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http://jardin-mundani.blogspot.com/2018/06/diseccion-anatomica-de-un-prohigo.html







Di cosa parliamo in questa pagina.
L'andamento con gravissimo ritardo nella pubblicazione delle delibere di giunta consiglio e delle determine (ormai siamo sopra i due mesi) non consente di sapere se la giunta Gamba abbia deciso di opporsi alla sentenza Leggeri di primo grado che ha visto il Comune soccombere in causa ed essere condannato al pagamento di poco più di 617mila euro. Il pagamento é stato effettuato come da sentenza. Ne documentiamo la determinazione dirigenziale. Ritardo anche nel pubblicare la registrazione  dell'ultimo consiglio e così non se ne sa nulla in merito. Insomma tutto nascosto il più a lungo possibile come si trattasse di bubbole.
Questi ritardi avvengono ovviamente nel nome della trasparenza e della partecipazione nella linea del programma della lista Vivere Curno.
Adesso si pone però il problema della restituzione ai cittadini della somma pagata a chi ha vinto la causa. Il problema é che chi ha votato quella delibera e chi l'ha costruita (delibera che ha costituito la colpa da parte del Comune) dovrebbe depositare immediatamente le rispettive somme in attesa che si decida il secondo grado (ed anche il terzo grado?) di giudizio su quella sentenza.
Insomma prepariamoci ad attendere ancora una decina d'anni. Forse otto se va al meglio.
Intanto però la giunta Gamba stia all'erta e chieda indietro i soldi.
























LA NOTIZIA
Abbiamo recuperato la famigerata delibera n. 41 del Consiglio Comunale nella seduta del 06 marzo 1990 con la quale vie­ne approvato il progetto allarga­mento e prolungamento via E. Fer­mi a scomputo oneri di urbanizza­zione dovuti dalla Curno Shop­ping Center (al Comune di Curno).
A questa seduta del consiglio comunale partecipano:
Finassi Marco (come sindaco) (DC)
Arnoldi Roberto (assessore all'urbanistica)(DC)
Lodetti Silvano (DC)
Salvi Pierangelo (DC)
Locatelli Giuseppe (DC)
Locatelli Giuseppina (DC)
Morandi Giuseppe (DC)
Fustinoni Mario (DC)
Pelizzoli Giuseppe (PCI)
Benedetti Aldo (PCI)
Gasperini Franco (PSI)
Locatelli PierGiorgio (PSI)
Vanoncini Emilio (PSI)
Sono ASSENTI:
Maini Dante (DC)
Locatelli Ernesto (DC)
Lodetti G.Pietro (DC)
Novetti Giuseppe (DC)
Mazzoleni Chiara (PCI)
Naldi Emilia (PCI)
Bellezza Walter (PCI)
Verbalizza il segreta­rio comunale dott. Giuseppe Sta­no.
Da questa situazione: «Udita la rela­zione dell'Assessore all'Urbanistica Aw. Roberto Amoldi e l'illustrazione degli aspetti tecnici grafici ine­renti l'allargainento e prolunga-
Visto che l'opera, in base alla con­venzione urbanistica stipulata con la Curno Shopping Center, dovrà essere realizzata dalla lottizzante a scomputo degli oneri di urbanizza­zione dovuti per il rilascio della con­cessione edilizia; Presa visione del­le caratteristiche tecniche e costruttive dell'opera risultanti dai disegni presentati dalla Cumo Shopping Center; (...) DELIBERA con voti favorevoli unanimi legal­mente espressi, di approvare il progetto esecutivo inerente l'allargamento e prolungamento della via Fermi presentato dalla Curno Shopping Center SpA che prevede una spesa complessiva di L. 464.169.600 per somme a base d'appalto più IVA.(...) Di dare atto che l'appro vazione del proget­to esecutivo equivale a di­chiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dei lavori in esso previsti; 4)Di disporre l'occupazione d'urgenza delle aree da effettuarsi entro sei mesi dalla data della presente deliberazione, dando atto che la procedura espropriativa dovrà concludersi entro i cinque armi successivi.
Votano a favore TUTTI i con­siglieri presenti.
TOCCHERA' A DUE FEMMINE ALFA
Risolvere i casini combinati da un maschio alfa com’era al tempo l’avv. Roberto Arnoldi, vera e unica mente pensante per conto del grande capitale nella DC degli anni ‘70-’80 a Curno. L’uomo che  decise e trasformò Curno nel «centro commerciale provinciale» cercando -secondo le logiche dei bottegai cittadini- di salvarli in un qualche modo. Risultato del tutto opposto nei trent’anni appena trascorsi e nei prossimi trenta anni vedremo (probabile) il collasso dei centri commerciali a vantaggio dell’on-line. Scorrendo i nominativi dei DC  presenti ad approvare la delibera sul centro commerciale e l’ampliamento della via Fermi -assolutamente necessaria al centro- si trova un Silvano Lodetti oppure un Mario Fustinoni che nessuno avrebbe mai immaginato stessero dalla parte di quel modello di sviluppo. Il primo -Silvano Lodetti- tradendo in un qualche modo il suo sodale della prima ora nella DC, il cartolaio Foiadelli, la cui stirpe da sempre è al comando della legione dei bottegai curnesi contrari a tutto: la pedonalizzazione della piazza, il trasporto  degli alunni, il bus dell’ATB, lo spostamento della Rodari, la biblioteca pubblica, il CVI1.
Per una sorta di legge del taglione  tocca alle eredi politiche delle forze che  votarono la delibera che ha mazziato 717 mila euro da pagare da parte del Comune ... deliberare il pagamento del danno. Adesso viene il bello  perché bisogna chiamare in causa chi ha fatto il danno: i consiglieri che votarono la delibera?, il segretario comunale?, il dirigente dell’ufficio tecnico? tutta la fila?... perché rifondano il comune. Ma il caos è ancora tutto da sbrogliare. Perché sarà la magistratura (come? in che anno?) a decidere se dividere il danno in quote uguali oppure attribuirne più a questo che a quello: ai politici piuttosto che ai due tecnici.
Fatto questo però quei 617mila euro non basta che tornino nelle casse del comune ragione per cui... tutto torna come prima. Non essendo ancora pubblicati i verbali dell’ultimo consiglio comunale e nemmeno le registrazioni (ormai viaggiano con due mesi e passa di ritardo...) non si sa cosa sia stato detto o deciso all’ultima riunione consigliare.
Il buonsenso suggerirebbe che il consiglio comunale approvasse una delibera in cui «invita solennemente» tutti i soggetti coinvolti nella preparazione e nella approvazione di quella delibera a decidere da soli come spartirsi gli oneri da restituire e dare un tempo (breve) per farlo. Non crediamo che ciò possa accadere. La telenovela quindi continua.
FATTO IL GOVERNO...SUBITO A INTERROGARSI...QUANDO CADE?
Fatto un governo in Italia iniziano subito le scommesse sulla sua durata e la caduta prossima. Non crediamo che il governo SalviMaio si sfasci per la beghina TAV/TAP oppure sul reddito+pensione di cittadinanza piuttosto che sulla flat tax a uno due quattro otto scaglioni. Sono fantasie che servono ai giornalisti per guadagnarsi la pagnotta con un pezzo. Inutile. Dal 04 marzo ad oggi il governo SalviMaio è riuscito ad approvare SOLO in mezzo Parlamento un «decreto dignità» che è  soltanto l’ennesima versione del jobs act dei governi precedenti. Formalmente grandi e piccole imprese hanno protestato per il DD ma è solo per spargere un po’ di fumo: quello che alle imprese importa adesso è lo spread a 250, i dazi trumpiani e il caos conseguente e il costo dell’energia.
Si farà la TAV, si faranno le due Pedemontane lombarda e veneta, si farà il Terzo valico dei Giovi, si concluderà il TAP, si metterà in funzione il mitico MOSE.
Perché la Lega sa governare (oddio!?) mentre i 5S peggio.
Apparentemente tutti i problemi paiono derivare -per il governo SalviMaio- dallo stare in Europa mentre stanno solo nel fatto del come&perché gli italiani hanno 4500miliardi di ricchezza finanziaria e in parallelo 2350 miliardi di debito pubblico che comporta 70 miliardi di interessi annui (due terzi dei quali vanno a... impinguare quei primi 4500 miliardi di ricchezza degli italiani). Ci sono  però  (anche) 1 milione e 778mila famiglie in condizione di povertà assoluta e al loro interno, vivono 5 milioni e 58 mila individui. L'incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell'8,4% per gli individui (da 7,9%). Il vicepremier Luigi Di Maio rilancia su Facebook la partita: "Record di poveri in Italia! Il reddito di cittadinanza è un diritto da riconoscere subito!", dimenticando di parlare patrimoniale e si accontendosi di tagliuzzi di spesucce senza costrutto. Cose che dovrebbe essere fatte dalla burocrazia piuttosto che dalla politica. Insomma siamo tornati nel merdone democristo con l’aggiunta di una bella dose di neo-razzismo ad uso dei pensionati rimbambiti dalla tivù. Adelante Pedro, facite l’ammuina.

Facite ammuina 1
Continua la lite Lega-Movimento 5 stelle su Tav e Tap

Scricchiola ancora l'alleanza di governo tra Lega e M5s. Tutta colpa, oltre che del caos vaccini, delle idee decisamente divergenti sulle questioni Tav e Tap. In particolare  quest'ultima ha aperto un botta e risposta tra i due schieramenti della maggioranza. Il vicepremier Matteo Salvini, dal palco della festa della Lega Romagna a Cervia dove era ospite d'onore, aveva parlato nella notte di sabato di «alcune cose su cui il governo deve ancora trovare un accordo». Il riferimento a Tav e Tap era abbastanza scontato. Per la Lega, infatti, il progetto della linea ferroviaria Torino-Lione in Val di Susa deve essere completata, così come il Gasdotto Trans-Atlantico in Puglia. «Secondo me l'Italia ha bisogno di molte infrastrutture soprattutto al Sud. Penso alla Puglia: se arriverà alla fine quel gasdotto l'energia costerà il 10% in meno», ha detto Salvini spingendo verso il sì alle due opere.

La replica del ministro lezzi su tav e tap
Ed ecco che,  dopo il botta e risposta con Alessandro Di Battista, è stata la volta della ministra per il Sud Barbara Lezzi ad aprire una nuova crepa nell'alleanza Lega-M5s. «Caro Matteo Salvini, in Italia servono le infrastrutture e in particolar modo ne hanno estremo bisogno il Sud e le aree interne del Centro-Nord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro nel Mezzogiorno di 300 mila unità durante gli anni della crisi. Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, anti-dissesto idrogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che L'Italia aspetta», ha spiegato senza mai citare Tav e Tap.

La nuova frattura fra le due forze di maggioranza ha immediatamente provocato le reazioni delle opposizioni. «Guarda caso per tutte le grandi opere che insistono in territori a guida leghista, o per le quali ci sono ordini superiori (si veda quanto accade con la Tap e Trump), l'analisi costi-benefici è stata già fatta», ha ironizzato il dem Sergio Chiamparino. e governatore del Piemonte. Che poi ha anche aggiunto: «Solo per la Tav bisogna contare fino all'ultimo spicciolo, nonostante siano già state fatte sette analisi costi-benefici da diverse agenzie indipendenti, tutte con esito ampiamente positivo. Non vi viene il sospetto che c'entri qualcosa la vicinanza politica di quelle amministrazioni regionali?».

Forza Italia si schiera con Salvini
A sostenere il ministro dell'Interno c'è invece Forza Italia. Con un post su Facebook il capogruppo di Fi alla Camera dei deputati, Mariastella Gelmini, ha espresso l'appoggio completo alla realizzazione delle due opere: «La Tav è una infrastruttura fondamentale per il nostro Paese in ottica di un migliore scambio delle merci e per collegare in modo strategico e intelligente le regioni del Nord all'Europa. I continui niet del Movimento 5 stelle non fanno altro che produrre incertezza e scoramento negli imprenditori italiani che ormai da troppo tempo aspettano risposte chiare». Ma l'attacco ai pentastellati non finisce qui: «Il ministro Toninelli continua a buttare la palla in tribuna senza dire una parola conclusiva sulla vicenda. Conte e Di Maio preferiscono un connivente e dannoso silenzio. Ci aspettiamo che Salvini faccia sentire nel governo la voce del centrodestra e dei tanti cittadini che ci hanno votato per realizzare un programma di crescita e di sviluppo. Stop oscurantismo, serve guardare al futuro».