Leggendo
la pagina facebook «sei di Curno se» appare come quasi ogni notte ci
siano immancabil mente alcune vie con la pubblica illuminazione spenta.
La stagione eccezionalmente piovosa ha contri buito a fare emergere le
magagne di un impianto manutenzionato al minimo e purtroppo troppo
vecchio. La mancata manuten zione è assai grave per ché viene da
anni molto generosi come entrate, gran parte delle qua li sperperate -
vedi la nuova scuola Rodari.
La Giunta Gamba ci pare che non riesca a cogliere, se non con malce
lato fastidio, il nesso tra buio e insicurezza dei cittadini. Vero il
primo magari solo «percepita» la seconda. Mentre da un lato non si
comprende bene a cosa serva il costosissimo contratto di manu
tenzione dei beni comunali vista la raffica di determinazioni sempre in
tema (che si aggiungono alla spesa del contratto) la gggente
racconta che sostanzialmente col primo la giunta si sarebbe tolta
di dosso i problemi con le scuole (un po’ poco, inZomma...) mentre del
nuovo appalto sull’illuminazione pubblica, tutto gestito nella
segretezza degli uffici comunali, non si sa nulla. E sarà una botta da
214mila euro l’anno che si aggiunge a quello di 300mila dei beni comuni.
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Gli
elettori PD hanno lasciato andare a ramengo Gori ed hanno dimenticato
Rossi, presidente della provincia in una giunta PD-FI preferendogli col
gioco della legge elettorale regionale un altro giovane con meno
preferenze del presidente.
Gori e Rossi non sono adatti a fare politica. Sarebbero degli ottimi
parroci ma non certo dei buoni venditori di Folletto. Gli elettori
capiscono la generosità ma in politica è un handicap. Gli
elettori hanno compreso che trasporti e sanità, gli unici settori dove
la regione ha voce e denari, non sono problemi affrontabili dal
Pirellone ma sono problemi nazionali. Sono prima di tutto un problema
di professionalità che non esistono; sono un problema di trasparenza ed
onestà; sono un problema di risorse che vengono continuamente erose in
primis dall'organizzazione. Il malandare e il conseguente costo della
sanità pubblica è il motore dell'arric chimento dei privati che ormai
coprono quasi il 50% delle prestazioni. Gli elettori sono convinti che
ne destra ne sinistra saranno in grado di risolvere questi due
problemi: trasporto pubblico e sanità.
Maroni, con un atto finalmente di orgoglio, ha compreso che nonostante
abbia fatto il sughero per mezzo secolo non ne valeva la pena. Una
regione “eccellenza” con le guardie a prendere un assessore o due al
mese al palazzo regionale.
Rossi, presidente di una provincia dove due valli sono sostanzialmente
senza strade, senza ferro, senza trasporti pubblici, senza ospedali,
senza presidio sanitario elicotteri stico. Formalmente c'è tutto.
Concretamente se ti va bene sei salvo e torni a casa. Non basta questo
nel 2018. E dimentichiamo la tratta ferroviaria BG-MI o verso
Brescia o verso Roma. Non credo che gli elettori che hanno votato i due
giovani del PD, i due giovani dei 5S l'abbiano fatto solo perché
coetanei ma perché hanno ritenuto il resto bollito e strabollito.
Martina, Misiani e Carnevali vanno a Roma. Gori, Scandella e Carretta
vanno a Milano. Per i 5S vanno a Milano in due: Dario Violi, Sara
Paratore.
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Il
problema non é (solo) il calcio dato al fiorentino dagli elettori e
anche dagli iscritti al PD. Il problema è che il fiorentino ha quasi
300mila voti degli iscritti.
Il calcio sui denti l’hanno preso anche quegli italiani che l’hanno
votato e adesso si sentono dire da tutti cosa debbono fare per salvare
la patria. Semmai chi fa le prediche agli elettori piddini vada a farle
a chi ha votato centrodestra lega pentastellati cosa debbono fare:
adesso.
Basta tiro al piccione a reti e giornali unificati. Adesso è arrivato
il momento della verità e molti di voi perderanno il lavoro nonostante
siate stati bravi leccaculo e nonostante siate già saltati sul carro
del vincitore. Adesso arriva il ripulisti della RAI e nei giornali
perché i nuovi padroni si metteranno davvero a comandare. Anche
sui vostri notevoli «emolumenti».
Noi elettori del PD, accusati di essere dei garantiti col culo nel
burro di buone pensioni e buone e sicure occupazioni, probabilmente
continueremo ad esserlo ma adesso tocca ai 5S ed alla Lega andare a
Taranto a dire che si fa e toccherà ai tarantini (40% di pentastellati)
decidere dove (s)battersi il voto dato. Adesso toccherà a chi crede e
spera di sopravvivere al nord e al sud col reddito di cittadinanza e
magari andarci anche in pensione visto che di posti di lavoro ne
creeranno decine di milioni i loro eletti.
Adesso la sfida si fa forte: e siamo solo a marzo. A natale 2018 non
arriveranno ai loro elettori i panettoni di DiMaio e di Salvini.
Invece di sicuro arriveranno (ancora? forse?) gli 80 euro -bah! che
schifo!- oppure i 500 euro ai giovani - bah che schifo anche
quelli!- e il REI. Non di più perché quest’anno Salvini e
DiMaio non troveranno altri eurozzi. Più probabile saranno meno.
L’ipotesi proposta da Cacciari presuppone un DIMaio con l’intelligenza
di proporre pubblicamente al PD un programma su cui fare un governo con
l’astensione piddina. Non mi pare ci siano i numeri perché se il PD
esce dall’aula al momento del voto di fiducia, bisogna vedere -appunto-
che numeri restano. Temo che il PD non ci stia e non solo che non ci
stanno i renziani ma tutto il PD.
Centrodestra lega e 5S hanno portato la polemica a un livello
tale che ci vorranno molti anni per smaltirla. Il ragionamento secondo
cui «il PD ha fatto un governo con Alfano e Verdini» che più schifezza
di quello non ci sarebbe rispetto ad una astensione coi 5S dimentica
chi dette origine a quel Parlamento. Fin dal suo inizio. Furono quelli
che per fare uscire i voti piddini dalla selva e cacciare la mucca dal
corridoio si sono trovati al 3,3%.
I voti piddini usciti dalla selva sono andati ai 5 S ed alla Lega: mica
a Bersani D’alema Speranza Fratoianni e compagnia berciante. Tutti
rieletti per scarto.
Forse nelle prossime ore leggeremo il DeF come previsto da DiMaio
e Salvini. Poi misureremo lo spread e i disoccupati batteranno le
mani.
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Governo, Cacciari: “Il Pd per salvarsi deve far fuori Renzi, poi allearsi con i 5Stelle”
di Lorenzo Giarelli
Ogni accordo di governo tra il Movimento 5 stelle e il Partito
democratico, al momento, è lontano. Oltre all’intesa politica sembra
esserci di mezzo un rancore di fondo, quello che il giorno dopo le
elezioni ha fatto dire a Matteo Renzi di non voler mai sostenere chi ha
definito i dem “corrotti, mafiosi e collusi”.
Massimo Cacciari, anche questa componente potrebbe avere un peso?
Mi pare che queste spiegazioni psicologiche c’entrino poco e non siano
decisive per determinare le scelte. Il Partito democratico ha talmente
tanti guai interni che non ha neanche il tempo di pensare ai rancori.
Quindi non è quello il motivo che tiene lontani Pd e 5 Stelle?
Il nodo centrale adesso è la disfida interna al Pd. Renzi si è mangiato
il partito e ha finito per mangiare pure se stesso. Questi problemi si
risolverebbero con una direzione seria, con qualcuno in grado di
prendere decisioni che vadano oltre Renzi.
La strada, quindi, sarebbe superare il segretario e guardare ai 5 stelle?
Mi sembra l’unica posizione possibile. Da questa disfatta il Pd
potrebbe uscirne bene soltanto se ammettesse la sconfitta, riconoscesse
la vittoria del Movimento 5 Stelle e si rendesse disponibile a
sostenere un governo monocolore dei grillini.
Perché monocolore? A quel punto non potrebbe avanzare qualche pretesa?
Non gli converrebbe, avrebbe tutto da perdere. Condividere
responsabilità di governo in questo momento sarebbe un suicidio, anche
perché gli elettori hanno parlato chiaro, sfiduciando il partito.
Quindi?
Quindi è giusto che il Movimento costruisca un governo da solo, con i
suoi ministri, e che il Partito democratico valuti volta per volta le
proposte da votare.
Ma così non sarebbe una maggioranza troppo fragile?
Se il Pd presentasse una proposta del genere ai 5 stelle, il cerino
passerebbe in mano ai grillini. Per quanto debole possa essere questo
tipo di sostegno, non credo che il Movimento potrebbe dire “no grazie”
ai dem e rifiutarsi di fare un governo.
La base del Pd come la prenderebbe?
Mi sembra che la base abbia già dato brutti segnali con il voto se è
per questo. Ma se andiamo a vedere i flussi elettorali si vede
chiaramente che tre quarti dei voti fuoriusciti dal Pd rispetto alle
elezioni del 2013 li ha intercettati il Movimento 5 stelle. C’è molta
più omogeneità tra le loro basi di quanta ce ne sia tra centrosinistra
e centrodestra.
Ci sono alternative a un’intesa tra Pd e 5 Stelle?
Mettere d’accordo la Lega e i grillini su un governo è impossibile. Il
popolo dei 5 stelle, al contrario di quanto sostiene qualcuno, non è
certo di destra e sopporterebbe molto male ogni tipo di accordo con
Salvini. Ma anche il leader leghista non ce lo vedo proprio a spaccare
il centrodestra per andare a fare il secondo a Di Maio. Altre soluzioni
non ce ne sono, visto che Berlusconi e quel che resta del Pd, anche
volendo, non hanno i numeri.
Quello di un accordo tra 5 stelle e Pd è più una speranza o una previsione?
Allo stato attuale non è fattibile, purtroppo. Bisognerebbe superare
Renzi e in questo momento nel Pd non c’è nessuno in grado di farlo .
Se il Pd e i 5 Stelle faticano a dialogare, i cosiddetti poteri forti –
dai grandi giornali a Confindustria – ci hanno messo poco a
riposizionarsi nei confronti del Movimento. La stupisce?
Per niente. È l’Italia eterna, la miserabile Italia eterna che sta sempre con chi vince. Come si dice: “Primum vivere”.
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