Università / Investire nello studio
La corsa al prestito per conquistare la laurea
Corrado Zunino
In Italia c'è fame di studio.
Di alto livello. Sempre più famiglie, spesso di ceto popolare, scelgono
la conoscenza come investimento. In questi anni di nuova
immatricolazione universitaria — i dati sono in crescita da tre
stagioni — e di necessaria ricollocazione professionale, nuovi
maggiorenni (con busta paga) si rivolgono a finanziarie e banche per
pagarsi gli studi, maggiorenni adulti avanzano la richiesta per
sostenere il percorso universitario o il master post-laurea del figlio
o del fratello minore, in alcuni casi interviene il nonno per il nipote.
Uno studio realizzato su sessantamila clienti di società
prevalentemente finanziarie dall'Osservatorio Facile.it e Prestiti.it
rivela che, dall'1 gennaio al 31 maggio 2017, 890.000 italiani hanno
chiesto un prestito barrando la casella “studio, formazione e
università” come causale. E negli stessi cinque mesi sono stati erogati
finanziamenti privati per 169 milioni di euro, cifra significativa che
rappresenta, tra l'altro, una crescita del 569 per cento rispetto al
2012 (quando il Paese era ancora immerso nella crisi).
La richiesta media è di 8.019 euro, ottocento in più rispetto a sei anni fa. La rata che si va a restituire è pari a 200 euro.
Il primo dato interessante è che il 42 per cento dei richiedenti sono
donne (negli altri settori del credito raggiungono il 25 per cento). E,
ancora, l'età media è 40 anni.
Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it, spiega: «Ogni
anno in Italia ci sono 300 mila nuovi laureati tra titoli triennali e
magistrali. C'è chi cerca di emergere frequentando i corsi post-laurea
delle università più rinomate, ma questo comporta spese non sempre
facili da sostenere». Spese da fuorisede, innanzitutto: alloggio,
vitto, spostamenti. In diversi casi il prestito viene chiesto per una
formazione superiore o per un ricollocamento lavorativo.
Sono diversi i genitori, rileva l'Osservatorio, che intendono finanziare con il mutuo la scuola privata bilingue per i figli.
I prestiti esaminati hanno costi di restituzione non irrilevanti: si va
dal 6,1 per cento dei più accessibili all'11,1 per cento dei meno
economici. Solo Intesa San Paolo, con un finanziamento che non tiene
conto del reddito familiare e si basa sulla regolarità degli esami
universitari e il livello dei voti, ha concesso denaro a settemila
studenti (dato, questo, del 2015). In generale, tutti gli istituti
bancari italiani si sono attrezzati sotto questo aspetto.
La Fondazione San Paolo di Torino, che ha compreso la richiesta
esistente nel Paese e che attraverso il suo presidente, Francesco
Profumo, ritiene che il basso tasso di laureati in Italia dipenda
soprattutto dai problemi di reddito delle famiglie, ha fatto suo
l'anglosassone “asset-building” e l'ha proposto a 1.340 studenti
d'area: “Voi arrivate al massimo a duemila euro in sei anni”, è stata
la proposta della Compagnia, “noi ne aggiungiamo ottomila”. Un prestito
d'onore calmierato, uno stimolo al risparmio personale.
Solo 489 sono stati considerati “pronti” dalla Fondazione, ma alla fine
l'esperimento ha consentito all'8,7 per cento di studenti in più di
iscriversi all'università. Francesco Profumo, oggi appunto a capo della
Fondazione San Paolo, da ministro non era contrario al prestito
d'onore, ma ne chiedeva per l'Italia un'applicazione mitigata: «Meglio
iniziare a restituire dopo aver trovato lavoro e per soli cinque anni».
Sì. In Italia il prestito d'onore pubblico — introdotto nel 1991,
sollecitato dalla Legge Gelmini, caldeggiato dalla ministra Giannini —
non è mai decollato.
Con il termine onore s'intende: non servono garanzie iniziali e lo
studente restituirà il denaro in futuro, dopo la laurea. Tra il 1997 e
il 2002 l'istituto ha coinvolto, in cinque regioni che lo offrivano a
tasso zero, cento studenti l'anno. Il numero è cresciuto nelle sei
stagioni successive fino a toccare nel 2009 quota 1.624. Tra il 2012 e
il 2015, spiega l'Osservatorio del diritto allo studio della Regione
Piemonte, la richiesta è crollata: in tutto il Paese ne sono stati
erogati un minimo di 218 e un massimo di 394, concentrati in Emilia,
Lombardia e Veneto. In altre sedici regioni neppure uno. Come si vede,
quella del prestito d'onore è un'esperienza ormai quasi trentennale e
offre dati davvero limitati e sporadici.
Spesso sono state le stesse Regioni, su cui ricade l'onere della
questione, ad aver disincentivato l'accesso al credito. L'applicazione
di tassi di interesse intorno al 6 per cento e l'obbligo di
restituzione dopo uno o due anni dal termine del finanziamento, a
prescindere dal fatto che il laureato abbia trovato un lavoro, hanno
allontanato gli universitari.
Nel mondo anglosassone questo sistema ha permesso a molti poveri di studiare, ma ne ha anche strangolato un'aliquota.
Negli Stati Uniti i “mutui educational” riguardano 42,4 milioni di
cittadini, un settimo della popolazione. Bene, nel 2016 un cliente su
dieci non è riuscito a restituire dopo la laurea la cifra prestata.
Sono 4,2 milioni gli ex studenti oggi in dif
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Ex Parcheggio Zebra
Convenzione urbanistica per l'intervento edilizio di iniziativa privata
relativo agli immobili siti in Curno (BG), via Fermi / via
Bergamo.L'anno 2017, il giorno 26 del mese di giugno in Bergamo, nel
mio studio in via Angelo Maj n. 10. Davanti a me dottor Marco Tucci,
notaio residente in Bergamo, sono presenti le parti: Dalleo Alberto
per il Comune di Curno e Birolini Paolo per VIACOM SRL Ranica (soggetto
attuatore).
(...) Articolo 11 - Opere di urbanizzazione extra oneri.
Ai sensi dell'art. 20 del D.Lgs. n. 50/2016, per fini esclusivamente
di utilità pubblica, come atto di liberalità a titolo gratuito -
ovvero senza scomputo del relativo valore dagli oneri di
urbanizzazione, il Soggetto Attuatore si impegna a realizzare previo
ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni, un'opera pubblica o
di un intervento di interesse pubblico, sino a concorrenza dell'importo
omnicomprensivo di euro 59.392,54 (…) IVA esclusa. Detta opera od
intervento dovrà essere individuata dall'Am ministrazione comunale
entro il termine di scadenza del permesso di costruire convenzionato.
L'affidamento di tali lavori non è soggetto alla disciplina data dal
D.Lgs. n. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici).
(...)
Articolo 12 - Contributo per l'attribuzione di superficie coperta.
L'art. 3.2 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano
Particolareggiato TS2 prevede, in conformità all'art. 6 del Documento
di Piano e s.m.i., la conversione in diritti edificatori di opere
pubbliche realizzate a spese del privato.
Il TS2 assegna diritti edificatori disponibili (cioè già acquisiti)
per mq. 2.450,00 (…) e prevede l'acquisto della differenza dei diritti
rispetto alla quantità minima obbligatoria di mq. 3.250,00 (…). Alla
differenza predetta fra i due valori deve essere applicata la tariffa
e, di conseguenza: mq. 3.250 (...) - mq. 2.450 (...) = mq. 800,00 (…) x
euro/mq. 553 (…) = euro 442.400,00 (…). Il progetto, infatti, comporta
Slp inferiore a mq. 3.250,00 (…), pari a mq. 3.237,04 (…).
In relazione a tanto, il Soggetto Attuatore è tenuto a corrispondere
al Comune la somma di euro 442.400,00 (…) od il suo contro valore in
opere comprensive delle necessarie progettazioni .
Ai sensi della Deliberazione della Giunta Comunale n. 61 in data 19
maggio 2016, il costo di euro 30.160,00 (…) sostenuto dal Soggetto
Attuatore per la progettazione del Piano TS2 è scomputata da detto
valore che pertanto resta in conclusione fissato e determinato,
secondo le disposizioni vigenti, nell'importo di euro 412.240,00 (…).
Il Soggetto Attuatore, per sè ed aventi causa a qualsiasi titolo, si
obbliga quindi a corrispondere o ad eseguire corrispondenti opere per
il citato importo, IVA esclusa.
Ove il Comune ritenga di convertire la monetizzazione dei diritti
edificatori, come sopra definita, in opere pubbliche, tali opere
saranno individuate dal Comune entro il termine di scadenza del
permesso di costruire convenzionato e saranno eseguite dal Soggetto
Attuatore, a partire dal livello della progettazione, nel rispetto del
D.Lgs. 50/2016, in quanto opere pubbliche extra comparto.
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IVA
esclusa 59mila euro di opere eseguite dentro il comparto sono-saranno a
carico del soggetto attuatore e quindi non sottostanno al Codice dei
Contratti pubblici mentre altri 412mila euro di opere pubbliche
(finizione della biblioteca-auditorium?) saranno assegnate secondo il
Codice degli Appalti e il progetto sarà a carico del Comune.
Il cittadino sarebbe assai curioso di vedere i due contratti reali coi
prezzi unitari delle opere realizzate dal privato sulla sua area e
quelli che saranno in appalto per l’opera pubblica perché teme che ci
sia-sarà una sostanziale differenza. Differenza legittima e
perfettamente legale sia ben chiaro. Peccato che anche gli ignavi
sanno che un privato che esegua un’opera paga assai meno del
pubblico e spesso anche ottenendo qualità migliore.
Mettiamoci una pietra sopra. La storia di quell’area a partire da
quando il trio Perico-Conti-Pelizzoli all’opposizione nella prima
sindacatura del leghista Bianchi, imposero che divenisse uno standard a
parcheggio per la discoteca STOPLINE salvo poi dimenticarsi di andare a
verificare se la convenzione fosse stata DAVVERO firmata e trascritta
(infatti non venne nemmeno fatta...) ragion per cui, finite le vicende
finanziarie dello StopLine e con successivi passaggi di proprietà
dell’area il centrodestra leghista forzista a sindaco
Gandolfi scopre che l’area NON ha nessun vincolo e quindi i
proprietari ne chiedono una trasformazione edificatoria. Dai 30 mila e
rotti metri cubi fuori terra si passa agli attuali 9.700 (tutti
all’incirca). Dalle parole spese dai politici si sarebbe passati da un
incasso di quattro milioni di euro alla decima parte.
Congratulazioni ai Curnesi per avere scelto amministratori così forti: ieri e oggi.
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