patiscono parecchi deficit:
- le infrastrutture (acqua luce gas linee telefoniche) sono obsolete e debbono essere completamente rifatte.
- le strade non hanno marciapiedi ed una pavimentazione “povera e stracciona”.
- non esiste verde pubblico, anche solo di arredo parziale.
- non esistono parcheggi pubblici e non è neppure possibile realizzarne di interrati sia per le dimensioni dei singoli lotti che per i costi.
- la coabitazione di utilizzi genera spesso conflitti sgraditi ai potenziali residenti stabili (provate a domandare come sono contenti quelli che abitano sopra un bar o un ristorante in centro)
- l'offerta commerciale “essenziale” è di bassa qualità e più costosa che nei supermercati.
- c'è una insistente richiesta degli abitanti potenziali verso la riduzione del traffico veicolare che contrasta cogli interessi del commercio e del terziario eventuale.
Davanti a questa massa di problemi credere che la sola riduzione di un terzo dei costi degli oneri basti a ridare vita e speranza ai ruderi dell'abitato vecchio, è una illusione. Roba da impresari tre-effe dell’800.
Parimenti  l'idea della giunta Gamba di vendere il sottosuolo del giardino di via Marconi (quello modello Disneyland tanto caro al duo Morelli&Serra) perché qualche privato realizzi parcheggi interrati é abbastanza cervellotica perché… non ci sarà nessuno che paga 100mila euro un monolocale in centro a Curno e poi aggiunge 50mila per il garage interrato.
Il modello vincolistico inserito nei nostri piani ha contribuito all'espulsione degli abitanti che si sono rivolti altrove a cercare casa ma non li ha nemmeno stimolati a vendere la casa dei padri così che certi cortili hanno talmente tanti proprietari bisnonni nonni padri figli nipoti pronipoti che costruire una volontà comune nel rifacimento dell'immobile diventa una prassi impossibile.
A questo punto delle due l'una. O si cambia il piano vincolistico con qualcosa di nuovo tutto da inventare oppure si introduce una norma diversa: gli abitanti e gli ex residenti (che vogliono tornare in paese)  e che vogliono mettere a posto casa nel vecchio abitato, se si impegnano a viverci per almeno 15 anni non pagano un euro. Come non pagano un euro per i garage interrati. Se invece vendono, pagano in proporzione degli anni scoperti prima del quindicennio con un gravoso incremento degli oneri normali.
Dilcis in fundo. Se la politica curnese fosse stata meno cieca ed avesse mirato alla creazione dell'orto botanico e di una scuola-laboratorio annessa, adesso  il paese sarebbe tutto più ricco e il centro tutto rimesso a nuovo ed abitato da una gran bella massa di gioventù. Invece Conti e Locatelli, assieme a quelle altre grandi menti di urbaniste che si chiamano (ieri) Morelli e oggi Carrara Gamba e Serra, sono ancora qui a farsi pippe sul meno 33% aspettando chi non li prende in considerazione nemmeno di striscio.