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preparazione della planimetria per la creazione di un giardino di Piet Oudolf








Di cosa parliamo in questa pagina.
Il governo SalviMaio è un consesso di fanigottoni ma riescono a far danno pure senza fare nulla.
Per esempio non si capisce se Salvini stia a Roma al Viminale oppure sia perennemente in giro per l'Italia a fare dirette facebook e campagna elettorale.
Amorazzi pentastellati e leghisti per i treni pendolari lumbard: arriveranno "treni e ferrovieri USATI". Nel senso che sogno già "usati".
Come funziona l'Italia. Ieri troviamo  nella cassetta una lettera. La apriamo per scoprire che ci é stata spedita dal Comune di Curno il 26 aprile ed é stata timbrata il 28 agosto dal centro spedizione di Milano.
Dentro c'è la solita lagna copia&incolla della dirigente dell'ufficio tecnico di Curno la quale non ha ancora compreso -e non é una laureata di primo pelo!- che un conto sono le questioni urbanistiche tra privati ed altro conto sono le delibere consigliari. Per vedere gli atti delle prime si applica la normativa della legge 241/1990. Invece le delibere consigliari debbono essere consegnate seduta stante a chiunque ne faccia  richiesta. Invece l'hanno imbeccata che non si può.
Specialmente ai tenutari di un blog.
Tra Poste Italiane e Comune di Curno, chissà che funziona meglio.



                                                                                                                                                                                                                      

































IL GOVERNO GIALLO VERDE: PERICOLOSI FANIGOTTONI AL GOVERNO
FANNO DANNO ANCHE SENZA FARE NULLA

C'è un pericoloso paradosso che sta cominciando a caratterizzare la politica economica del governo: l'esecutivo riesce a commettere danni, pur non facendo quasi nulla. A tre mesi esatti dal giuramento al Quirinale, i provvedimenti del governo si contano sulle dita di una mano. I ministri, a partire dal vice-premier Luigi Di Maio, preferiscono lanciarsi in surreali proclami a proposito del presunto limite del 3% del rapporto fra deficit di bilancio e prodotto interno lordo, che da tempo non è più un obbiettivo di finanza pubblica. Tanto basta, però, per rendere gli investitori italiani e stranieri sempre più preoccupati delle sorti del nostro Paese.
E dire che, almeno prima delle elezioni, Lega e Movimento 5 Stelle avevano promesso una partenza sprint. Alessandro Di Battista aveva assicurato che, una volta al governo, i grillini avrebbero bloccato il gasdotto Tap nel giro di quindici giorni.
Matteo Salvini, invece, si era speso sulle accise sulla benzina, che sarebbero state ridotte addirittura al primo Consiglio dei ministri. Siamo ormai al primo settembre e di questi provvedimenti non c'è traccia.
Del fin qui piuttosto sfaccendato governo gialloverde si ricordano soltanto: il rinvio di sei mesi della fatturazione elettronica per i carburanti; il decreto Di Maio che apporta qualche marginale modifica al funzionamento del mercato del lavoro; e la proroga della riforma delle Banche di Credito Cooperativo. Sui dossier più importanti, come il futuro di Ilva, ci sono stati fin qui solo rinvii. In teoria ci sarebbe solo da rallegrarsi per questo prolungato ozio. Molti dei provvedimenti immaginati in campagna elettorale e poi traslati nel "contratto di governo" rischiano di fare grossi danni al nostro tessuto produttivo, oltre a non aver la minima parvenza di copertura finanziaria. Il problema è che Di Maio e Salvini riescono a far guai anche da fermi. L'asta di titoli di Stato di questa settimana ha portato i Btp decennali a segnare i rendimenti più alti dal 2014. Sul mercato secondario, lo spread con i Bund tedeschi ha superato i 290 punti base.
Negli ultimi tre mesi la borsa di Milano ha perso quasi il 7%, a fronte di perdite assai più contenute di tutti gli altri principali listini della zona euro.
Come spiegare questo paradosso? La prima ragione è l'enorme incertezza sulla strategia economica del governo. A poche settimane dalla presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, non si ha idea di quali saranno gli obiettivi di finanza pubblica del governo. A fronte del realismo del ministro dell'Econo mia, Giovanni Tria, Di Maio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, preferiscono fare la voce grossa annunciando che il governo potrebbe superare la soglia del 3% tra deficit e Pil.
Peccato che le regole europee prevedano oggi degli obbiettivi di riduzione del disavanzo ben più ambiziosi, vista la fase ancora piuttosto favorevole del ciclo economico. Un deficit anche appena sotto il 3% sarebbe tutto tranne che prudente.
La seconda ragione è l'improvvisazione del governo. Giovedì, Stefano Buffagni (M5S) si è vantato della pessima asta di poche ore prima, sottolineando come fosse andata sold out — ma tralasciando il significato della forte crescita dei rendimenti. Questa marchiana propaganda segue di poche settimane la baraonda che ha accompagnato la scrittura del decreto Di Maio sul lavoro, con provvedimenti riscritti dopo che il governo si era improvvisamente accorto dei potenziali danni all'occupazione. Se questo è l'inizio, figuriamoci la legge di bilancio.

Ferdinando Giuliano
PER I LOMBARDI TRENI E FERROVIERI "USATI".
SEMMAI ARRIVERANNO


Una « parziale risposta positiva », la definisce il governatore Attilio Fontana. Mentre il nuovo ad di Fs, Gianfranco Battisti, assicura che d'ora in poi per l'azienda « prima di tutto vengono i treni pendolari, che sono l' 86 per cento dei viaggiatori ». Eppure.
Dopo mesi di balletti, ieri Regione e Ferrovie hanno fatto il punto su Trenord, con un incontro tra Fontana e Battisti. Alla fine, Fs si è impegnata a portare in Lombardia personale e treni in più. Non comprati nuovi di zecca, però. Usati: i convogli arriveranno da quelle flotte, come i charter e i treni che fanno trasporti verso destinazioni religiose quali Lourdes, che hanno un carico minore di passeggeri. In tutto, nove treni e venti macchinisti di Fs (in distacco temporaneo a Trenord) arriveranno in Lombardia da qui a ottobre: le indiscrezioni dei giorni scorsi parlavano di 50 persone, il bottino per il Pirellone alla fine però è stato più magro. Altri 25 treni (sempre usati) saranno qui nel corso del 2019. A questi entro la fine dell'anno prossimo se ne sommeranno poi altri 15, stavolta nuovi e presumibilmente provenienti dall'accordo che Trenitalia ha già in essere con Hitachi. Congelato per ora, invece, il riassetto societario, molto caldeggiato dalla Regione prima dell'estate. Un bottino modesto, insomma. Ma tant'è: la tregua è siglata, e Fontana può comunque dire di essere «soddisfatto: le nostre richieste per fronteggiare l'emergenza sono state accolte». Anche se, aggiunge poi in una nota post-incontro, « la proposta dovrà essere ancora valutata tecnicamente da Regione e Fnm». Anche perché rimane aperta, appunto, la questione della governance: il nuovo ad, Marco Piuri, sarà nominato ufficialmente entro 15 giorni. Sia da Regione che da Fs si sottolinea che «avrà autonomia». Certo è, però, che senza che un riassetto societario — oggi il 50 per cento di Trenord è in capo a Regione, l'altro 50 a Fs — di fatto le difficoltà gestionali restano. E se l'ipotesi di divorzio sembra tramontata, e quella di un riassetto societario con il 51 per cento alla Regione e il 49 a Fs (che in cambio acquisirebbe rete ferroviaria e 124 stazioni lombarde) sembra ancora tutta da maturare, quello che a breve potrebbe arrivare è una revisione dei patti parasociali. Con una dichiarazione d'intenti di Trenord e Fs, finalizzata a dare autonomia al nuovo ad, e in prospettiva di un ( lento) riassetto societario. La telenovela, insomma, continua.

TRENI E FERROVIERI PROMESSI? UNA PRESA PER I FONDELLI



Una formidabile presa per i fondelli. Il governo SalviMaio -prima gli italiani!- ha fregato due volte i pendolari lombardi, specie quelli delle tre linee messe peggio. Evidente che ci siano stati contatti tra Violi-Toninelli e Fontana visto che hanno il governo nazionale in mano. Le FFSS manderanno  in Lombardia 9 treni USATI entro ottobre, altre 25 usati entro fine 2019 (due al mese) e sempre entro il 2019 «anche» 15 treni «nuovi» ovvero quegli Hitachi che non si sa bene se creati per la Corea piuttosto che per l’India. Manderanno (ovvio!) anche del personale (usato anche quello!) perché i treni senza macchinisti non si muovono. «Ergot le mei che negot» diranno i pendolari bergamaschi e presumibilmente anche quelli varesini cremonesi valtellinesi mentre non si sa cosa sortirà dalla variazione della proprietà di TreNord. In buona sostanza anche questa «soluzione» appare in linea col metodo  nazionale del governo SalviMaio: piccoli aggiustamenti (anche offensivi: treni e personale USATI) senza nessuna solida decisione finale. Il solo pensare che le FFSS nazionali destinino alla Lombardia i treni inusati nella stagione invernale per i pellegrinaggi fa venire il latte alle ginocchia visto che semmai «dovrebbero» essere in primis quei treni ad essere privatizzati anziché massacrare 10 volte alla settimana i pendolari. E che una FFSS non disponga di un parco treni nuovi da immettere in caso di necessità fa capire in che «stato» siamo messi e che servizio possono dare. Del resto basta vedere i treni (fisicamente) per capire che sono progettati da gente dell’ottocento. Brutti, pesanti, scomodi, un «besanino» addirittura  diesel quando basterebbero per le linee locali delle vetture tipo metropolitana. I treni costano l’iradidio ma sono costruiti  e disegnati malissimo. Quindi facendo i conti entro  fine 2019 i pendolari lombardi dovrebbero disporre di 49 convogli in più oltre il personale. Cambierà poco perché le linee (binari, armamento) sono vecchie e intasate, vi si mescolano treni nazionali e locali. Un casino. Vi racconto questa storia. Ad agosto un gruppetto di pensionati decide di fare un «mega-tour» ferroviario Bergamo Lecco Tirano Aprica Edolo Rovato Bergamo. La tratta Tirano Aprica Edolo è un servizio regionale in pulmann. A parte le due ore di sosta a Edolo per il pranzo, siamo stati in giro 26 ore senza mai perdere una coincidenza. Il giorno successivo i viaggiatori hanno dormito tutta la giornata. Stravolti. In sovrappiù ad una donna  sul Lecco-Tirano hanno ciulato il portafoglio. Poi è anche vero che nessuno aveva controllato che non l’avesse dimenticato a casa e se ne fosse scordata.
LA GIUNTA SERRA & GAMBA NON VUOLE CONTROLLI E LA DIRIGENTE SI ATTIVA A SECONDARLA



Nel corso di un consiglio comunale un consigliere di minoranza (Locatelli) affermò che l'incarico di progettazione dell'intervento sull'ex Cine2000 era stato affidato a un professionista dietro indicazione del Comune o dell'assessore al tempo (Conti: attuale assessore). Ne era uscita una astiosa e minacciosa reazione dell'ass. Conti verso il consigliere di minoranza. Anche noi eravamo e siamo convinti che nella convenzione tra Comune e Parrocchia ci fosse l'accordo che i progettisti dell'intervento venissero indicati dal Comune e quindi dall'assessore competente del caso attraverso una delibera di giunta.  Abbiamo quindi chiesto attraverso una domanda di accesso agli atti di vedere la delibera di consiglio comunale che approvava detta convenzione. L'arch. Roberta Maggioni (responsabile del settore urbanistica ambiente ecologia) ci risponse  via email. Poi in data 26 AGOSTO ‘18 ci è pervenuta ieri come riportato in foto. Per questo riprendiamo il discorso. L'arch. Maggioni  deve chiarirsi le idee (ed assieme a lei la sindaca Gamba e il segretario femmina del Comune) e comprendiamo che un architetto abbia maggiori conoscenze tecniche piuttosto che legali ma siccome il mondo è piccolo le raccomandiamo maggiore professionalità, senza bisogno che faccia corsi particolari caricando le spese ai Curnesi. L'arch.Maggioni (ed assieme a lei la sindaca Gamba e il segretario femmina del Comune) DOVREBBERE SAPERE  e se del caso DOVREBBE-RO IMPARARE a non fare confusione nel loro mestiere. Un conto che un cittadino chieda di vedere la pratica edilizia del suo confinante quando il primo veda nei lavori in corso un probabile danno in suo carico. In questo caso il primo deve dimostrare del come e perché in quanto confinante col presunto esecutore di lavori in suo danno. Non vogliamo insegnare il mestiere a nessusno ma siccome viviamo ancora nella Repub blica Italiana, come mai quel che funziona in Provincia di Bergamo non vale per Curno? Quel che l'arch. Maggioni (ed assieme a lei la sindaca Gamba e il segretario femmina del Comune) dovrebbero sapere è che in Italia TUTTE le delibere di Consiglio Comunale sono SEMPRE accessibili in qualunque momento a  qualunque cittadino europeo senza che questi debba dimostrare alcunchè. Per la semplice ragione che siccome per legge le delibere di consiglio comunale SONO OBBLIGATO- RIAMENTE pubblicate all'albo pretorio queste debbono sempre essere accessibili a semplice richiesta al desco del municipio. Noi siamo convinti che sia l'arch. Maggioni che la sindaca Gamba e il segretario femmina del Comune conoscano la legge ma che “sfidino” il cittadino (“faccia ricorso...”) per ragioni facilmente intuibili: tutelare la Kasta.  Figurati se uno spende soldi per dare una sberlina politica a qualcuno(a). Detto questo, ciascuno (ciascuna) si fa pesare per quel che firma.