schermata 2000 pixels












Di cosa parliamo in questa pagina.
Parenzo e Telese sulla SETTE non riescono a trattenere il ballista Toninelli. "Dimenticano" di ricordargli che i documenti delle concessioni ASPI sono stati presentati dall'ASPI stessa prima che dal governo.
Poi il Toninelli tuitta un documento con le date precedenti al suo incarico. Roba da ballisti: una tuittata sui propri attributi ministeriali.
E il PD dimentica di chiederne le dimissioni. Chiederanno le dimisisoni di Renzi ?.
Cucina Nostrana. La giunta Gamba  intende vendere il sottosuolo del giardino di via Marconi perchè qualche privato costruisca dei garage.
In paese già si moromora chi sarà il costruttore. Vedremo.
Ovviamente saranno "garage economici" visto come sono messi e fatti.
La PM del processo Bossetti era alla Berghem Fest della Lega ed ha visto e parlato con Salvini. Varrebbe la pena affidarle un posto di sottosegretaria alla giustizia giusta.

http://www.la7.it/in-onda/rivedila7/in-onda-puntata-05092018-05-09-2018-249357

https://www.ilfoglio.it/economia/2016/04/20/news/il-link-mondardini-95156/




























PARENZO, TELESE SULLA SETTE NON REGGONO IL BALLISTA TONI NELLI



Nella trasmissione “In Onda” sulla 7, programma di approfondimento quotidiano condotto da David Parenzo e Luca Telese l'ospite di ieri era lo svampito Toninelli classe 1974 da Soresina (CR) oggi Ministro delle infrastrutture e dei trasporti della Repubblica Italiana. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica al liceo "Pascal" di Manerbio, in provincia di Brescia, nel 1994 si iscrive all'università scegliendo la facoltà di Giurisprudenza all'Università degli Studi di Brescia. Si laurea cinque anni più tardi. A partire dal 1999 –a 25 anni- è Ufficiale di Complemento dell'Arma dei Carabinieri, ma abbandona tale ruolo nel 2001. Successivamente viene assunto come impiegato in una compagnia assicurativa.
Toninelli non è uno di quelli che si fa mettere sotto da un giornalista qualsiasi perché è uno che ha imparato poche frasi a memoria e le infila in ogni intervento. Si veda la trasmissione al link in fondo pagina. Ieri sera ha affrontato petto e pelo in fuori la coppia Parenzo-Telese raccontando la solito rosario di cappellate –già dette addirittura in Parlamento- che da un laureato in legge e per di più ministro uno non si aspetterebbe sentire. La trasmissione ha riservato due notizie. La prima che entro tre mesi tutti gli sfollati (257 famiglie, 566 sfollati, 2400 imprese incasinate) di Genova avranno una casa. Secondo gli ultimi dati (al 04 settembre),  sono stati già assegnati 88 alloggi pubblici dei 170 messi a disposizione per questa emergenza, e 4 dei 96 appartamenti offerti da privati, mentre 58 famiglie hanno chiesto il contributo per trovare una sistemazione autonomamente, e i 50 alloggi di Cassa Depositi e Prestiti saranno consegnati entro il 30 settembre. «Contiamo di dare una sistemazione a tutti entro settembre» ha dichiarato ieri il sindaco Marco Bucci durante la seduta congiunta dei consigli comunale e regionale che, nella sala della Regione in via Fieschi, è stata dedicata alla tragedia del viadotto Morandi. Toninelli – che da ministro di appartamenti non ne ha assegnato e dato nessuno e non ha nemmeno mollato un euro agli sfollati- ha dichiarato che entro “entro novembre” tutti gli sfollati avranno una casa. Meglio che telefoni al sindaco di Genova per informarsi: perché dalla fine settembre alla fine novembre ci giocano… due mesi. Altra notizia è che nei prossimi giorni le famiglie potranno tornare nelle case evacuate per riprendersi -in condizioni abbastanza di sicurezza- i beni abbandonati. Che è un bel casino visto che chi mette la firma per lasciarli entrare rischia anni ed anni di galera e quelli si chiamano Toti o Bucci il sindaco. Naturalmente pochi o nesusno credono che potranno davvero tornare sia pure di corsa.
Poi vuole infinocchiare l'ascoltatore raccontando che chiese ai funzionari del ministero di pubblicare tutti gli atti relativi alle concessioni ma questi, un tantino più intelligenti del ministro, fecero presente –assieme all'ASPI* e all'AISCAT**- che la pubblicazione di quegli atti nel frangente della tragedia  poteva renderli imputati del reato di aggiotaggio. Dalla sua prolusione in Parlamento e  poi televisiva appare che i funzionari gli abbiano serenamente consigliato: visto che lei è ministro ed ha l'immunità parlamentare, si assuma la responsabilità della pubblicazione. Purtroppo la pubblicazione dell'intero faldone da parte del ministro arriva con mezza giornata di ritardo rispetto alla pubblicazione da parte dell'ASPI. E con molti mesi di ritardo rispetto alla comunicazione alla commissione parlamentare degli stessi atti. Commissione in cui c'erano pure i grillini. E su questo “contrattempo” ci fu una discreta ironia dei media sulla “tempestività ministeriale”.
A questo punto della trasmissione uno si aspetterebbe che Parenzo e Telese –giornalisti  con tanto di petto e pelo in fuori- facciano presente al Toninelli: “guardi che l'ASPI quei documenti li ha pubblicati prima di lei ministro…”. Invece hanno dimenticato la domanda.
Non hanno invece dimenticato di difendere i propri attributi quando il ballista Toninellli – stavolta leggermente pressato da Telese- ha affermato che nei CdA di ASPI e LaRepubblica/Espresso c'erano le stesse persone e quindi anche dai giornaloni sarebbero venute pressioni  per la non pubblicazione dell'intero faldone delle concessioni. Alla fine del tira&molla esce che la Mondardini, uscita dal CdA della GEDI sta nel CdA di Atlantia. Tutti però dimenticano di dire che la Mondardini entra in Atlantia perché subentra a Palezona-Unicredt in AdR che è di Atlantia. Il Foglio ha fatto un bella presentazione degli intrecci degli amministratori delle società indicate: vedi link in fondo pagina. La Mondardini più che di autostrade o editoria se ne intende di conti e viene chiamata a risanare situazioni non proprio brillanti.
Oggi il ballista Toninelli si è segato gli attributi da solo. Ha tuittato  "Aiscat smentita sui fatti", e in un post in cui rende noti i documenti che dimostrerebbero le pressioni ricevute dal suo dicastero dall'Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori. Sono due fogli, evidenziati di giallo per mostrare esattamente con quali parole l'ente avrebbe provato a dissuadere il Mit dal desecretare gli atti sulle concessioni. Questi atti sono stati protoccolati rispettivamente l'11 gennaio e il 7 marzo, prima, cioè, che al dicastero si insediasse il ministro pentastellato.
Nell'intervista di stamattina sul Corriere di Daniele Manca: Alla fine le autostrade le avete prese voi però… a Gilberto Benetton risponde:  «Ma lei ricorda la difficoltà di creare una cordata di imprenditori a guida italiana che volessero rilevare le autostrade? L'asta richiedeva di rilevare il 30% di Autostrade, noi di Edizione volevamo il 4% e finimmo per prenderne il 18 perché oltre ai soci che condivisero con noi quel progetto — Fondazione Crt, Generali, Unicredit, Abertis e Brisa — non si fece vivo nessun altro. Nessuno. Dopo aver dimostrato con Autogrill (privatizzata nel 1995) che Edizione era in grado, come azionista, di saper sviluppare anche business lontani da quello delle nostre origini, ci si è cimentati con questa sfida offrendo una cifra che allora fu giudicata spropositata, l'intera società con la nostra offerta veniva infatti valutata 8,4 miliardi di euro di allora, un “regalo” piuttosto caro direi, e questo oggi nessuno lo vuole ricordare. Con Edizione c'era la convinzione di poter affrontare una fase nuova che implicava anche una grande responsabilità verso il Paese, l'azienda, i suoi dipendenti, e tutti quegli investitori che parteciparono e mostrarono fiducia in quel progetto. E in cui credono ancora oggi poiché gli investitori e i risparmiatori rappresentano il 70 per cento della proprietà di Atlantia».
Alla fine della fiera salta fuori che nel quinquennio 2013-2017 la remunerazione lorda del capitale era del 10,2% mentre per il quinquennio successivo sarebbe stata del 7,3% sempre al lordo delle tasse.
La chiudiamo qui perché se un laureato in legge che per di più fa anche il ministro non riesce a capire che caos sta mettendo in piedi oltre quello che c'è già, ci sono problemi di natura personale e politica che vanno affrontati dal presidente del consiglio piuttosto che da un analfabeta sia in campo legale che tecnico visto che un minimo di tecnica  bisogna pure conoscerla se vuoi fare il ministro delle infrastrutture e trasporti.
Certo è che ASPI è in una botte di ferro.
Certo che è riuscita a farsi fare una concessione aurea e blindata.
Certo è che il ponte sarà ricostruito ancora da ASPI e da qualcuno assieme a loro e non il contrario. Il problema è che finora ASPI è convinta che il crollo non dipenda dalla scarsa o errata manutenzione da parte loro (e quindi bisognerà attendere la fine del processo: chissà quando…). Certo è che dal 1994 al 1999 i lavori eseguiti alla pila 11 dovevano essere fatti dall'ANAS immediatamente anche alle pile 9 e 10. Lo disse lo stesso progettista Riccardo Morandi. Poi dal 1999 il “problema” passa ad ASPI (vero: al tempo non si chiamava ancora così) ma come mai il  ministero di allora non pretese da ANAS per cinque anni e da ASPI per gli altri 2017-1999=18 anni di replicare subito sulle pile 9 e 10 quanto eseguito sulla pila 11 fin dal 1992-1993?.
La risposta a tutte queste domande sta nella risposta di Gilberto Benetton a giornalista del Corriere: “L'asta richiedeva di rilevare il 30% di Autostrade, noi di Edizione volevamo il 4% e finimmo per prenderne il 18 perché oltre ai soci che condivisero con noi quel progetto — Fondazione Crt, Generali, Unicredit, Abertis e Brisa — non si fece vivo nessun altro. Nessuno.”
Tradotto: tutti consideravano le autostrade une fregatura. Tra le altre le pile 10 e 11 del viadotto Morandi.0 e 11
LA PM DEL PROCESSO BOSSETTI A  ALLA BERGHEMFEST CON SALVINI

Non abbiamo mai condiviso il modo di procedere delle indagini nel delitto Gambirasio da parte della PM Letizia Ruggeri e ne abbiamo sottolineato i limiti in base a quello che veniva narrato dalle cronache giornalistiche. Dalle cronache dei giornali -relativamente al processo- non si è mai compreso com’è  che la vittima fosse salita sul camioncino del suo potenziale assassino e non hanno mai dato la spiegazione della PM Ruggeri di quell’atto. Una questione non da poco perché la vittima o era salita  da sola e consenziente sul camioncino e s’era allontanata tranquilla col suo assassino oppure se fosse stata rapita contro la sua volontà, non poteva essere trasportata da una sola persona (l’assassino) ma semmai era stata rapita da almeno due persone  utilizzando un furgone chiuso. Nel primo caso la faccenda si ribaltava perché la vittima conosceva il suo potenziale assassino e questo smentiva tutto il castello dell’accusa. Nel secondo caso  era evidente che la vittima fosse stata zittita (da una persona che non era alla guida) subito dentro il furgone chiuso perché attraversando  tutte le zone abitate fino al luogo del ritrovamento del cadavere si sarebbe messa a gridare ad ogni sosta per uno stop o un semaforo. Morale della favola: a nostro avviso il delitto s’è attuato in maniera più complessa di come è stato descritto. Adesso il passo falso della Ruggeri che va alla festa della Lega e ne incontra il segretario. Il ministro dell’interno Maroni voleva dimostrare -vedi l’inutile bordello messo in piedi con la Protezione Civile- che con un leghista al Viminale non c’era scampo per nessuno. Non ci crediamo.
LA GIUNTA GAMBA VENDERA' IL SOTTOSUOLO DEL GIARDINO DI VIA MARCONI PER FARE DEI GARAGES PRIVATI?

L'Assessore Conti spiega brevemente la modifica del piano di vendita di immobili comunali non più necessari al compito istituzionale. Modifica che, come già anticipato in altre sedute del Consiglio, riguarda l'utilizzo del sottosuolo del parco di Via Marconi e dunque la valutazione del valore di tale cessione del sottosuolo per l'utilizzo. La particolarità deriva dal fatto che non si tratta, appunto, di cessione in proprietà piena, dunque la valutazione è stata più complessa. Il vincolo è difat ti quello dell'utilizzo ad autorimesse e dunque del vincolo pertinenziale con le abitazioni.
Si vedrà poi come procedere con il bando e relative condizioni.
Si tratta, in pratica, di un primo tentativo di mettere a disposizione aree per rimediare al deficit di autorimesse tipico del centro storico. La legge agevola questa finalità ma il vero problema è appun to il reperimento delle aree.
Il Cons. Paolo Cavagna chiede come sia stato calcolato questo valore e se vi sia una stima.
Risponde l'Assessore Conti spiegando che la stima proposta, è stata fatta congiuntamente dall'Ufficio Tecnico e da un tecnico esterno incaricato. Il Cons. Paolo Cavagna chiede, per la prossima volta, che venga allegata tale stima altrimenti ogni volta devono essere i consiglieri a dover richiedere. Il Sindaco chiarisce che non è obbligatoria allegare una stima nell'atto, ma che gli uffici sono a disposizione.
(…) Si procede quindi a votazione.  Consiglieri presenti n.9. Votano a favore 8 e si astiene il cons. Paolo Cavagna.
Assenti tre consiglieri di minoranza.

La trasparenza della giunta Gamba è sempre al top:»non è obbligatoria allegare una stima nell'atto, ma che gli uffici sono a disposizione». Non è specificato «a disposizione di CHI» anche perchè è evidente la sollecitazione alla giunta per un intervento in tale posizione non proviene da un pensionato che vuole farsi il garage interrato per ricoverare la 127 verde oliva del 1995 ma si tratterà di una solida speculazione immobiliare fatta per spennare quelli cui la macchina serve davvero come strumento di lavoro prima che di divertimento.
Poi tutto viene indorato come una decisone  autonoma della giunta, viene interdetto ai cittadini che hanno dedicato la serata ad ascoltare il consiglio di sapere perlomeno il primo orientamento valutativo del bene. Stessa osservazione alle minoranze che oltre ad essere massicciamente assenti (tre su quattro) nemmeno in un momento successivo il Cavagna Paolo s’è degnato di prendere visone  della valutazione e renderla nota sul sito web della minoranza o in bacheca. Non vorremmo che pure l’amamuina del P. Cavagna fosse della partita della maggioranza. In paese già si fa il nome del vincitore del bando d’acquisto. Lasciamo passare qualche settimana e vediamo cosa dice la gggente.