Il vizietto elusore di Pinocchio
Quel Pinocchio che è il custode delLa Latrina di Nusquamia e risponde
al nome di Claudio Piga ci minaccia di “non sprecare tutte le (sue)
munizioni in una volta sola”. Le metta al fresco, di questi tempi, come
il sottoscritto mette via le registrazioni delle mail e delle
telefonate “importanti” fatte con ex assessori della giunta Gandolfi.
La sostanza del contendere –al netto delle fumigazioni- è che per le
norme vigenti (ieri ed oggi) se un cittadino usa del materiale pubblico
per farsi gli affari propri, deve pagare i diritti al
custode-proprietario del bene sfruttato.
Il Pinocchio in questione ha destinato venti giorni della sua vita
(negli anni '80: preciserà in seconda battuta) per accedere alla
Angelo May (precisa: esclusi i giorni di chiusura: sic! Come se tutti
gli altri utenti violassero tale regola…) per studiare una
cinquecentina da lui utilizzata per confezionare una conferenza tenuta
a Nizza. Occhio croce venti giorni di frequenza alla biblioteca e
qualche giorno per andare-tornare da Nizza per la conferenza, in nostro
Pinocchio ci ha dedicato un mese di lavoro e relative spese. Conoscendo
quanto sia attaccato alla lira per la sua incazzatura quando la
maggioranza gandolfiana per salvarsi lo decollò come autore-direttore
del giornaletto comunale, lui che è così precisino precisino nel
raccontare inezie e nel dimenticare la sostanza, non ha ancora detto se
per quella conferenza abbia preso o meno un'adeguata polpetta per il
mese impiegato a prepararla. Non è nemmeno importante sapere se sia
stato pagato qualche franco oppure se la conferenza sia stata fatta per
“vendersi” coma autorevole autore e nemmeno se l'abbia fatto per
soddisfare il proprio ego (che come sanno tutti è minuscolo come un
diplodoco). Basta l'investimento del suo tempo –diventato pubblico
evento- a dimostrare lo sfruttamento dell'opera pubblica. Quindi
l'obbligo di versare i diritti: che non pare sia proprio sentito tra i
suoi doveri principali . A questo punto la polemica sulla pubblicazione
della cinquecentina in google-book conta zero.
In questo battibecco ferragostano c'è venuta in mente un'altra cazzata
del nostro Pinocchio: “al tempo in cui preparai quella conferenza ero
titolare di uno studio editoriale a ciclo completo, specializzato nella
produzione di libri scientifici e filosofici. Tra i miei clienti
c'erano la Bruno Mondadori e il Saggiatore”. Infatti!. Claudio
Piga e l'Angelo Gandolfi avevano creato una società per produrre i
famigerati flyer, società che aveva sede presso il negozio di fiorista
di papà Gandolfi. La società, di cui non veniva indicata partita iva ne
l’iscrizione alla CCIA, deve avere avuto un grandissimo successo visto
che scomparve alla svelta. Bellissimi i flayer che pubblicava come
modelli perché confondibili con le carte glorie degli altari. Una
società editoriale che ha sede presso un fiorista: la creatività
italica! Peccato che quella «piccola» dimenticanza della partita IVA si
associ all’altrettanta «piccola» dimenticanza del pagare i diritti alla
A. May.
A lato. Pinocchio porta avanti una polemica esattamente come
fecero e fanno quelli che non vogliono che ci sia qualcuno che
trascrive le segrete carte della kasta. Quelli che il clientelismo
spicciolo l'hanno delegato ai dirigenti che lo concretizzano con le
determinazioni. Il fatto è pure quelli che elessero Gandolfi
appartengono alla cricca politica che hanno lasciato in eredità al
comune la bottarella di 617mila euro della sentenza Leggeri mentre la
coppia Piga&Gandolfi (oltracciò) hanno lasciato in mano a Roma
ladrona pure i soldi che potevano e dovevano servire a finire la
biblioteca. Lasciando abbandonato per alcuni anni un bene tutto pagato
dai contribuenti.
Vada a versare i diritti d'autore per avere sfruttato commercialmente
un testo della A.May, come fan tutti i buoni e bravi cittadini.
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Cosa manca a Curno per essere davvero un paese bello da vivere?
Una Banda dei Sifoi!
C’abbiamo pensato da ammattire ed alla fine l’idea, la soluzione c’è
arrivata leggendo (l’ennesimo) annuncio del concerto di una banda per
ferragosto. Perché Curno non ha una banda eccellente!? Curno, per
essere davvero un paese «bello da vivere» ha bisogno di una “Banda dei
Sifoi di Curno”.
I dettagli del progetto. Il gruppo sarà costituito da (almeno) 30
suonatori (già ex allievi dei corsi musicali della scuola media
indigena che è una delle eccellenze della terra bergamasca in quel di
Tradate, di età compresa tra i sette ed i sessant’anni, suonerà il
Flauto di Pan o comunemente chiamato “orghenì”. Questo strumento della
tradizione antica è comparso per la prima volta nella bergamasca nel
tardo ‘800 quando i primi ex-garibaldini fecero ritorno alle loro
terre.
Il flauto di Pan è costituito dall’ unione di più canne di bambù di
diverso diametro e lunghezza, chiuse all’estremità inferiore e libere
superiormente. Proprio per mezzo di questa estremità libera, il
suonatore è in grado di soffiare all’interno della canna e la
fuoriuscita d’aria genera un suono di entità diversa a seconda della
canna.
I suonatori non seguono uno spartito ma si avvalgono del proprio
“orecchio musicale” e questo rende l’utilizzo di questo strumento molto
particolare e caratteristico. Le canne sono legate fra loro a costruire
un trapezio che assume dimensione diversa a seconda del ruolo che lo
strumento assume all’interno dell’alloggiamento musicale (canto,
contrattempo e tempo). In particolare, il flauto utilizzato dal gruppo,
possiede la tonalità del LA maggiore ed è accompagnato dalla presenza
di un gruppo di percussioni costituito da: grancassa, piatti e
tamburella.
Il gruppo musicale non solo porterà avanti la tradizione musicale del
flauto di Pan ma anche le tradizioni popolari, infatti la
caratteristica divisa dei suonatori rispecchia la foggia dell’abito di
fine ‘800 in voga nella pianura bergamasca.
Il gruppo, sin dagli esordi, si esibirà non solo a Curno paese bello da
vivere ma in tutto il nord Italia ed oltralpe fino a Mosca e Lettonia
Ucraina Polonia riscontrando sicuramente affetto e stima dai paesi che
lo ospita. Il repertorio del gruppo musicale sarà molto ampio. Spazierà
dalla musica popolare a quella classica, da brani moderni ad inni
patriottici e liturgici. Inoltre saranno presenti brani scritti ed
arrangiati dai vari maestri e componenti che si succederanno nel corso
degli anni a seguito della creazione della Scuola di Musica Comune di
Curno da parte della sindaca Gamba in associazione con la prosindaca
Serra e la consigliera delegata alla cultura Bellezza. La prima sarà la
ragioniera contabile della compagnia mentre la seconda sarà curatrice
della linea culturale in associazione con le Guide di Bergamo.
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