Primi interventi (burocratici) per ripristinare l'agibilità alla biblioteca ed auditorium
Con delibera di giunta n. 96 del 05 maggio 2018 -tutta la giunta
presente- è stata approvata la «presa d'atto dei preventivi per la
verifica dello stato di fatto dell'immobile e degli impianti e per dare
l’autorizzazione a procedere coi lavori di sistemazione e completamento
opere edili ed impianti della nuova biblioteca comunale» così come
sottoposta all’attenzione del Comune da parte della società VIACOM
titolare della convenzione urbanistica sottoscritta il 26 giugno 2017
per il rilascio del Permesso di Costruire convenzionato P.E. 64/2017 in
attuazione delle previsioni
del PGT vigente ed in particolare del Piano Particolareggiato TS2.
Trattasi del centrino commerciale sull’ex parcheggio Zebra. Nella
convenzione è che previsto per fini esclusivamente di utilità
pubblica, come atto di liberalità a titolo gratuito, a realizzare
un’opera pubblica o un intervento di interesse pubblico, individuati
dall’Amministrazione comunale, sino alla concorrenza dell’importo
omnicomprensivo di Euro 59.392,54 oltre IVA (considerata al 22% e
quindi per un importo di Euro 72.460,00);
Alla delibera sono allegati un pacchetto di preventivi riepilogato nei
prospetto di quadro economico che si allega alla presente, che
ammontano a essere di euro 48.353,96 oltre IVA, suddivisi in:
-euro 27.103,00 oltre cassa e iva, per complessivi euro 34.506,48, per
prestazioni professionali come meglio specificate nei singoli
preventivi allegati;
-euro 17.205,96 oltre iva, per complessivi euro 20.991,27, stimati per
opere ed attività dì verifica degli impianti da parte di ditte
spedalizzate, come meglio specificate nei singoli preventivi allegati;
-euro 2.000,00 oltre iva, per complessivi euro 2.440,00, stimati per
opere ed attività edili di verifica per ispezioni e prove relative
all'aggiornamento della pratica vigili del fuoco;
-euro 864,00 per costo sopralluogo WFF. Leggendo con attenzione i vari
preventivi ci si rende conto di quali e quanti lavori potenziali siano
non inseriti, cosa del resto giustificata dal momento che quando si
mette mano potrebbe»saltar fuori» qualche cosa di non perfettamente
funzionante se non addirittura mancante o rotto (da sostituire). Per
esempio per gli impianti termoidraulici non sono compresi i
«collaudi» e quanto previsto nelle «fasi definitive e conclusive»
che... boh!?
Francamente ci pare un modo di procedere leggermente spannometrico
perché ci potrebbero essere sorprese tutt’altro che modeste per il
Comune.
Va bene: si legge che la VIACOM spenderà 58.801,75 € ma non è detto che
l’insieme possa essere aperto perché potenzialmente funzionante.
Congratulazione alle forze politiche -centrosinistra centrodestra e
lega- che per indifferenza opposizione menefreghismo hanno tenuto in
piedi questo castello di carta e di muratura per ventuno anni ed ancora
adesso i cittadini non sanno se la telenovela sarà finita oppure ci
saranno altre spese. Una cosa è certa: la lobby dei bottegai e dei
baristi NON vuole che l’ombelico di Curno si sposti da largo
Vittoria in via IV Novembre.
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Parole in libertà che banalizzano persino Marcinelle
di Paolo Di Stefano
Nel novero, ormai grottesco ed estenuante, delle parole in libertà
buttate là dai politici, si aggiunge il pensierino del ministro del
Lavoro Luigi Di Maio a proposito della catastrofe di Marcinelle dell'8
agosto 1956. Tra le «riflessioni» che azzarda il vice presidente del
Consiglio c'è questa: la tragedia di Marcinelle «insegna che non
bisogna partire». Lega e Fratelli d'Italia si sono ben guardati dal
commentare questa frase infelice. In compenso hanno urlato all'«offesa»
dopo la dichiarazione del ministro degli Esteri Enzo Moavero, che ha
ragionevolmente invitato a non dimenticare l'emigrazione dei nostri
padri e dei nostri nonni in un'epoca in cui si producono tante tragedie
di migrazione. In pratica segnalando un'affinità tra la miseria
italiana di ieri e la miseria che costringe molte popolazioni, in
questi anni, a partire all'estero rischiando la vita. E non si vede
proprio dove sia l'«offesa»: a meno che non si ritenga che i nostri
morti abbiamo più valore e più dignità dei morti altrui. È grave,
semmai, fare della memoria un esercizio puramente celebrativo, inerte e
autoconsolatorio. Ed è, piuttosto, offensivo (senza virgolette) per i
136 morti italiani di Marcinelle, partiti in Belgio in cambio di
carbone, esattamente come per i migranti morti oggi in Italia e in
Europa, liquidarli con una puerile tautologia: non bisognava e non
bisogna partire. Quasi che non sia proprio il «bisogno» ad averli
spinti a partire e che allora, come oggi, si trattasse di scegliere.
Ministro Di Maio, provi a dirlo alle vedove, agli orfani e ai
sopravvissuti di Marcinelle che dal 1946 sono saliti sui treni per
Charleroi per andare ad abitare nelle baracche degli ex prigionieri di
guerra. Non si è mai trattato di scegliere: le migrazioni per povertà
(e tanto più per le guerre o per le persecuzioni) si sottraggono al
facile auspicio del «non bisogna», sono una condanna che nessuno
vorrebbe mai vivere, uno sradicamento che procura sofferenza e talvolta
morte. Tragedie su cui bisognerebbe (anzi, assolutamente bisogna)
calibrare le parole evitando di affidarsi al primo pensierino che le
banalizza e perciò, appunto, le offende.
COMMENTO
Noi abbiamo qualche dubbio che Giggino DiMaio conosca sia la tragedia
di Marcinelle e neppure quel pezzo di storia patria che le sta dietro.
Giggino è classico «frutto» della scuola italiana, dove si studia il
minimo possibile tanto per guadagnarsi la sufficenza. Non è detto
nemmeno che sappia dove stia Marcinelle visto quanto è forte in
geografia. Probabile che suo padre non abbia avuto nemmeno bisogno del
carbone che veniva scavato a Marcinelle dagli Italiani. In Italia si
può diventare vice presidente del consiglio anche se sei ignorante
certificato dalla poca scuola che hai frequentato e dalle non eccelse
votazioni che ti sei cuccato. Pazienza: hanno scelto gli Italiani di
farsi sputare in faccia da un italiano ignorante.
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