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la somma esatta é di 630mila euro

































Che ci fosse qualcosa nell'aria che aveva messo in mora l'amministrazione lo si comprendeva dal ridotto numero di delibere-determine che comparivano sull'albo pretorio nelle ultime settimane. Si pensava che anche il ritardo nel convocare il consiglio (ne è saltato uno dentro la media mensile) derivasse un po' dalle elezioni, dalle feste, dal fatto che “forse” erano in approvazione i primi permessi di costruire per l'ampliamento del centro commerciale e dintorni.
Invece c'era il botto. E che botto. Economico e politico. Una sentenza civile vinta in primo grado da un immobiliarista privato contro il comune che inchioda oltre 650mila euro del bilancio. Vale a dire che il comune è stato costretto a una variazione di bilancio e una modifica del piano opere pubbliche perché la legge prevede che  a seguito di una sentenza (anche di primo grado) il comune deve accantonare le somme di cui risulta debitore in sentenza. Ragionevole per non mandare un domani il comune in mora per debiti fuori bilancio non solvibili.
In conseguenza di questa variazione di bilancio non si potranno fare ne la rotonda sulla via Lecco oltre ad altre riduzioni ed una integrazione con altre entrate.
Invece non mancheranno di  buttare altri 25 mila euro per una casetta dell'acqua: che stà ben cara sull'ombelico della sindaca Serra e quindi… quella proprio non si tocca.

L'assessore trentennale Conti nel raccontare l'iter della botta subita dal Comune (questa maggioranza non c'entra visto che trattasi di causa che viene da molti anni addietro) è stato reticentissimo alla millesima potenza in rispetto della privacy dei creatori del misfatto: tanto comunque paga Pantalone. Gli è scappato, pensiamo del tutto inavvertitamente, il nome dell'operatore (Leggeri) vittorioso contro il comune. Quando abbiamo dato la voce chiedendo la data in cui un'amministrazione comunale di Curno con una infausta deliberazione ha creato il caso, prontamente la  sindaca Serra, capogruppo di Vivere Curno, ci ha gentilmente risposto con la carta vetrata sulla lingua che “il pubblico non può parlare”. Una tirata d'orecchie alla sindaca emerita Serra (non è la prima volta) perché i cittadini che partecipano alle sedute consiliari sono “cittadini” e non “pubblico”. Il pubblico sta nei teatri a vedere gli spettacoli dei saltimbanchi, signora Serra: veda lei. Pare che – e  sottolineiamo che potremmo avere compreso capra per cavoli- la sostanza della questione sia di questo tipo. Quando venne fatta la via Fermi questa stette a cavallo di diversi numeri di mappa seguendo un parallelo naturale che esisteva nella campagna. Tra i primi a costruire furono appunto dei personaggi che edificarono a sud dl confine mettendo a disposizione la striscia dove fare la via Fermi. Facciamo attorno agli anno '80. La via Fermi cresce fino a via Marconi e poi punta verso il passaggio a livello sempre seguendo quel parallelo  naturale e catastale di cui. Quando compare  l'iniziativa del centro commerciale questo poggia sulla parte nord della via Fermi e quindi  utilizza anche le parti sud. Messe a disposizione di altri operatori, come strada per il suo (del centro commerciale) sviluppo. Nel tempo ci sono diversi passaggi di proprietà  finchè uno dei capannoni originari finisce in mano al Leggeri. Due operatori sollevano il caso – Caldara e leggeri- segnalando che parte della via Fermi è di loro proprietà e rivendicando come dall'uso di quelle parti  sia derivato un grosso vantaggio per il centro commerciale per le autorizzazioni concesse dal comune e quindi questi operatori chiedono  che sia riconosciuto anche a loro parte del valore creato dall'avvento del centro commerciale.
La causa legale con Caldara  finisce  nella prima variante del PGT mentre quella col Leggeri finisce nella sentenza del 18 febbraio e nella condanna del comune a pagargli oltre 650mila euro.

In un prossimo numero quando leggeremo  le delibere ed avremo fatto i necessari accessi agli atti (e immaginiamo che freni a disco ci saranno in azione ….) saremo più precisi. L'ass. Conti ed anche il sindaco Gamba hanno promesso che adesso verificheranno lo svolgimento delle cose e poi la pratica verrà trasmessa alla Corte dei Conti perché questa individui  chi sono quegli amministratori tecnici e privati che hanno creato un danno così elevato al Comune di Curno. Mah.
Prime conclusioni:
-    Perché mai nessuna maggioranza succedutasi finora da quando c'è questa causa legale NON ha segnalato alla Corte dei Conti questa situazione?
-    Come mai ne maggioranza ne opposizione in Comune hanno segnalato alla Corte dei Conti o alla magistratura quella delibera-killer del comune che l'ha condotto a questa condanna?
-    Non è che essendo passati un sacco di anni quelle decisioni errate non siano più giudicabili e quindi i reponsabili se la cavino e il danno resti solo a carico dei Curnesi 2018?

In questi anni sono venute alla luce diverse magagne tecnico legali  collegate all'urbanistica e lavori pubblici che poi hanno creato debiti fuori bilancio, obbligato a varianti del PGT oppure potenti messe in mora come in quest'ultimo caso.
Di questi casini nessuna maggioranza non ha mai fornito ai cittadini un preciso resoconto documentale in maniera che gli elettori conoscessero esattamente quali sindaci, quali maggioranze, quali assessori ne siano stati volontari o involontari  creatori.
Ma non si possono imputare solo alla maggioranza del momento quella responsabilità   perché anche le minoranze non hanno visto e compreso la gabola che c'era in quelle deliberazioni e che adesso è piombata sull'ultima amministrazione in carica.
La reticenza con cui l'ass. Conti (non dimentichiamo che sta in consiglio comunale da trent'anni e rappresenta dal PCI fino al PD e Vivere Curno l'urbanistica di quelle forze politiche!) ha esposta anche questo caso sommato alla battuta della sindaca emerita “il pubblico non può parlare in consiglio comunale” indica come la CASTA dei politici si protegga l'uno per l'altro.

Nel caso Leggeri -se ha vinto  in primo grado la causa vuol dire che aveva ragioni  migliori ed un legale più capace: magari non scelto al massimo ribasso di costo...- non c'era certo bisogno che l'ass. Conti o la sindaca Gamba titolassero quell'operatore di male parole: bastava che leggessero in consiglio comunale l'intera sentenza (chè è pubblica e registrata) così che i cittadini potessero trarre le loro deduzioni.
Invece no: nel nome di una errata tutela della privatezza e nel falso problema” non vogliamo correre rischi di una denuncia” è stato impedito ai cittadini di conoscere non un pettegolezzo o un'infamia ma UNA SENTENZA.
A dimostrare la pochezza politica della maggioranza di Vivere Curno  ma in particolare dell'ass. Conti (che –ripetiamo- sta in consiglio comunale da trent'anni e quindi doveva essere uno dei primi che “annusava” quella gabola prima di una professoressa di lingue!).
Altrettanto si deve dire della minoranza che in tema –oltre a non avere informato i cittadini- non ha saputo che spiaccicare inutili rimbrotti senza costrutto. Oltre al fatto che il consigliere Locatelli, capogruppo della attuale minoranza, ebbe il ruolo di assessore in una precedente giunta.
Insomma la casta si difende, maggioranza e minoranza che siano.
L'interminabile consiglio comunale del 26 aprile (dalle 21 alle 2 del mattino) ha approvato oltre alla mega variazione di bilancio imposta dalla durissima sentenza che obbliga il comune a mettere da parte 650mila euro, ha approvato anche il conto consuntivo del 2017. Pareva d'assistere a uno spettacolo di fuochi d'artificio.  Annacquati, però. Coi  singoli assessori e consiglieri delegati, precisini come tanti scolaretti (mancava solo il grembiulino rosa o azzurro col fioccone al collo) hanno recitato il rispettivo compitino col giusto sussiego di chi si sente  -almeno una volta- utile a qualcosa. Tra i vari ghiaccioli che  i pochi (o l'unico) cittadini presenti si sono sentiti infilare tra canottiera e schiena (non in parti più base, miracolosamente) accenniamo solo ai quegli oltre 950mila euro di soldi di “dubbia possibilità da incassare” che ci paiono davvero eccessivi visto che l'anno precedente mi pare fossero 250mila. Nessuna spiegazione della eventuale differenza. Non l'hanno chiesta nemmeno le minoranze.
Un'altra cazzata che abbiamo ascoltato esterrefatti è quella delle TLC messe sui varchi d'ingresso al territorio comunale. Sarebbero quelle tlc  messe p.e. sulla via Lecco a ovest all'altezza della via Dorotina permettono di vedere le auto che entrano o escono da Curno. Tra qualche mese ce ne dovrebbero essere su tutti i varchi. Uno fa una riflessione e tornando al caso Dorotina oppure al caso rotonda del pollo fritto (via Bergamo, Via Fermi, via Meucci) uno si domanda: ma se le tlc debbono vedere chi entra da Bergamo a Curno, allora possono vedere anche quelli che da Curno entrano a Bergamo. Traete da soli la conclusione…
Il giovin consigliere Cavagna (ma anche il capogruppo) dell'opposizione ha posto alcune domande su certe spese  elencate da cui s'è visto chiaramente che non legge le delibere e le determine. Nel complesso si conferma che non c'è una opposizione in consiglio comunale che funzioni da stimolo e controllo della maggioranza: che è il ruolo che la legge le attribuisce.
La consigliera Bellezza, delegata alla cultura ne ha sparato un paio delle sue. Innanzitutto ci ha comunicato che per merito del suo comparto  ci sono state nel 2017  nientepocodimenoche… NOVANTANOVE  manifestazioni con un preciso indirizzo politico. Peccato che abbia dimenticato come mai non si comprende se sono  iniziative comunali oppure della parrocchia oratorio oppure dei bambini dell'asilo.
La sindaca emerita Serra ha esibito la sua “creatura”come novella madre dei Gracchi spiegando che La Miniera avrebbe raccolto 134 quintali di oggetti e ne avrebbe distribuito 94 (quintali) . Sulle cifre saranno più precisi quelli del comune ma siamo li. Fossero vere queste cifre (14:9) ad un amministratore avveduto verrebbe in mente di riflettere sulle azoni positive perché la popolazione “non scarti” per mere ragioni “consumistiche” tutto 'sto ben di dio. Presumo che stia contattando qualche onlus o coop per farsi dare idee ed attuare un altro po' di spesucce casalinghe.
L'ultima che ricordiamo sono 25mila euro per istallare una nuova “casetta dell'acqua”. Avete letto giusto: venticinquemila euro spesi per una politica più d'immagine che di risultato mentre la magistratura ci blocca 650mila euro. Quel che ce vò, ce vò.
L'altro giorno passando sotto il portico di Largo Vittoria una signora, vistosamente ammaccata in faccia, mi si è gettata tra le braccia raccontandomi che ha un marito fuori di testa e che spesso lei lo picchia “perché è come un bambino” e lui reagisce a sua volta. La signora racconta queste cose anche al bar dove fa colazione e quando, vista tutta ammaccata, avevo chiesto alla barista come mai fosse ridotta così, quella mi aveva raccontato  che si picchiavano moglie e marito. Li per li mi era parso un brutto pettegolezzo. Era la verità. Gamba e Serra scendete da cavallo e rac