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La Russia ha schierato a Tartous un sistema d'arma nuovo che spaventa. E lo ha venduto anche alla Turchia. Vuol dire che Ankara, pur facendo parte della Nato, ospiterà nelle proprie basi militari advisor, tecnici russi. Al tempo stesso compra 100 nuovi caccia americani F35. È una forma di compromissione preoccupante. Stiamo permettendo alla Turchia di agire senza regole, bisognerebbe dire: guarda che non fai più parte del circle of trust , cioè non hai più la nostra fiducia. Nel caos siriano, la Turchia ci sguazza. Non vede l'ora che la tensione salga in modo che possa continuare a fare i suoi comodi senza che nessuno fiati. In pratica la Turchia è un Paese invasore nella Siria del Nord e adesso anche nel Nord dell'Iraq, e nessuno dice nulla».
Fabrizio Dragosei e Franco Venturini


Putin insegue i sogni di Pietro il Grande: il Mediterraneo
Vladimir Putin, con la lealtà a ogni costo a Bashar al-Assad, è riuscito a guadagnare il rispetto di interlocutori sui fronti opposti della regione. Oggi colloquia con Israele e con le due fazioni palestinesi, Al Fatah e Hamas. Intrattiene relazioni con la roccaforte sunnita saudita e con l'Iran sciita. Parla con il Qatar e con il Consiglio di Cooperazione del Golfo, con i curdi e con la Turchia. Ha portato le relazioni con l'Egitto a un livello mai raggiunto da quando Anwar al-Sadat allontanò i consiglieri sovietici. E riceve le delegazioni delle due autorità rivali dell'Est e dell'Ovest della Libia. Obiettivo: il ritorno di Mosca come potenza globale. Ora insegue il sogno di Pietro il Grande: insediarsi nel Mediterraneo.
Rosalba Castelletti

Dov'è finito il partito dem?. di Claudio Tito
Le consultazioni sono state fino ad ora un banale gioco delle parti. In cui il centrodestra e il M5S hanno recitato il ruolo che si erano proposti fin dall'inizio. Si sono sfidati in una logica di potere. In queste stesse settimane è mancato un attore: il Pd.
(…) Le idee — ad avercele — consentirebbero di cambiare il gioco. Il Pd dica cosa vuole e non con chi intende allearsi o non allearsi. Sottoponga all'attenzione del capo dello Stato e dell'opinione pubblica un numero ristretto di punti programmatici e verifichi chi intenda accettarli, con quale premier e compagine governativa. Faccia capire di esistere e di avere delle convinzioni capaci di trainare e non di essere trainate.
(Probabilmente Claudio Tito non ha  letto il programma elettorale del PD)

Prendiamo la determinazione n. 155 del 29-03-2018 del Comune di Curno che ha per oggetto il progetto "emozioni dei nostri bei luoghi", prestazione di attivita' educativo-didattica cooperativa Z.. Costerà  «solo» 427 euro il progetto “Emozioni nei nostri bei luoghi” a cura dei Sistemi bibliotecari delle aree di Dalmine e Nord-Ovest attraverso la Cooperativa Zeroventi e beneficiari del contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca, presentato dal Coordinatore del Sistema Nord-Ovest Giancarlo Migliorati in data 20.12.2017 e accolto dall’Amministrazione Comunale di Curno e prevista per domenica 3 giugno 2018 (visita alla Chiesa di San Tomè). Avvertono che la partecipazione è gratuita ma la prenotazione obbligatoria. Nell’anno di grazia 2018 questa è un’idea grandiosa. Come il  Diplodocus in Cittadella.
Il lettore ci scusi questa lezione di geografia indigena ma è necessaria per capire il ragionamento successivo.
Naturalmente questa lezione non vale per gli amministratori curnesi che in forza del tocco dello spirito santo, sono già superiori a tutti.
Sulla  Briantea convergono naturalmente tutta una serie di strade comunali e spesso portano anche il traffico di plaghe assai vaste comprendenti più comuni se non intere vallate. Per esempio a Ponte san Pietro Viale Kennedy immette sulla Briantea in direzione della città e della Val SanMartino- Lecco o verso il milanese tuto il traffico veicolare proveniente dalla vasta plaga almennese compresa la Roncola e Palazzago oltre alla Valle Imagna. Chi vuole immettersi in questa strada DEVE girare verso destra, percorrere circa 200 mt e fare la rotonda di Villa Mapelli che disfa tutte le direzioni. Un chilometro più avanti chi esce da via Lombardia di Mapello (unico collegamento del paese con la Briantea) diretto verso Lecco o di Almenno-Valle Imagna e Bergamo nord-ovest deve girare a destra e dopo duecento metri trova una rotonda sulla Briantea che disfa  tutte le direzioni.
Neanche un chilometro più avanti chi scende dalla ValsanMartino o da Lecco e vuole girare a San Sosimo verso la plaga degli Almenno, la Valle Imagna e Bergamo nord ovest non può passare direttamente dalla SS3442 alla SP 175 ma deve proseguire per circa duecento metri fino a una rotonda  che disfa tutte le direzioni. Chissà quando da quella rotonda partirà una bretella che isola la frazione di SanSosimo intanto si torna indietro per entrare nella Sp175.
Ci sono delle certezze. Il traffico in uscita ed in entrata dalle vie comunali-provinciali sulla Briantea nei tre esempi citati è gran lunga superiore al poco traffico che dalla Merena di Curno-Ponte san Pietro e dalla Marigolda debbono girare verso Ponte san Pietro o Lecco.
Non si comprende quindi la ragione per cui la giunta Gamba (che di urbanistica pensiamo se ne intenda quanto noi di cardiologia) ma in primis l’ass. Conti INSISTANO nel ritenere ASSOLUTAMENTE necessaria una rotonda sulla via Lecco ex Briantea all’altezza della mobilificio Colleoni e della via Marche. Una rotonda che prevede da parte del Comune di Curno una spesa di... 542mila euro. Noccioline.
Noi abbiamo posto una osservazione al piano opere pubbliche 2018-2020 che prevede una ristrutturazione «leggera» fatta di istallazione di newyersey o altri ostacoli in carreggiata in modo da obbligare chi sale dalla Merena e Mariglda e vuole dirigersi verso Ponte san Pietro e Lecco a percorrere mezzo quadrifoglio con un allungamento del percorso se non identico perfino  minore dei tratti indicati lungo la Briantea.
Niente da fare! per l’assessore Conti e la giunta Gamba la rotonda davanti al mobilificio e a via Marche SI DEVE ASSOLUTAMENTE FARE.
Non vale nemmeno l’idea di risparmiare quasi 500mila euro. Quella rotonda secondo l’ass. Conti si deve fare. La rotonda o la morte, direbbe qualcuno che ha fatto il classico. «Radio bar» ha già visto come nel PGT al mobilifico frontista sia stata concessa una edificabilità residenziale generosa -il Tc5- su via Marigolda a ridosso del quartiere di via Umbria . Questo bel quartiere sorge sulla collina creata dalla discarica degli scavi per creare l’arteria stradale dalle Crocette fino alla  prima balza occidentale del territorio comunale sulla Valle del Brembo.
Concludendo: stiamo sempre aspettando dall’ass. Conti una motivazione seria e complessa che giustifichi una spesa di o0ltre mezzo milione di euro per un’opera che lungo la medesima arteria (la ex Briantea) viene risolta in maniera assolutamente meno costosa nonostnate in quei posti il traffio  coinvolto sia dieci o cento volte superiore a quello che dovrebbe esser  disfatto dalla «preziosa» rotonda di cui Conti e Gamba sono innamoratissimi.
In Lombardia: immigrati e minori: lavoro nero nel 50% delle cooperative

Sara Bettoni / Corriere della Sera

Imprese ancora minate dal tarlo del lavoro irregolare ma traino della rivoluzione digitale. Seppur con una battuta d'arresto rispetto al recente slancio del Sud Italia. È il quadro delle aziende lombarde che emerge leggendo i dati del focus Censis-Confcooperative. Il dossier è stato presentato ieri all'assemblea annuale a Milano a cui hanno preso parte anche il governatore Attilio Fontana e cinque assessori. Con 10.471 dipendenti fuorilegge la Lombardia è prima in termini assoluti per numero di irregolarità registrate dall'Ispettorato nazionale del lavoro nel 2017. «Attenzione però — commenta Massimo Minelli, presidente di Confcooperative Lombardia — la percentuale è tra le più basse». Si parla dello 0,3 per cento su 3 milioni e mezzo di addetti, segno di un minor peso del fenomeno sul territorio rispetto alla media italiana.
Di questi 10 mila, 3.298 sono risultati totalmente in nero, ovvero un terzo del totale. Fantasmi rispetto a registri, tutele, contributi previdenziali. E soprattutto nel Centro-Nord è diffusa la cattiva pratica di sottoscrivere impropriamente contratti flessibili. In regione i controlli hanno evidenziato 518 situazioni di questo tipo. Altro vizio locale, le esternalizzazioni fittizie. Sono 178 i dipendenti che, dalle verifiche, sono risultati a libro paga dell'azienda ma in un altro Stato in cui il costo della manodopera è più basso. La maggior parte erano impiegati nel settore edilizio (91 addetti), tra i più colpiti dalla piaga costituita dal lavoro nero.
Frequenti gli illeciti anche nelle imprese che forniscono servizi e nel manifatturiero. Mentre in 1.310 sono risultati coinvolti in appalti o subappalti non completamente trasparenti. Le violazioni in materia di impiego e sfruttamento sono andate a scapito di extracomunitari clandestini in 229 casi e in 73 di minori. Cifre ben più basse del reale poiché l'ispettorato fa verifiche a campione, tra l'altro diminuite del 16% tra il 2016 e il 2017. Lente di ingrandimento sulle cooperative: più di una su due è da bocciare, il 55%. Maglia nera alla provincia di Sondrio con undici ispezioni, tutte con risultato negativo. Seguono Como e Lecco con l'88 % di coop fuorilegge, e Brescia con 79. Solo Milano e Lodi abbassano la media con due accertamenti su tre che filano liscio.
«Un problema tanto per i dipendenti –— spiega Minelli —, quanto per la concorrenza. Le coop legali sono fortemente danneggiate da chi sta sul mercato in maniera sleale. Per questo Confcooperative è impegnata nel combattere chi opera in maniera disonesta». Sono di nuovo tabelle e statistiche a sancire il successo delle centrali o organizzazioni che radunano le coop. «Chi non rispetta le norme nell'85 % dei casi lavora in autonomia. Solo il 15 per cento delle irregolarità riguarda realtà associate». Fare squadra diventa quindi un bollino di garanzia.
L'altra faccia dell'economia regionale è la digitalizzazione. La Lombardia guida il settore con il 21,1% imprese digitali su 111.511 in Italia, «indice di una indiscussa eccellenza». Eppure negli ultimi sei anni se la prende comoda e cresce con più lentezza rispetto alle concorrenti del Sud. Le aziende 4.0 (i cui compiti vanno dalla produzione di software al commercio al dettaglio via Internet) sono aumentate del 16% dal 2011 al 2017, contro il più 26% della Campania e 25% della Sicilia.
L'obiettivo delle cooperative in questa trasformazione è coniugare la tecnologia con il rispetto e la tutela delle persone. Così i big data, ad esempio, entrano in gioco nella produzione del Grana padano per rendere più efficiente la filiera casearia. Senza tuttavia mandare in pensione antic