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Si presenta con venti pagine coloratissime che pare una confezione di haribo, una impaginazione qualche parte elegante  altra parte raffazzonata. Leggendolo, per chi legge l’albo pretorio, gli pare di fare un salto indietro di qualche mese. In buona sostanza emerge un’azione amministrativa che rincorre i problemi del momento cercando di dare soddisfazione a tutti i desiderata  soltanto dopo averne misurato il potenziale ritorno elettorale. Una amministrazione bottegaia che bada a quanto c’ha nel cassetto alla sera  per sapere cosa potrà spendere l’indomani. Qualche volta alla sindaca gli scappa una locuzione che la massaia di Bottanuco mastica ogni giorno, del tipo: »cercheremo di finanziare l’opera accedendo a spazi verticali della Regione (cercheremo cioè l’autorizzazio ne ad utilizzare i «nostri» soldi i 4,1 milioni»!. Che è un quarto di balla visto che di quei 4,1 milioni ve ne sono ben 839mila in quanto «fondo crediti di dubbia e difficile esigibilità»  che -la buttiamo li- il comune potrebbe mettere in vendita come fossero degli NPL cercando di portarne a casa «subito subito e sicuri sicuri» almeno 300mila p.e.
Per il resto, oltre a un evidente profumo o puzza di vecchiotto, emerge  il classico atteggiamento autoritario del «qui comando io» e quindi state tutti bene allineati e coperti che ben si manifesta nel lungo editoriale della sindaca come nel prolisso intervento della capogruppo di maggioranza, la sindaca emerita Serra. La Serra, già professoressa di lingue e letterature straniere, inizia il suo pistolotto con «fatti virgola non parole». Quel che elenca è tutto vero, peccato che sia un elenco di banalità. Tipo il caldaista che dopo l’intervento di pulizia annuncia alla massaia: fatto!. Non leggi un pensiero che si alzi al di sopra del cambio della lampadina, della cerniera sostituita, del filtro della lavatrice  pulito. Come la coppia dei pensionati al supermercato con l’elenco scritto delle cose da comprare (quelle in offerta accuratamente scelte) che man mano passano dallo scaffale al carello la sciura tira una riga sulla voce del foglietto. Fatto!.
Noi ricordiamo - c’abbiamo l’appunto registrato- l’intervento del mitico assessore dicci che annunciava la progettazione e costruzione delle nuove medie laggiù in mezzo ai campi dicevano le opposizioni socialcomuniste. Era un ex caposquadra dalla Gabulera, cresciuto a pane, azione cattolica e dicci, ma volle e seppe dare nonostante la sua quinta elementare una spinta ideale a  quella scelta (costarono 130 milioni di allora) che lo applaudirono tutti i consiglieri comunali, compresi i rossissimi Corti e Bertelli e perfino quel socialista che si credeva intellettuale, avendo letto moltissimi libri senza averne compreso (quasi) nessuno e il suo compagno collega Gentili. Il socialista aveva fatto la Resistenza nel fienile della morosa. Oggi una laureata ti congeda con un «fatti, non parole». Scodellata la minestra sciura maestra.





Il capogruppo Locatelli della lista forzista leghista eletto soltanto dai forzisti perché massima parte dei leghisti non l’hanno votato e i meloniani sono andati con la fascio femminista (più o meno: non sottilizziamo troppo p.f.) è diventato leghista. Basta leggere il suo intervento: «Cercheranno in modo scorretto di far credere che la colpa sia della Lega ma, 30 anni fa, quando il pro­getto per la realizzazione dello stesso fu approvato, governava la triade DC, PSI e PCI. Ci solleva una sola cosa: il fatto che questo grave danno finirà sotto la lente della Corte dei Conti ed i veri colpevoli saranno, speriamo, finalmente indivi­duati». Per essere corretti siamo stati noi che abbiamo recuperato e RESO NOTO la delibera consigliare incriminata che è stata alla base della debacle giudiziaria. Locatelli non ha avuto nemmeno la voglia e il coraggio di leggerla in pubblico al momento opportuno, nonostante la sollecitazione vocale di uno del pubblico, prontamente zittito dalla sindaca emerita. Nella seduta consigliare non abbiamo sentito nessuno accusare la Lega di essere stata votante quella delibera e quindi l’affermazione di Locatelli circa le colpe attribuite alla Lega se l’è inventata. Nella seduta consigliare per l'approvazione della famigerata deli­bera 41 sulla via Fermi sono assenti Maini Dante, Locatelli Ernesto, Lodetti G.Pietro, Novetti Giuseppe della PC e tre del PCI: Mazzoleni Chiara, Naldi Emilia, Bellezza Walter. La delibera venne votata dai DC: Finassi Marco (sindaco), Arnoldi Roberto, Salvi Pierangelo, Locatelli Giuseppe, Locatelli Giuseppina, Morandi Giuseppe, Fustinoni Mario. Per ilPCI la votarono Pelizzoli Giuseppe e Benedetti Aldo; per il PSI la votarono: Gasperini franco, Locatelli P.Giorgio e Vanoncini Emilio. Il segretario comunale era il dott. Franceso Bari. Non abbiamo potuto conoscere chi fosse il dirigente dell’ufficio tecnico e che parere avesse espresso in merito.  Come si legge ci sono quelli che saranno pure protagonisti del centrodestra -per esempio Salvi e Fustinoni- ma anche dell’attuale centrosinistra incarnato nella giunta Gamba: Lodetti Pelizzoli Benedetti. Insomma, semmai la magistratura contabile vorrà separare il grano dal loglio prima che la falce ne spedisca qualcuno al creatore ben si comprende come la paternità politica di tale delibera abbia eredi dappertutto in questo consiglio meno che nella Lega. Che comunque non perderà occasione per compiere successivamente la sua parte di nefandezze politiche fino all’autoesilio dei suoi migliori uomini ed alle spaccature indotte dal Pedretti. Le colpe dei padri cascheranno su di loro e sui figli. Amen.