schermata 2000 pixels











Di cosa parliamo in questa pagina.
Vi racconto quella che continuo a considerare una fake news ma penso che non lo sia. Proviene da un portaborse ministeriale di centrodestra.
Dunque un bel giorno i servizi segreti italiani comunicano al presidente Stucchi (Lega Nord) del "Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica (COPASIR) che qualcuno della Lega (con tanto di nomi cognomi prestanomi e agenzie) traffica molti soldi fuorilegge con l'estero in svariate operazioni. Da dove vengano quei soldi é facile immaginare perchè gli attori non hanno rendite redditi proprietà tale da permetterselo. Non appaiono nemmeno tangenti sotterraneee che rientrano o escono dall'Italia alla luce dei controlli di Banca d'Italia.
La faccenda viene subito posta ai massimi livelli istituzionali  fino al Quirinale da Napolitano. Salto un pezzo della storia ed arrivo alla conclusione. Inimmaginabile una retata con l'arresto di una dozzina di esponenti  di massimo livello dentro la Lega che sta pure al governo in quel momento. Qualcuno -forse più di uno dentro i vari staff coinvolti - suggerisce un'uscita soft dall'impasse. Azzerare in modo pulito  la vecchia dirigenza, salvare la parte politica in atto, con l'impegno che quelli intercettati non siano più della partita. Il tutto con una rappresentazione pubblica che sia efficace ma nemmeno troppo cruenta verso chi é sospettato di avere le mani  nella marmellata.
Col patto che, quel che  deciderà la magistratura, bisognerà rassegnarsi. Cosa che succede. Salvo il fatto che adesso c'é Mattarella e di questa storia proprio non vuole saperne.
Veniamo al dunque.
Il grafico allegato all'articolo di Fubini che indica i posti di lavoro creati o perduti dai vari governi a partire da Fanfani/Cossiga/Spadolini fino al SalviMaio indica che non stiamo proprio andando bene nonostante le giravolte del governo e le balle che si sentono a Cernobbio.
Poi. Poi siamo di fronte ad una nuova emergenza di cui nessuno ne vuole prendere atto. Anzi: la considerano come evento isolato e finito.
L'anno scorso a Bresso ci fu una situazione che vide parecchi anziani schiattare per infezioni di legionella senza che venisse individuata la causa. In queste settimane tocca  a un gruppo di comuni del Bresciano con una infezione di polmonite che si subodora sia collegata alla legionella. Anche stavolta non si cava il ragno dal buco. Per adesso:speriamo.
E' giunto il momento di prendere seriamente in esame questi fatti perchè sebbene siano solo due (con quasi dieci morti, però) siccome non si é compreso il come perchè da dove provenga la faccenda, meglio smetterla col caso singolo e  bisogna prenderla come situazione destinata ad estendersi.



































Federico Fubini
IL FANTASMA DELLA CRESCITA ZERO


Chissà se gli è venuta fuori spontanea, oppure era preparata per sembrare tale. Ma Matteo Salvini ieri mattina a Cernobbio ha pronunciato una battuta che suonava distante anni luce dalla precedente incarnazione del leader leghista, quando a febbraio scorso nell'aula di Strasburgo accusava l'Unione europea di essere un «Titanic».
Ormai vicepremier da cento giorni, ieri al Forum Ambrosetti Salvini invece ha tenuto a ripetere che il suo governo farà di tutto per rispettare le regole europee sul deficit. «Ormai mi alzo la mattina e guardo lo spread invece di telefonare ai miei figli». La ragione specifica di questa conversione, ammette lo stesso Salvini, è l'esplosione dei rendimenti dei titoli di Stato da quando a maggio scorso uscì la prima versione del «contratto» di governo (con l'ipotesi di referendum di uscita dall'euro e default verso la Banca centrale europea).
Dev'esserci però anche una ragione più generale, nei tentativi di rassicurare di Salvini e degli altri leader di governo. Perché di solito le sfide le si lanciano quando ci si sente forti. Invece più o meno da quando questo governo si è affacciato alla ribalta e si è messo al lavoro, l'economia italiana dà segni di una debolezza sempre maggiore. Quasi al punto da riavvicinarsi, magari provvisoriamente e per pochi mesi, allo stadio della crescita zero. Tutt'altro che nelle condizioni di sostenere una schermaglia con la Commissione Ue o con i mercati finanziari.
Da qualche tempo in effetti le spie rosse hanno iniziato ad accendersi e non solo quelle, molto visibili, attivate dagli investitori. Target 2, il sistema di pagamenti della Banca centrale europea, ha accumulato per l'Italia un rosso di 45 miliardi di euro fra inizio maggio a fine luglio: segno che molti capitali hanno iniziato a lasciare il Paese. Anche nell'economia reale però le spie hanno stanno girando al rosso più intenso. Nei primi due mesi di governo, giugno e luglio, si sono persi in Italia 90 mila posti di lavoro a tempo indeterminato secondo l'istituto statistico Istat (solo in piccola parte compensati da 24 mila nuovi contratti precari netti). Il ritmo al quale l'economia ha bruciato posti estate è stato dunque di 1.131 impieghi al giorno: un netto cambio di stagione da quando, fino a cinque o sei mesi fa, ogni giorno se ne creavano 900 netti in più. In realtà era dall'inizio della ripresa nel 2014 che l'occupazione nel Paese non diminuiva per tre mesi di seguito, come nell'ultimo trimestre. E come mostra il grafico, basato su dati Istat e Banca d'Italia, neppure durante le ultime tre recessioni (governo Amato nel '92, quarto governo Berlusconi nel 2001, governo Monti nel 2011-2013) il ritmo di distruzione di posti è stato tanto rapido.
Va detto che il periodo sotto esame del governo legastellato è più breve e provvisorio. Ma che qualcosa stia andando storto in questi mesi lo segnala anche la cassa integrazione, che ha ripreso a crescere dopo una lunga fase discendente. Ancora a maggio scorso le ore autorizzate erano 50 mila in meno rispetto a anno prima, secondo i dati dell'Inps; a luglio erano già 878 mila più del luglio del 2017.
Sono tutti segni che le imprese hanno rallentato e rinviato gli investimenti. L'indice Pmi della fiducia dei manager dell'industria è sceso in agosto alla soglia sotto la quale c'è contrazione dell'attività. In parte c'è stato un (piccolo) rallentamento europeo. Ma certo l'incertezza seminata dai governanti di M5S e Lega, sull'euro o sui conti, ha congelato i piani delle imprese. Non stupisce che ora Salvini e colleghi cerchino di rassicurare, prima che l'Italia faccia un altro passo di troppo verso il fantasma della crescita zer
NUOVE EMERGENZE SANITARIE URBANE


Questa estate –tutto sommato per niente calda viste le precipitazioni e la media delle temperature- ci ha portato un altro segnale cui porre attenzione.  La prima avvisaglia nel comune di Bresso ai primi di agosto. Legionella, a Bresso il mistero: a luglio 4 morti e 52 contagi
A soli otto chilometri da Milano, dove ormai i poco più di 20 mila abitanti hanno paura di respirare aria contaminata e farsi la doccia con acqua infetta, c’è un paese, Bresso, ostaggio della legionella: ci si ammala respirando goccioline d’acqua infetta, invisibili ma presenti nell’aria o nell’acqua. Una task force di oltre trenta 007, anche arrivati da Roma, cerca di individuare la causa. Gli abitanti finiti in ospedale con febbre alta, difficoltà respiratorie e in stato confusionale, ormai sono 52. E c’è un’altra vittima: purtroppo si conta il quarto morto in due settimane. Ma il diffondersi dei contagi resta ancora un mistero. Un enigma da decifrare che toglie il sonno e cattura l’attenzione delle autorità sanitarie a livello nazionale. L’unica certezza: «È la prima volta in Italia che si registra un numero così elevato. Il problema nasce perché qualcuno non ha osservato le norme tecniche di buona manutenzione degli impianti idrici o aeraulici (torri di raffreddamento per i mega condizionatori d’aria di imprese, alberghi e supermercati)».
L’ultimo anziano, 89 anni, è morto venerdì sera all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo. Ha il fisico debilitato dalla malattia, un infarto lo stronca. Le altre vittime risalgono al 22-25 luglio: due anziani di 94 anni sono deceduti nel giro di 48 ore per le complicazioni causate dal contatto con il pericoloso batterio, e il giorno seguente a morire è una donna di 84 anni. Il primo caso risale al 10 luglio. Da allora per Bresso non c’è più pace: due, tre, quattro contagi al giorno e un doppio picco di sei e sette ricoveri, rispettivamente il 19-20 e il 27-28 luglio. È un incubo che ritorna. Tutti si ricordano i 9 ammalati di legionella dell’ottobre 2014, con un morto, e il reale motivo del contagio mai scoperto. «Non deve ripetersi», è la supplica degli abitanti.

Non passa nemmeno un mese e ai primi di settembre scoppia il caso delle polmoniti a Brescia, i casi sono oltre 150. C’è subito un vertice d'emergenza tra i gestori degli stessi acquedotti e Ats di Brescia. Ricoverate oltre 150 persone tra Brescia e Mantova. Centoventuno persone al pronto soccorso con gli stessi sintomi e la stessa diagnosi: polmonite. Centoventuno pazienti tutti concentrati nella Bassa Bresciana e in alcuni paesi al confine con l’alto Mantovano, sparsi tra i comuni di Calvisano, Carpenedolo, Montichiari, Acquafredda, Desenzano e Gavardo. A essere preso d’assalto soprattutto l’ospedale di Montichiari: negli ultimi giorni al pronto soccorso la percentuale di consulti per polmonite è passata dall’1 all’80 per cento.
Una epidemia. Un picco di contagio inspiegabile, per ora. Una situazione seria che ha fatto finire in corsia già 107 persone. Medici e tecnici stanno cercando di capire se ci sia una correlazione fra tutti questi casi. Se ci sia una fonte di contagio unica. E se, vista la sintomatologia non tradizionale, si sia in presenza di polmonite comunitaria, presa cioè tra le mura domestiche e causata dal batterio della legionella. Se si tratti di polmonite da legionella non si può ancora dire, quel che è certo è che questo batterio ha contagiato due dei pazienti, da ieri ricoverati in Rianimazione all’ospedale Civile di Brescia, le loro condizioni si sono aggravate e i medici hanno disposto il trasferimento dal reparto infettivi alla terapia intensiva.
Ma sono i casi di polmonite a preoccupare, perché la fonte del contagio non è ancora stata individuata. E tutti i primi marker di screening effettuati in pronto soccorso, per capire appunto se si tratti di polmonite da legionella, sono risultati negativi. Sorvegliata speciale è la rete idrica, gli acquedotti, ma anche i pozzi, perché in alcuni dei paesi coinvolti i cittadini ricevono l’acqua da pozzi diversi e non da un unico distributore. All’Ats di Brescia stanno affluendo i dati dai vari pronto soccorso degli ospedali, in modo che si disegni tutta la mappa dell’epidemia e si possa capire quali sono le zone più colpite e quelle che possono essere considerate a rischio.
Così  passano gli anni e ne le ATS ne il Ministero della Salute riescono a dare una risposta per impedire che si ripetano queste tragedie. Dopo avere verificato a Genova l’intreccio tra rapporti privati e prestazioni pubbliche di chi doveva controllare «per conto dei cittadini» e in parallelo controllava (legittimamente: sta scritto nelle carte e nelle leggi...) «per conto dei controllati» non vorremmo che qualcuno, qualche decina, qualche centinaio, qualche migliaio  di cittadini finissero al Creatore. Per colpa di nessuno perché tutti hanno sempre ragione e la legge dalla loro parte.
PS.: in città ci sono dei bar coi tavolini all’aperto che dotano i loro ventilatori di spruzzatori di acqua. La vaporizzazione dell’acqua «dovrebbe» rinfrescare lo spazio spruzzato. E la legionella?