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Rimini, anno 1950









Benessere 2018








Di cosa parliamo in questa pagina.
Intanto tre belle immagini sull'estate della fame e del benessere.
Ancora qualche battuta ferragostana verso il nostro Pinocchio assai abile nell'eludere il pagamento dei diritti d'uso dei materiali comuni.
Cosa manca a Curno per essere davvero un paese bello da vivere?
Perdinci a non averci pensato prima! Ce l'ha suggerito la dirigente scolastica che ha segnalato una delle eccellenze curnesi confermata dalla sindaca Gamba. Ci manca una "Banda dei Sifoi di Curno".
Tanto per capirci: i sifoi sono il flauto di Pan.
Intanto però c'avremo l'auditorium: dopo 21 anni tra progetto e lavori.






































Il vizietto elusore di Pinocchio

Quel Pinocchio che è il custode delLa Latrina di Nusquamia e risponde al nome di Claudio Piga ci minaccia di “non sprecare tutte le (sue) munizioni in una volta sola”. Le metta al fresco, di questi tempi, come il sottoscritto mette via le registrazioni delle mail e delle telefonate “importanti” fatte con ex assessori della giunta Gandolfi.
La sostanza del contendere –al netto delle fumigazioni- è che per le norme vigenti (ieri ed oggi) se un cittadino usa del materiale pubblico per farsi gli affari propri, deve pagare i diritti al custode-proprietario del bene sfruttato.
Il Pinocchio in questione ha destinato venti giorni della sua vita (negli anni '80: preciserà in seconda battuta) per accedere  alla Angelo May (precisa: esclusi i giorni di chiusura: sic! Come se tutti gli altri utenti  violassero tale regola…) per studiare una cinquecentina da lui utilizzata per confezionare una conferenza tenuta a Nizza. Occhio croce venti giorni di frequenza alla biblioteca e  qualche giorno per andare-tornare da Nizza per la conferenza, in nostro Pinocchio ci ha dedicato un mese di lavoro e relative spese. Conoscendo quanto sia attaccato alla lira per la sua incazzatura quando la maggioranza gandolfiana per salvarsi lo decollò come autore-direttore del giornaletto comunale, lui che è così precisino precisino nel raccontare inezie e nel dimenticare la sostanza, non ha ancora detto se per quella conferenza abbia preso o meno un'adeguata polpetta per il mese impiegato a prepararla. Non è nemmeno importante sapere se sia stato pagato qualche franco oppure se la conferenza sia stata fatta per “vendersi” coma autorevole autore e nemmeno se l'abbia fatto per soddisfare il proprio ego (che come sanno tutti è minuscolo come un diplodoco). Basta l'investimento del suo tempo –diventato pubblico evento- a dimostrare lo sfruttamento dell'opera pubblica. Quindi l'obbligo di versare i diritti: che non pare sia proprio sentito tra i suoi doveri principali . A questo punto la polemica sulla pubblicazione della cinquecentina in google-book conta zero.

In questo battibecco ferragostano c'è venuta in mente un'altra cazzata del nostro Pinocchio: “al tempo in cui preparai quella conferenza ero titolare di uno studio editoriale a ciclo completo, specializzato nella produzione di libri scientifici e filosofici. Tra i miei clienti c'erano la Bruno Mondadori e il Saggiatore”.  Infatti!. Claudio Piga e l'Angelo Gandolfi avevano creato una società per produrre i famigerati flyer, società che aveva sede presso il negozio di fiorista di papà Gandolfi. La società, di cui non veniva indicata partita iva ne l’iscrizione alla CCIA, deve avere avuto un grandissimo successo visto che scomparve alla svelta. Bellissimi i flayer che pubblicava come modelli perché confondibili con le carte glorie degli altari. Una società editoriale che ha sede presso un fiorista: la creatività italica! Peccato che quella «piccola» dimenticanza della partita IVA si associ all’altrettanta «piccola» dimenticanza del pagare i diritti alla A. May.
A lato. Pinocchio porta avanti una polemica  esattamente come fecero e fanno quelli che non vogliono che ci sia qualcuno che trascrive le segrete carte della kasta. Quelli che il clientelismo spicciolo l'hanno delegato ai dirigenti che lo concretizzano con le determinazioni. Il fatto è pure quelli che elessero Gandolfi appartengono alla cricca politica che hanno lasciato in eredità al comune la bottarella di 617mila euro della sentenza Leggeri mentre la coppia Piga&Gandolfi (oltracciò) hanno lasciato in mano a Roma ladrona pure i soldi che potevano e dovevano servire a finire la biblioteca. Lasciando abbandonato per alcuni anni un bene tutto pagato dai contribuenti.
Vada a versare i diritti d'autore per avere sfruttato commercialmente un testo della A.May, come fan tutti i buoni e bravi cittadini.
Cosa manca a Curno per essere davvero un paese bello da vivere?
Una Banda dei Sifoi
!

C’abbiamo pensato da ammattire ed alla fine l’idea, la soluzione c’è arrivata leggendo (l’ennesimo) annuncio del concerto di una banda per ferragosto. Perché Curno non ha una banda eccellente!? Curno, per essere davvero un paese «bello da vivere» ha bisogno di una “Banda dei Sifoi di Curno”. 
I dettagli del progetto. Il gruppo sarà costituito da (almeno) 30 suonatori (già ex allievi dei corsi musicali della scuola media indigena che è una delle eccellenze della terra bergamasca in quel di Tradate, di età compresa tra i sette ed i sessant’anni, suonerà il Flauto di Pan o comunemente chiamato “orghenì”. Questo strumento della tradizione antica è comparso per la prima volta nella bergamasca nel tardo ‘800 quando i primi ex-garibaldini fecero ritorno alle loro terre.
Il flauto di Pan è costituito dall’ unione di più canne di bambù di diverso diametro e lunghezza, chiuse all’estremità inferiore e libere superiormente. Proprio per mezzo di questa estremità libera, il suonatore è in grado di soffiare all’interno della canna e la fuoriuscita d’aria genera un suono di entità diversa a seconda della canna.
I suonatori non seguono uno spartito ma si avvalgono del proprio “orecchio musicale” e questo rende l’utilizzo di questo strumento molto particolare e caratteristico. Le canne sono legate fra loro a costruire un trapezio che assume dimensione diversa a seconda del ruolo che lo strumento assume all’interno dell’alloggiamento musicale (canto, contrattempo e tempo). In particolare, il flauto utilizzato dal gruppo, possiede la tonalità del LA maggiore ed è accompagnato dalla presenza di un gruppo di percussioni costituito da: grancassa, piatti e tamburella.
Il gruppo musicale non solo porterà avanti la tradizione musicale del flauto di Pan ma anche le tradizioni popolari, infatti la caratteristica divisa dei suonatori rispecchia la foggia dell’abito di fine ‘800 in voga nella pianura bergamasca.
Il gruppo, sin dagli esordi, si esibirà non solo a Curno paese bello da vivere ma in tutto il nord Italia ed oltralpe fino a Mosca e Lettonia Ucraina Polonia riscontrando sicuramente affetto e stima dai paesi che lo ospita. Il repertorio del gruppo musicale sarà molto ampio. Spazierà dalla musica popolare a quella classica, da brani moderni ad inni patriottici e liturgici. Inoltre saranno presenti brani scritti ed arrangiati dai vari maestri e componenti che si succederanno nel corso degli anni a seguito della creazione della Scuola di Musica Comune di Curno da parte della sindaca Gamba in associazione con la prosindaca Serra e la consigliera delegata alla cultura Bellezza. La prima sarà la ragioniera contabile della compagnia mentre la seconda sarà curatrice della linea culturale in associazione con le Guide di Bergamo.