Lo
scorso anno la Finanziaria 2017 ai commi 460 e 461 aveva finalmente
fissato all’1 gennaio 2018 il termine per reintrodurre i vincoli di
destinazione, ovviamente aggiornandoli negli obiettivi rispetto a
quelli che erano in vigore nel 1977. Non solo quindi per opere di
urbanizzazione primaria e secondaria come era nella Legge Bucalossi.
Una mag
giore attenzione viene ora dedica
ta alla riqualificazione della città esistente:recupero dei centri
storici, demolizione delle costruzioni abusive, interventi di tutela e
riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio, mitigazione del rischio
idrogeologico. Il testo del comma 460 è qui integralmente riportato.
“A decorrere dal 1º gennaio 2018, i proventi dei titoli
abilitativi edilizi e delle sanzioni previste dal testo unico di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, sono
destinati esclusivamente e senza vincoli temporali alla realizzazione e
alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di
urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi
edilizi compresi nei centri storici e nelle periferie degradate, a
interventi di riuso e di rigenerazione, a interventi di demolizione di
costruzioni abusive, all’acquisizione e alla realizzazione di aree
verdi destinate a uso pubblico, a interventi di tutela e
riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della
prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e
della tutela e riqualificazione del patrimonio rurale pubblico, nonché
a interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura
nell’ambito urbano”.
In realtà come si legge nel testo una parte degli oneri può ancora
interessare la parte corrente dei bilanci, attraverso le attività di
manutenzione ordinaria.
Marco Pompilio, dirigente urbanistica ex Provincia di Milano.
A metà gennaio in una riunione della giunta Gamba, assenti gli
assessori Cavagna e Conti (visto l’argomento è un caso?) è stata
approvata la prima variazione del bilancio di previsione per il 2018 (e
del DUP 2018-2020) a seguito dell'avviso da parte della dirigente
dell'UUTT degli incassi degli introiti per contributo di costruzione -
richiesta variazione di bilancio per la «realizzazione nuovo edificio
carbon, annesso parcheggio e demolizione "cascinetto"» da parte della
Freni Brembo.
I nuovi fondi saranno in massima parte destinati (per 300mila euro) al
fine di avviare l'iter di realizzazione della rotonda tra via IV
Novembre e via Carlinga all'uscita della nuova Rodari e per 155mila
euro per l'affidamento del servizio di progettazione e direzione lavori
nuova palestra comunale presso la scuola primaria G. Rodari.
In buona sostanza il malloppone di 355 mila euro incassati dalla
FreniBrembo (esclusi i 13 mila destinati agli edifici di culto che se
li papperà la parrocchia) andranno alle due spese elencate.
Alla luce della c.d. Finanziaria 2017 quindi le spese indicate nella variazione di bilancio non sono ammissibili
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Un
«comitato genitori pro vecchia scuola Rodari» niente popodimeno ha
sollevato «degli interrogativi in merito al fatto che lavagne, banchi,
sedie e cattedre siano a norma e che possiedano tutte le
certificazioni di verifica. In particolare, che le dimensioni di
sedie e banchi soddisfino e siano state studiate secondo i rigorosi
criteri ergonomici per favorire una corretta postura ed evitare danni
muscolo scheletrici. Chiede inoltre che sia assicurata una corretta
illuminazione, sia naturale sia artificiale, che favorisca il benessere
dei ragazzi».L’assessore Rota, professoressa universitaria, ha
risposto agli anonimi genitori che «naturalmente tutti gli arredi della
nuova scuola Rodari, progettati espressamente o già in commercio,
rispondono alle norme di sicurezza richieste dalla legge». Un
assessore per di più docente universitario anzichè dare per scontato
che siccome sono arredi in vendita per le scuole, questi siano
progettati espressamente o già in commercio, rispondenti alle norme
di sicurezza richieste dalla legge ... bastava pubblicare sul sito del
comune la documentazione che ne certifica la
rispondenza come richiesto dalla legge. Di questi tempi non ci sarebbe
da meravigliarsi che siano tarocchi cinesi travestiti da italiani.
Quando abbiamo visto le foto dei nuovi arredi anche noi ci siamo
chiesti se non fossero tarocchi cinesi e quel che ci ha colpito è il
loro aspetto «dimesso e miserello» frutto ovviamente di un criterio di
scelta che privilegia il costo (più basso possibile stile suore
poverelle) rispetto a un disegno e un prodotto di maggior contenuto
formale e materiale.
Quanto al fantomatico o anonimo «comitato genitori pro vecchia scuola
Rodari» è-sarebbe in buona sostanza una creazione-invenzione dei
bottegai di Largo Vittoria (qui lo scrivo e subito lo nego), incazzati
neri perché con le scuole in via DeAmicis «potevano intercettare» madri
e bambini che transitavano pedibus calcantibus in piazza della chiesa e
Largo Vittoria per un «equo» saccheggio mattutino (brioss pizzetta
quattro quadernoni in prima elementare...) mentre adesso passano in
auto (quindi non si fermano) oppure traversano le vie Marconi Galilei
Gamba IV Novembre e loro (i bottegai) hanno perso le loro allodole.
Oltracciò quei negozi «fondamentali» per la «brioss pizzetta quattro
quadernoni in prima elementare» sono stabilmente presidiati da un paio
di extracomunitari che chiedono la carità (o cercano di sfilarti il
portafogli come hanno tentato col sottoscritto) che costituiscono
ULTERIORE motivo perché nonne madri e bambini non passino nelle due
piazze.
Davanti alla politica comunque travestita la giunta Gamba fa sempre
finta, esattamente come ai tempi della giunta Serra, che certi fatti
siano frutto sotterraneamente maliziosi di qualcuno cui sia andata di
traverso la brioss presa al mattino. Insomma negano la politica
mostrandosi esattamente non all’altezza della situazione come quel
sindaco piddino di Macerata che di fronte alla tragedia fascioleghista
ha avuto la bella pensata di chiedere la sospensione di tutte le
manifestazioni, mettendo sullo stesso piano il fascioleghismo e
l’antifascismo. Proprio perché quelli di Vivere Curno - sindache in
testa- non hanno contezza (bella parola eh...?) e vedono solo il
proprio ombelico anziché rispondere semplicemente pubblicando «i
documenti» si meravigliano dell’ovvio. Come se l’ovvio di questi tempi
fosse la verità.
Sempre in tema di scarsa o finta sensibilità politica della giunta
Serra&Gamba fa una certa impressione entrare in un bar pieno di
donne anziane che aggrediscono chiedendo lumi sull’iniziativa «posso
offrirti un caffè?» e aggiungendo alla domanda una perentoria
conclusione (traduzione dal dialetto, che sarebbe una frase
meravigliosa):»quello li ha fatto i soldi col bar di tutti e adesso
vuole scaricare la moglie ammalata a carico del comune anziché pagarsi
la badante» con tanto di nome e cognome del «colpevole» che sarebbe un
autorevole elettore di Vivere Curno. Non saprei se siano «più
vigilanti» certe anziane di Curno o la giunta Serra&Gamba.
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Avtar
Singh, il senzatetto di origine indiana che ha perso la vita nella
notte tra giovedì e venerdì 9 febbraio in piazza della Libertà. Già,
perché nel 2018 un ragazzo di 31 anni è deceduto a causa del freddo. E
non in una sconosciuta metropoli dell’Est Europa, ma nella ricca
Bergamo e in uno dei suoi quartieri più nobili. Anche in questa città
sono troppe le persone, straniere ma anche italiane, che dormono per
strada, e troppo pochi gli spazi dove poterle accogliere, anche solo
per offrire loro un riparo dal gelo. Quell’ammasso di vecchie coperte
in piazza della Libertà sembrava simile a tanti altri che vediamo
passando per le vie cittadine e a cui spesso non facciamo nemmeno caso.
O magari guardiamo addirittura schifati, spinti da un senso di fastidio
e antipatia alimentato da slogan politici o da campagne social. Invece,
sotto quegli stracci, questa volta c’era il cadavere di un giovane uomo
con un passato difficile. Che, almeno da morto, riusciamo a collegare a
noi. Una storia simile ad altre quella di Avtar. Lascia i genitori e il
fratello musicista in India quando non ha ancora vent’anni. Prima tappa
in Francia, dove inizia a lavorare come agricoltore.Poi qualcosa non va
per il verso giusto e l’indiano viene licenziato. Non trova altre
occupazioni e, in preda alla disperazione, si dà all’alcol. Riprende a
girare in cerca di fortuna, fino a raggiungere, l’estate scorsa, la
nostra città.
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