schermata 2000 pixels
































https://www.linkiesta.it/it/article/2018/07/12/decreto-dignita-ecco-il-guaio-meno-contratti-a-termine-piu-persone-sen/38755









La NATO nasce  il 04 aprile 1959 con l’adesione di 12 paesi: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia,Paesi Bassi[, Portogallo,Regno Unito, Stati Uniti. C’è primo allargamento della partecipazione il  18 febbraio1952 che vede l’adesione di Grecia e Turchia. Un secondo allargamento avviene il 9 maggio 1955 con la Germania. Il terzo allargamento avviene il 30 maggio 1982    con l’adesione della Spagna. Il quarto allargamento avviene il 12 marzo 1999 con l’ingresso di Polonia, Rep.Ceca e Ungheria. E qui siamo già all’aggressione dell’Occidente verso la Russia. Il 29 marzo 2004 altro drammatico inserimento di 1 paesi: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. Il sesto allargamento è del 04 aprile 2009 con l’ingresso di  Albania e Croazia ed infine il settimo allargamento avviene il 05 giugno 2017 con l’inserimento del Montenegro. A fine marzo 2018 Federico Bosco scrive che «la NATO ha concesso all’Ucraina lo status di paese che aspira a far parte dell’alleanza atlantica, il che significa che Kiev ha reso ufficiale la sua volontà di realizzare lo scenario geopolitico più INaccettabile possibile per la Russia. Nella nota ufficiale dell’alleanza viene detto che la porta della NATO rimane aperta per qualsiasi paese europeo in grade di assumere gli impegni necessari a contribuire alla sicurezza nell’area euro-atlantica. L’Ucraina ha ottenuto lo status insieme a Georgia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina. Di questi quattro paesi non ce n’è uno che sia intero, sicuro, degnamente governato e non coinvolto in dispute territoriali e controversie diplomatiche:La Bosnia-Erzegovina è un non-stato ancora alla ricerca di un compromesso e un’economia che ne garantisca l’esistenza dopo le terrificanti ferite della guerra, non ha molto senso parlarne come uno stato compiuto. La Georgia ha ancora brandelli di paese occupati dalla Russia, perdite territoriali subite dopo l’aggressione contro i russi sponsorizzata dall’Occidente nel 2008 e miseramente fallita. Un paese dalla leadership fragile ma dalla posizione geopolitica determinante, la cui adesione alla NATO sarebbe inaccettabile per Mosca». La Macedonia, che non dovremmo neanche chiamare così perché la disputa sul suo nome è ancora aperta, è solo un altro brandello di Jugoslavia in cerca d’autore, uno stato poco rilevante governato da un pugno politicanti nelle mani di oligarchi e criminali. Poi c’è l’Ucraina, che oltre ad aver definitivamente perso la Crimea è coinvolta in un conflitto logorante di cui non si vede la fine nella regione del Donbass alla frontiera con la Russia, ed è il paese che merita un discorso più approfondito. Nella nota ufficiale dell’alleanza viene detto che la porta della NATO rimane aperta per qualsiasi paese europeo in grade di assumere gli impegni necessari a contribuire alla sicurezza nell’area euro-atlantica. L’Ucraina ha ottenuto lo status insieme a Georgia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina. Di questi quattro paesi non ce n’è uno che sia intero, sicuro, degnamente governato e non coinvolto in dispute territoriali e controversie diplomatiche: (1) La Bosnia-Erzegovina è un non-stato ancora alla ricerca di un compromesso e un’economia che ne garantisca l’esistenza dopo le terrificanti ferite della guerra, non ha molto senso parlarne come uno stato compiuto. (2) La Georgia ha ancora brandelli di paese occupati dalla Russia, perdite territoriali subite dopo l’aggressione contro i russi sponsorizzata dall’Occidente nel 2008 e miseramente fallita. Un paese dalla leadership fragile ma dalla posizione geopolitica determinante, la cui adesione alla NATO sarebbe inaccettabile per Mosca. (3) La Macedonia, che non dovremmo neanche chiamare così perché la disputa sul suo nome è ancora aperta, è solo un altro brandello di Jugoslavia in cerca d’autore, uno stato poco rilevante governato da un pugno politicanti nelle mani di oligarchi e criminali. (4) Poi c’è l’Ucraina, che oltre ad aver definitivamente perso la Crimea è coinvolta in un conflitto logorante di cui non si vede la fine nella regione del Donbass alla frontiera con la Russia, ed è il paese che merita un discorso piùaaprofindito.
L’idea stessa che la NATO debba rivolgere un’attenzione particolare al fronte sud dei paesi aderenti: quindi a tutto il nord Africa e al Medio Oriente è talmente folle che se non venisse da un ministro della difesa: l’italiana Trenta gli si potrebbe rispondere con un «cos’hai bevuto oggi?. Dopo tutti i problemi drammatici che proprio i paesi della NATO in ordine «apparentemente« sparso hanno creato in Africa e M.O. cosa penseranno quei paesi nel sentire che adesso la NATO ha deciso di minacciarli? Che livello di collaborazione ci possiamo attendere con un «nemico» minacciato di guerra? Poi abbiamo sentito tutti il minaccioso invito ai paesi dell’UE di staccarsi dalla Russia per gli approvvigionamenti energetici e quindi anche i paesi del Mena e dell’Africa sub sahariana o del Corno d’Africa cosa penseranno di noi. Proprio di noi italiani perché oltre a essere i primi confinanti siamo anche i terminali  dei gasdotto oleodotti porti d’attracco di ogni risorsa energetica mentre il furto più prezioso inflitto dall’Occidente a quei paesi va in 3-4-5 paesi al mondo meno che in Italia.
Ecco perché l’Unione Europea che ha una popolazione di 508 milioni e mezzo ma una presenza superiore di cento milioni e con un PiL di 20mila miliardi di euro non ha bisogno ne di essere l’ancella degli USA e nemmeno la prima portinaia che Putin dovrebbe abbattere.
Indubbiamente una UE che riesce benissimo nel codificare al meglio gli interessi industriali e finanziari dei grandi industriali banche capitalisti fondi mentre non riesce a fare un passo in avanti verso un governo unitario dell’Unione non da molte speranze in una inversione della rotta attuale.
Però l’idea che adesso la NATO sostituisca  il «nemico» russo con un nemico che viene dal Mediterraneo - proprio l’UE che del Mediterraneo ne è in gran parte «padrona» solo a  qualcuno fuori di melone poteva venire in testa. Soprattutto davanti al «gravissimo pericolo» di quanti che, secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2018 sono sbarcate in Italia 16.414 persone. Da precisare che solo il 72% di quegli invasori erano uomini adulti.
Un twit di Trump fa più danni di quei 16mila.
Sui tagli ai vitalizi degli ex deputati oggi pensionati d’oro non ci siamo mai scaldati troppo per ragioni evidenti. La prima è che ci sarebbe da ridere assai se il progetto passasse alla Camera mentre al Senato pare proprio che non si voglia muovere foglia. Secondo perché figurati se un’idea del genere i supremi giudici la lasceranno passare. Terzo perché dopo i nigher i albanes i zingher e i rom dovremo dare da mangiare alla mensa dei frati pure agli ex deputati. Quarto. Perchè c’è sempre  quel Maurizio Paniz che all’intervistatore risponde «che se e proprio di equità vogliamo parlare si dovrebbe guardare altrove».
Dove per esempio, domanda l’intervistatore?
«Lei lo sa che ci sono 737mila italiani che si giovano della legge Rumor del 1970 che consentiva di andare in pensione dopo 14 anni, sei mesi e un giorno riscattando servizio militare, gravidanza e università? È andata in pensione gente che non aveva 30 anni. Se si applicasse a loro la delibera Fico si recupererebbero 23 miliardi, altro che 40 milioni». Amen.
Adesso il popolo beone si spellerà le mani per avere messo alla fame buona parte della casta passata presente e futura: la risposta di Paniz non va presa sottogamba dal momento che -c’è da scommetterci- quel grande economista che è il giacchettina avellinese vorrà mettere a dieta pure i pensionati normali. E chi la deve intendere, la capisca. Specie se appartiene alla vil razza dannata dei sindacalisti.

Invece pare che il Decreto Dignità abbia ricevuto tutti i viatici necessari (bollinature) per essere stampato e mandato in Commissione. Anche qui c’è in aria un gran polverone ma siccome il giacchettina avelllinese ha promesso che non verrà posta la fiducia per l’approvazione, già ci sono le scommesse fiduciaSI-fiduciaNO e il SI viene dato 80 a 30.
In buona sostanza si torna indietro quasi del tutto anche se andreottianamente anziché il burro useranno il burro di cacao. Sono diventati vegani. Avete presente le vignette della banana e dell’ombrello versus Cipputi?
In questo paese si fanno mille disposizioni per mille situazioni e questo è gran bene per chi le deve gestire e incassare un compenso per ogni pratica mentre da una parte il cittadino necessitato ha delle enormi difficoltà a capire diritti e doveri e di contro il cittadino comune- cui spetterebbe per trasparenza e onestà- sapere come vengono spesi i soldi pubblici, non capisce nemmeno lui cosa succede. Forse non lo sa nemmeno il governo fatto da analfabeti di politica economia buonsenso (che rivendicano prima di ogni curva salvo trovarsi subito dopo nel fosso).
Ieri il grande caos messo in piedi dalle sanzioni verso la Russia che ha fatto perdere all’Italia almeno un punto di PIL e conseguente occupazione. Adesso ci troviamo in mezzo al caos messo in piedi dalle sanzioni trumpiane verso l’universo mondo che a noi faranno perdere altro punto  se non due punti, di PIL ma con la grande soddisfazione dei coglioni di essere amici degli USA.
Far credere che l’occupazione italiana crescerà perché i per i rinnovi contrattuali non servirà la casuale: ci credono solo i fessi. Si legge che «le misure contro il precariato, in particolare la stretta sulla durata dei contratti a termine, costeranno 220,5 milioni dal 2018 al 2020, salendo a 710 milioni al 2027, con un ulteriore aggravio di circa 73 milioni l'anno a decorrere dal 2028. E' quanto riportato nell'articolo sulle coperture del decreto dignità, aggiunto nella tarda serata di ieri nella versione bollinata. Nello stesso articolo si dà incarico all'Inps di monitorare ogni tre mesi "maggiori spese e minori entrate" al fine di garantire "la neutralità sui saldi di finanza pubblica". E con questo si vuol far credere che aumenterà l’occupazione ed anche i salari?
Basta dare una lettura a questo articolo ed alle sue tabelle: vedere in fondo pagina/

per rendersi conto che la decisione di assumere o meno da parte dell’imprenditore non deriva dalla legge vigente ma che le leggi vigenti restano sostanzialmente più un problema da gestire che una risorsa da sfruttare. L’Italia non ha bisogno solo di qualche piccolo decimale in più di flessibilità ma ha bisogno di togliersi di dosso buona parte del fardello  degli interessi sul proprio debito e destinare un parte di quei soldi ad investimenti e conseguente lavoro ricchezza occupazione.