«Tutto
da rifare per la variante generale al piano regolatore proposta
dall’al- lora Amministrazione comunale retta dal tripartito
Dc-Pci-Psi, guidata dal socialista Franco Gasperini». Recita
L’Eco del 17 maggio 1991 e prosegue: «La Regione Lombardia ha risposto
che la variante è urbanistica- mente improponibile e che dunque bisogna
compiere delle sostanziali modifiche per renderla più adatta alle
esigenze territoriali del Comune ed eliminando le rilevate incongru
enze. Quella Variante del PRG era stata redatta dal prof. Roberto
Guiducci (1923-1998) socialista ed insegnante al Politecnico di Milano.
Sindaco socialista variante di progettista socialista: ovvio, no? Tra
le sue opere (del Guiducci, non di Gasperini) si annovera lo IULM
(libera università di lingue e comunicazione). L’articolo è
interessante perché ricorda come al tempo (prima del 17 maggio 1991) ci
fosse stata una giunta dc-pci-psi con sindaco socialista. Il quale
sindaco socialista era stato il broker assicurativo che aveva garantito
al Comune di Curno per conto della Fiat-Centro Commerciale la
realizzazione delle opere previste in convenzione. La sua storia
personale terminerà per un infarto durante un viaggio negli USA.
Assai poetica la chiusa: «su questa base che si è aperto
successivamente fra i presenti un dibattito a tratti anche vivace, con
osservazioni di varia natura, richieste di chiarimento, proposte,
rilievi sulle precedenti amministrazioni (compreso qualche
riferimento all'inchiesta della magistratura riguardo a decisioni
legate proprio alla vecchia variante), anche se, in generale, sembra
che gli intendimenti dell'attuale Giunta municipale abbiano trovato
un certo consenso, nonostante le inevitabili preoccupazioni degli
operatori che avevano fatto degli investimenti sulla base di una
variante che è destinata ad essere cancellata con un colpo di spugna.
Ovvio che gli operatori che avevano fatto degli investimenti
fossero preoccupati della cancellazione della predetta variante perché
quella era stata fatta proprio... per consentire la realizzazione
di quegli investimenti!.
Il consiglio comunale citato nell’articolo era del 17 maggio 1991
e nel frattempo la costruzione del centro commerciale stava
concludendosi (verrà inaugurato ai primi di ottobre) e la situazione
tra i commercianti e l’amminis trazione comunale era in subbuglio
perché commercianti curnesi ma anche quelli della città erano
furibondi. In particolare gli operatori posti sul lato meridionale
della via Fermi davanti al costruendo centro commerciale dal
momento che gli stessi erano in massima parte i grossisti operanti
dentro la città che si erano trasferiti a Curno dietro promesse
democristiane lungo quello che doveva diventare il futuro asse
interurbano (altra balla DC). La via Fermi nasceva come tutte le strade
delle lottizzazioni di allora «a tarallucci e vino» nel senso che due
frontisti si accordavano per cedere ciascuno una strisci di
terreno dove mettere la strada che sarebbe servita a entrambi.
Alle elezioni del 1990 parteciparono dc, pci, psi, verdi e lega. A
elezioni finite qualcuno chiese la verifica dei voti e delle preferenze
e dopo qualche mese ... si scoprì che nel magazzino di via
S.Alessandro-Borfuro non si trovavano più i sacchi col materiale (le
schede in primis) delle varie sezioni elettorali curnesi. Grande
sconcerto e giustificazione finale: invece di buttare i sacchi di
quelle di 25 anni prima avevano buttato a macero quelli del 1990. I
componenti di una lista fecero carriera fulminante nelle P.A.: le
diciottenni dovettero accontentarsi di ricevere in regalo una rosa
elettorale, qualcun altro fu comprato o si vendette per un p
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Bergamo
è una delle città con meno verde pubblico accessibile e quel poco che
c’è resta perennemente resta nelle peggiori condizioni. Le
amministrazioni di destra e di sinistra che si sono succedute hanno
dimostrato un evidente disprezzo del verde, che non sia inteso come
posto adatto al pascolo delle caprette. Nonostante «i maestri del
paesaggio» gli amministratori della città hanno un’idea del verde da
bottegaio fiorista. Che è poi l’idea della città: un centro commerciale
dove l’antico serve ai venditori di pizzette surgelate e hanburger
ammazzamosche. Lo stato di manutenzione disegno realizzazione e
mantenimento dei parchi di città bassa è ingiudicabile: peggio non si
riuscirebbe proprio a fare. Le condizioni del verde attorno a
sant’Agostino sono quelle verificabili dopo un accampamento di
carovane di zingari. Il massimo della bruttezza lo si vede nella
valletta tra Colle Aperto e il Palazzo Roncalli (lo sappiamo che é
privata, ma il Comune potrebbe averla acquistata da mezzo secolo) e
all’esterno della Porta sant’Alessandro lato seminario. Sede di una
maxi colonia felina. Per non parlare delle condizioni del giardino
delle scuole di Colle Aperto. Manca il verde, mancano dei fiori,
mancano perfino le rastrelliere per le biciclette, le facciate hanno
perso colore e restauro: una città mordi e fuggi. Bravo Gori!.
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NO GRAZIE. ABBIAMO GIA’ DATO (TROPPO)
Il Corriere di oggi dedica due terzi di pagina ad un’intervista a
Martina non si sa bene che funzione reale abbia oggi nel PD. Tra le
perle inanellate dal nostro leggiamo che «Noi siamo pronti a supportare
l'azione del presidente della Repubblica: il Pd non farà mancare il suo
contributo». Più avanti:«Non credo alla scissione ma non sottovaluto il
momento, molto delicato. Occorre lavorare subito a una riprogettazione
profonda del Pd».Occorre riscrivere il progetto del Pd anche
radicalmente. Poi i delegati decideranno». Martina non è stato eletto
dagli iscritti ed ha lo stesso diritto di parola dei suoi colleghi
parlamentari. Da quel poco che sento dagli iscritti e dagli
elettori nel Paese circola una certa aria di fastidio per il troppo
tempo che Mattarella ha concesso e sta concedendo alle due
formazioni politiche che si stanno dichiarando da due mesi vincitrici.
Iscritti ed elettori non hanno più voglia di fare i portatori di voti
di nessun governo salvo finire inevitabilmente massacrati.
Non sono proprio convinto che debba essere il PD a doversi rifondare
dal momento che -pur evidentemente sconfitto alle elezioni- nessun
altro vincitore ha in mano le soluzioni praticabili rispetto alle
promesse fatte: la flat tax, il reddito di cittadinanza, l’abolizione
della Fornero.
Non si può dire ma uno dei motivi fondamentali della sconfittga del PD
si chiama «split payment».Lo split payment è applicato nei rapporti tra
imprese private e Pubblica Amministrazione, secondo il classico
meccanismo della scissione dei pagamenti che funziona in questo modo:
l'impresa privata incassa dalla PA quanto dovuto per l'operazione
eseguita al netto dell'IVA, la PA poi si occupa di versare direttamente
l'IVA a debito sull'operazione. Questo significa ELIMINARE ogni
possibilità di evasione fiscale da parte dei fornitori delle P.A. C’è
da immaginare quanto siano arrabbiati? E c’è immaginare quanto
siano arrabbiate le «buone imprese italiane» per l’istituzione
delle centrali di committenza, ai sensi del codice dei contratti
pubblici cioè una stazione appaltante che gestisce gare d'appalto
per conto di più pubbliche amministrazioni italiane?.
Da due mesi l’Italia è scomparsa dall’orizzonte europeo e
internazionale. Da sempre in Italia non appena il Paese comincia a
respirare perché ha migliorati i propri conti, ha ridato fiato
all’economia, la disoccupazione comincia ad arretrare in maniera
significativa comincia il massacro del governo di turno per mettere le
mani sopra il piccolo malloppo accumulato e distribuirlo ai propri
elettori. Non che anche nel PD non ci siano questi pirati: sia chiaro.
Ecco la ragione per cui nel momento -inedito per la repubblica
italiana- in cui il Paese si mostra frammentato in 3-4 parti
significative, finisce anche l’epoca dei governi «con tutti dentro».
Mattarella dia l’incarico alla coalizione vincente con un mandato ben
preciso e basta coi governi macedonia. I partiti si ricostruiscono
meglio se stanno fuori dalle stanze del potere e certe minoranze, una
volta che gli elettori le hanno provate, restano isolate per
molti anni.
Asserire che nel PD si deve riflettere sui milioni di voti che
sono rimasti congelati nell’astensione o sono andati a 5S o
CDX-Lega è una buffonata. Se molti eletori del pD credoino pure
nella flat tax, nell’uscita dall’euro, nell’abolizone della legge
Fornero e nel reddito di cittadinanza... liberi di desiderarlo. Basta
che ne paghino il prezzo.
Del resto non è immaginabile di modificare la legge elettorale perché
gli interessi del CDX+Lega sono assolutamente opposti a quelli dei
pentastellati e se per caso il PD facesse l’errore di votare per un
maggioritario ex doppio turno per il primo partito o la prima
coalizone, verrebbe massacrato dall’altro.
Non solo. Ormai è evidente che non basta una riforma elettorale ma
occorre qualcosa di più profondo come l’abolizione di una camera, una
netta riduzione dei parlamentari (gli USA hanno 326 milioni di abitanti
e il Congresso è composto da 535 componenti per le due camere);
occorrono collegi uninominali; bisogna separare la previdenza
dall’assistenza; bisogna abolire le regioni al di sotto del
milione di abitanti e i comuni al di sotto dei 30mila abitanti;
occorre rivedere tutte le accise sull’energia e sui beni comuni;
occorre una patrimoniale che in dieci anni riduca del 10% il debito
pubblico; occorre ridisegnare la curva dell’irpef tenendo conto della
ricchezza complessiva della famiglia, di tutti i redditi e dei
componenti; bisogna decidere di ridurre di 10-15 punti il costo del
lavoro a partire dalla prima assunzione e per i restanti 10-15 anni
con la portabilità relativa; occorre fissare a bilancio che
l’investimento nella scuola stia mediamente sopra del 10% alla media
europea.
Insomma una caterva di problemi rispetto ai quali dentro tutti i
partiti ci sono feroci opposizioni che li attraversano, li
annodano, li separano secondo i casi.
Immaginare che di questo groviglio se ne facciano carico solo i partiti
mentre gli elettori stiano pacifici a casa ad aspettare il sol
dell’avvenire: si chiami flat tax oppure reddito di cittadinanza oppure
il pensionamento dopo sei mesi e un giorno di lavoro non basta più.
occorre un governo «politico» nel pieno dei suoi poteri e delle sue responsabilità: poi toccherà agli elettori deci
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