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ultimo tratto del sentiero per il Rif. Curò








Di cosa parliamo in questa pagina.
Un ragionamento che collega quanto scritto nei tre articoli lincati col c.d. Decreto Dignità che  sarebbe il primo atto legislativo compiuto del neo governo Salvimaio. Con una conclusione non proprio entusiasmante.
Ci sarà da ridere se dovranno approvarlo con la fiducia.
Poi di lato un durisismo articolo di Caldarola. Che a  mio avviso dimentica come Renzi sia stato eletto da migliaia di  cittadini e iscritti. Un punto i nterrogatoivo, quindi.
Infine nelle immagini non poteva mancare la celebrazione della OROBIE ULTRA TRAIL: assieme all'Atalanta uno dei motivi che pongono la Bergamasca sportiva nell'ambito internazionale.

https://www.internazionale.it/reportage/fabio-ciconte/2017/02/27/supermercati-inganno-sotto-costo

https://www.internazionale.it/reportage/fabio-ciconte/2017/03/06/supermercato-industria

https://www.internazionale.it/reportage/fabio-ciconte/2017/03/13/aste-online-supermercati

https://www.internazionale.it/reportage/stefano-liberti/2018/07/25/passata-pomodoro-eurospin

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/27/dl-dignita-lavoratori-termine-e-somministrati-non-oltre-il-30-del-totale-prorogato-bonus-per-assumere-35/4520020/


























Questa pagina parte con una massa di collegamenti che rimanda ad una serie di articoli molto lunghi e complessi che, se letti senza fette di salame ideologiche sugli occhi, narrano un’Italia che troppi italiani fanno finta non esista. Moralismo di basso costo? Forse. Ma aiuta a comprendere l’articolo inginocchiato de Il Fatto che linchiamo per ultimo.
I primi lettori degli articoli dovrebbero essere i consiglieri comunali di Curno, reduci da poco più di un anno e mezzo di avere dato il via al maxi ampliamento del commerciale locale (+300-350mila mc), ampliamento giustificato dalla necessità degli operatori (dei centro commerciali: in realtà delle immobiliari padrone degli edifici tutti dati in affitto) ) di restare sul mercato rispondendo alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori. Contemporaneamente viene detto al cittadino (che è anche colui che fa la spesa nei supermercati o va a comprare il pollo fritto) l’idea che  al Comune arriveranno i sostanziosi oneri dalle costruzioni che saranno utilizzati per alimentare i mille rivoli della carità ai poveri e il sontuoso piano del diritto allo studio ed eventi correlati, destinato in massima parte a finanziare le coop del regime, le industrie collegate alla scuola (libri , quadernoni a dozzine, gadget di ogni tipo), i vari c.d. CRE estivi e soprattutto a tenere i ragazzi il maggior tempo lontani dalle famiglie “perché la donna deve poter lavorare” salvo che non si sa mai quanti siano davvero i casi. Cose buone tradotte (o ridotte) nel più bieco consumismo.
Se poi il lettore, non sia sfinito ed arrabbiato dalle letture dei testi di Ciconte e Liberti- dopo avere appreso cosa  racconta Marco Nicastro, imprenditore agricolo e presidente dell’orga nizzazione di produttori Mediterraneo che “è la grande distribuzione organizzata il vero caporale!” viene a sapere che da tutte le opere di urbanizzazione dell’ampliamento ristrutturazione di Curno non arriverà un euro uno al Comune, forse è il caso che s’arrabbi ancora di più. Con se stesso: però.

Poi legge l’articolo de Il Fatto e una volta liberatosi dal fumo dell’incenso che ne sortisce copioso, se non ha  le fette di salame sugli occhi, alla fine della fiera si rende conto che narra complessivamente di un peggioramento delle condizioni attuali –raccontato però con un colpo al cerchio ed uno alla botte- rispetto agli interessi dei lavoratori e quando non è così tutto resta uguale a prima e più spesso peggio di prima. Ragion per cui uno si domanda se c’era bisogno di mettere in piedi tutto questo can can che dura da due mesi e si concluderà (ignominiosamente per il governo Salvimaio) con un voto di fiducia sostanzialmente per introdurre danni visto che le persone si fanno lavorare se c’è richiesta di prodotti e servizi e non incentivi a pioggia… che al massimo riempirebbero il magazzino e ingrassare le banche (?).
Come anticipato da Di Maio, nel decreto è stata inserita anche la proroga al 2019 e 2020 del bonus per le assunzioni stabili degli under 35 introdotto per il 2018 dall’ultima legge di Bilancio firmata da Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan salvo che le costose coperture non si sa bene se saranno davvero garantite oltre che dai nuovi ritocchi al rialzo a partire dal 2019 del Preu, il prelievo sui giochi, si dovrebbero aggiungere le maggiori entrate dovute all’aumento (previsto) delle nuove assunzioni. Industriali volenti epperò.
Simpatica ed oratoriana l’idea del  logo ‘no slot’ per esercizi pubblici e circoli privati che bandiscono le macchinette per il gioco d’azzardo quando proprio quel mondo è il più attrezzato per passare immediatamente alla clandestinità.

La sintesi della lettura dei quattro articoli fa vedere un Paese (l’Italia) dove la politica si arrabatta ad appiccicare cerotti oppure a toglierli  -in una cazzosa gara a chi lo mette meglio o più grande o meno grande- mentre lo stesso Paese viaggia cantando e arrabbiato a mantenere lo status quo. Al cittadino non bisogna far sapere che una delle ragioni per cui c’è bisogno degli immigrati clandestini per raccogliere i pomodori pagati a prezzi di fame per potere mettere sullo scaffale del supermercato le bottiglie di passata di pomodoro vendute a 0,49 euro, i pacchi di pasta a 0,39, le confezioni di tonno da quattro scatolette a 1,99 euro. Il cittadino dovrebbe finalmente capire che per poter comprare a quei prezzi (visto che lo pagano pochi euro l’ora e lavora pochi giorni l’anno) ci deve stare pure  che le aziende potranno assumere con contratti a termine, compresi quelli in somministrazione, fino al 30% dei propri dipendenti mentre fino ieri non potevano essere più del 20%.  Oppure comprende come mai è stata ampliata la possibilità di usare i "nuovi voucher" per aziende alberghiere e strutture ricettive con meno di 8 lavoratori, imprese agricole ed enti locali quando finora era limitata nelle aziende con non più di cinque lavoratori. Ecc. ecc.