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Di cosa parliamo in questa pagina.
Modi di dare le notizie. Se il 46% degli italiani non nega il diritto degli sbarchi, il 54% dice stop e chiede all'UE di riaprtire gli immigrati.
Salvo che mediamente per almeno due-tre anni ce li dobbiamo tenere perchè non sappiamo decidere in fretta se dobbiamo accoglierli o respingere.
Pensionati arrabbiati perchè "hanno saputo" all'ultimo momento che un medico condotto va in pensione.Dottore e Comune  insieme per fare inutile caos. Intanto pare che approdino in paese due medici non nuovi ma già usati.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia,  l'ing. Claudio Piga da Trezzo sull'Adda vuole insegnare a dir Messa anche al Papa. Mica paglia. Peccato che dimentichi sempre qualche pezzo delle sue di... messe. Specie quelle dove caccia balle senza portare prove.
































MA IL 46% NON E' NEMMENO CONTRARIO
IL 54% DICE NO AGLI SBARCHI
E CHIEDEALL'UE DI RIPARTIRLI


Sul tema del controllo degli sbarchi, le politiche del governo incontrano l'approvazione della maggioranza degli italiani (54%). Le decisioni assunte negli ultimi mesi sono state motivate in due modi: da un lato l'esigenza di limitare il numero di migranti in arrivo in Italia, dall'altro la richiesta agli altri stati dell'Unione europea di accettarne almeno una parte. Il consenso alla linea tenuta dall'esecu tivo, sul delicato fronte degli arrivi via mare, può fare riferimento ad una combinazione, in misura variabile, delle due motivazioni.
Si tratta di opinioni che Demos aveva già rilevato lo scorso giugno, quando il 58% degli intervistati si era detto d'accordo con la decisione di non autorizzare lo sbarco dell'Aqua rius. Nel corso dell'esta te, hanno poi a lungo tenuto banco le sorti della nave Diciotti: un caso che si è sbloccato con la disponibilità all'acco glienza espressa da alcuni stati e dalla Chiesa cattolica. Ma resta aperta la controversia con i governi europei.
Sono naturalmente più favorevoli alle scelte del governo, nella regolazione dei flussi, gli elettori delle forze politiche che lo sostengono. Il consenso è particolarmente elevato soprattutto nell'elet torato leghista ( 84%), che esprime la tradizionale chiusura all'accoglien za. Anche tra gli elettori del M5S il favore per le politiche sull'immigrazio ne è elevato ( 75%), ma in questo caso gioca certamente un ruolo importante anche la protesta nei confronti dei partner continentali. Il che riflette, almeno in parte, le posizioni assunte nel Parlamento europeo rispetto alla "condanna" al premier ungherese Viktor Orbán: criticato dal M5S, difeso da Salvini per la sua intransigenza contro i migranti.
Tra gli elettori dei partiti di opposizione, le opinioni sull'azione del governo, nella gestione degli arrivi sulle coste italiane, sono molto differenziate. I potenziali elettori di Forza Italia sono in larga maggioranza favorevoli (63%). Molto diverse sono le posizioni degli elettori del Pd, che bocciano quasi all'unanimità le mosse dell'esecutivo (80%), mostrandosi al contempo molto lontani dalle idee prevalenti nell'opinione pubblica. Orientamenti ancora più critici si registrano tra chi destina il proprio voto agli altri partiti di sinistra.
Ad esprimere consenso rispetto alla chiusura dei porti sono, in particolare, gli operai e i disoccupati e, in generale, gli intervistati di età media (compresa fra i 30 e i 54 anni), di livello d'istruzione medio o superiore, residenti nel Sud, ma anche nelle regioni del Nord. Naturalmente, il consenso cresce tra coloro che, in generale, giudicano favorevolmente l'operato del governo Conte.

Roberto Biorcio
Fabio Bordignon

IL COMMENTO
Il bello dei giornali è che pubblicano le notizie senza mai domandarsi l’effetto che fanno. Anzi: senza comprendere che se sbatti il mostro in prima pagina corpo 24 non è la stessa cosa del leggerlo corpo 12 in sesta pagina. Non è questione di censura o meno ma di onestà. Se dopo un anno in cui gli sbarchi sono crollati del 90% gli italiani hanno ancora la certezza che «siamo invasi»  vorrà ben dire qualcosa alla stampa (ed alla TV e al resto del circo mediatico web)!.   Che Salvini e DiMaio stiano facendo campagna elettorale da un anno sul tema è noto e normale ma altrettanto evidente che se la stampa fa da cassa di risonanza alle loro balle, non si meraviglino che salti fuori un DiMaio e poi un Crimi che  -visto quanto sono coglioni proprio i giornalisti- non meritino di essere ulteriormente mazzuolati. Se la stampa continua a intervistarli accettando il loro dictat di parlare da soli, ovvio che poi la mettano sotto come zerbino. Stampa e Tv debbono raddrizzare la schiena perché ne va di mezzo la democrazia. Una stampa libera deve avere il coraggio di lasciare a casa quel politico che non accetta il contraddittorio. Del resto oggi hanno i siti web facebook twitter e compagnia  per cui non starebbero a bocca incerottata. Ma se la stampa continua a fare da megafono alle balle del politico di turno, evidente che mina la democrazia perché non poi si salva l’anima cogli articoli di nicchia che non legge mai nessuno. Non è questione di dire «stiamo scivolando verso forse di fascismo 4" ma di avere la schiena diritta e sapere dire NO o SI non secondo la convenienza dell’audience e quindi dell’incasso pubblicitario (vedi La7...) ma secondo una linea che abbia la Costituzione come modello non come utile richiamo quando toccano il proprio cavallo.
PENSIONATI
PRETENZIOSI
(IL CAMBIO DEL MEDICO CONDOTTO)

Il 4 settembre sul sito del Comune compare l'annuncio che dal giorno 19 settembre uno dei medici condotti operanti in paese andrà in pensione. Nel volantino del direttore del PRESST UOC Fausto Alborghetti si avvisano i pazienti del medico pensionando che per due volte alla settimana e 7 ore in tutto potranno cercarsi un nuovo medico rivolgendosi al punto prelievi di Curno oppure per cinque giorni alla settimana e 25 ore (boh?) agli sportelli PRESST di Dalmine. Ovviamente è successo il caos perché gli uffici sono stati assediati da centinaia di pazienti  che si sommano a quelli già presenti per altre ragioni. I più arrabbiati sono ovviamente i pensionati sia perché  hanno bisogno del medico più degli altri (per molti di loro il dottore è la coperta per Linus) sia perché pare che –dovendo reggere il mondo- siano quelli che hanno meno tempo a disposizione.
Mettiamo le cose in fila.
Prima di tutto un Comune serio si sarebbe rifiutato di pubblicare il 4 settembre l'avviso che un medico andava in pensione il 19 successivo. Cavoli suoi e dei suoi pazienti. Secondo.Il dottore pensionando sapeva da almeno un anno quando sarebbe finito il suo compito: perché non ha esposto nel suo ufficio un cartello in cui –da ottobre 2017- avvisava che due lettere al mese dei suoi iscritti dovevano recarsi al PRESST per cercarsi un altro dottore!?. Ovvio il perché: perché avrebbe perso gran parte dello stipendio dell'ultimo anno. Terzo. I pensionati sono dei rompicoglioni pretenziosi con tutti rivendicando soltanto il fatto di essere anziani. Il bello di un pensionato è l'enorme quantità di tempo libero di cui dispone: ma se lo costringi a fare la fila, s'incazza come una bestia. Mica s'incazzano altrettanto con se stessi per via dei malanni che per merito della loro vita si sono tirati addosso. Quarto. Mancano i medici condotti. E mancano anche quelli in ospedale. Visto come votano gli Italiani, che cosa pretendono? Colpa di nigher se mancano i medici oppure colpa  di chi consuma tonnellate di medicinali di marca (circa il 70% del totale della spesa) senza ragione?
LA CHIUSURA DEL PONTE DI CALUSCO.
IL CAOS PER MIGLIAIA DI PERSONE E IMPRESE

Fontana e Terzi, rispettivamente presidente e assessore della Regione Lombardia avevano appena promesso -in combutta coi 5S nazionali - di cambiare 30 poi 50 poi 120 treni sulla linea  tra BG e Mi che adesso casca addosso agli sfortunati pendolari la botta finale. Non solo a loro: anche agli automobilisti ed alle imprese che operano a cavallo della Brianza milanese e della Bergamasca. Inimmaginabile con Trenord che dal venerdi al lunedì mattina si risolva il problema. Bene che vada cominceranno a pensarci lunedì mattino a mezzogiorno. E siccome -s’è visto coll’in cidente di  Pioltello- chi tocca le ferrovie muore non di una scossa elettrica ma di sfinimento, per i pendolari si mette davvero male. Tra i vincoli della Soprintendenza e la vetustà del manufatto coniugati coll’ottusità delle FFSS stiamo benissimo. Il ponte non si può abbattere, non si può cambiare, probabilmente impossibile affiancarci una nuova linea ferroviaria, senza un euro per un nuovo manufatto... c’è poco da sperare. Forse potranno transitare pedoni e ciclisti. Mentre si discute  di come trovare i soldi per la Pedemontana, per finire la galleria di Zogno, per fare la galleria di Cisano... noi bergamaschi ci godiamo i nostri 23 miliardi in banca prestati a Roma ladrona. Ale!.
VUOLE INSEGNARE ANCHE A DIR MESSA AL PAPA




Ogni tanto bisogna pizzicarlo: il nostro ha alzato la mira. Il custode delLa latrina di Nusquamia, un abduano di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine dalla ValCamonica, che ha frequentato il classico in un liceo dei preti dov’è andato a scuola pure l’Antonio Gramsci  e poi s’è laureato in ingegneria (non si sa quale) al Politecnico di Milano seguendo le lezioni di analisi matematica della mitica prof.ssa Ajroldi Vasconi ha deciso di insegnare a dire messa al Papa. Avete letto giusto: proprio il vescovo di Roma. E non solo a questo gesuita sudamericano scarpe grosse cervello fino. Al Papa in generale. Anzi: ai papi.
Intanto che noi aspettiamo sempre di sapere se ha pagato i diritti d’utilizzo della cinquecentina della A.May che ha sfruttato per vendersi professionalmente in una conferenza in Costa Azzurra (lui dice che l’ha fatta gratis, ma siccome ha il braccino corto non gli crediamo che abbia speso una milionata (di lire) solo per scriverlo nel blog.
Aspettiamo anche di sapere come e perché uno che -lo scrive- aveva un’azienda che forniva servizi editoriali a Mondadori sia finito per aprire una aziendina (senza indicare nemmeno la partita IVA) dentro il negozio di fiorista del socio d’affari per produrre i famigerati flayers in un paese per di più sgarruppato anziché da bello vivere.
Aspettiamo  sempre che pubblichi l’estratto del bilancio consuntivo comunale da cui risulti che il comune non aveva i soldi per finire la biblioteca: come asseriva ed asserisce un giorno si e l’altro pure. Aspettiamo sempre di vedere la delibera da cui risultati che il suo sindaco del buongoverno nonché suo socio nella dittarella dei flayers in cui risulti dal consuntivo di fine mandato che non ha lasciato il comune con qualche milione di debito. Un suo assessore ha sibilato fossero nientemeno che dieci.
Aspettiamo anche che ci dica com’è finita la bega penale col suo acerrimo avversario Pedretti al tribunale milanese. Se le cacate carte sono finite nel cestino oppure se (il custode delLa Latrina di Nusquamia) ha dovuto pagare qualche migliaio di euro.
Aspettiamo anche di vedere le foto per la consegna degli attestati di frequenza e buon esito al ciclo di letture dell’Utopia di Tommaso Moro nella Biblioteca comunale di Alzano Lombardo dove pare ci sia stato un’affluenza numericamente contabile sulle dita di una mano di un falegname.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia ing. Claudio Piga -uno che i numeri li dovrebbe mangiare da mattino a sera- quando deve rispondere con un atto preciso, nero su bianco, se la svigna ripetendo  migliaia di copia incolla delle sue chiacchiere. Lui le delibere le chiama «cacate carte».
Certo è che vederlo seduto al bar Cittadella  e mentre sgranocchia un panino digita sul portatile fa un po’ tenerezza e verrebbe voglia di pagargli una pastasciutta al Circolino. Non vorremmo che finisse come l’ex falegname di Città Alta costretto a sopravvivere rubacchiando le bustine di zucchero nei bar. Sopravvissuto ma con onore dice:»com'è noto, disprezzo le cacate carte, in particolare il loro uso politico. Sono sempre stato un uomo d'onore, talora pagando un prezzo non esiguo, e come tale vorrei morire, non ho nessuna intenzione di sporcarmi». Intanto disegna virgole della (propria)  merda sulle pareti delLa Latrina di Nusquamia.
Adesso poi é in piena eccitazione. Sono iniziate le mille conferenze di Molte Fedi che lui graziosamente attribuisce ai cattoprogressisti e ai cattolici non credenti che non sarebbero  esattamente quello che Tommaso Moro intendeva. Due di queste conferenze saranno effettuate pure a Curno per merito della sindaca emerita Serra (oltre a una seduta per imparare a fare il te arabo) e quindi conclude «Per dirla tutta, non capisco proprio questa fregola di unificazione con i luterani e non, per esempio, con gli ortodossi, che sono fra i cristiani di gran lunga i più vicini alla predicazione del Vangelo». Boh. Concludendo il tutto con momenti di alta poesia cita due momenti di paraculismo cattoleghista: quando il Salvini si fa pubblicità elettorale col rosario in mano e quando lo stesso Salvini si fa fotografare in compagnia del travestito turco Efe Bal, da tempo leghista tesserato, il quale promise che, qualora fosse stato candidato nelle liste della Lega, avrebbe cessato di prostituirsi. Come segno di rispetto nei confronti del cattoleghismo.
Tutti i discorsi del custode delLa Latrina di Nusquamia finiscono sempre nella fi*a oppure nel c**o:  quand’anche comincino laddove si gira la pubblicità del caffè Lavazza il suo ragionamento piomba sempre in mezzo alle gambe.
Bisogna capire l’ometto. Gli restano App