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Dal quattro marzo attorno al Pd svolazzano centinaia di pretoni e strizzacervelli per consigliare al PD di diventare grande, di capire cosa vuole fare (da grande), di (ri)trovarsi un’anima, di uscire dalla tenda (ma la tenda non era quella di Prodi?). Ce lo ha ricordato il direttorone di Repubblica: il secondo partito italiano ha il dovere di ricominciare a pensare. Ce lo ricordato il suo collaboratore Roberto Esposito: col recente esito elettorale sarebbe deleterio che il Pd restasse inattivo, sperando nel fallimento degli altri, senza lavorare per una delle due soluzioni che si aprono. Ancora oggi torna alla carica quello spaventapasseri di Ernesto Galli della Loggia dalla prima pagina del Corriere che ricordando come nel 1976 nonostante l’esito elettorale positivo del PCI fu il PSI che, presa la batosta: questi seppero trovare una nuova e abile leadership pronta a dare battaglia.
Non solo: trovarono anche una nuova marcata identità politico-ideale.
Prosegue lo spaventapasseri: Come può farlo un PD senza un leader? Questo è oggi il vero problema del Pd, di un Pd che per ricostituire la propria identità ideale e politica decida di tenersi fuori dai giochi di governo. Senza un leader, tra l'altro, anche ricostituire la suddetta identità diventa un'impresa quasi impossibile. Ecc. ecc.
Prima di dare consigli l’accozzaglia dei consigliatori dovrebbero cercare di capire che il PD non sono soltanto quelle due dozzine di persone che vanno in tv a parlare perchè «lei è del PD». Il PD non è soltanto Renzi e nel suo complesso ci sono talmente tante risorse per la democrazia, l’Europa e il Paese che i suoi vincitori contendenti proprio non hanno.
In questo momento per sbloccare la situazione si imputa al PD l’onere di farsi di nuovo carico di una maxi supplemento di responsabilità o di appoggiare un governo con «dentro tutti» o di appoggiare -in tutto o in parte- una qualche coalizione che grillini e centrodestra a trazione leghista fossero in grado di partorire.
No,  i piddini non ci stanno. Non vogliono farsi carico di nessuna responsabilità. E non perché stanno-stiamo elaborando il lutto della sconfitta ma perché  chi ha vinto ha dasvanti due problemi su cui il PD, giusta o sbagliata che fosse, ha fatto una scelta: la riforma della legge pensionistica e il jobs act. Che tutti gli altri «vincitori» vorrebbero abolire. Che (anche) nel PD vi siano tuttora incertezze su quei due temi è evidente ma il PD ha fatto una scelta e adesso se gli altri due-tre vincitori vogliono mutarla  debbono assumersene totalmente la responsabilità. Idem per la legge elettorale. Sono due temi quelli su cui non ci sono mediazioni sostanziali perché appena si toccano la reazione se l’accolla il paese con una sberla allo spread. I vincitori delle elezioni giocano sporco partendo dal fatto che la stragrande maggioranza delle famiglie che avevano dei debiti (immobiliari) hanno in questi anni cambiato il contratto e pagano oneri finanziari  irrisori. Perchè le famiglie misurano il proprio bilancio ma non hanno ben chiaro che se già è oneroso pagare 60-70 miliardi di interessi annui sul debito pubblico, il fatto che questi diventino 120 a loro importa zero dal momento che da perfetti italiani... mal comune mezzo gaudio.
Il terzo problema che i due vincitori hanno di fronte è come si pone l’Italia di fronte al triangolo Russia-Cina-Trump perché  adesso quel triangolo è peggio di Katrina (che è durato pochi giorni mentre il terzetto citato durerà almeno un decennio).
La fabbrica in cui è avvenuta l’ennesima tragedia sul lavoro appartiene ad un dei comparti più inaccessibili generalmente ai media perché se i consumatori sapessero il prima e il dopo delle produzioni di questo tipo di impianto, non metterebbero mai più in bocca un alimento proteico, comprese le mitiche barrette vegane (o spacciate come tali). Questa fabbrica che è organizzata in tre stabilimenti  posti in luoghi diversi (Treviglio, Sorgà e Gatteo) raccoglie tutti i sottoprodotti della lavorazione dei polli (piume, sangue, ossa, grasso) e li trasforma in farine proteiche che servono a creare  dei mangimi per alimentazione animale. Il nostro infausto lettore faccia una ricerca usando le denominazioni dei prodotti [ Farina di piume H.D., Farina avicola Farina avicola low ash, Farina avicola 55%,Farina avicola 60%,Sangue avicolo disidratato, Grasso avicolo, Farina di tonno) della ECB e vedrà quante sono (in Italia)  le ditte che fanno lo stesso lavoro sia coi derivati del pollame  come con altri derivati da altri animali: suini vacche, equini, pecore-capre, ecc.
Insomma non si butta nulla di quel che avanza del nostro petto di pollo o del nostro filettino findus. Come, probabile, nelle mitiche barrette che si trovano dappertutto, non è detto che contengano in parte farine di questa provenienza.
Varrebbe la pena che le scuole portassero i giovini in visita ai macelli industriali e seguissero l’intera filiera dei prorotti e sottoprodotti per scoprire cose non particolarmente gradevoli. Con questo non intendo dire che queste aziende siano  delle avvelenatrici del popolo bove ma è utile che il popolo sia un po’ meno bove di quanto invece si crede intelligente. Brutalmente: quando mangia il petto di pollo comprato a  otto euro al chilo è quasi certo al 99% che mangi  un animale cresciuto mangiando a sua volta anche un mangime con dei resti di... polli.
Se le informazioni date alla stampa sono corrette nello stabilimento di Treviglio era in corso una cottura e una sterilizzazione dei sottoprodotti animali in una autoclave ad alta temperatura. Pare che l’autoclave si sia sfasciata e gli odori mandati in giro abbiano fatto scattare l’allarme dei cittadini e il conseguente intervento dei due operai addetti. Significativo che nessun giornale abbia parlato con la direzione e la proprietà e finora questa non abbia rilasciato dichiarazioni. Magari sono tutti a LosAngeles per la Pasqua.
E’ importante che esistano aziende che lavorano i sottoprodotti vegetali ed animali non solo per la riduzione dei costi di produzione delle derrate alimentari destinati agli uomini ma per ridurre a zero lo scarto e quindi ogni possibile forma di inquinamento ambientale e  discarica.
E così quella che doveva-poteva essere un’azienda tutto sommato sicura per chi ci lavora dentro in realtà ha al suo interno una «maxi pentola a pressione» il cui danno è risultato fat
Alessandro Dal Lago scrive nel suo profilo facebook a proposito della fulminea cancellazione del murale di tvboy: «Vae victis!La cancellazione fulminea, a opera del comune di Roma, dell'ormai celebre murale con il bacio tra Salvini e Di Maio descrive perfettamente quello che ci attende con la prevedibile presa del potere da parte del M5S, della Lega o di entrambi in combutta. In poche parole, un'ondata di perbenismo, con la faccia proterva di Salvini e/o quella da studentello fuoricorso di Di Maio. Le motivazioni del collettivo responsabile del murale (“Volevamo lanciare un messaggio di pace”) sono abbastanza ridicole, ma non contano. Di fatto, il murale sbeffeggiava sia il machismo sudaticcio di Salvini sia il conformismo impiegatizio di Di Maio e quindi andava rimosso. I nuovi padroni del paese sono questi. Abili e spregiudicati politicanti quando si tratta di procurarsi delle poltrone, ma in nome della legalità, del popolo, insomma dei “padri di famiglia”, dei cittadini qualunque e qualunquisti che, come diceva Hannah Arendt, sono i veri criminali potenziali del nostro tempo.
I vincoli finanziari, nazionali e internazionali, non consentiranno né la flat tax, né il reddito minimo garantito, che i grillini, scarsamente scolarizzati, si ostinano a chiamare reddito di cittadinanza, illudendo i disperati e gli sprovveduti. Tuttavia, non potendo mantenere le loro promesse, grillini e leghisti vareranno provvedimenti fumo-negli-occhi, come l'abolizione delle pensioni dei politici (una misura che ha un effetto irrisorio sui conti pubblici) e l'abolizione della presunzione di innocenza per chiunque abbia un incarico pubblico (due secoli e mezzo dopo Beccaria!). E soprattutto saranno implacabili contro migranti, carcerati, scippatori, imbrattatori di muri, graffitari e così via. Come sempre, saranno i deboli a pagare il conto delle ambizioni dei  populisti al potere.»

Domanda-oroscopo. Quali sono state le mosse dei lea­der che hanno influenzato di più il voto a pochi giorni dalle elezioni? «Direi il comizio con il rosario e con il Vangelo in mano di Matteo Salvini e la presentazione della lista dei mini­stri da parte di Luigi Di Maio». Sono stati entrambi oggetto di ilarità da parte degli esponenti del centrosinistra. Come i congiuntivi di Luigi Di Maio. «Già. Ma quanti italiani hanno la laurea? Il 57% degli elettori ha raggiunto al massimo la terza media. Gli sfottò sui congiuntivi, come quelli che vennero fatti nel 2000 su Berlusconi che faceva campagna elettorale in crociera, sono spesso controproducenti. Anche perché Berlusconi, quando scelse la crociera, aveva in mano dati che gli dicevano che la crociera era al primo posto tra le vacanze ideali degli italiani».
Nando Pagnoncelli