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Di cosa parliamo in questa pagina.
Il programma di Molte Fedi: inutilmente eccessivo e dispersivo.
Ridicolo l'inserimento della parte turistico-alimentare .
Per il resto copia malissimo il libro di Augias: un conto é leggere un capitolo seduti comodi nel silenzio di casa propria ed altra cosa stare in giro con la crapa al vento ad ascoltare un guida-bigino.
Non c'é niente da fare: ci sono (stati) i MAESTRI e ci sono i maestri.
Vien da piangere leggendo le ultime ipotesi-proposte del SalviMaio sul c.d. reddito di cittadinanza: dai 780 euro mensili iniziali forse si arriva a una carità di 10 euro al giorno.





























IL PROGRAMMA DI MOLTE FEDI SOTTO LO STESSO CIELO.
E' TROPPO, E' TROPPO INCASINATO, E' TROPPO DISPERSIVO.
E PER LA PARTE TURISTICA E' FATTO MEGLIO IL LIBRO DI AUGIAS.



Partiamo da lontano. Corrado Augias, 83 anni, oggi editorialista de La Repubblica. Augias é autore di libri e trasmissioni Tv (in questi giorni  “Quante Storie “ alle 12,25 su RAI3) ha recentemente fatto quel che molti autori di lunga vita compiono (anche) in proprio e altrui vantaggio: raccogliere ed elaborare vecchi pezzi scritti nella loro lunga carriera, aggiornandoli ed integrandoli, e realizzare un nuovo libro. Per i lettori assidui rileggere testi già letti è come assaporare la stessa pietanza e scoprirvi sapori –buoni o meno buoni – che non si erano goduti alla prima lettura. Così è questa guida all'Italia dal titolo: “Questa nostra Italia” e dal sottotitolo “luoghi del cuore e della memoria”. Non è una guida da portare nello zaino quando si va in giro per turismo. Non è una guida turistica. E' un libro che a nostro avviso va letto comodamente seduti ed in perfetto silenzio perché dalle pagine a un certo punto nascono  visioni di  paesaggi noti e si sentono rumori musiche parole altrettanto noti. Un libro da leggere a letto la sera prima del sonno. Le cinque pagine finale dedicate ai “libri per il viaggio” sono il più ampio affresco d'Italia disponibile per capirla e capirci. E spesso viene voglia di alzarci per cercare  sullo scaffale un altro libro, una cartina, qualcosa che già abbiamo visto e che vogliamo rivedere per mettere a fuoco meglio quel che Augias sta scrivendo. Il filmato di youtube dell'Istituto italiano di cultura di Parigi  è una sintesi di una conferenza  del 18.04.2018 in cui Augias presenta il suo libro-guida.
Il filmato lo presenta così. Corrado Augias, giornalista, scrittore e autore di "Questa nostra Italia" (Einaudi, 2017), ripercorre la storia del paesaggio italiano in un incontro presso l'Istituto italiano di cultura di Parigi nell'ambito del ciclo "Com'è cambiata l'Italia" organizzato dall'IIC e Sciences-Po Paris per i 70 anni della Costituzione italiana.
Brutalmente si potrebbe dire che è una auto marchetta ma tanto vale.

Per quelli che sono usciti dalla scuola di Giuseppe Nangeroni, (1892- 1987), Emilio Sereni (1907-1997)  e Renato Zangheri (1925-2015) ed il libro di Augias non è una scoperta ma semmai una ulteriore e personale (dell'autore) integrazione visto che accanto a informazioni generali si raccontano anche esperienze personali comunque collegate più che ai propri interessi al fatto come evento collettivo e quindi superiore al particolare.

Di questi giorni leggiamo il programma della manifestazione Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo” organizzata  ormai da otto anni dalle ACLI provinciali e ci troviamo dentro un vasto programma di visite e conferenze sul territorio che spaziano dalla città: Il tessuto murario della città antica, La citta' scende verso il piano: il borgo di Sant'Antonio, la chiesa di S. Andrea, via Porta Dipinta: uno scrigno neoclassico per tesori nascosti, viste che saranno illustrate dalle guide Rossella Ferrari e Perlita Serra Bailo (già sindaca di Curno). 
Con un copia&incolla (speriamo di non dimenticare qualcuno) in Valle Seriana Aldo Bonomi parlerà di «vivere la montagna tra identita', sviluppo e partecipazione» e Anna Giorgi cercherà di dare una speranza: «giovani e montagna: un futuro possibile?».
A Sotto il Monte Renato Ferlinghetti parlerà de  «Il nostro territorio: tra cambiamenti e sviluppo» e Aldo Berrini di “una terra per tutti? “, Renato Ferlinghetti tornerà con «Acque e terra di Barzana e del Lemine: i cambiamenti e le opportunita'», Claudio Smiraglia e Alessandro Meinardi parleranno del glacialismo attuale per concludere con un amplissimo volo sul Medio Oriente: «Quali e quanti Medio Oriente?» con Massimiliano Trentin, «Il popolo Curdo» con Giuseppe Acconcia, «Un paese, molte comunità: il mosaico libanese» con Francesco Mazzucotelli  e «La Siria e i siriani» con Laura Mirachia per finire col più scomodo: «Israeliani e palestinesi: identità, nazioni, narrazioni» con Arturo Marzano.

Concludiamo con due domande due. Non riusciamo bene a connettere che rapporto ci sia tra il complessivo programma di Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo con queste evasioni escursioni turistiche in città e la sventagliata generalista sul territorio. Seconda domanda. Chi ha mesos assieme questo programma turistico geografico d'evasione mica hanno letto (e imparato) da Nangeroni Sereni o Zangheri. Qui siamo a cucina nostrana
DAI 780 EURO DEL REDDITO DI CITTADINANZA AD UN REGALINO DA 300 EURO. MENO DELL'ATTUALE REDDITO DI INCLUSIONE.
IL BIDONE DEL GOVERNO SALVIMAIO AI DISOCCUPATI.

Ipotesi mini-sussidio 300 euro al mese a 4 milioni di persone
I vincoli di Tria ridimensionano le promesse da 17 a 5 miliardi Ridotto l'assegno e dimezzati gli interessati. Addio ai 780 euro
Roberto Petrini
Di Maio non molla: il reddito di cittadinanza sarà "protagonista" della prossima legge di Bilancio. Ed in effetti, dopo le aperture di Bruxelles e la " gradualità" concessa dal ministro dell'Economia Giovanni Tria, la possibilità che le misure del contratto possano debuttare fin dal prossimo anno è più concreta.
Attenzione però ad esultare, come pure è necessario non farsi illusioni come quegli italiani, soprattutto al Sud, che subito dopo le elezioni del 4 marzo si affollarono ai Caf per chiedere informazioni e fare domanda per il fatidico reddito. Il problema è sempre lo stesso: le risorse sono scarse e per il reddito si profila una versione "mini".
I Cinque Stelle non scendono nei dettagli, ancora allo studio, e continuano a parlare di 780 euro per tutti e di un intervento che investirà 8 milioni di cittadini in povertà. Ma sarà possibile? La risposta dei tecnici è " no". La versione originaria costa ben 17 miliardi.
La cifra a disposizione è invece molto più bassa. Se Tria riuscirà a trovare le coperture si tratterà al massimo di 5 miliardi che coinvolgeranno 1 milione e mezzo di italiani in condizioni di disagio che tuttavia non potranno aspirare ai 780 euro ma a soli 300 euro.
Giusto? Sbagliato? Massimo Baldini, dell'Università di Modena, collaboratore de lavoce. info, ha simulato per Repubblica quanti "poveri" si possono sussidiare e conche cifra mensile, date le risorse oggi realisticamente disponibili. Ne emerge che, in buona sostanza, non si potrà andare oltre un potenziamento del Rei, il reddito di inclusione, già attivato dal precedente governo, e che ha caratteristiche assai differenti come costi e platea. «Mi sembra assai più ragionevole non gettare via l'esperienza in corso, che sta coinvolgendo Comuni e terzo settore, e che è assai più compatibile con gli equilibri di bilancio», osserva Baldini.
Cosa differenzia le proposte in campo? I criteri per l'assegnazione, la platea e dunque benefici e costi. Per avere il reddito di cittadinanza un single dovrà dimostrare, denuncia dei redditi alla mano, che non arriva ai 780 euro netti al mese, dunque 9.360 euro netti annuali. Una famiglia di 4 persone invece dovrà dimostrare di non arrivare a 19.656 euro l'anno. Una platea con questi criteri arriva a circa 8 milioni di persone, di conseguenza entro queste soglie di povertà relativa si trovano anche operai a basso reddito, famiglie di lavoratori o pensionati con molti componenti: dentro ci sono anche i disoccupati cronici o con sussidi esauriti, che sarebbero tuttavia l'unica platea cui verrebbe chiesto in cambio del sussidio l'impegno ad cercare ed accettare un nuovo lavoro.
A costoro lo Stato dovrebbe assicurare la differenza tra il reddito dichiarato e i 780 euro mensili. La questione, oltre a quella dei costi, è rappresentata dal rischio di comportamenti sleali da parte di chi fa domanda: non è escluso che tenti la via dell'assegno anche chi lavora in nero, evade o sottodichiara il proprio reddito.
La seconda ipotesi, che fa scendere la spesa ad un livello più basso anche se ancora non sostenibile di 10 miliardi, prevede di restringere la platea: invece della povertà relativa si aiuta solo la povertà assoluta. In questo caso si scende a 5 milioni di individui: per accedere bisogna stare sotto i 6.760-9.912 euro di reddito netto annuale ( la forchetta è dovuta al fatto che l'Istat calcola puntualmente zona per zona il livello di povertà assoluta). Anche in questo caso, chi è sotto prende la differenza fino a raggiungere gli ormai famosi 780 euro. Come abbiamo visto la misura costa troppo: sempre secondo Massimo Baldini, si potrebbero innescare comportamenti distorsivi come la rinuncia a cercare un lavoro o addirittura l'abbandono dell'attività da parte di uno dei componenti della famiglia.
Così resta solo il potenziamento di una misura che già c'è e sulla quale si sta lavorando: il Reddito di inclusione. Le differenze sono sostanziali: la cifra ha base fissa e varia solo con il numero dei componenti del nucleo, circa 300 euro in media, riducendo il rischio di comportamenti opportunistici; inoltre la platea è ridotta a chi ha meno di 2.250 euro all'anno netti per un sig