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Dagli Stati Uniti alla Russia all’Inghilterra fino ai paesi di Visegrad per non dimenticare l’Italia, siamo in mano e siamo circondati da un mondo amministrato da dei matti. Uno degli esiti della lunga crisi economica mondiale è anche questo. Bastasse aspettare che passi la nottata potremmo dirci  contenti mentre in realtà ci stiamo infilando in una notte che si prevede ancora più lunga della precedente. Abbastanza credibile che nel prossimo decennio l’importanza del lavoro manuale e la conseguente remunerazione subisca una contrazione e nel contempo aumenteranno i consumi energetici in un vasto numero di paesi c.d. emergenti.
Penso che la follia che appare dalle scelte di certi governanti - si pensi solo al caos mentale di un Trump- derivi dall’incertezza del futuro della propria nazione. Anzi: dalla certezza che adesso la ruota della fortuna sta davvero girando a vantaggio di quei paesi che finora abbiamo tenuto al guinzaglio. In questo lungo dopoguerra abbiamo imparato con quell’equilibrio del terrore cogestito dalla Nato VS Russia che a parte qualche guerra locale un evento catastrofico come la guerra nucleare o le guerre imperialistiche su larga scala non si possono più mettere in conto come pericolo. Fuori dubbio anche che purtroppo certe guerre locali causate dalla necessità di non perdere il controllo agli accessi delle fonti energetiche ci sono state e  forse ci saranno anche nei prossimi anni.
Al di la delle capocchiate trumpiane  che dovremmo imparare a «parare» coinvolgendo il meno possibile gli USA assieme all’imperialismo sovietico messo in campo dal macho Putin, l’Europa che ha regolamento benissimo le cose che servivano alla grande industria banche multinazionali servizi finanziari si scopre una ciotola di argilla perennemente informe. Vittima di nuovo di nazionalismi non su fatti economici (ci sono anche quelli per demerito della Germania: purtroppo) l’Europa è politicamente una unione d’argilla. Se non una nullità internazionale, quasi ci manca poco. Paradossalmente mentre gli Europei si sentono «popolo europeo» e si scambiano ininterrottamente,é propriola politica che non mette assieme uno straccio di idea da gettare nella battaglia di essere leader internazionale. Eppure per popolazione e PIL non ci fanno paura (per adesso) ne gli USA ne la Cina e nemmeno la Russia poverella. Semmai ci possono intimorire maggiormente l’insieme di paesi che stanno attorno all’Iraq. Mettiamola come meglio crediamo ma l’Europa resta ancora un modello di democrazia per tutto il mondo ed assieme alla nostra potenza economica potremmo essere leader primi internazionali ma ci mancano gli uomini e le donne capaci di farlo.
L’Europa ha bisogno di pensare di più alla politica e meno alle dimensioni e pesi delle scatolette di piselli e alla finanza. Ha bisogno di un parlamento e di un governo unico eletto da tutti non di un puzzle com’è l’attuale. Ha bisogno di un bilancio unico.
Devo darmi un pizzicotto per svegliarmi.