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Syrian children next to a shell hole, after Syrian government forces recently recaptured the village of Ghariyah ash Sharqiyah from the rebels, in the province of Deraa. AFP




































Notizie in breve dal paese bello da vivere

BIBLIOTECA. Pare che siano finalmente arrivati tutti i pareri e i progetti per completare quest’opera ottuagenaria. Purtroppo sarà un miracolo attendersi che si apra con l’anno nuovo anche perché la giunta Gamba per adesso vuole aprire SOLO l’auditorium. Non è una novità che il c.d. centrosinistra e la destra «odino» le biblioteche. Invece ci piace moltissimo la banda dei sifoi di quello che prima «votò» la biblioteca salvo poi rimangiarsi il voto. Intanto è diventato il fiore all’occhiello della cultura di Vivere Curno. Con la banda di sifoi. Mica quelli di Terno d’Isola: però.

IL SEQUESTRO DEI 630MILA EURO EX SENTENZA. Pare che il comune farà ricorso anche se non nutre grandi speranze di ribaltarla. Sarà meglio che apra anche una causa legale contro quei consiglieri e quel segretario comunale che approvarono l’infelice delibera. Se non altro per beccarli tutti prima che muoiano: si sa come sono brevi le cause in Italia...

ILLUMINAZIONE PUBBLICA. Ancora incerto in comune l’esito della gara per il rifacimento manutenzione e fornitura energia elettrica dell’impianto illuminazione pubblica. Non si comincia prima del gennaio 2019 salvo che la ditta esclusa non faccia ricorso e allora... hai voglia. Andreottianamente scommettiamo che il CDX e la Lega stanno lavorando in tale direzione? Intanto noi aspettiamo sempre di leggere sul sito web di ARCA (manutenzione beni comunali) i nominativi dei soci e quelli del CdA
Separare le pensioni dalla previdenza.
Intanto, i numeri Inps in sintesi estrema. Al primo gennaio 2018, le pensioni di natura assistenziale ammontavano a 20,9 miliardi su un totale di poco più di 200 miliardi, quindi il 10% circa.
Visto così, non appare molto, in effetti. Ma nel 2017 c’è un’anomalia, visto che lo scorso anno sono state liquidate pensioni per un importo annuo di circa 11 miliardi di euro, di cui però le assistenziali erano pari a circa 3 miliardi.

Quindi, con un complesso algoritmo, scopriamo che nel 2017 la componente assistenziale della nuova spesa pensionistica è stata pari a ben il 30%, contro uno stock del 10%. Un dato non fa un trend ma fa certamente riflettere ed accende una spia rossa sul cruscotto dei conti pubblici. Nelle erogazioni assistenziali figurano assegni sociali e prestazioni per invalidi civili, a loro volta ripartite in pensioni di invalidità civile e indennità di accompagnamento; la seconda, a differenza della prima, non è soggetta alla prova dei mezzi, cioè è erogabile a prescindere dalle condizioni reddituali e patrimoniali del richiedente. A livello di stock, la spesa per invalidi civili pesa per ben 12,5 miliardi sui quasi 21 della spesa pensionistica assistenziale. Nel 2017, ben il 77,8% delle nuove erogazioni era relativo ad indennità di accompagnamento, a fronte di uno stock di circa il 65%. Non solo. Osserva Inps riguardo al solo anno 2017:
«Nell’ambito delle prestazioni di tipo assistenziale si rilevano percentuali sul totale pari a 8,3% per gli assegni sociali e a 91,7% per le prestazioni di invalidità civile»
Nel 2017, l’età media dei percettori di prestazioni assistenziali era di 69 anni. A inizio 2018, le prestazioni a favore di invalidi civili erano 37,2 ogni 10.000 abitanti in Italia settentrionale, 52,2 nell’Italia centrale, 66,6 nell’Italia meridionale e Isole. La scoperta dell’acqua calda suggerisce che le prestazioni assistenziali di invalidità civile rappresentano un ammortizzatore sociale, soprattutto nelle regioni economicamente meno sviluppate, ma verosimilmente finiranno col diventare anche una sorta di integratore per carriere contributive inesistenti (causa sommerso) o fortemente discontinue.(Mario Seminerio).

A fine novembre 2017 il Governo ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali un'intesa finalizzata all’istituzione di una commissione di studio proposta ad elaborare un confronto internazionale su i costi dell’assistenza e della previdenza. In molti si sono cimentati a mostrare che la spesa previdenziale vera e propria sarebbe molto inferiore a quella indicata nelle cifre ufficiali.
Sembra quindi opportuno meglio definire “previdenza” un trattamento pensionistico determinato in base ai contributi versati durante una precedente attività di lavoro e “assistenza” un trattamento, o un’integrazione, ispirati allo scopo di tutelare una situazione di bisogno.
Per esempio. Sin dal 1989, il legislatore si è proposto di separare l’assistenza dalla previdenza, istituendo presso l’Inps una speciale Gestione degli interventi assistenziali (Gias) da finanziarsi a carico, appunto, dell’erario. L’elenco delle voci addossate alla Gias è assai composito e variegato. Vi si incontra, per esempio, un rilevante importo destinato alle pensioni dei coltivatori diretti, la cui gestione è ovviamente deficitaria per la drastica riduzione del numero degli attivi. La causa del disavanzo è dunque riconducibile alla separazione contabile tra i coltivatori diretti e le altre categorie di lavoratori, non già al fatto che i coltivatori diretti siano, come categoria, meritevoli di assistenza pubblica.
Prima di tutto la questione demografica. Le previsioni mostrano, infatti, che il nostro andamento demografico combinato con la scarsa crescita del Pil, avrà effetti negativi sulla sostenibilità della spesa previdenziale. Se fino ad oggi si prevedeva una spesa previdenziale con un incidenza massima del 16% del Pil nel 2030, con le nuove previsioni si arriva fino al 18% nel 2040. Anche considerando i soli dati demografici è possibile osservare come il numero di pensioni in rapporto al numero di occupati è destinato a peggiorare. Infatti il numero di pensioni per occupato aumenterà dall'attuale 80 % al 100 % nel 2045. Appare, quindi, importante ribadire che la logica di un sistema a ripartizione si fonda sull’aggregazione, non sulla separazione, delle categorie. L’artificio della separazione non traghetta le somme erogate dalla categoria della previdenza a quella dell’assistenza, ma introduce soltanto una pericolosa discrezionalità politica al disegno previdenziale. (Claudio Testuzza).