Non sottovalutare la Turchia
Meglio che l’Europa non sottovaluti la crisi turca e faccia memoria di
alcuni numeri. La Grecia ha 10 milioni di abitanti; il Portogallo ne ha
11 milioni; la Spagna ne ha 46 milioni, l’Italia 61 milioni e la
Turchia 80 milioni poco meno degli 83 milioni della Germania. Non
dimentichiamo i 53 milioni dell’Inghilterra, gli 83 milioni dell’Iran e
gli 8,6 milioni di Israele. Contrariamente (ma non troppo) a chi misura
un paese in base al suo Pil, la grandezza della popolazione rendono
meglio il peso politico di un paese.
Che la Turchia dopo l’avvento di Erdogan non sia più un paese a
democrazia compiuta secondo i criteri e i valori occidentali è sicuro
ma proprio la sua dimensione demografica la colloca come protagonista
del Mediterraneo. Turchia, Iran ed Israele sono e saranno il triangolo
politico militare di maggiore evidenza nella zona. Oltre ad avere
l’esercito più numeroso della NATO (cui aderì ) nel sud della
Turchia c’è una base NATO (Incirlik) con la presenza di ordigni atomici
che si fronteggia a 200 km dalla base russa di Latakia in Siria dove
non è detto ci siano pure ordigni atomici.
Quest’anno la Turchia ha acquistato dalla Russia il sistema
missilistico terra-aria russo S-400 e per la NATO il problema é come
verrà integrato nell’impianto militare dell’alleanza visto che viene
dato come superlativo rispetto a quanto posseduto dalla NATO stessa.
L'incompatibilità del sistema russo con i con i sistemi di difesa aerea
della NATO rende la decisione di Ankara un "grave problema" per
l'Alleanza.
Scrive Luca Pandolfi su Il Manifesto come «negli ultimi quindici anni,
quelli che coincidono con il potere dell’Akp di Recep Tayyip Erdogan,
la ricchezza nazionale si è più che triplicata. In media, l’economia è
cresciuta ad un ritmo del 5% annuo, con picchi del 9,2% e 8,8%,
rispettivamente nel 2010 e nel 2011. Il 2017 si è chiuso con un +7,4%,
ma per l’anno in corso si prevede un rallentamento (+5,4%). A questo
ritmo di crescita, molto sostenuto (si è parlato di «tigre del
Bosforo»), non si è accompagnata però una riduzione significativa del
tasso di disoccupazione, che rimane ancora molto elevato (10%), al di
sopra di quello che si registra nella più stagnante economia
dell’eurozona. Oggi, la comunità turca in Germania è la più numerosa,
2,6 milioni, contro i 600 mila scarsi italiani. I giovani turchi
sognano la Germania piuttosto che Francia o Inghilterra o gli USA. Il
dato si spiega col fatto che il Pil, in questi anni, è stato trainato
per quasi la metà dalla spesa privata (3% del Pil), a sua volta
sospinta dal crescente indebitamento delle famiglie (il debito delle
famiglie oggi vale più del 50% del reddito disponibile delle stesse).
Questo eccesso di spesa privata spiega anche il successo elettorale di
Erdogan: siamo in presenza di una società spaccata in due. Chi ha
reddito sta dalla parte opposta di chi non. D’altro canto, non si
spiegherebbe un’inflazione ben al di sopra del 10% con salari medi che
non superano i 400 euro al mese ed un persistente divario di reddito
tra centro e periferia, città e campagna. Il resto l’hanno fatto gli
investimenti pubblici, i grandi progetti infrastrutturali (tra questi
il tunnel euroasiatico, i ponti sul Bosforo, l’aeroporto internazionale
di Istanbul), che, secondo i piani del governo, dovrebbero toccare, da
qui al 2023, i 400 miliardi di dollari».
Quello che appare nel futuro prossimo è che molti stati ritenuti
razzisticamente dall’Occiden te come minoritari nel contesto mondiale
stiano costruendo alleanze e interdipendenze inimmaginabili fino a
dieci anni or sono e questo modello potrebbe essere recepito a breve
anche da altri paesi come l’Egitto o l’Arabia Saudita per non dire
dell’Iraq. Giungono così a compimento quelle che sono state le guerre
di liberazione di quei popoli che ovviamente non ci vedono poi così
bene mentre da altre parti del mondo affluiscono nel mondo occidentale
popoli in cerca di pace libertà benessere sicurezza e l’Occidente non è
in grado ne di rapportarsi coi primi ne coi secondi.
Vedere tutto questo solo col metro delle esposizioni bancarie
dell’Occidente verso la Turchia (Unicredit è padrona di Yapi Kredi che
al conto economico di Unicredit ha portato 183 milioni di euro (+28%
nel secondo trimestre a cambi costanti, ma -3,4% per effetto della
svalutazione della lira turca). Si tratta di meno del 2% dei ricavi del
gruppo. Unicredit, che ha anche una piccola esposizione in titoli di
Stato di Ankara (circa 165 milioni di euro), ha spiegato agli analisti
che una svalutazione del 10% della lira turca avrebbe un impatto di
circa 2 punti base sull'indicatore patrimoniale Cet1. La Fiat è andata
a Bursa con la Tofas perché oggi paga i suoi operai 400€ al mese e può
vendere la new Tipo a prezzi stracciati).
Insomma il mondo sta riposizionando i propri baricentri e chissà quanti scossoni subiremo ancora nei prossimi anni.
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Nel paese bello da vivere
Altri ottomila euro all’anno (al massimo) per un intelligente
passatempo musicale di giovani e adulti curnesi nella «Scuola di Musica
di Curno». Gaetano Donizetti e Padre Davide da Bergamo stiano in
campana. Pure il sassofonista Francesco Cafiso, passato alcuni anni
alla Gatti di Curno, si metta in ascolto. Il secondo poi, era pure
assai cattivello col potere. Poi gli iscritti al dopolavoro o
doposcuola dovranno da parte loro contribuire con una adeguata retta a
seconda del corso seguito. Retta e costi all’utenza per ora ignoti.
Doposcuola cui si aggiunge l’organizzazione di attività di
educazione motoria per le scuole primarie, in particolare di un corso
di nuoto per le classi prime e seconde della scuola “Rodari” (progetti
con esperti di educazione motoria sono già previsti dalla scuola per le
classi terze, quarte e quinte). Poche migliaia di euro disponibili per
il nuoto. Non c’è che dire: dalla culla alla cassa da morto la giunta
Gamba vede e provvede. Oddio!. Un po’ come le suore Orsoline che oltre
al piatto di minestra ti facevano pagare l’uovo che si rompeva che loro
avevano messo a cuocere nella pentola della minestra. La faccenda è che
a Curno ci sono perlomeno due-tre associazioni/società che propongono o
hanno proposto dei corsi musicali ed a meno di un chilometro di
distanza in linea d’aria c’è il CdPM fondato nel 1987 e giudicato di
livello internazionale come seconda scuola bergamasca dopo il
Conservatorio Gaetano Donizetti. Ignoto finora chi si sia fatto avanti
per partecipare alla gara. Sperem in be.
Nel volantino comunale in cui sono indicati i “numeri utili per
migliorare il decoro del nostro paese” si legge che la cura del verde è
in mano alla società ARCA mentre la pulizia parchi, il taglio del verde
nei parchi e nei giardini delle scuole e la pulizia giornaliera della
piazza e della zona centrale del paese avvengono a cura dell' Ufficio
manutenzioni del Comune. Cioè i dipendenti comunali.
Il problema è che il mestiere lo si deve saper fare e lo deve saper
fare anche chi scrive i contratti. Infatti la cura del verde sia quello
affidato all'ARCA che quello in mano agli stradini (chiamiamoli così
per semplicità) diciamo eufemisticamente che lascia a desiderare.
Per esempio. Basta osservare le ripe lungo via Lecco o in genere le
aiuole per verificare come l'erba tagliata sia lasciata in massima
parte sul posto e così, di anno in anno, su quegli spazi s'è creato uno
strato di letame (l'erba marcisce e diventa rutto-letame).La buona
tecnica prevederebbe che sia asportata immediatamente dopo il taglio
così come si prevede che lo spazio verde “sia pulito” dal letame (GIA')
presente altrimenti non è più uno spazio verde ma una concimaia
travestita da verde pubblico. Ovviamente non sappiamo cosa sia
esattamente prescritto nel contratto (chissà perché quel contratto NON
è disponibile in un sito web). Un'occhiata ai giardini delle scuole –
vedi la new Rodari- ci dice che gli stradini li hanno dimenticati. Così
come accade che quando lo stradino soffia via gli aghi dei pini
marittimi di piazza del comune li soffi… nelle aiuole. Che sono
ovviamente un cesso o un letamaio. Così come fa un bel vedere
l'abbeveratoio inox per cani pieno di caccole antiche come ol Mut de
Moss. Oppure la piazza del comune, lastricata all'origine di mattoncini
bianchi (dovrebbero assorbire il PM10 o qualcosa del genere) e ormai
diventate –visto che non le lavano mai col pulivapor- nero
grigiastre come un copertone d'auto. Comunque resta un paese bello da
vivere.
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