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Brembo consta sostanzialmente di due parti. Un capannone di 6300 mq che sorgerà sulla sinistra della strada d’in -gresso sud (via Europa) e che poi verrà incorporato nel restante insediamento industriale e l’amplia mento del parcheggio che avverrà a monte dell’attuale (fino al confine dell’insediamento) con una sagoma molto contorta ma è quel che pare possibile in base alle regole ed alle scelte della Brembo.
Il progetto non è fatto dalla stessa mano ma da professionisti differenti. Il progetto del nuovo parcheggio che prevede anche la demolizione di quel rudere insignificante che è la vecchia (vecchia, non antica) cascina è dell’arch. Luciano Testa, progettista di consolidata fiducia della Brembo.
Il progetto piano del verde a supporto del nuovo edificio "Carbon Factory”  è firmato da tre professionisti della EcoGeo srl: Diego Marsetti, Marco Caserta, Raffaello Cattaneo e riguar da sia il nuovo parcheggio che il nuovo capannone.
Il progetto del nuovo capannone ha l’obiettivo di verticalizzare in unico sito produttivo l’intera produzione dei ma­nufatti grezzi necessari per la costruzione di dischi freno e pastiglie in carbon-carbon utiliz­zati nel mondo delle competizioni.
Gli ingegneri Simone Belotti e Germano Salvi sono i progettisti del capan none mentre gli ingegneri Roberto Faletti e Marco Zenucchi sono i progettisti degli impianti.
La Relazione tecnica di ac -compagnamento alla domanda di rilascio dell’autorizzazione unica ambientale è stata redatta dalla EcoGeo srl a firma di Borghetti M.Cristina e Stefania Luzzana.
Il contributo di Costruzione(Oneri di urbanizzazione) eseguito sulla base della delibera del consiglio comunale del Comune di Curno n° 5 del 7/02/2017 ammonta a 506.630 euro mentre. Le opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, cioè il parcheggio di superficie paria a 6458,35mq ha un valore determinato con computo metrico estimativo di 536.175 € e pertanto gli oneri che la Brembo deve versare al Comune  ammontano a ... zero euro.

Chiunque osservi il PGT e la delimitazione degli insediamenti inflitti allo stabilimento della Brembo non può non porsi una domanda: come mai quell’andamento rotondo o circolare nel campo a sud ? Non si riesce a trovare nessuna risposta ne nell’andamento del terreno (che è un andamento fasullo inventato per rendere coltivabile la cava di pietrisco riempita di terreno di riporto colà esistente negli anni ‘60) in tutta la parte ovest. Il bosco venne smantellato, scavato e riempito negli anni ’60 perciò ciao e stai bene.

 

Così nasce questo nuovo stabilimento che è Brembo ma è esterno alla Brembo. Leggiamo: “Il polo esistente e la nuova attività carbon fac­tory avranno la medesima ragione sociale BREMBO SPA (rappresentando il prodotto nel mondo non potrebbe essere altrimenti). Il da­tore di lavoro che si configura come gestore ai fini dell’art. 5 lettera r bis) del Dlgs 152/2006 e s.m.i. sarà dedicato esclusivamente alla car­bon factory ed ovviamente sarà diverso dal gestore del polo di Curno esistente. Il sito Brembo S.p.A per la carbon factory è stato progettato per essere indipendente dal sito già esistente.  I cicli produttivi sono da considerarsi separati: POLO CURNO ESISTENTE: lavorazione compo­nentistica in alluminio. CARBON FACTORY: lavorazione componenti­stica in fibra di carbonio.

Per quanto sopra indicato e per le esigenze produttive quali:cicli produttivi separati,infrastrutture autonome, produzione di articoli differenti, necessità di consentire l’accesso a un numero limitato di persone per garantire la ri­servatezza in merito all’attività della carbon factory, la stessa è da considerarsi NON connessa all’attività del polo di Curno esistente già autoriz­zato con Decreto AIA n. 6542 del 1 8/06/2007 e s.m.i. (con rinnovo)”.

 

Un bello stabilimento come quelli tradizionali, fatto di solidissimo calcestruzzo con plintoni pilastri, travi e pannelli-parete (orizzontali: invece che verticali come si usava una volta...). Sul tetto una bella selva di pannelli solari e pensiamo siano i primi che compaiono su quello stabilimento.

Sotto il profilo dell’inserimento ambientale  in complesso dell’intero insediamento Brembo c’è poco da dire:la mano è sempre identica e coerente. La Brembo è una ricchezza, complessivamente le si può attribuire molto più della sufficienza ma vi si legge una cura dell’insieme più come un obbligo e uno spot che una cultura. Cioè: lo faccio perché lo devo fare. Uno stabilimento di quella grandezza e di quella importanza mondiale avrebbe dovuto chiamare un paesaggista di valore internazionale per curarne l’insieme non solo “dentro” ma soprattutto “attorno”.

Insomma una sfida esattamente come i suoi dischi da F1. Dopo tanti anni tutto lo spazio esterno alla Brembo poteva essere una foresta e invece l’è quello che é.Lo spazio che noi abbiamo indicato col numero 1 poteva e potrebbe diventare un bosco importante che celi i parallelepipedi dalla vista  sulla via Lungobrembo. Le zone 2-3 potrebbero essere tutte  boscate e con un disegno forte, pari alla forza industriale e creativa della Brembo. Insomma è facile disegnare sulla tavola del PGT un confine dell’edificabilità molto creativa come ha fatto il consiglio comunale con la Variante del PGT e quel grande urbanista che è l’assessore Conti  ma in politica occorre anche un qualcosa che si chiama cultura creatività duttilità da mettere sul tavolo quando si parla del futuro di un’azienda preziosa come la Brembo.

 

Come si evince dall’enorme documentazione il contributo di Costruzione (Oneri di urbanizzazione) eseguito sulla base della delibera del consiglio comunale del Comune di Curno n° 5 del 7/02/2017 ammonta a 506.630 euro mentre. Le opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, cioè il parcheggio di superficie pari a 6458,35mq ha un valore determinato con computo metrico estimativo di 536.175 € e pertanto gli oneri che la Brembo deve versare al Comune  ammontano a  zero euro.

 

Il nuovo stabilimento non parte come una   normale pratica edilizio-urbanistica ma decolla a seguito del  DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 7 settembre 2010 , n. 160 Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le attivita' produttive, ai sensi dell'articolo 38, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133..

Vale a dire che “1. Nei comuni in cui lo strumento urbanistico non individua aree destinate all'insediamento di impianti produttivi o individua aree insufficienti, fatta salva l'applicazione della relativa disciplina regionale, l'interessato puo' richiedere al responsabile del SUAP la convocazione della conferenza di servizi di cui agli articoli da 14 a 14-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241, e alle altre normative di settore, in seduta pubblica. Qualora l'esito della conferenza di servizi comporti la variazione dello strumento urbanistico, ove sussista l'assenso della Regione espresso in quella sede, il verbale e' trasmesso al Sindaco ovvero al Presidente del Consiglio comunale, ove esistente, che lo sottopone alla votazione del Consiglio nella prima seduta utile. (…) E' facolta' degli interessati chiedere tramite il SUAP all'ufficio comunale competente per materia di pronunciarsi entro trenta giorni sulla conformita', allo stato degli atti, dei progetti preliminari dai medesimi sottoposti al suo parere con i vigenti strumenti di pianificazione paesaggistica, territoriale e urbanistica, senza che cio' pregiudichi la definizione dell'eventuale successivo procedimento; in caso di pronuncia favorevole il responsabile del SUAP dispone per il seguito immediato del procedimento con riduzione della meta' dei termini previsti. (…).

In buona sostanza l’operatore (in questo caso un soggetto incaricato dalla Brembo) ha attivato questa procedura che salta tutti i passaggi urbanistici edilizi (addirittura potrebbe funzionare da variante del PGT) per approdare nel più breve tempo possibile a tutte le autorizzazioni necessarie ad avviare la costruzione dello stabilimento e opere connesse sulla base di certificazioni prodotte dallo stesso operatore (o da aziende da lui indicate). Ecco una delle ragione per cui viene sottolineato più volte nella relazione che il nuovo stabilimento: “Il polo esistente e la nuova attività carbon fac­tory avranno la medesima ragione sociale BREMBO. Il da­tore di lavoro che si configura come gestore sarà dedicato esclusivamente alla car­bon factory ed ovviamente sarà diverso dal gestore del polo di Curno esistente. Il sito Brembo S.p.A per la carbon factory è stato progettato per essere indipendente dal sito già esistente. I cicli produttivi sono da considerarsi separati. Per quanto sopra indicato e per le esigenze produttive quali,  la stessa è da considerarsi NON connessa all’attività del polo di Curno .

 

Nella seduta del consiglio comunale del 29 dicembre 2017 c’erano due punti  all’O.d.G da approvare che recitavano: 9.      Contributo straordinario da esigere in ragione del maggior valore acquisito dagli immobili interessati da “variante urbanistica”, ai sensi dell’articolo 16, comma 4 lettera d-ter del DPR n. 6/6/2001 n. 380.

10. Permesso di costruire in variante agli atti del Piano di Governo del Territorio ex art 8 del DPR 160/2010 (SUAP) relativo alla costruzione di un capannone e standard a parcheggio da parte di Brembo spa in ambito TS3.

 

Semplificando al massimo la giunta Gamba ha dovuto convocare con somma urgenza il consiglio comunale per deliberare su questi due punti e dichiararli immediatamente eseguibili perché altrimenti non sarebbero stati rispettati i tempi previsti dalla legge ma soprattutto il Comune NON avrebbe potuto incassare quel fatidico: “Contributo straordinario da esigere in ragione del maggior valore acquisito dagli immobili interessati da “variante urbanistica”, ai sensi dell’articolo 16, comma 4 lettera d-ter del DPR n. 6/6/2001 n. 380”. Che nella fattispecie sarebbe stato determinato dagli uffici comunali nella somma di 263mila euro (valore contestato come privo di certezza dalla minoranza forza italiota leghista.

Quindi non una edificazione a costo zero per l’operatore e incasso zero per il comune ma incasso di una somma che è pari a circa la metà degli oneri.