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PER PACIFICARE GLI ANIMI BISOGNA DIVIDERE GLI UTILI CON TUTTI I COMUNI
La vicenda delle rotte del Caravaggio (l’aeroporto di Orio al Serio) é un altro aspetto del modo di essere patöss dei bergamaschi. Che esplode in maniera esponenziale nei periodi estivi quando lo scalo vede affluire centinaia di voli e nel contempo gioiscono i gestori dell’aeroporto (quindi anche i cittadini: ma solo quelli di Bergamo), gioiscono i negozianti di città bassa e alta, gioiscono i gestori dell’Oriocenter e dei relativi negozi. Ovviamente gioiscono i viaggiatori  clienti di Ryanair e compagnia per gli ottimi prezzi dei biglietti. Alla fine a non gioire dei successi del Caravaggio sono gli abitanti sottostanti le rotte di partenza ed atterraggio che sono incazzati  assai. Come tutte le grandi opere messe in piedi dai Bergamaschi alla fine tutto finisce nel patöss. La variante di Zogno. La circonvallazione sud. Il potenziamento della ferrovia da Montello a Ponte san Pietro. L’Ospedale Papa Giovanni. La BrebeMi. Vogliamo ridere o piangere sui casini di Foppolo?. L’unica certezza ce la restituisce quotidianamente la GdF con  confische per decine e decine e decine di milioni a evasori col pelo di ferro sul petto. Verrà il momento in cui la concorrenza che il Caravaggio riesce a mettere in campo sottraendo ad altri aeroporti voli e passeggeri bisognerà «pagarla» a quei cittadini che lo sopportano. E costerà cara. Carissima. Probabilmente l’idea di decollare in direzione est-ovest - vira di qui piuttosto che di la- va abbandonata per l’opposto ma anche in quel caso quei cittadini vanno risarciti. E quindi l’idea di avere un aeroporto  che fa volare 12 milioni di passeggeri l’anno e che fa guadagnare gli azionisti SACBO (13 milioni di utili nel 2017) tra i quali non figurano ne la provincia (che ha venduto le proprie azioni)  e nemmeno i comuni  stuprati dall’inquinamento dei voli. Nonostante il cerchiobottismo del sindaco Gori si prevedono anni duri nel futuro prossimo del Caravaggio: o spalmare gli utili sui comuni coinvolti oppure ridurre il traffico.

A PROPOSITO DEL NUOVO PIANO OPERE PUBBLICHE 2019/2021
Premessa
Il Comune di Curno è proprietario di numerosi immobili che –tranne uno- sono ridotti in condizioni non propriamente “civili”. Basti prendere in considerazione le abitazioni di via S.Jesus-IV Novembre le quali meriterebbero la demolizione e la ricostruzione. A proposito: non sappiamo nemmeno quanti siano gli affitti «dimenticati». Lo stesso dicasi per la situazione complessiva del CVI1. Il municipio in epoca di risparmio energetico ha ancora le sue belle pareti esterne come le vetrine dei negozi anni '50-'60. E una bella crepa nel pavimento a piano terreno. Via Roma  fa concorrenza alle strade di… Roma (la Roma capitale d'Italia). Il parcheggio dell'ex piazza del mercato non viene riasfaltato da oltre 35 anni. La ex scuola elementare, che già gli antichi abitanti avevano provveduto a brutalizzare con affreschi di altissimo contenuto. Roba da prendere a sberle gli/le insegnanti. Un'occhiata alle vie Liguria-Merena rende evidente l'ammaloramento complessivo del fondo stradale. Per non parlare dei c.d. “territori abbandonati”. Dai giardinetti di via Abruzzi e quelli di Curno al campo di tamburello col suo contorno di baracche come fossero dei campi rom. Idem per i tendoni parrocchiali sul lato opposto: non è ora di fare un'ordinanza di smontaggio e pulizia della zona ? E un'occhiata in fondo a via Carlinga a ridosso dell'A.I. vogliamo darla? Interessante poi «il come tagliano l’erba» delle varie parti di verde. Tagliano l’erba a la lasciano in massima parte sul posto: le aree sono diventate discariche di letame. Stessa evidenza per le c.d piste ciclabili di cui sicuramente esisterà un progetto complessivo nella crapa dell'ass. Conti, ma che finora hanno visto enormi investimenti (o  generosi incassi-regalie dall'altro versante: chi le ha realizzate scomputando oneri) sottratti al comune quando le hanno realizzate a scomputo. Risultato complessivo: tanti piccoli pezzi ma… nessuno è collegato con l'altro. Dopo trent'anni di chiacchiere sulle piste ciclabili (andatevi a leggere i programmi delle elezioni primi anni'90) non esiste una pista completa tra Marigolda e Curno. Non esiste una pista completa tra Curno e Longuelo. Più che probabile che per le piste ciclabili il comune abbia investito almeno 1,5 milioni di euro tra soldi suoi e incassi trasformati . Investimenti “buttati li” senza alcun risultato pratico tranne le foto sui depliants elettorali.
Per soddisfare clientelarmente decine di micro associazioni il territorio è stato via via brutalizzato sia per loro iniziativa (i tabiotti attorno alla palazzina ASL) e sempre col supporto del comune e adesso ci ritroviamo in queste (pessime) condizioni e non vale la giustificazione della crisi economica come del fiscal compact. Dietro questo brutto paesaggio urbano vi si legge una (in) coltura della città da parte della politica. E dei cittadini: perché no?.
Poi ecco che arriva la giunta Gamba che rimette in pista il POP vale a dire il piano opere pubbliche 2019-2021 che «ai sensi degli art. 5 comma 5 del decreto ministeriale n. 14 del 16.01.2018, l'atto deliberativo e le relative schede verranno pubblicati per 30 (trenta) giorni consecutivi all’Albo pretorio e sul sito Internet Comunale al fine di consentire la presentazione di eventuali osservazioni.  Naturalmente i cittadini possono presentare qualsiasi osservazione tanto verrà sicuramente respinta perché-lo predica la capogruppo sindaca emerita Serra- «noi abbiamo il nostro programma e l’impegno di realizzarlo, non quello che ci viene proposto nelle osservazioni». Insomma... fanculo i cittadini.  Probabilmente quei legislatori che hanno approvato il D.M. n14 del 16.01.2018 (secondo noi l’indicazione è errata...) erano meno ferrati della sindaca Gamba, della sindaca emerita Serra nonchè capogruppo della maggioranza e dell’ass. Conti.

Dopo queste due premesse ben sapendo che  la maggioranza casserà anche le osservazioni che presenteremo al POP 2019-2021, ci ostiniamo a presentarle (nonostante nelle deliberazioni cerchino perfino di farle scomparire...) perché vogliamo dimostrare che nel PD e dintorni NON TUTTI appartengono al novero delle padroncine del vapore. Riteniamo che la giunta Gamba, che ha come maggiore azionista proprio l’elettorato piddino, sia afflitta proprio dalla malattia fiorentina che ha condotto il partito al 18%. Noi non ci stiamo a condividere questa politica. Non condividiamo un POP sprecone spendaccione insensato che non ha  un minimo