SCUOLA MUSICA DEL COMUNE DI CURNO
MA QUESTI COMMISSARI C'HANNO LA "PATENTE"?
Alla presenza di Maria Grazia Criscuoli* in
qualità di Segretario Comunale , Sergio Massimiliano Staffiere**,
Responsabile Settore Servizi alla Persona del Comune di Bagnatica
e Simonetta Zanchi*** in qualità di Responsabile del Settore
Servizi Sociali e politiche giovanili del Comune di Azzano San Paolo
nonché di Elena Bigoni, Istruttore Amministrativo Settore Servizi alla
Persona che compilerà il verbale della seduta nonché di
Bertuletti Paolo delegato dell'Associazione “Milleunanota”, Saltarelli
Paolo, consigliere dell'Associazione “Accademia musicale di Curno” e
Gamba Marco dell'Associazione “Accademia musicale di Curno” è stata
effettuata la ““procedura negoziata per l'affidamento in
concessione della gestione e dei servizi della “scuola di musica”
presso i locali comunali per la durata di anni scolastici tre( dal 2018
al 2021)”.
Non si conoscono i titoli professionali in ordine all'organizzazione di
una “scuola di musica” da parte delle tre persone indicati con
asterischi: Criscuoli, Staffiere, Zanchi. Neppure quelli della
Caligiuri che ha steso il relativo bando. Non risulta che nessuna di
loro sia diplomata o laureata oppure abbia frequentato qualche scuola
di musica titolata e quindi quanto vale il loro giudizio? Il che fa
pensare.
Come andare da una callista per una visita ginecologica.
E’ stata una seduta molto lunga e un po' tribolata che si è svolta in
varie tornate quella in cui era demandata la valutazione delle offerte
presentate dalle ditte candidate.
Che poi le quattro persone citate dal punto di vista burocratico
siano dei manici nessuno mette dubbio. Ma non basta essere bravi
compilatori di determinazioni per essere buoni valutatori di qualcosa
di tutt'altro che assai specialistico. Insomma uno zoccolo ed una
scarpa: come usa spesso la giunta Gamba. All'orizzonte c'è del fumo.
L'esito finale poi lascia ulteriormente perplessi visto che una
maggioranza (di Vivere Curno) sostanzialmente in balia del vetero
femminismo delle 3-4-5 femmine alfa che la governano assieme ad un
altro mezzo esercito di funzionarie ecco scodellato che la ditta
vincitrice dell'appalto è formato tutto da... donne e insegnanti. Già
il nostro municipio è eccessivamente declinato al femminile non sempre
proprio all'altezza, ma che tutti i maschi siano brutti sporchi e
cattivi, forse pure loro hanno imparato a cambiarsi mutande e calzini
senza aspettare la femmina alfa di turno.
Alla fine si configura la graduatoria provvisoria:
--“Milleunanota”: 94 punti
--“Passioni & Futuro”: 76,29 punti
--“Accademia musicale di Curno”: 72 punti.
Una ricerca in rete mostra come quella denominazione
“milleunanota” con varie minime varianti ne esistono moltissime
in tutt'Italia: il che –per noi- farebbe già decidere di scartarle a
priori. Hanno una fantasia da veri musicisti !.
Come avevamo già scritto con questo appalto il Comune ha messo in piedi
un carrozzone che non si comprende bene se sia comunale o privato o una
sorta di concessione autostradale. Una cosa è certa: il Comune ha
dimenticato di “intitolarsi” il “marchio” “Scuola di musica (del
Comune) di Curno” e tuttora questa denominazione può essere catturata e
usata da chiunque. Oltretutto una spesa in gran parte del tutto inutile
visto che il numero dei curnesi che la frequentano è meno della metà
del totale, resta solo un costoso passatempo addossato alla comunità
(speriamo che in paese non sorga una associazioni di golfisti…) di cui
–come in gran parte delle spese sociali del comune- non si sa mai se
finiscono in bene o nella palcia o in tasca agli amici degli amici.
Bisogna sempre fidarsi delle parole della funzionaria o della sindaca o
dell'assessora. Che finora non hanno il diritto e il pregio
istituzionale di parlare “ex catedra” come il Papa neppure nel proprio
comparto.
Tutte donne quindi le vincitrici dell'appalto: c'era da
dubitarlo? Siamo sempre nel solco del «privatizziamo la scuola».
Prime tra tutte proprio dalle insegnanti e per di più in comune retto
da una maggioranza col PD maggiore azionista.
Che ha perso le elezioni perché ha badato poco ai poveri e di più ai ricchi.
Chissà se alla sindaca Gamba, ex maestra e dottoressa in gestione
aziendale, le verrà mai in mente di fare qualche conto per
confrontare quanto spende-investe il Comune per tutta una serie di
attività e corsi di supporto delle famiglie scuola alunni giovani
rispetto a quanto spende lo Stato per gli insegnanti statali e la
scuola statale.
Senza dimenticare una riflessione «ideologica» sul come perché quanto
lo Stato si ritiri e invece sulla scuola ci mettono le mani e ne cavano
risorse i privati col debito aiuto delle amministrazioni comunali.
Ormai quando si dice «scuola per i ragazzi» non si intende più una
scuola pubblica aperta a tutti e gratuita ma si intende una scuola in
MASSIMA parte privatizzata dove se hai i soldi della famiglia puoi
accedere a «qualcosa di più» rispetto a quel poco che ti darebbe la
scuola pubblica. Tutto quello extra comporta esborsi extra alle
famiglie: se non li hanno s'arrangino.
Lo comprendiamo benissimo, questo nostro ragionamento scardina lo scambio politico elettorale quindi... è ovviamente sbagliato.
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DOPO LA TRAGEDIA
TEMPESTA PERFETTA
SU GENOVA?
Su Genova, dopo il disastro del crollo del viadotto Morandi, sta per
abbattersi la tempesta perfetta degli ignorantoni. O delle doppie
triple quadruple facce. Dopo Roberto Ferrazza, Antonio Brencich e Bruno
Santoro, anche Michele Franzese lascia la Commissione istituita dal
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli per
indagare le cause del crollo di ponte Morandi. Davanti al ministro Toni
Nelli che nella nomina della commissione d'indagine sul disastro
inserisce quattro nomi su quattro in evidente conflitti d'interessi di
questi uno si domanda: ma al ministero hanno bevuto? Perché il Toni
Nelli può benissimo accampare la scusa di quello appena arrivato ma
nella piramide di governo del ministero non c'era nessuno in grado di
“capire al volo” che quei nominativi non si dovevano neppure
suggerire? Ignoranti anche delle più elementari norme. Non stupisce se
poi – come viene scritto da più parti- l'ASPI e l'AISCAT facevano del
ministero “camera e cucina”. Cioè il ministero -per quel che cocnerne
le autostrade in cocnesisone- sarebbero state… “loro”. Bellissima
l'uscita del primo presidente della commissione (poi dimissionario)
tale Ferrazza: Il crollo del viadotto di ponte Morandi potrebbe essere
stato determinato da «una serie di concause», non soltanto dalla
rottura di uno strallo. Lo ha spiegato dopo il sopralluogo sulle
macerie del ponte, a Genova. La dinamica «non è ancora del tutto chiara
- ha aggiunto Ferrazza- non è chiaro quale sia stato l'innesco ma il
ponte non è caduto nella sua proiezione: prima si è storto, poi è
caduto. Bisognerà lavorare ancora sul posizionamento e ribaltamento
delle macerie - ha concluso - considerando che c'è stata una rottura
che ha provocato un movimento della struttura non equilibrato». Cioè:
non è venuto giù di piatto ma in costa. Un presidente di una
commissione che indaga su una tragedia umana e materiale di dimensioni
impensabili che esterna da solo un parere del genere quando lo sanno
anche i sassi che IL presidente deve parlare sempre e solo per
ultimo.
Forse venerdì 15 (meno male che non è un 17…) vedrà la luce il
“decretone” su Genova che però pare sarà un sillabario con tanti
capitoli che spaziano dalle Alpi al Lilibeo. Forse. Di sicuro si sa che
non ci sarà il nome del commissario per la ricostruzione dal
momento che Lega e 5S stanno begando di brutto sul nome. Perché
prima di tutto il governo non ha soldi da mettere in campo (per adesso
ha promesso 30 milioni ma non è arrivato nemmeno UN euro) e quindi deve
mungere l'ASPI che non pare proprio ben disposta. Secundo sarà
interessante verificare com'è che il governo riesce a mungere 300-400
milioni all'ASPI e nel contempo convincere almeno una cinquantina di
imprese CE che vorrebbero-potrebbero benissimo partecipare all'appalto
per la progettazione e realizzazione del manufatto sostitutivo del
viadotto crollato e di quella parte… ancora in piedi di farsi da
parte.
Non ci vuole molto ad immaginare come queste abbiano già messo in moto
le proprie lobby presso la commissione europea per non acconsentire di
affidare direttamente la ricostruzione del ponte di Genova a
Fincantieri. I primi dubbi iniziano ad emergere: in sostanza si sta
valutando se l'affidamento a Fincantieri (controllata al 71,6% da
Fintecna, finanziaria del ministero dell'Economia) possa costituire un
aiuto di Stato. Ma forse questo é ancora il male minore. I contatti tra
Roma e Bruxelles sono frenetici. Una delegazione tecnica del ministero
dei Trasporti ha incontrato lo staff politico (i gabinetti) dei tre
responsabili europei di concorrenza, trasporti e mercato interno. Poco
prima a Bruxelles c'è stato un primo incontro per verificare proprio se
sia possibile derogare al Codice degli Appalti, come vorrebbe fare il
governo, e assegnare immediatamente senza gara la ricostruzione del
ponte Morandi a un soggetto pubblico come Fincantieri. La direttiva Ue
sugli appalti pubblici del 2014 prevede 'in situazioni eccezionali' la
possibilità di aggiudicare appalti con procedura negoziata senza previa
pubblicazione, bisogna dunque vedere se il crollo del ponte di Genova
sia compatibile con questo punto poiché le norme europee prevedono che
l'affidamento diretto, cioè senza gara, possa essere fatto in casi
gravi e urgenti. Ma solo se l'importo dei lavori resta sotto i 5
milioni di euro. La ricostruzione del ponte Morandi costerà molto di
più. L'unica strada percorribile è la cosiddetta procedura competitiva,
una gara ristretta in cui vengono invitate almeno 5 aziende. È più
veloce di un normale bando, si può chiudere anche in 30/40 giorni. E,
sempre in caso di casi gravi e urgenti, non c'è una soglia massima per
l'importo dei lavori sicuramente superata da quest’opera.
Il governo ha avviato la procedura per la revoca della concessione al
gruppo. Ma i tempi non sono brevissimi: anche se si dovesse arrivare
alla revoca, devono passare ancora 5 mesi. In questo momento la
concessione resta nelle mani di Autostrade che, come stabilisce
l'articolo 3 della convenzione, ha l'obbligo di affidare i lavori per
la ricostruzione. Dovrebbe essere proprio Autostrade per l'Italia a
decidere chi invitare alla gara ristretta. Per procedere con un
affidamento diretto e saltare la società della famiglia Benetton, il
governo dovrebbe aspettare la revoca della concessione. Ma fermare
tutto per cinque mesi non sembra possibile. Mentre forzare la mano
subito comporterebbe il rischio di una serie di ricorsi. Non per forza
con i tempi lunghi dei tribunali ma anche con la possibilità di una
sospensiva del Tar, visto che il decreto legge avrebbe comunque bisogno
di decreti attuativi, impugnabili d'urgenza davanti alla giustizia
amministrativa. Ma la mediazione resta possibile.
Il che significa che DiMaio, Salvini, Toni Nelli e Conte dovranno smentirsi di nuovo davanti a 43 morti.
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