Mentre
sulla pagina di facebook “sei di Curno se” puntualmente ogni due per
tre giorni compare la lamentela di qualche cittadino per la sua via al
buio con le inutili risposte del portavoce della giunta Gamba, ecco che
oggi face book di Vivere Curno annuncia che… stanno lavorando per noi.
L'ennesimo intervento tappabuchi assegnato brevimanu: l'inquinamento e
l'età hanno perforato la scatola cranica dei lampioni. Roba
inimmaginabile: bisognerà ricorrere ad una rogazione. Nessuno
dell'amministrazione comunale dice però (magari gli frega un tubo…) che
l'esito della gara che ci sarebbe stata il 22 febbraio a Brescia per
l'assegnazio- ne dell'appalto di rifacimento degli impianti e di
fornitura dell'energia elettrica. Strano che il portavoce
dell'amministrazione non sappia dirci chi é il fortunato vincitore "per
la durata di anni venti e il canone annuo di euro 176.011,33€ IVA
esclusa". Chissà che non si tratti di un'azienda veneta punto di
domanda ed esclamativo!?. Perché la giunta Gamba visto che sono passati
oltre venti giorni dalla gara non svelano il nome del fortunato
vincitore?. Non teneteci sulle spine p.f. per favore.
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Ragazzi
è momento di cogliere l’attimo. O ce la facciamo stavolta oppure
resteremo a secco. Le regionali sono andate malissimo per Gori e
resterà il bravo Scandella PD e Carretta GORI che ovviamente guarderà
ai goriani. Due gatti. A Curno hanno sostenuto ovviamente Scandella
anche se è un montanaro. Sono andate anche peggio le politiche dove
abbiamo eletto tre gatti. Nonno Misiani, Martina neo segretario
temporaneo e la sciura Carnevali.
E dire che i maggiorenti curnesi s’erano dedicati non poco a
farsi selfizzare coi giovini pulcinotti piddini assieme a quelli
«veri», quelli che «contano». Misiani Scandella, Sanga, ecc. Parevano
-i maggiorenti del PD curnese- tante Cornelie che presentavano i
propri gioielli ai Misiani Scadella ecc. Peccato che sia andata
com’è malandata.
Comunque nessuna disperazione: adesso c’è Maurizio Martina
bergamasco segretario in pectore del PD e quindi anche se abbiamo perso
le elezioni, non disperiamoci troppo.
Più o meno resterà segretario nazionale-mica paglia, eh!- per un anno
prima del prossimo. C’è il tempo per trovare le soluzioni. Giusto,
questi giovini meritano un premio visto che sono neo iscritti, fanno
pure i neo assessori con stipendio da fame visto che nonna Serra ha
ridotto le prebende, e quindi bisogna darci (o darsi? boh!) un futuro.
Un buon futuro. Un meritato futuro visto che poi bevono benissimo dal
biberon verità della vecchia guardia. Soprattutto non si fanno
troppe domande. Altro che soccorrere vita natural durante i feriti per
strada. Altro che le feste di AGEE. Altro che un futuro con contratto a
termine. Sotto per non perdere l’occasione. Già ne è sfumata gran
part
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L’intervista
di Giuliana Ubbiali al procuratore di Bergamo Walter Mapelli
lascia un retrogusto rabarbaro nel lettore. Il procuratore a nostro
avviso sottovaluta il problema delle infiltrazioni criminali nel nostro
territorio. Così come l’hanno dimenticato quelli che «gestiscono»
l’aeroporto. Il ragionamento del procuratore ci pare quello di un bravo
servitore dello stato che legge la realtà misurandola con le circolari
ministeriali e la formalità della legge. Il procuratore dovrebbe farsi
una domanda: da dove vengono tutti i soldi che vengono investiti
nel «commercio» in un momento in cui le disponibilità delle famiglie
sono assai ridotte? Come mai i centri commerciali aggiungono migliaia e
migliaia di metri quadrati di superfici di vendita nonostante
l’evidente disoccupazione? Vogliamo dare uno sguardo a Orio e Curno?
Per esempio come mai in Città Alta c’è ininterrottamente un paio di
negozi che cambiano gestione e prodotto. Tutto a posto?
L'incazzata reazione del tirapiedi piddino Algido del custode delLa
Latrina di Nusquamia al nostro post sul n.636 mostra come l'abbiamo
centrato o descritto abbastanza bene come uno di quelli che hanno fatto
come le tre scimmiette sugli ultimi 40 anni di governo- dc-psi-pci a
Curno. Raccontare cazzate del livello (nel post post-elettorale sulLa
latrina di Nusquamia) per uno del partito che nel 2013 ebbe una mezza
sconfitta e nel 2018 ne ha avuta una intera vuol dire leggere la
politica dal buco della serratura. Capisco che a lei come al suo
mentore dispiaccia che pubblichiamo le delibere della maggioranza o
riprendiamo le vostre cazzate e che per lei questa sia «delazione». Non
solo per voi due. I nostri copia&incolla bruciano il fondoschiena a
chi non vorrebbe fossero resi noti al «popolo bue» che deve
«condividere» e stare muto. Anche per i mafiosi chiunque narri della
loro mafiosità trattasi di «delatori». Esattamente come siamo
«delatori» per il custode delLa Latrina di Nusquamia quando diciamo che
il suo eletto era il rappresentante degli interessi dei bottegai
destrorsi curnesi e di quei costruttori con cui poi finirà in lista
elettorale. Non abbiamo bisogno di invocare gente che tiri plocade al
custode delLa latrina di Nusquamia: glieli ha già tirate il consiglio
comunale di Curno quando, per salvarsi il sindaco Gandolfi, l’ha
costretto a licenziarla come redattore del giornaletto comunale.
Chiuso. Meglio licenziare un tirapiedi sindacale che perdere
l’amministrazione del comune. Fino a questo punto c’arrivano pure i
tonti.
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Non
riesco a trovare esattamente i nessi tra le due intuizioni ma c'è
più di una qualche connessione tra il clima di quaranta anni or sono e
quello attuale, fermo restando l'enorme differenza dei vari quadri
italiani di ieri e di oggi.
Come ho scritto ieri, il giorno del rapimento Moro stavo in Basilicata
da dove sarei tornato il due settimane dopo, percorrendo l'A14 perché
dovevo fare visita ad un allevamento nella zona di Jesi.
L'aspetto che mi meravigliò fu che da Massafra-Taranto a Bergamo non
venni mai fermato da un posto di blocco mentre viaggiavo a bordo della
(im)potente fiat 128 “cubo verde oliva” che era targata Roma
appartenente ad una azienda di noleggio internazionale. Vidi alcune
pattuglie lungo l'A14 così come a qualche ingresso ma non venni mai
fermato. Il bello era che alla radio pareva di stare in una sorta di
stato d'assedio, con le forze dell'ordine piazzate dappetutto a
controllare ogni veicolo perché “in alto” si pensava che il rapito o le
stesse BR –oramai si sapeva che erano state loro a compiere il massacro
e il rapimento- potessero sposrasi “altrove”.
Con le informazioni di adesso sappiamo che gran parte dei tre comitati
politici burocratici messi in piedi dal neo ministro dell'interno
Cossiga che dirigeva le indagini sul rapimento fossero infestati da
piduisti assai legati a Cossiga. Fatta l'opera se n'era andato? I
comitati potevano fare delle cose che non fece per cercare Moro.
Come sanno tutti non esiste una verità compiuta del rapimento e delle
uccisioni che stanno nella vicenda. Come del resto non esistono in
tutte le grandi stragi italiane.
Come ho detto, il fatto che uno abbia potuto attraversare il paese da
Taranto a Bergamo in un viaggio di più giorni con diverse fermate lungo
il percorso (tre giorni a Jesi) senza che non fosse mai fermato vuol
dire che o non ci fu capacità organizzativa oppure sostanziale
complicità morale verso il rapimento e l'uccisione delle sei persone.
Il clima in cui versava al momento l'Italia era quello di un
“basta Moro” e come detto, i muri erano coperti da manifesti tutt'altro
che benevoli verso quella mummia. Detto in senso buono perché fino
allora il Moro conosciuto era l'uomo dei lunghi discorsi
incomprensibili, del traccheggio, del rimandare mentre il Paese aveva
dato un risultato elettorale chiarissimo: dc più pci facevano ilo 75%
dei voti ed alle elezioni aveva votato più del 90%.
Da una parte c'era tutto l'Occidente e le forze interne che non
volevano nemmeno immaginare un avvicinarsi del pci alle stanze del
potere, ma c'erano moltissima parte anche della dc come dentro il pci
che non volevano questo passo. E tralasciamo i partiti minori.
Il clima era un fortissimo clima d'ODIO che attraversava il paese e le
frange di leader politici dentro e fuori i partiti verso Moro, ODIO che
in un qualche modo rivalutava il ruolo di vero leader della democrazia
(come detto fino allora considerato una sorta di mummia trafficona ma
poco pericolosa rispetto ai sui “amici” Andreotti e Fanfani).
Nel viaggio in Basilicata avevo incontrato, purtroppo qualche giorno
prima del16 marzo 1978, Nino Calice classe 1937, neo eletto nel
collegio di Rionero nelle file del PCI e Raffaele Giura Longo,classe
1935 neo eletto nelle file del PCI nel collegio di Matera entrambi
assai meravigliati nell'incontrare un “lombardo comunista” in
Basilicata. Assieme avevo ragionato per capire come vedevano il futuro
della Basilicata dopo l'avvento della politica agraria
della comunità europea che pagava i coltivatori non per le quantità di
grano duro prodotto ma per le superfici seminate, cos' come-cosa
pensassero dello sfruttamenti idrico della Basilicata per l'Italsider
di Taranto.
Temi che erano all'ordine del giorno –seguiti da feroci discussioni e
divisioni- in quel periodo nell'Italia e nel partito comunista.
Anche allora frequentando di sera le grandissime ed affollate sezioni
del PCI di quei paesi mi resi conto che – dai muri ai pali alle
persone- scorreva un fiume d'odio verso la DC e soprattutto verso Moro
visto come colui che voleva inserire il pci nella sfera del governo, un
governo dominato da un partito visto che la summa di tutti i mali. Ed
era verissimo dal punto di vista della povertà di quelle terre e dal
fallimento delle riforma agraria subita dai contadini.
Ecco. Quel clima di ODIO che vidi senti tastai provai da parte della
gente comune in quel tempo, nella pacifica Bergamo (dove pure ci fu una
uccisione delle bierre) come nelle terre lucane assomiglia
esattamente a quello che da un anno in qua corre sui media verso il
fiorentino e verso il PD. Cui poi si aggiungono tutte le solite
frattaglie della politica e della stampa che si fissano ad una o
all'altra parte.
Adesso non so se temere un'altra “via Fani” oppure se in Italia adesso
dopo tante stragi la forza della democrazia la eviterà. Però, facciamo
attenzione al clima d'odio che corre.
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