Chiunque
osservi il PGT e la delimitazione degli insediamenti inflitti allo stabilimento
della Brembo non può non porsi una domanda: come mai quell’andamento rotondo o
circolare nel campo a sud ? Non si riesce a trovare nessuna risposta ne
nell’andamento del terreno (che è un andamento fasullo inventato per rendere
coltivabile la cava di pietrisco riempita di terreno di riporto colà esistente
negli anni ‘60) in tutta la parte ovest. Il bosco venne smantellato, scavato e
riempito negli anni ’60 perciò ciao e stai bene.
Così nasce
questo nuovo stabilimento che è Brembo ma è esterno alla Brembo. Leggiamo: “Il polo esistente e la nuova attività carbon factory
avranno la medesima ragione sociale BREMBO SPA (rappresentando il prodotto nel
mondo non potrebbe essere altrimenti). Il datore di lavoro che si configura
come gestore ai fini dell’art. 5 lettera r bis) del Dlgs 152/2006 e s.m.i. sarà
dedicato esclusivamente alla carbon factory ed ovviamente sarà diverso dal
gestore del polo di Curno esistente. Il sito Brembo S.p.A per la carbon factory
è stato progettato per essere indipendente dal sito già esistente. I cicli produttivi sono da considerarsi
separati: POLO CURNO ESISTENTE: lavorazione componentistica in alluminio.
CARBON
FACTORY: lavorazione componentistica in fibra di carbonio.
Per quanto
sopra indicato e per le esigenze produttive quali:cicli produttivi
separati,infrastrutture autonome, produzione di articoli differenti, necessità
di consentire l’accesso a un numero limitato di persone per garantire la riservatezza
in merito all’attività della carbon factory, la stessa è da considerarsi NON
connessa all’attività del polo di Curno esistente già autorizzato con Decreto
AIA n. 6542 del 1 8/06/2007 e s.m.i. (con rinnovo)”.
Un bello
stabilimento come quelli tradizionali, fatto di solidissimo calcestruzzo con
plintoni pilastri, travi e pannelli-parete (orizzontali: invece che verticali
come si usava una volta...). Sul tetto una bella selva di pannelli solari e
pensiamo siano i primi che compaiono su quello stabilimento.
Sotto il profilo
dell’inserimento ambientale in complesso
dell’intero insediamento Brembo c’è poco da dire:la mano è sempre identica e coerente.
La Brembo è una ricchezza, complessivamente le si può attribuire molto più
della sufficienza ma vi si legge una cura dell’insieme più come un obbligo e
uno spot che una cultura. Cioè: lo faccio perché lo devo fare. Uno stabilimento
di quella grandezza e di quella importanza mondiale avrebbe dovuto chiamare un
paesaggista di valore internazionale per curarne l’insieme non solo “dentro” ma
soprattutto “attorno”.
Insomma una sfida
esattamente come i suoi dischi da F1. Dopo tanti anni tutto lo spazio esterno
alla Brembo poteva essere una foresta e invece l’è quello che é.Lo spazio che
noi abbiamo indicato col numero 1 poteva e potrebbe diventare un bosco
importante che celi i parallelepipedi dalla vista sulla via Lungobrembo. Le zone 2-3 potrebbero
essere tutte boscate e con un disegno
forte, pari alla forza industriale e creativa della Brembo. Insomma è facile
disegnare sulla tavola del PGT un confine dell’edificabilità molto creativa
come ha fatto il consiglio comunale con la Variante del PGT e quel grande
urbanista che è l’assessore Conti ma in
politica occorre anche un qualcosa che si chiama cultura creatività duttilità da
mettere sul tavolo quando si parla del futuro di un’azienda preziosa come la
Brembo.
Come si evince
dall’enorme documentazione il contributo di Costruzione (Oneri di
urbanizzazione) eseguito sulla base della delibera del consiglio comunale del
Comune di Curno n° 5 del 7/02/2017 ammonta a 506.630 euro mentre. Le opere a
scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, cioè il
parcheggio di superficie pari a 6458,35mq ha un valore determinato con computo
metrico estimativo di 536.175 € e pertanto gli oneri che la Brembo deve versare
al Comune ammontano a zero euro.
Il nuovo
stabilimento non parte come una normale
pratica edilizio-urbanistica ma decolla a seguito del DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 7
settembre 2010 , n. 160 Regolamento per la semplificazione ed il riordino della
disciplina sullo sportello unico per le attivita' produttive, ai sensi
dell'articolo 38, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133..
Vale a dire che
“1. Nei comuni in cui lo strumento urbanistico non individua aree destinate
all'insediamento di impianti produttivi o individua aree insufficienti, fatta
salva l'applicazione della relativa disciplina regionale, l'interessato puo'
richiedere al responsabile del SUAP la convocazione della conferenza di servizi
di cui agli articoli da 14 a 14-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241, e
alle altre normative di settore, in seduta pubblica. Qualora l'esito della
conferenza di servizi comporti la variazione dello strumento urbanistico, ove
sussista l'assenso della Regione espresso in quella sede, il verbale e'
trasmesso al Sindaco ovvero al Presidente del Consiglio comunale, ove
esistente, che lo sottopone alla votazione del Consiglio nella prima seduta
utile. (…) E' facolta' degli interessati chiedere tramite il SUAP all'ufficio
comunale competente per materia di pronunciarsi entro trenta giorni sulla
conformita', allo stato degli atti, dei progetti preliminari dai medesimi
sottoposti al suo parere con i vigenti strumenti di pianificazione
paesaggistica, territoriale e urbanistica, senza che cio' pregiudichi la
definizione dell'eventuale successivo procedimento; in caso di pronuncia
favorevole il responsabile del SUAP dispone per il seguito immediato del
procedimento con riduzione della meta' dei termini previsti. (…).
In buona sostanza
l’operatore (in questo caso un soggetto incaricato dalla Brembo) ha attivato
questa procedura che salta tutti i passaggi urbanistici edilizi (addirittura
potrebbe funzionare da variante del PGT) per approdare nel più breve tempo
possibile a tutte le autorizzazioni necessarie ad avviare la costruzione dello
stabilimento e opere connesse sulla base di certificazioni prodotte dallo
stesso operatore (o da aziende da lui indicate). Ecco una delle ragione per cui
viene sottolineato più volte nella relazione che il nuovo stabilimento: “Il polo
esistente e la nuova attività carbon factory avranno la medesima ragione
sociale BREMBO. Il datore di lavoro che si configura come gestore sarà
dedicato esclusivamente alla carbon factory ed ovviamente sarà diverso dal
gestore del polo di Curno esistente. Il sito Brembo S.p.A per la carbon factory
è stato progettato per essere indipendente dal sito già esistente. I cicli
produttivi sono da considerarsi separati. Per quanto sopra indicato e per le
esigenze produttive quali, la stessa è
da considerarsi NON connessa all’attività del polo di Curno .
Nella
seduta del consiglio comunale del 29 dicembre 2017 c’erano due punti all’O.d.G da approvare che recitavano: 9. Contributo straordinario da esigere in
ragione del maggior valore acquisito dagli immobili interessati da “variante
urbanistica”, ai sensi dell’articolo 16, comma 4 lettera d-ter del DPR n.
6/6/2001 n. 380.
10. Permesso di costruire in variante agli atti del
Piano di Governo del Territorio ex art 8 del DPR 160/2010 (SUAP) relativo alla
costruzione di un capannone e standard a parcheggio da parte di Brembo spa in
ambito TS3.
Semplificando
al massimo la giunta Gamba ha dovuto convocare con somma urgenza il consiglio
comunale per deliberare su questi due punti e dichiararli immediatamente
eseguibili perché altrimenti non sarebbero stati rispettati i tempi previsti
dalla legge ma soprattutto il Comune NON avrebbe potuto incassare quel
fatidico: “Contributo straordinario da esigere in ragione del maggior valore
acquisito dagli immobili interessati da “variante urbanistica”, ai sensi
dell’articolo 16, comma 4 lettera d-ter del DPR n. 6/6/2001 n. 380”. Che nella
fattispecie sarebbe stato determinato dagli uffici comunali nella somma di
263mila euro (valore contestato come privo di certezza dalla minoranza forza
italiota leghista.
Quindi non
una edificazione a costo zero per l’operatore e incasso zero per il comune ma
incasso di una somma che è pari a circa la metà degli oneri.
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