MA IL 46% NON E' NEMMENO CONTRARIO
IL 54% DICE NO AGLI SBARCHI
E CHIEDEALL'UE DI RIPARTIRLI
Sul tema del controllo degli sbarchi, le politiche del governo
incontrano l'approvazione della maggioranza degli italiani (54%). Le
decisioni assunte negli ultimi mesi sono state motivate in due modi: da
un lato l'esigenza di limitare il numero di migranti in arrivo in
Italia, dall'altro la richiesta agli altri stati dell'Unione europea di
accettarne almeno una parte. Il consenso alla linea tenuta dall'esecu
tivo, sul delicato fronte degli arrivi via mare, può fare riferimento
ad una combinazione, in misura variabile, delle due motivazioni.
Si tratta di opinioni che Demos aveva già rilevato lo scorso giugno,
quando il 58% degli intervistati si era detto d'accordo con la
decisione di non autorizzare lo sbarco dell'Aqua rius. Nel corso
dell'esta te, hanno poi a lungo tenuto banco le sorti della nave
Diciotti: un caso che si è sbloccato con la disponibilità all'acco
glienza espressa da alcuni stati e dalla Chiesa cattolica. Ma resta
aperta la controversia con i governi europei.
Sono naturalmente più favorevoli alle scelte del governo, nella
regolazione dei flussi, gli elettori delle forze politiche che lo
sostengono. Il consenso è particolarmente elevato soprattutto nell'elet
torato leghista ( 84%), che esprime la tradizionale chiusura
all'accoglien za. Anche tra gli elettori del M5S il favore per le
politiche sull'immigrazio ne è elevato ( 75%), ma in questo caso gioca
certamente un ruolo importante anche la protesta nei confronti dei
partner continentali. Il che riflette, almeno in parte, le posizioni
assunte nel Parlamento europeo rispetto alla "condanna" al premier
ungherese Viktor Orbán: criticato dal M5S, difeso da Salvini per la sua
intransigenza contro i migranti.
Tra gli elettori dei partiti di opposizione, le opinioni sull'azione
del governo, nella gestione degli arrivi sulle coste italiane, sono
molto differenziate. I potenziali elettori di Forza Italia sono in
larga maggioranza favorevoli (63%). Molto diverse sono le posizioni
degli elettori del Pd, che bocciano quasi all'unanimità le mosse
dell'esecutivo (80%), mostrandosi al contempo molto lontani dalle idee
prevalenti nell'opinione pubblica. Orientamenti ancora più critici si
registrano tra chi destina il proprio voto agli altri partiti di
sinistra.
Ad esprimere consenso rispetto alla chiusura dei porti sono, in
particolare, gli operai e i disoccupati e, in generale, gli
intervistati di età media (compresa fra i 30 e i 54 anni), di livello
d'istruzione medio o superiore, residenti nel Sud, ma anche nelle
regioni del Nord. Naturalmente, il consenso cresce tra coloro che, in
generale, giudicano favorevolmente l'operato del governo Conte.
Roberto Biorcio
Fabio Bordignon
IL COMMENTO
Il bello dei giornali è che pubblicano le notizie senza mai domandarsi
l’effetto che fanno. Anzi: senza comprendere che se sbatti il mostro in
prima pagina corpo 24 non è la stessa cosa del leggerlo corpo 12 in
sesta pagina. Non è questione di censura o meno ma di onestà. Se dopo
un anno in cui gli sbarchi sono crollati del 90% gli italiani hanno
ancora la certezza che «siamo invasi» vorrà ben dire qualcosa
alla stampa (ed alla TV e al resto del circo mediatico
web)!. Che Salvini e DiMaio stiano facendo campagna
elettorale da un anno sul tema è noto e normale ma altrettanto evidente
che se la stampa fa da cassa di risonanza alle loro balle, non si
meraviglino che salti fuori un DiMaio e poi un Crimi che -visto
quanto sono coglioni proprio i giornalisti- non meritino di essere
ulteriormente mazzuolati. Se la stampa continua a intervistarli
accettando il loro dictat di parlare da soli, ovvio che poi la mettano
sotto come zerbino. Stampa e Tv debbono raddrizzare la schiena perché
ne va di mezzo la democrazia. Una stampa libera deve avere il coraggio
di lasciare a casa quel politico che non accetta il contraddittorio.
Del resto oggi hanno i siti web facebook twitter e compagnia per
cui non starebbero a bocca incerottata. Ma se la stampa continua a fare
da megafono alle balle del politico di turno, evidente che mina la
democrazia perché non poi si salva l’anima cogli articoli di nicchia
che non legge mai nessuno. Non è questione di dire «stiamo scivolando
verso forse di fascismo 4" ma di avere la schiena diritta e sapere dire
NO o SI non secondo la convenienza dell’audience e quindi dell’incasso
pubblicitario (vedi La7...) ma secondo una linea che abbia la
Costituzione come modello non come utile richiamo quando toccano il
proprio cavallo.
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PENSIONATI
PRETENZIOSI
(IL CAMBIO DEL MEDICO CONDOTTO)
Il 4 settembre sul sito del Comune compare l'annuncio che dal giorno 19
settembre uno dei medici condotti operanti in paese andrà in pensione.
Nel volantino del direttore del PRESST UOC Fausto Alborghetti si
avvisano i pazienti del medico pensionando che per due volte alla
settimana e 7 ore in tutto potranno cercarsi un nuovo medico
rivolgendosi al punto prelievi di Curno oppure per cinque giorni alla
settimana e 25 ore (boh?) agli sportelli PRESST di Dalmine. Ovviamente
è successo il caos perché gli uffici sono stati assediati da centinaia
di pazienti che si sommano a quelli già presenti per altre
ragioni. I più arrabbiati sono ovviamente i pensionati sia perché
hanno bisogno del medico più degli altri (per molti di loro il dottore
è la coperta per Linus) sia perché pare che –dovendo reggere il mondo-
siano quelli che hanno meno tempo a disposizione.
Mettiamo le cose in fila.
Prima di tutto un Comune serio si sarebbe rifiutato di pubblicare il 4
settembre l'avviso che un medico andava in pensione il 19 successivo.
Cavoli suoi e dei suoi pazienti. Secondo.Il dottore pensionando sapeva
da almeno un anno quando sarebbe finito il suo compito: perché non ha
esposto nel suo ufficio un cartello in cui –da ottobre 2017- avvisava
che due lettere al mese dei suoi iscritti dovevano recarsi al PRESST
per cercarsi un altro dottore!?. Ovvio il perché: perché avrebbe perso
gran parte dello stipendio dell'ultimo anno. Terzo. I pensionati sono
dei rompicoglioni pretenziosi con tutti rivendicando soltanto il fatto
di essere anziani. Il bello di un pensionato è l'enorme quantità di
tempo libero di cui dispone: ma se lo costringi a fare la fila,
s'incazza come una bestia. Mica s'incazzano altrettanto con se stessi
per via dei malanni che per merito della loro vita si sono tirati
addosso. Quarto. Mancano i medici condotti. E mancano anche quelli in
ospedale. Visto come votano gli Italiani, che cosa pretendono? Colpa di
nigher se mancano i medici oppure colpa di chi consuma tonnellate
di medicinali di marca (circa il 70% del totale della spesa) senza
ragione?
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LA CHIUSURA DEL PONTE DI CALUSCO.
IL CAOS PER MIGLIAIA DI PERSONE E IMPRESE
Fontana e Terzi, rispettivamente presidente e assessore della Regione
Lombardia avevano appena promesso -in combutta coi 5S nazionali - di
cambiare 30 poi 50 poi 120 treni sulla linea tra BG e Mi che
adesso casca addosso agli sfortunati pendolari la botta finale. Non
solo a loro: anche agli automobilisti ed alle imprese che operano a
cavallo della Brianza milanese e della Bergamasca. Inimmaginabile con
Trenord che dal venerdi al lunedì mattina si risolva il problema. Bene
che vada cominceranno a pensarci lunedì mattino a mezzogiorno. E
siccome -s’è visto coll’in cidente di Pioltello- chi tocca le
ferrovie muore non di una scossa elettrica ma di sfinimento, per i
pendolari si mette davvero male. Tra i vincoli della Soprintendenza e
la vetustà del manufatto coniugati coll’ottusità delle FFSS stiamo
benissimo. Il ponte non si può abbattere, non si può cambiare,
probabilmente impossibile affiancarci una nuova linea ferroviaria,
senza un euro per un nuovo manufatto... c’è poco da sperare. Forse
potranno transitare pedoni e ciclisti. Mentre si discute di come
trovare i soldi per la Pedemontana, per finire la galleria di Zogno,
per fare la galleria di Cisano... noi bergamaschi ci godiamo i nostri
23 miliardi in banca prestati a Roma ladrona. Ale!.
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VUOLE INSEGNARE ANCHE A DIR MESSA AL PAPA
Ogni tanto bisogna pizzicarlo: il nostro ha alzato la mira. Il custode
delLa latrina di Nusquamia, un abduano di origini sardAgnole con
ascendenze garibaldine dalla ValCamonica, che ha frequentato il
classico in un liceo dei preti dov’è andato a scuola pure l’Antonio
Gramsci e poi s’è laureato in ingegneria (non si sa quale) al
Politecnico di Milano seguendo le lezioni di analisi matematica della
mitica prof.ssa Ajroldi Vasconi ha deciso di insegnare a dire messa al
Papa. Avete letto giusto: proprio il vescovo di Roma. E non solo a
questo gesuita sudamericano scarpe grosse cervello fino. Al Papa in
generale. Anzi: ai papi.
Intanto che noi aspettiamo sempre di sapere se ha pagato i diritti
d’utilizzo della cinquecentina della A.May che ha sfruttato per
vendersi professionalmente in una conferenza in Costa Azzurra (lui dice
che l’ha fatta gratis, ma siccome ha il braccino corto non gli crediamo
che abbia speso una milionata (di lire) solo per scriverlo nel blog.
Aspettiamo anche di sapere come e perché uno che -lo scrive- aveva
un’azienda che forniva servizi editoriali a Mondadori sia finito per
aprire una aziendina (senza indicare nemmeno la partita IVA) dentro il
negozio di fiorista del socio d’affari per produrre i famigerati
flayers in un paese per di più sgarruppato anziché da bello vivere.
Aspettiamo sempre che pubblichi l’estratto del bilancio
consuntivo comunale da cui risulti che il comune non aveva i soldi per
finire la biblioteca: come asseriva ed asserisce un giorno si e l’altro
pure. Aspettiamo sempre di vedere la delibera da cui risultati che il
suo sindaco del buongoverno nonché suo socio nella dittarella dei
flayers in cui risulti dal consuntivo di fine mandato che non ha
lasciato il comune con qualche milione di debito. Un suo assessore ha
sibilato fossero nientemeno che dieci.
Aspettiamo anche che ci dica com’è finita la bega penale col suo
acerrimo avversario Pedretti al tribunale milanese. Se le cacate carte
sono finite nel cestino oppure se (il custode delLa Latrina di
Nusquamia) ha dovuto pagare qualche migliaio di euro.
Aspettiamo anche di vedere le foto per la consegna degli attestati di
frequenza e buon esito al ciclo di letture dell’Utopia di Tommaso Moro
nella Biblioteca comunale di Alzano Lombardo dove pare ci sia stato
un’affluenza numericamente contabile sulle dita di una mano di un
falegname.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia ing. Claudio Piga -uno che i
numeri li dovrebbe mangiare da mattino a sera- quando deve rispondere
con un atto preciso, nero su bianco, se la svigna ripetendo
migliaia di copia incolla delle sue chiacchiere. Lui le delibere le
chiama «cacate carte».
Certo è che vederlo seduto al bar Cittadella e mentre sgranocchia
un panino digita sul portatile fa un po’ tenerezza e verrebbe voglia di
pagargli una pastasciutta al Circolino. Non vorremmo che finisse come
l’ex falegname di Città Alta costretto a sopravvivere rubacchiando le
bustine di zucchero nei bar. Sopravvissuto ma con onore dice:»com'è
noto, disprezzo le cacate carte, in particolare il loro uso politico.
Sono sempre stato un uomo d'onore, talora pagando un prezzo non esiguo,
e come tale vorrei morire, non ho nessuna intenzione di sporcarmi».
Intanto disegna virgole della (propria) merda sulle pareti delLa
Latrina di Nusquamia.
Adesso poi é in piena eccitazione. Sono iniziate le mille conferenze di
Molte Fedi che lui graziosamente attribuisce ai cattoprogressisti e ai
cattolici non credenti che non sarebbero esattamente quello che
Tommaso Moro intendeva. Due di queste conferenze saranno effettuate
pure a Curno per merito della sindaca emerita Serra (oltre a una seduta
per imparare a fare il te arabo) e quindi conclude «Per dirla tutta,
non capisco proprio questa fregola di unificazione con i luterani e
non, per esempio, con gli ortodossi, che sono fra i cristiani di gran
lunga i più vicini alla predicazione del Vangelo». Boh. Concludendo il
tutto con momenti di alta poesia cita due momenti di paraculismo
cattoleghista: quando il Salvini si fa pubblicità elettorale col
rosario in mano e quando lo stesso Salvini si fa fotografare in
compagnia del travestito turco Efe Bal, da tempo leghista tesserato, il
quale promise che, qualora fosse stato candidato nelle liste della
Lega, avrebbe cessato di prostituirsi. Come segno di rispetto nei
confronti del cattoleghismo.
Tutti i discorsi del custode delLa Latrina di Nusquamia finiscono
sempre nella fi*a oppure nel c**o: quand’anche comincino laddove
si gira la pubblicità del caffè Lavazza il suo ragionamento piomba
sempre in mezzo alle gambe.
Bisogna capire l’ometto. Gli restano App
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