Renzi
non si creda così sicuro della fedeltà dei suoi scherani perché ai 950
interessano di più cinque anni di stipendio parlamentare e le marchette
della pensione che essere mandati a casa dopo nemmeno un anno di
bellezze comodità prelibatezze, agi ed ori. Quei 950 sono disposti a
tutto pur di non perdere tutto, anche perché ci sono i debiti da
ripianare e quindi…
Dieci a nove che sia i piddini che i grillini bocceranno qualsiasi
programma comune e qualsiasi governo PD-5S. Dieci a dieci che se
fallisce tutto grillini e la stampa allineata per salvarsi culo e
prebende sui giornali e nella TV daranno fuoco ai piddini
piuttosto che ai 5S.
Ecco perché pentastellati leghisti e fascisti vanno lasciati a
cuocere nel loro brodo finché non si sono bruciati del tutto.
C'è un problema: il segretario reggente il PD e il suo presidente sono
senza carattere, senza idee, senza cultura politica. La tragedia del PD
è di avere solo Renzi. Che non è proprio un Berlinguer e nemmeno un
Veltroni. Non abbiamo più una classe dirigente. Seguendo i quattro
leader attuali (non solo il nostro ma anche gli altri giovani) ci si
rende conto della strage che ha fatto la scuola italiana nella nostra
gente. Analfabeti umani politici culturali. Buoni solo per una partita
a calcio all'oratorio: nemmeno sul campo di Ostia Lido.
A parte le madonne e i titoli infami che Lega e 5S hanno mandato prima
che ai parlamentari piddini proprio agli elettori del PD, l'idea stessa
che ci si possa mettere d'accordo sulla base di un contrattino redatto
da un professorone analfabeta della politica (in che mani stanno gli
universitari italiani?) é qualcosa di folle.
Se devo salvare un uomo che annega in un canale non mi preoccupo di
farlo assieme a un leghista. Non è la stessa cosa se il leghista, una
volta scoperto che magari chi annega sia… nero, me lo molla ed esce dal
canale.
Ma poi c'è l'inaffidabilità di omini come i dirigenti penta stellati:
sia politici che la schiera di professoroni presentati come
“governo provvisorio”. Spariti quasi tutti al 90%. Una figuraccia
anche per loro, oltre a quella di chi s'è masturbato col sacro testo
del Giacinto della Cananea.
Martina dice che si deve decidere o meno se andare a vedere le carte penta stellate e poi saranno i piddini a dire si&no.
Ingenuo. Le carte si sono lette e non ci siamo.
Il popolo piddino non è che sia fatto tutto di benestanti od occupati a
tempo indeterminato nell'industria 4.0 con stipendi dai 1500 euro in
avanti. Non è fatto solo di pensionati a mille euro al mese e con
centomila euro in banca e la casa già pagata.
Il problema è che il popolo piddino non vuole proprio la flat tax e
nemmeno il reddito di cittadinanza. Poi c'è tutto il resto che è una
caterva di differenza: l'Europa, la Russia, gli USA, i paesi del MENA,
ecc. ecc.
Il giochetto dei penta stellati adesso è quello di fare una finta
trattativa per arrivare a scaricare sul PD la colpa della mancata
formazione del governo, con ampio sostegno dei media così come vediamo
ogni momento. Il PD in questo momento viene usato in parallelo con la
Lega per arrivare alle prossime immediate elezioni dove si giocano l'un
contro l'altro pentastellati e Lega. Non gli fregherà nulla se del
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Letter(in)a alla sindaca Gamba dopo il Consiglio del 26 aprile
Le chiedo molto seccato -sindaca Gamba- di richiamare la consigliera
Serra dal trattenersi di rivolgersi ai cittadini presenti alle sedute
del consiglio comunale col termine di “PUBBLICO”. Noi che ci
sobbarchiamo ore ed ore delle vostre noiosissime sedute, non siamo
PUBBLICO, ma siamo CITTADINI. Godiam del diritto di disporre di UNA
SOLA scheda di voto, esattamente come la cittadina Serra. Se la
consigliera Serra ripeterà ancora una volta quel termine, le risponderò
in diretta con una battuta di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas
Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio Gagliardi Focas
di Tertiveri, .
Sono più che sicuro che voi ritenete di essere quelli che reggono le
sorti del mondo, dopo Trump e Kim-Il-Sung, ma vi invito davanti a
ordini del giorno consiliari così lunghi e importanti, di fare due
sedute distinte perché così come la maggiora parte di noi “pubblico”
siamo stanchi, penso che anche i consiglieri comunali abbiano qualche
defaillances ad una certa ora.
Leggo il maxi articolo del Bugiardino odierno a firma Remo Traina sulla
questione dei 630mila. Stupito che uno possa fare un articolo SENZA
essere presente alla seduta, scopro che lei ha fatto un comunicato e su
quello il bravo giornalista ha fatto il suo articolo copia&incolla.
Il problema però non è la deontologia professionale del Traina. Anche
l'articolo del Corriere è un altro copia&incolla.
Il problema è che il sindaco di curno ha fatto un comunicato che ha
mandato ai giornali e non l'ha pubblicato sul sito del comune.
Cioè: i giornali valgono e meritano più rispetto degli elettori. Prenda qualche lezione di educazione civica.
All'inizio della seduta avevo notato la “strana” presenza di due
soggetti. Poi ho ascoltato quanto detto al punto 6: correzione errore
materiale e rettifica atti di PGT ai sensi dell'art. 13 comma 14 bis
legge regionale 12/2005 e si è compreso il tutto. Il proprietario
dell'area in questione, oltre ad essere miracolato di una variazione
nel PRG, adesso viene miracolato una seconda volta perché è evidente
che lo stato attuale dei luoghi così come li ha modificati e li sta
modificando, sta stravolgendo sia le regole del vecchio PRG che
quelle del PGT. Stravolgimento non solo letterale. Nel disegno lo stato
delle cose e le previsioni di PRG e PGT. Conclusione: basta chiamarsi
M., partecipare alle assemblee di Vivere Curno ed avere il geometra
giusto (magari il padre di una ex assessore provinciale forzista?) che
puoi fare quel che si vede.
Li è in corso ANCHE una recinzione che impedisce il passaggio degli
animali oltre che la vista dal momento che dentro può mettere una siepe
alta cinque metri come ha fatto il vicino. Poi l'assessore Conti fa
finta di credere che quel pertugio costituisca il cannocchiale visivo
verso il Brembo. Beato lui che ha la vista aguzza. Da qualche altra
parte invece sempre l'ass. Conti ha detto che un varco di 30 mt non
poteva essere chiuso perché altrimenti i leprotti non potevano passare
da nord a sud. Geograficamente stava a fianco della villa di un
sostenitore di Vivere Curno con tanto di assessore: giusto tutelare la
privac
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Cantieri lenti, gli investimenti potrebbero fermarsi
di Mario Sensini
ROMA I soldi ci sono. Il problema è quello dei tempi. Quindici anni di
media per costruire un'infrastrut- tura di trasporto «strategica»,
secondo i calcoli del ministero dell'Economia nell'ultimo Def,
rischiano di vanificare la ripresa degli investimenti nel settore, che
dopo qualche anno di altalena hanno ripreso a crescere.
In cantiere, tra strade, autostrade, ferrovie, aeroporti e porti, ci
sono 132,9 miliardi di lavori pubblici. Gran parte di questi è già
finanziato (oltre 97 miliardi). Ne mancano 35, una ventina solo nel
settore ferroviario. Ma una volta superati i vincoli di finanza
pubblica la spesa delle amministrazioni locali, che ora frena quella
complessiva, può tornare a dare una forte spinta. Non fossero le
lentezze burocratiche. Dal progetto all'avvio dei lavori, ha calcolato
il Mef studiando venti opere «strategiche», ci vogliono dieci anni, poi
altri cinque per finire.
Dei 132 miliardi di lavori «in corso», 40 riguardano il sistema
stradale, 64 quelo ferroviario, 22 il trasporto urbano, 6 porti e
aeroporti. Strutture che hanno bisogno di essere sviluppate (ferrovie)
o ammodernate (le altre) per favorire la ripresa, cui il sistema dei
trasporti sta già dando un grande contributo. Buona parte del 10% del
traffico passeggeri perso nel 2009-13 è recuperato. Quello sulle
autostrade (+8% nel '13-'16), segna ancora un +2,7% nel '17. Negli
aeroporti il traffico è salito del 6,4%, il mercato cargo del 9,2%.
L'alta velocità ferroviaria (+40% tra il '13 e il '16) nel '17 ha fatto
ancora un +6%, e cresce anche il traffico sulle tratte ordinarie. Il
traffico merci su rotaia in tre anni è cresciuto dell'11%. A vantaggio
degli stranieri, molto più efficienti, che dal 4% hanno conquistato il
50% del mercato italiano.
Infrastrutture: la tentazione sbagliata di bloccare i progetti
di Enrico Marro
Tre parlamentari pugliesi del Movimento 5 Stelle, Diego De Lorenzis,
Daniela Donno e Leonardo Donno, hanno ottenuto, con un esposto alla
Procura di Lecce, il sequestro di una parte del cantiere di Melendugno,
dove è previsto l'approdo del gasdotto Tap, che dal 2020 dovrebbe
portare gas dal Mar Caspio all'Italia. Si tratta di un'opera alla quale
la Commissione, il Parlamento e il Consiglio europei hanno assegnato lo
status di Progetto di Interesse Comune. Una infrastruttura necessaria
per aumentare il grado di diversificazione dell'approvvigio- namento
energetico in Europa. L'esposto dei tre parlamentari sostiene che non
sarebbero state rispettate le prescrizioni ambientali, il consorzio Tap
ribatte di essere in regola e si dice fiducioso che otterrà il
dissequestro dell'area. Al di là di quelle che saranno le decisioni
della Procura, questo ennesimo contenzioso su un'opera infrastrutturale
suggerisce due interrogativi.
Il primo riguarda la posizione del Movimento 5 Stelle, che da un lato
ambisce a governare con il sostengo del Pd e dall'altro, tutte le volte
che ne ha l'occasione, davanti a progetti complessi (vale per la Tap ma
anche per l'Ilva di Taranto) non resiste alla tentazione di bloccarli
anziché cercare le soluzioni migliori per portarli avanti. È
conciliabile questo atteggiamento con l'assunzione di responsabilità di
governo in alleanza con il Pd che, da Palazzo Chigi, spesso ha promosso
questi stessi progetti? Il secondo interrogativo riguarda il vasto
piano infrastrutturale lanciato dai governi Renzi e Gentiloni: oltre
100 progetti in strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti per una
spesa di 133 miliardi fino al 2030. I soldi ci sono, assicura il Def
appena presentato in Parlamento. Ma si può credere che verranno davvero
spesi?
Industria 4.0, mancano 280 mila tecnici
All'industria manifatturiera italiana 4.0 mancano 280.000 supertecnici:
è quanto messo in luce da un'indagi- ne condotta da Confindustria tra
le aziende associate. «E abbiamo preso in considerazione solo cinque
settori, per quanto significativi; altrimenti il numero sarebbe stato
più alto» dichiara Giovanni Brugnoli vicepresidente Confindustria con
delega al capitale umano. «La cifra è una proiezione per i prossimi
cinque anni, tiene conto del saldo tra pensionamenti e nuovi diplomati
che usciranno dalle scuole — prosegue Brugnoli — e il risultato è un
gap molto forte». «Rischia di crearsi un cortocircuito - prosegue il
manager - perché le aziende hanno investito molto per il rinnovo degli
impianti ma si trovano senza il personale specializzato necessario a
mettere a frutto quello sforzo».
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