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Di cosa parliamo in questa pagina.
Nel fare le fondazioni della scala di sicurezza della scuola Papa Giovanni XXXIII invece di trovare il petrolio hanno trovato dell'eternit. Un'altra botta alle casse comunali.
Qualcuno si crede intelligente applicando aforismi al mondo attuale quando erano già errati al momento della edizione.
Segue una serie di cacchiate che la kasta ha detto in queste ultime ore.
Scusate la grafica"violenta" di questa pagina.
































Rilanciare la spesa pubblica
Alla manutenzione l’Italia preferisce l’inaugurazione.  Leo Longanesi, 1955

[Parole sante, in questo triste momento. Speriamo che ci risparmino la retorica, le esternazioni a capocchia. Speriamo che si tacciano i miserabili che si agitano e s’ingrassano con la pornografia del dolore. N.d.Ar.]

Della serie l’idiota uno e due. Ci vuole un bel coraggio e una intelligenza superlativa per mettere insieme la battuta di uno che non capiva nulla del suo tempo coi problemi di un’Italia d’oggi che nel’55 manco esisteva.
La biografia di Leo(poldo) Longanesi (Elleelle) la si legge comodamente in rete. Elleelle era un ricco signore ravennate discendente  unigenito dal padre Paolo, già di una famiglia di agiati coltivatori lughesi e dirigeva la fabbrica di polveri da sparo a Lugo; la madre Angela era discendente dei Marangoni, ricchi proprietari terrieri di Bagnacavallo.
Elleelle si cimentò nell'arte della scrittura, nella grafica, nella tipografia, nell'illustrazione, nel disegno caricaturale e nella pittura, lasciando sempre un'impronta originale e controcorrente.
Elleelle dedicò massima parte della sua vita a quella forma di ozio era “dove l’otium era il tempo libero dalle occupazioni della vita politica e dagli affari pubblici (cioè dai negotia), che poteva esser dedicato alle cure della casa, del podere, oppure agli studî (donde la parola passò a indicare gli studî stessi, l’attività letteraria).
Il giovanotto si spese generosamente prima col fascismo e poi tiepidamente con la repubblica, seguendo l’onda degli opportunisti italiani.

Nel 1955 -data del famoso aforisma- Elleelle ha la bella età di cinquant’anni, due prima di schiattareNotissimo  l’aforisma citato dal nostro idiota due:”alla manutenzione l’Italia preferisce l’inaugurazione” .
Nel ’55 avevo otto anni ed abitavo a Curno da due. Ricordo che nostro padre comperò una radio con la quale ascoltavamo “in religioso silenzio” i radiogiornali del mattino e della sera e il “gazzettino padano” poco dopo mezzogiorno.
La storia di quegli anni poi la conoscerò per i racconti di mio padre accompagnati dalle numerose letture che ne parlano diffusamente.

L’affermazione di Elleelle sta a metà strada tra la banalità e l’ignoranza, meglio: verso l’ultima. Il decennio 1945-1955 conclude

va per l’Italia tutta una serie di drammi che cambiarono natura della stessa società. I grandi scioperi contadini del 1949-’50. A Curno gli operai CGIL socialisti della Dalmine fecero arrivare una cinquantina di bambini della bassa ospiti per sostenere le loro famiglie contadine in sciopero. La Riforma Agraria del 1950 con l’assegnazione di 50mila ettari di terra a 2000 contadini; la legge Sila. Nell'ottobre 1950 la "legge stralcio", che riguardava il comprensorio del Delta padano, Maremma tosco-laziale, Fucino, Campania, Puglia, Lucania, Molise e Sardegna. Questa legge prevedeva un programma di scorporo e di riforma molto ampio. Complessivamente i terreni sottoposti a riforma coprivano un totale di circa 750.000 ettari, quasi tutti nell'Italia centro meridionale. Nell'agosto del 1950 fu varata la Cassa per il Mezzogiorno. Tre anni dopo furono creati istituti speciali per il credito agevolato. I numeri della Riforma: espropriati terreni per 760.000 ettari (il 60% nel sud Italia); grandezza lotto medio 7 ettari; famiglie contadine interessate all'assegnazione 113.000. In Sicilia, epicentro della ribellione contadina, dei nominali 114.000 ettari messi a dispostone dall'Eras (l'Ente per la riforma agraria) ne furono assegnati 74.290 ettari, divisi in 17.157 lotti. Solo l’11 % dei richiedenti - 154.000 - riuscì ad avere un lotto di terreno. Le terre messe a disposizione diventarono 99.000 ettari con al successiva legge del 27 dicembre 1950.


Vero il 1955 sono definitivamente tramontate le grandi aziende capitalistiche coi braccianti e le aziende mezzadrili, svuotate e dalle lotte contadine e dall’avvio dell’industria e dell’edilizia che consentiva migliori redditi a grandi e giovani appena tornati in gran numero dalla guerra.

Spazi immensi al nord ed al Sud: portano ancora adesso il segno di una rivoluzione che trasformava l’Italia da terra affamata e di contadini serve della gleba in terra di operai e muratori. E’ del 9 gennaio 1950 l’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena. I fatti di Genova.
E’ del novembre 1951 l’alluvione del Polesine e proprio su questo mi debbo fermare. Fino allora tutti i grandi impianti idroelettrici erano di proprietà privata delle industrie cotoniere, cartarie, fonderie ed anche di alcune città. Il dopoguerra vede ripartire o concludersi la costruzione dell’ultima parte di grandi impianti idroelettrici sulle Alpi e sull’Appennino. Quei grandi invasi non erano solo il frutto dell’avvento dell’industria nel nostro paese ma appartenevano al grande progetto di bonifica agraria che lo stato unitario aveva messo in campo specie coi governi socialisti a cavallo del 1900. Purtroppo la gestione degli invasi seguiva gli interessi dei padroni delle fabbriche cui davano energia e rispondevano meno alla necessità ordinata per legge, di governare i rilasci delle acque in modo da evitare le alluvioni che d’autunno e primavera tarda colpivano non solo la bassa Padania ma dappertutto, perfino lungo la valle del Brembo e del Serio. L’alluvione del Polesine diventa la rappresentazione plastica della tragedia per i morti ma quella alluvione aveva colpito prima molto a monte delle foci del Po, a partire dalla Valle d’Aosta e Piemonte e via via fino alla Lombardia  Veneto Emilia Romagna.
E’ del 1956 la tragedia di Marcinelle dove minatori italiani  furono “venduti” dalla neo repubblica al Belgio in cambio del carbone per riscaldare  gli operai in città e fare funzionare le fonderie.

In questo contesto l’affermazione di Elleelle seconda la quale “alla manutenzione l’Italia preferisce l’inaugurazione” mostra quanto il personaggio fosse lontano dalla realtà. In quegli anni c’era poco da manutenzionare perché le città stavano ancora sgombrando le macerie dei bombardamenti; molte fabbriche  stavano ricostruendosi; in alcune città- vedi Bergamo Alta e moltissime altre- si procedeva in quel periodo a demolire la grande quantità di superfetazioni che avevano ospitato  chi fuggiva dai luoghi bombardati. L’Italia del 1955 non era un’Italia da manutenzionare ma era un’Italia che da agricola era diventata industriale. Bella o brutta che fosse: si smise di patire la fame e delle malattie. Era un’Italia che da una concentrazione della sua popolazione in montagna e nelle valli si capovolgeva nelle città. Era l’Italia delle migrazioni verso l’estero e dal sud, dal centro, da est verso il triangolo industriale. Non c’era ne tempo ne materiale da manutenzionare ma c’era da costruire da capo a piedi un Paese.

Usare questa affermazione di Elleelle –che era del tutto sbagliata al tempo- in questo momento dove davvero c’è bisogno di manutenzione è come raccomandare di mettersi il cappotto a ferragosto. Da idioti appunto.

Asterischi della giornata

Nel corso della giornata per un attimo i grillini sembrano cambiare rotta. In un passaggio di un post sul blog delle Stelle si segue un ragionamento che prefigurerebbe un raddrizzamento di tiro: «Bene ha fatto il ministro delle Infrastrutture a evocare, qualora ce ne siano le condizioni, anche il ricorso alla revoca della concessione». E quel «qualora ce ne siano le condizioni» sembra essere lontano dalle parole di Danilo Toninelli e di Luigi Di Maio. E quest'ultimo, ospite ad In Onda su La7, sconfessa qualsiasi tipo di frenata e avverte: «La posizione del governo è che chi non vuole revocare le concessioni ad Autostrade deve passare dal mio cadavere. C'è una volontà politica chiara e anche Salvini è d'accordo». Aggiungendo poi che sarà Autostrade a ricostruire il ponte: «Questo è il minimo. Chi rompe paga e i cocci sono i suoi».

Verso ora di pranzo il Movimento 5 Stelle fa sapere ai suoi ministri che non è il caso di rilasciare dichiarazioni e ufficializza la marcia indietro con un post sul blog: «Attendiamo il lavoro della magistratura nell'accertare eventuali responsabilità», «bene ha fatto il ministro delle Infrastrutture, a evocare, qualora ce ne siano le condizioni, anche il ricorso alla revoca della concessione». I tempi della giustizia si possono, anzi si devono, aspettare. La spiegazione fatta dai tecnici a Toninelli è arrivata a tutti. Nel Movimento c'è anche una certa sorpresa e irritazione per il fatto che il premier, da avvocato, non si sia reso conto che la linea della revoca subito non fosse sostenibile. La strategia per la riduzione del danno prevede anche un altro passaggio: far sapere che in caso la revoca della concessione riguarderebbe solo l'A10, l'autostrada che passa per Genova, non tutta la rete. Ipotesi tecnicamente complessa. La scelta più probabile, in realtà, è quella della multa.

Ma i tempi della giustizia sono i tempi del diritto, e delle sue garanzie per reperire gli elementi d'accusa e per predisporre gli strumenti di difesa. Sono quindi i tempi del giudizio e della responsabilità in ogni Paese civile.

È tipico del populismo sfruttare le emozioni dopo una tragedia in termini di propaganda più che di governo, facendo da specchio all'indignazione popolare invece di risolverla emancipandola. Per riuscirci sono necessarie due cose: scaricare tutte le responsabilità sul sistema, presentato come un insieme fradicio e marcio di élite, baronie, vecchi partiti, istituzioni e poteri economici e finanziari forti; e presentare se stessi come perennemente estranei al sistema, anche quando si siede al suo vertice, governandolo da palazzo Chigi.

Ecco dunque il bypass delle indagini e della magistratura, perché il governo del popolo agisce nel nome e per conto del sentimento popolare - o meglio, del suo risentimento - , dunque decide già colpe e colpevoli, sa tutto, conosce quel che gli serve, non ha bisogno di aspettare: e se sbaglia, pazienza, perché lo fa sull'onda della santa indignazione, che è l'unica verità a cui il populismo intende conformarsi.
Si spiega così quella frase di Di Maio nei giorni del lutto ("A me Benetton non pagava campagne elettorali") che non avrebbe pronunciato nemmeno Perón.


Il degrado delle infrastrutture che la tragedia di Genova (a quanto pare annunciata e quindi evitabile) ha messo in evidenza, è il segno di un degrado etico e ambientale profondo. Sta insieme alla caduta di responsabilità del pubblico rispetto alla cura e alla valorizzazione dei suoi beni, che sono i beni della Repubblica, non di una parte della popolazione, non di uno specifico territorio. Il viadotto di Genova era parte della rete nazionale di autostrade, di un sistema di comunicazione che è come la spina dorsale del Paese, ramificazione che connette le aree e la gente che le abita.
È una componente essenziale del "paesaggio" che insieme al "patrimonio storico e artistico" l'articolo 9 della Costituzione assegna alla Repubblica il "dovere" di "tutelare". Degrado etico e ambientale e caduta di responsabilità pubblica e politica verso i beni pubblici so
DETERMINAZIONE n. 414 del 14-08-2018 a cura: Responsabile settore patrimonio e lavori pubblici


OGGETTO: APPROVAZIONE REPORT DELLA PROCEDURA SINTEL E AFFIDAMENTO ALLA DITTA PAGANI RODOLFO SRL DEL SERVIZIO DI BONIFICA RELATIVO A SCAVO E SMALTIMENTO AMIANTO PRESSO LA SC. PRIMARIA PAPA GIOVANNI XXIII
durante le prime fasi di scavo per la formazione delle fondazioni della - nuova scala di sicurezza esterna metallica presso la scuola primaria Papa Giovanni XXIII, sono stati riscontrati nel terreno presumibili pezzi di amianto unitamente a macerie varie;
- la direzione lavori ha sospeso le lavorazioni con verbale di sospensione lavori in data 04.07.2018 prot. n. 9669;
- con determinazione n. 378 del 26.07.2018 veniva affidato l'incarico all'Arch. Roncalli Alfredo per la redazione di un progetto relativo al servizio di bonifica dell'area e di una variante in corso d'opera ai sensi dell'art. 106 D.Lgs 50/2016 e smi per quanto riguarda l'aggiornamento delle fondazioni della scala e i maggiori oneri derivanti dai necessari riempimenti nell'ambito dei lavori di adeguamento alla normativa antincendio presso la scuola primaria Papa Giovanni XXIII in via Lungobrembo;
- con deliberazione della Giunta Comunale n. 115 del 07.08.2018, dichiarata immediatamente eseguibile, veniva approvato progetto presentat odal'lArch. Alfred oRoncal liin data 01.08.2018 prot. n. 11128 e successiva integrazione in data 07.08.2018 prot. n. 11397 per l'appalto del servizio di bonifica relativo a scavo e smaltimento di terre contaminate da amianto presso la scuola primaria Papa Giovann iXXIII in via Lungobrembo ,dal quale risulta un quadro economico pari a complessivi euro 51.717,26 di cui euro 39.500,00 a base d'asta e EURO 12.217,26 per somme a disposizione dell'Amministra-
zione Comunale;
- con procedura Sintel Id. n. 100258395 veniva indetta una gara mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, ai sensi dell'art 63 comma 2 lettera c) del D. Lgs. 50/2016 e smi, per l'appalto del servizio di bonifica relativo a scavo e smaltimento di terre contaminate da amianto presso la scuola primaria Papa Giovanni XXIII in via Lungobrembo, che prevede un'importo complessivo a base d'appalto pari a euro 39.500,00 di cui euro 3.000,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso oltre Iva 22% per un totale di euro 48.190,00;
- con la sopra citata procedura venivano invitati n. 5 operatori economici qualificati;
- alla scadenza fissata sulla piattaforma Sintel sono pervenute le offerte da parte delle ditte: Pagani Rodolfo Srl che ha offerto uno sconto del 11,60% e Duesse coperture Srl che ha offerto uno sconto del 6,15%;
VISTO il Report della procedura generato dalla piattaforma Sintel n. 100258395 e ritenuto di aggiudicare il predetto servizio alla ditta Pagani Rodolfo srl con sede a Ranica che ha presentato uno sconto del 11,60% sull'importo posto a base di gara, da intendersi applicato alle singole voci dell'elenco prezzi trattandosi di appalto affidato a misura;
RIBADITO che i lavori sono subordinati alla piena e incondizionata osservanza delle norme previste nella documentazione di gara caricata sulla piattaforma Sintel e nel rispetto di quanto stabilito nella lettera di invito e di tutti i documenti di progetto;
CONSIDERATO che l'importo in affidamento costituisce il valore massimo della spesa e che l'appalto in ogni caso sarà affidato a misura, pertanto il costo effettivo sarà verificato in base alle effettive lavorazioni;
ATTESO che la spesa di cui trattasi risulta finanziata dagli accertamenti in entrata di cui alla determinazione n. 298/2018;
VISTO il documento unico di regolarità contributiva in corso di validità depositato agli atti dell'ufficio tecnico comunale;
d e t e r m i n a
1. di considerare le premesse parte integrante e sostanziale della seguente 1. determinazione.
2.di approvare il Report delle procedura Id n. 100258395 generato automaticamente dalla piattaforma Sintel, depositato agli atti dell'ufficio tecnico comunale, per l'affidamento del servizio di bonifica relativo a scavo e smaltimento di terre contaminate da amianto presso la scuola primaria Papa Giovanni XXIII in via Lungobrembo.
3.di aggiudicare alla ditta Pagani Rodolfo Srl con sede a Ranica in via G. Marconi n. 28 che ha offerto uno sconto unico percentuale del 11,60% sull'importo posto a base di gara, da intendersi applicato alle singole voci dell'elenco prezzi trattandosi di appalto affidato a misura e alle condizioni indicate nella lettera di invito prot. n. 11431 del 07.08.2018 e relativi documenti di progetto allegati.
4.di sub impegnare la somma pari a euro€ 39.500,00 oltre IVA 22% per un totale di euro 48.190,00 CIG: Z8E249B13D all'impegno 436/2018 capitolo 40539 codice di bilancio
04.02-2.02.01.09.003 in funzione del cronoprogramma indicato in progetto che prevede l'esigibilità della spesa entro il 31.12.2018.
5.di dare atto che l'importo complessivo del servizio è da considerarsi come importo massimo e che verrà contabilizzato a misura con rendicontazione in corso d'opera in base alle effettive prestazioni svolte.
6.di dare atto che è prevista l'esecuzione in via d'urgenza della prestazione dedotta in gara come previsto nella lettera d'invito pertanto l'impresa aggiudicataria dovrà dare avvio alle opere anche in pendenza del contratto, al fine di consentire il regolare avvio delle lezioni scolastiche.