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Di cosa parliamo in questa pagina.
Apparentemente conclusa la tragedia Diciotti se osserviamo tutto l'insieme maturato ieri pomeriggio e sera (25.08.2018) ci rendiamo conto che si tratta di una brutale presa per il naso per dirlo in termini politicamente corretti.  Che non si immaginasse neppure una ripetizione del sequestro di 195 persone come era già accaduto con la nave ONG Open Arms con 59 migranti a bordo approdata il 05 giugno u.s. che il governo spagnolo di Pedro Sanchez aveva autorizzato all'attracco accogliendo l'offerta della sindaca della città catalana, Ada Colau, dichiarata non volersi rendere complice "delle politiche della morte di Matteo Salvini", lo prevedeva il buonsenso  oltre che le leggi e l'umanità e invece è successo di nuovo.
Ma è una presa in giro dal momento che non bisogna essere geni preveggenti per capire che gli immigrati che arriveranno in Albania ce li troveremo entro pochi giorni in Italia e Germania. Così come quelli ospitati dal Vaticano mica li terranno dentro un  campo murato con le guardie svizzere armate nelle garitte. Si spargeranno per Roma in mezzo al milione di turisti e romani che ogni giorno vi trafficano di tutto e di più. Insomma: tutta una sceneggiata che ha costretto dei poveri a patire ancora di più mentre alla fine, quello che vorrebbe essere una vittoria sbandierata da Salvini in realtà si riduce al normale caos che viviamo da almeno dieci anni. Non abbiamo uno straccio di idea e di progetto pratici sul che fare in Europa e in Italia. Intanto loro si arrangiano perché vengono da terre dove hanno patito talmente tanto che sopravviveranno alla faccia di Salvini, dei cattoleghisti e dei catto comunisti «political corrects» nostrani.

Non ci sono solo gli immigrati d'oltre Mediterraneo.
Quando a chiedere asilo sono gli europei: ogni anno, quasi 100.000 europei fanno domanda d’asilo nei paesi UE, e il numero di richieste accolte tende ad aumentare. Eppure questo fenomeno rimane ai margini del dibattito sul diritto d’asilo – e di quello sull’allargamento.


https://www.balcanicaucaso.org/Tutte-le-notizie/Quando-a-chiedere-asilo-sono-gli-europei-189641



                  
























































C'HANNO PRESO PER IL NASO

I moderati razzisti cattoleghisti nostrani assieme ai cattocomunismi «political corrects» hanno tratto un sospirone di sollievo ieri sera con la notizia data dalle televisioni a reti unificate all'ora di cena. Salvini è indagato: sequestro di persona, arresto illegale, abuso d'ufficio » . Sono pesanti le contestazioni che il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio muove al ministro dell'Interno Matteo Salvini, da ieri pomeriggio ufficialmente indagato per il « mancato sbarco degli immigrati dal pattugliatore Umberto Diciotti». Poche righe di comunicato, alle nove di sera, per spiegare che il fascicolo passa « doverosamente » al tribunale dei ministri di Palermo, mentre il dramma dei migranti sta per sbloccarsi.

Un'ora dopo, infatti, fonti del Viminale comunicano che le operazioni di sbarco «inizieranno presto » per tutti. La vicenda tragicomica dei sequestrati sulla Diciotti finiva in gloria. Ed alle 00.15 sono iniziate le operazioni di sbarco degli ultimi 137 migranti salvati dalla Guardia costiera a Ferragosto e poi «sequestrati» per 9 giorni a bordo della nave per ordine del ministero dell'Interno. A terra poco prima della mezzanotte — dopo il via libera del Viminale — è apparsa l'incredibile macchina dell'accoglienza Italiana: croce rossa, polizia scientifica per il foto segnalamento, organizzazioni umanitarie per le domande di asilo hanno accolto i migranti sul molo di Levante. Il solito carrozzone «political correct» da ringraziare. I più fortunati, la maggior parte di nazionalità eritrea, sono stati trasferiti a Messina in una struttura messa disposizione dalla Conferenza episcopale italiana che ha avuto un ruolo decisivo per sbloccare lo stallo. Finiranno in un centro di accoglienza voluto dalla CEI da allestire a Santa Maria in Galeria, dalle parti delle antenne del Vaticano. In 20, dal futuro più incerto, verranno selezionati non si sa in base a quale criterio e mandati in Albania. Altri 20 infine termineranno il loro lungo viaggio in Irlanda. Deo gratias.

Gli immigrati salvati dalla Guardia costiera erano 192: dopo Ferragosto, 15 di loro, malati, sono stati sbarcati a Lampedusa, poi giovedì sono potuti scendere i 27 minori e ieri l'autorità sanitaria del porto di Catania ha ordinato il ricovero immediato in ospedale di altri 16 immigrati. Per tutte le 11 donne presenti a bordo, i medici della sanità portuale, hanno confermato le violenze sessuali subite in Libia e per alcuni degli uomini sottoposti a visita medica sono stati evidenziati casi di tubercolosi e di polmonite. Sui numeri però c'è ancora qualche margine di incertezza tanto che in serata in porto circolava la voce non confermata che due immigrati mancherebbero all'appello. Solo 7 delle 11 donne presenti sulla «Diciotti» hanno deciso di accettare il ricovero nell'ospedale Garibaldi. Tutte (come avevano chiesto) sono state sottoposte a una visita ginecologica e il referto è stato comune con l'accertamento della violenze subite prima e dopo l'arrivo in Libia. Quattro di loro dunque erano rimaste a bordo accanto ai loro parenti perché terrorizzate dalla separazione. E hanno avuto intuito perché poco dopo si è appreso che il gruppo sarebbe stato smembrato.
In realtà la notizia politica maggiore non è l'indagine penale contro Salvini che s'è arrabbiato non poco  (stava a fare un comizio a Pinzolo ): «Possono arrestare me, ma non la voglia di 60 milioni di italiani, indaghino chi vogliono». E ancora, a muso duro: « Vergogna. È incredibile vivere in un Paese dove dieci giorni fa è crollato un ponte sotto il quale sono morte 43 persone e non c'è un indagato. Mentre indagano un ministro che salvaguarda la sicurezza di questo Paese».
Con Salvini è indagato anche il suo capo di gabinetto, il prefetto Matteo Piantedosi. È lui che ha trasmesso l'ordine del ministro alla scala gerarchica. Ma non c'è alcun atto al Viminale che attesti quell'ordine - illegittimo, secondo la procura - di non far sbarcare i migranti. L'ordine è passato dai tweet del ministro a una serie di telefonate, tanto è bastato per tenere bloccate su una nave militare 150 persone, salvate al largo di Malta il 16 agosto.

I pm comunicheranno agli indagati che possono depositare delle memorie difensive. Poi, entro 15 giorni, l'incartamento dovrà arrivare al collegio composto dai giudici Fabio Pilato, Filippo Serio e Giuseppe Sidoti. Saranno loro a dover proseguire l'istruttoria, hanno 90 giorni. Potranno archiviare o ritrasmettere alla procura perché venga chiesta l'autorizzazione a procedere al Senato. L'unico che potrebbe avere serie conseguenze (di carriera) è Matteo Piantedosi che deve essere un'acquila come funzionario: basta leggere l'intervista rilasciata al Corriere edizione di Bologna lo scorso 09 giugno 2018. Purtroppo quando ci si crede assai abili nel pattinare, qualche volta si casca a terra di brutto su una… Diciotti.

Possiamo stare sicuri che Salvini non finirà in ceppi e neppure all'art.41bis: essendo uno della kasta si salverà automaticamente  anche per mano dei cattocomunisti annidati nel PD.

Un gruppo di immigrati potrebbe vedersi aprire le porte dell'Irlanda. In realtà, un segnale non tanto di collaborazione europea quanto di attenzione per la visita di papa Francesco nell'isola. Infine da fonti leghiste si apprende che i Balcani potrebbero dimostrarsi ancora più generosi: secondo le stesse fonti, alcuni immigrati saranno accolti da Serbia e Montenegro. Sperem in be. Magari si (com)muove pure Viktor Orbàn.

In serata arriva anche la conferma ufficiale della Cei con tanto di nota: «La Chiesa italiana garantirà l'accoglienza ad un centinaio di migranti della nave Diciotti. L'accordo con il Viminale è stato raggiunto per porre fine alle sofferenze di queste persone in mare da giorni. I dettagli verranno definiti nelle prossime ore».
Dunque il microstato di Città del Vaticano (ricordate? Di quante divisioni dispone il Papa?) accoglierà un centinaio di immigrati eritrei. In Eritrea il primo credo religioso è quello cristiano copto.
Il Vaticano, come Stato, aveva già avviato un confronto all'interno dell'Unione europea per distribuire i migranti in altri Paesi. In particolare ci sono contatti avviati con Francia e Spagna, nazioni dove la Chiesa e i suoi vescovi hanno un peso. Sarebbe un bel paradosso se Parigi e Madrid, dopo aver risposto picche al governo Conte e a Salvini, dicessero di sì a Francesco. Il Papa ha seguito ora per ora la trattativa. È stato lui a sbloccare la situazione negli ultimi giorni dicendo: «Ospitiamoli noi, non possono più stare lì». Così è stato. Senza resistenze se non sulla soluzione logistica migliore. Del resto anche le comunità laiche della Chiesa, come Sant'Egidio, sono impegnate nell'accoglienza e sono promotrici di un'iniziativa per i corridoi umanitari, ovvero per un flusso controllato dei migranti. Adesso però la Chiesa ha rotto gli indugi e accoglie direttamente.

Ieri sera Salvini si é attribuito  la decisione del Papa e della CEI perché molti cristiani sarebbero d’accordo con la sua linea  e non con quella del PD. Amen. Il primo risultato è già arrivato. A rivelarlo è il ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi, che attraverso un tweet della farnesina "ringrazia l'Albania per la decisione di accogliere 20 profughi della nave Diciotti. Un segnale di grande solidarietà e amicizia molto apprezzato dall'Italia".

A caldo è arrivato anche il commento di Ditmir Bushati, ministro per l'Europa e gli Affari Esteri dell'Albania: "Italia! Noi non possiamo sostituire l'Europa, ma siamo sempre qui, dall'altra parte di un mare dove una volta eravamo noi quegli eritrei che ora soffrono giorni e notti in mezzo al largo, nell'attesa che l'Europa si svegli!". Tirana farà la sua parte per sdebitarsi con il Belpaese: "Ieri l'Italia ci ha salvato - sottolinea il ministro - e oggi noi siamo pronti a dare una mano". Alla grande!.

Se osserviamo tutto l'insieme maturato ieri pomeriggio e sera ci rendiamo conto che si tratta di una brutale presa per il naso per essere politicamente corretti.  Che non si immaginasse neppure una ripetizione del sequestro di 195 persone come era già accaduto con la nave ONG Open Arms con 59 migranti a bordo approdata il 05 giugno u.s. perchè il governo spagnolo di Pedro Sanchez ne aveva autorizzato l'attracco accogliendo l'offerta della sindaca della città catalana, Ada Colau, dichiarata non volersi rendere complice "delle politiche della morte di Matteo Salvini", lo prevedeva il buonsenso  oltre che le leggi e l'umanità e invece è successo di nuovo.
Ma è una presa in giro dal momento che non bisogna essere geni preveggenti per capire che gli immigrati che arriveranno in Albania ce li troveremo entro pochi giorni in Italia e Germania. Così come quelli ospitati dal Vaticano mica li terranno dentro un  campo murato con le guardie svizzere armate nelle garitte. Si spargeranno per Roma in mezzo al milione di turisti e romani che ogni giorno vi trafficano di tutto e di più. Insomma: tutta una sceneggiata che ha costretto dei poveri a patire ancora di più mentre alla fine, quello che vorrebbe essere una vittoria sbandierata da Salvini in realtà si riduce al normale caos che viviamo da almeno dieci anni. Non abbiamo uno straccio di idea e di progetto pratici sul che fare in Europa e in Italia. Intanto loro si arrangiano perché vengono da terre dove hanno patito talmente tanto che sopravviveranno alla faccia di Salvini, dei cattoleghisti e dei catto comunisti «political corrects» nostrani.
Intanto leggete (anche) l'articolo di fianco sulle migrazione nello spazio geografico d
QUANDO A CHIEDERE ASILO SONO GLI EUROPEI
Ogni anno, quasi 100.000 europei fanno domanda d’asilo nei paesi UE, e il numero di richieste accolte tende ad aumentare. Eppure questo fenomeno rimane ai margini del dibattito sul diritto d’asilo – e di quello sull’allargamento.


Tutte le discussioni che si sono scatenate in Europa sul diritto d’asilo negli ultimi anni – e il razzismo che le accompagna – si basano sull’idea che i richiedenti asilo siano quelli che arrivano attraverso il Mediterraneo o la Turchia, provenienti dall’Africa e dall’Asia. In realtà lo scorso anno tra coloro che hanno fatto domanda d’asilo nei paesi dell’Unione europea c’erano quasi 100.000 cittadini europei: albanesi, turchi, russi, georgiani, ucraini, armeni e così via.
Questa massa di persone tende a sfuggire all’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche, forse perché tra loro ci sono moltissimi minorenni, con cui è più difficile prendersela, ma probabilmente perché questi richiedenti asilo hanno la pelle bianca. Vengono percepiti come meno minacciosi rispetto alle presunte orde di giovani uomini dell’Africa subsahariana che avrebbero invaso le nostre città – e dunque si prestano meno a essere additati e strumentalizzati in chiave xenofoba.
La Francia ha rappresentato una delle poche eccezioni a questo generale atteggiamento di disattenzione, perché lo scorso anno gli albanesi sono risultati in assoluto la più corposa comunità di richiedenti asilo nel paese, e la stampa e la politica hanno dovuto accorgersene. Gli albanesi in effetti hanno un peso notevole nel complesso delle domande di asilo presentate da europei in Europa: nel 2017 sono stati in più di 22.000 a chiedere asilo – di gran lunga il numero più alto rispetto a tutte le altre nazionalità, sia in termini assoluti, sia in proporzione alla popolazione (quasi l’1% dei cittadini albanesi lo scorso anno ha chiesto asilo nell’Unione europea).

Diffidenza e scoraggiamento
La grande maggioranza degli europei che fanno domanda d’asilo nell’Unione europea si rivolge alla Germania o alla Francia. Negli ultimi anni entrambi i paesi hanno però adottato una politica sempre più rigida nei loro confronti, in conseguenza del picco di domande ricevute anche da parte degli europei nel 2015. E dunque inserimento dei paesi di provenienza nell’elenco dei “paesi sicuri”, procedure rapide di valutazione delle domande e percentuali molto basse di accoglimento, rimpatri forzati, accordi coi governi dei paesi d’origine per limitare i flussi in uscita e minacce di reintrodurre i visti per l’area Schengen.
“In Francia le autorità ormai partono dal presupposto che domande come quelle presentate dagli albanesi siano infondate, e dunque a questi richiedenti asilo non viene nemmeno offerto un alloggio. L’idea di fondo è che non si debba essere troppo gentili con loro”, sostiene Oliver Peyroux, che studia l’immigrazione europea in Francia. “Manca del tutto una riflessione sulle cause che spingono queste persone a partire, e su cosa si potrebbe fare per aiutarli. Ma molto spesso manca anche una conoscenza di base, per moltissimi francesi ad esempio gli albanesi rimangono piuttosto misteriosi”.
È vero che, anche prima della recente stretta, i paesi dell’UE respingevano la maggioranza delle domande di asilo presentate da cittadini europei, ed è vero che in molti casi a chiedere l’asilo non sono persone esposte a pericoli e minacce specifiche, bensì migranti economici con poche altre opzioni a disposizione per riuscire a trasferirsi all’estero. Come conferma la giornalista albanese Fatjona Mejdini, tra i suoi connazionali che partono molti sono giovani e famiglie che non riescono a trovare lavoro nel loro paese.

Sempre più domande accolte, nonostante tutto
Anche se le autorità tendono a considerare strumentali le domande d’asilo presentate dagli europei, i numeri raccontano una storia un po’ diversa. Nel 2017 i paesi dell’Unione europea hanno accolto circa il 18% di queste domande, mentre cinque anni prima avevano deciso di concedere l’asilo solo all’8% di coloro che avevano fatto richiesta. Il minore tasso di rigetto delle domande d’asilo non è certo da attribuirsi a una maggiore generosità dei governi, quanto a un riconoscimento dell’oggettiva precarietà delle condizioni di vita in vari paesi europei. A trovare più spesso un esito positivo non sono solo le richieste di asilo di turchi e ucraini – esposti evidentemente a gravi rischi – ma anche quelle presentate da quasi tutte le altre nazionalità.
Ad esempio, anno dopo anno i richiedenti asilo albanesi vedono accolte sempre più domande: all’interno dell’UE nel suo complesso, le concessioni di asilo per loro sono passate da 500 a 1600 in cinque anni. Le motivazioni alla base dell’accoglimento delle richieste di asilo sono perlopiù legate ai pericoli costituiti dalla vendetta di sangue, alla violenza domestica, alle discriminazioni contro le persone LGBT e la comunità rom. Come hanno evidenziato anche alcuni casi di cronaca, si tratta di  pericoli concreti e reali – anche se il governo e la stampa albanese tendono a non parlarne o a negare la specificità dei richiedenti asilo.

Non è insomma possibile ignorare il fatto che in molti paesi europei esistono problemi seri di violazione dei diritti umani – e dunque i paesi UE non dovrebbero partire dal presupposto che le decine di migliaia di domande d’asilo che ricevono ogni anno da cittadini europei siano solo strumentali. Per governare il fenomeno, ed eventualmente ridurre i numeri degli arrivi, servirebbe piuttosto una riflessione sulle ragioni che spingono così tante persone a lasciare paesi che nel nostro immaginario sono ormai spesso delle gradevoli mete turistiche e dei futuri partner all’interno dell’Unione europea.