IL PROGRAMMA DI MOLTE FEDI SOTTO LO STESSO CIELO.
E' TROPPO, E' TROPPO INCASINATO, E' TROPPO DISPERSIVO.
E PER LA PARTE TURISTICA E' FATTO MEGLIO IL LIBRO DI AUGIAS.
Partiamo da lontano. Corrado Augias, 83 anni, oggi editorialista de La
Repubblica. Augias é autore di libri e trasmissioni Tv (in questi
giorni “Quante Storie “ alle 12,25 su RAI3) ha recentemente fatto
quel che molti autori di lunga vita compiono (anche) in proprio e
altrui vantaggio: raccogliere ed elaborare vecchi pezzi scritti nella
loro lunga carriera, aggiornandoli ed integrandoli, e realizzare un
nuovo libro. Per i lettori assidui rileggere testi già letti è come
assaporare la stessa pietanza e scoprirvi sapori –buoni o meno buoni –
che non si erano goduti alla prima lettura. Così è questa guida
all'Italia dal titolo: “Questa nostra Italia” e dal sottotitolo “luoghi
del cuore e della memoria”. Non è una guida da portare nello zaino
quando si va in giro per turismo. Non è una guida turistica. E' un
libro che a nostro avviso va letto comodamente seduti ed in perfetto
silenzio perché dalle pagine a un certo punto nascono visioni
di paesaggi noti e si sentono rumori musiche parole altrettanto
noti. Un libro da leggere a letto la sera prima del sonno. Le cinque
pagine finale dedicate ai “libri per il viaggio” sono il più ampio
affresco d'Italia disponibile per capirla e capirci. E spesso viene
voglia di alzarci per cercare sullo scaffale un altro libro, una
cartina, qualcosa che già abbiamo visto e che vogliamo rivedere per
mettere a fuoco meglio quel che Augias sta scrivendo. Il filmato di
youtube dell'Istituto italiano di cultura di Parigi è una sintesi
di una conferenza del 18.04.2018 in cui Augias presenta il suo
libro-guida.
Il filmato lo presenta così. Corrado Augias, giornalista, scrittore e
autore di "Questa nostra Italia" (Einaudi, 2017), ripercorre la storia
del paesaggio italiano in un incontro presso l'Istituto italiano di
cultura di Parigi nell'ambito del ciclo "Com'è cambiata l'Italia"
organizzato dall'IIC e Sciences-Po Paris per i 70 anni della
Costituzione italiana.
Brutalmente si potrebbe dire che è una auto marchetta ma tanto vale.
Per quelli che sono usciti dalla scuola di Giuseppe Nangeroni, (1892-
1987), Emilio Sereni (1907-1997) e Renato Zangheri (1925-2015) ed
il libro di Augias non è una scoperta ma semmai una ulteriore e
personale (dell'autore) integrazione visto che accanto a informazioni
generali si raccontano anche esperienze personali comunque collegate
più che ai propri interessi al fatto come evento collettivo e quindi
superiore al particolare.
Di questi giorni leggiamo il programma della manifestazione Molte Fedi
sotto lo Stesso Cielo” organizzata ormai da otto anni dalle ACLI
provinciali e ci troviamo dentro un vasto programma di visite e
conferenze sul territorio che spaziano dalla città: Il tessuto murario
della città antica, La citta' scende verso il piano: il borgo di
Sant'Antonio, la chiesa di S. Andrea, via Porta Dipinta: uno scrigno
neoclassico per tesori nascosti, viste che saranno illustrate dalle
guide Rossella Ferrari e Perlita Serra Bailo (già sindaca di
Curno).
Con un copia&incolla (speriamo di non dimenticare qualcuno) in
Valle Seriana Aldo Bonomi parlerà di «vivere la montagna tra identita',
sviluppo e partecipazione» e Anna Giorgi cercherà di dare una speranza:
«giovani e montagna: un futuro possibile?».
A Sotto il Monte Renato Ferlinghetti parlerà de «Il nostro
territorio: tra cambiamenti e sviluppo» e Aldo Berrini di “una terra
per tutti? “, Renato Ferlinghetti tornerà con «Acque e terra di Barzana
e del Lemine: i cambiamenti e le opportunita'», Claudio Smiraglia e
Alessandro Meinardi parleranno del glacialismo attuale per concludere
con un amplissimo volo sul Medio Oriente: «Quali e quanti Medio
Oriente?» con Massimiliano Trentin, «Il popolo Curdo» con Giuseppe
Acconcia, «Un paese, molte comunità: il mosaico libanese» con Francesco
Mazzucotelli e «La Siria e i siriani» con Laura Mirachia per
finire col più scomodo: «Israeliani e palestinesi: identità, nazioni,
narrazioni» con Arturo Marzano.
Concludiamo con due domande due. Non riusciamo bene a connettere che
rapporto ci sia tra il complessivo programma di Molte Fedi sotto lo
Stesso Cielo con queste evasioni escursioni turistiche in città e la
sventagliata generalista sul territorio. Seconda domanda. Chi ha mesos
assieme questo programma turistico geografico d'evasione mica hanno
letto (e imparato) da Nangeroni Sereni o Zangheri. Qui siamo a cucina
nostrana
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DAI 780 EURO DEL REDDITO DI CITTADINANZA AD UN REGALINO DA 300 EURO. MENO DELL'ATTUALE REDDITO DI INCLUSIONE.
IL BIDONE DEL GOVERNO SALVIMAIO AI DISOCCUPATI.
Ipotesi mini-sussidio 300 euro al mese a 4 milioni di persone
I vincoli di Tria ridimensionano le promesse da 17 a 5 miliardi Ridotto l'assegno e dimezzati gli interessati. Addio ai 780 euro
Roberto Petrini
Di Maio non molla: il reddito di cittadinanza sarà "protagonista" della
prossima legge di Bilancio. Ed in effetti, dopo le aperture di
Bruxelles e la " gradualità" concessa dal ministro dell'Economia
Giovanni Tria, la possibilità che le misure del contratto possano
debuttare fin dal prossimo anno è più concreta.
Attenzione però ad esultare, come pure è necessario non farsi illusioni
come quegli italiani, soprattutto al Sud, che subito dopo le elezioni
del 4 marzo si affollarono ai Caf per chiedere informazioni e fare
domanda per il fatidico reddito. Il problema è sempre lo stesso: le
risorse sono scarse e per il reddito si profila una versione "mini".
I Cinque Stelle non scendono nei dettagli, ancora allo studio, e
continuano a parlare di 780 euro per tutti e di un intervento che
investirà 8 milioni di cittadini in povertà. Ma sarà possibile? La
risposta dei tecnici è " no". La versione originaria costa ben 17
miliardi.
La cifra a disposizione è invece molto più bassa. Se Tria riuscirà a
trovare le coperture si tratterà al massimo di 5 miliardi che
coinvolgeranno 1 milione e mezzo di italiani in condizioni di disagio
che tuttavia non potranno aspirare ai 780 euro ma a soli 300 euro.
Giusto? Sbagliato? Massimo Baldini, dell'Università di Modena,
collaboratore de lavoce. info, ha simulato per Repubblica quanti
"poveri" si possono sussidiare e conche cifra mensile, date le risorse
oggi realisticamente disponibili. Ne emerge che, in buona sostanza, non
si potrà andare oltre un potenziamento del Rei, il reddito di
inclusione, già attivato dal precedente governo, e che ha
caratteristiche assai differenti come costi e platea. «Mi sembra assai
più ragionevole non gettare via l'esperienza in corso, che sta
coinvolgendo Comuni e terzo settore, e che è assai più compatibile con
gli equilibri di bilancio», osserva Baldini.
Cosa differenzia le proposte in campo? I criteri per l'assegnazione, la
platea e dunque benefici e costi. Per avere il reddito di cittadinanza
un single dovrà dimostrare, denuncia dei redditi alla mano, che non
arriva ai 780 euro netti al mese, dunque 9.360 euro netti annuali. Una
famiglia di 4 persone invece dovrà dimostrare di non arrivare a 19.656
euro l'anno. Una platea con questi criteri arriva a circa 8 milioni di
persone, di conseguenza entro queste soglie di povertà relativa si
trovano anche operai a basso reddito, famiglie di lavoratori o
pensionati con molti componenti: dentro ci sono anche i disoccupati
cronici o con sussidi esauriti, che sarebbero tuttavia l'unica platea
cui verrebbe chiesto in cambio del sussidio l'impegno ad cercare ed
accettare un nuovo lavoro.
A costoro lo Stato dovrebbe assicurare la differenza tra il reddito
dichiarato e i 780 euro mensili. La questione, oltre a quella dei
costi, è rappresentata dal rischio di comportamenti sleali da parte di
chi fa domanda: non è escluso che tenti la via dell'assegno anche chi
lavora in nero, evade o sottodichiara il proprio reddito.
La seconda ipotesi, che fa scendere la spesa ad un livello più basso
anche se ancora non sostenibile di 10 miliardi, prevede di restringere
la platea: invece della povertà relativa si aiuta solo la povertà
assoluta. In questo caso si scende a 5 milioni di individui: per
accedere bisogna stare sotto i 6.760-9.912 euro di reddito netto
annuale ( la forchetta è dovuta al fatto che l'Istat calcola
puntualmente zona per zona il livello di povertà assoluta). Anche in
questo caso, chi è sotto prende la differenza fino a raggiungere gli
ormai famosi 780 euro. Come abbiamo visto la misura costa troppo:
sempre secondo Massimo Baldini, si potrebbero innescare comportamenti
distorsivi come la rinuncia a cercare un lavoro o addirittura
l'abbandono dell'attività da parte di uno dei componenti della famiglia.
Così resta solo il potenziamento di una misura che già c'è e sulla
quale si sta lavorando: il Reddito di inclusione. Le differenze sono
sostanziali: la cifra ha base fissa e varia solo con il numero dei
componenti del nucleo, circa 300 euro in media, riducendo il rischio di
comportamenti opportunistici; inoltre la platea è ridotta a chi ha meno
di 2.250 euro all'anno netti per un sig
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