Cittadinanza,
al Senato manca il numero sullo Ius soli. Calderoli: "È morto e
sepolto"Cittadinanza, al Senato manca il numero sullo Ius soli.
Calderoli: "È morto e sepolto"
Assenti 29 dem (che comunque non sarebbero stati sufficienti per
raggiungere il quorum), tutti i 5 Stelle e la quasi totalità dei
centristi. Nuova seduta il 9 gennaio con all'odg "comunicazioni del
presidente". Il provvedimento riguardava 800mila minori. Fi e Lega
esultano. Unicef: "Siamo indignati".
In Senato, che aveva iniziato a discutere le pregiudiziali al ddl sulla
cittadinanza, manca il numero legale. Assenti 29 dem (che comunque non
sarebbero stati sufficienti per raggiungere il quorum), tutti i 5
Stelle e la quasi totalità dei centristi. Il presidente Pietro Grasso,
verificato che, visto il grande numero di assenti, difficilmente si
sarebbe raggiunto il numero legale, ha fissato la prossima seduta per
martedì 9 gennaio alle 17, con all'ordine del giorno "comunicazioni del
presidente". Di fatto, è il definitivo stop, in questa legislatura,
allo ius soli. Esultano Fi ("Orgogliosi di aver fatto naufragare una
legge folle", dichiara Maurizio Gasparri) e Lega. Unicef: "Vicenda
incivile".
• Esulta la Lega. Calderoli: "tutto merito mio»
"Sulla mia pregiudiziale di costituzionalità sullo ius soli - dichiara
Roberto Calderoli (Lega), vicepresidente del Senato - e sulla mia
richiesta di verifica del numero legale, nell'aula del Senato è mancato
il numero legale e lo ius soli, come avevo già annunciato ieri, è
definitamente naufragato. Colpito e affondato. Morto e sepolto. Per me
è una grande vittoria, perchè sono stato io in questi due anni e mezzo,
con le mie decine di migliaia di emendamenti, a bloccare in commissione
e poi in Aula questa assurda e inutile proposta di legge che serviva
solo a regalare un milione di nuovi voti al Pd. E ora tutti quelli che
a sinistra fingevano di digiunare per lo ius soli, saltando il pranzo
ma non la cena, possono anche tornare a mangiare, anche se temo che il
panettone stavolta gli andrà di traverso".
• Iacomini (unicef italia): "vicenda incivile". "Doveva essere un gesto
di civiltà come qualcuno ha detto tempo fa invece si chiude nel modo
più incivile possibile, lo ius soli non verrà approvato, basta
ipocrisie elettorali". Lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce
dell'Unicef Italia. "È un atteggiamento davvero inaccettabile - ha
aggiunto - quando si tratta di bambini e ragazzi. L'Italia ha violato
l'art.2 della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza
in materia di non discriminazione, è un dato di fatto malgrado le
continue raccomandazioni dei Comitati Onu".
"In tanti però - osserva il portavoce di Unicef Italia - si sono spesi
per questa causa. Esiste una buona Italia che come sempre sopperirà
alle assurdità dei calcoli elettorali. Saranno quei cittadini della
società civile e delle associazioni che continueranno a lavorare
seriamente ogni giorno per arginare i danni di questo ennesimo scempio
parlamentare e faranno capire a questi 800mila minori quanto essi
contino per gli adulti responsabili del Paese. È una brutta pagina
della nostra storia repubblicana quella che si consumerà allo
sciogliersi delle Camere dopo natale che sul tema della cittadinanza si
ripete tristemente oramai da dieci anni. Siamo indignati»
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Una
favola per Natale 2017. Un noto architetto salentino, consigliere
comunale da 30 o 35 anni in un comune (bergamasco) per conto prima del
PCI e poi di tutti i succedanei di quel partito, nonché più volte
assessore di quel comune, progetta la messa a nuovo di un pezzo di
cascinetta su una via esterna al paesello. La cascinetta viene
trasformata nella residenza di una dottoressa locale con allegato
vastissimo giardino progettato in concorrenza a Piet Oudolf.
Davanti alla cascinetta trasformata nella reggia dottorale, distante un
centinaio di metri sulla destra, c'era un grande stabilimento
metalmeccanico di livello internazionale che partito con poco meno di
300 dipendenti dentro un capannone abbandonato da una ditta fallita, è
via via cresciuto fino a quasi un paio di mille. Alla dottoressa e al
suo architetto ovviamente quella fabbrica scocciava e scoccia un casino
perché toglie la vista sulla vasta pianura (di altri cittadini: non
della dottoressa…) antistante la cascinetta ristrutturata. Come
sappiamo che quell'industria sta sul cazzo ai due? Semplice. Un giorno
mentre si stava nell'ambulatorio dove opera la dottoressa con altri
colleghi, questa esce dallo studio accompagnando una paziente e con
voce squillante annunzia alla paziente che quella sarebbe fortunata di
abitare in (….) mentre lei è obbligata ad avere davanti i capannoni
della ditta metalmeccanica, sa che soddisfazione!. Quando s'accorge che
chi c’é tra i pazienti in attesa, lo squillare si blocca ma la notizia
è di pubblico dominio.
Nella vita spesso vale il detto “beata ignoranza” e va riferito nel
caso alla dottoressa ed al suo architetto incazzati per gli ampliamenti
della ditta metalmeccanica (che sta sempre a oltre 100 metri di
distanza dalla cascinetta ristrutturata). La dottoressa non sa che
proprio davanti alla sua cascinetta ristrutturata c'era una cava di
sabbia che per mezzo di una teleferica veniva trasportata ad un
frantoio. Una cava non di piccole dimensioni visto che aveva servito lo
sviluppo edilizio del primo decennio posto bellico per tutti i paesi
vicini ed anche la città. Finito di scavare la collinetta avevano
scavato creando uno vasto incavo. Dopo il '55 non c'è più spazio per
cavare e nemmeno si può scavare in profondità e il tutto viene
abbandonato e la teleferica mezzo rubata e mezzo smantellata. La
dottoressa e il suo architetto non sanno che quel vastissimo
incavo è stato riempito di tutti i materiali frutto delle mega
demolizioni sia nel centro storico del paesello che anche dei paesi
vicini, compreso qualche extra da bombardamenti. Oggi si direbbe una
“discarica incontrollata” ma con le leggi di allora non ci fu
violazione. Morale della favola. La dottoressa e il suo architetto sono
incazzati per gli ampliamenti della vicina industria metalmeccanica ma
NON SANNO che proprio davanti alla cascinetta-villa c'è una discarica
«abusiva» coperta da un bello strato di coltivo. La tragicommedia però
non è finita. Il terreno è passato via via di mano e da sempre gli
attuali proprietari ottuagenari cercano di renderlo edificabile ma… ci
vuol poco a immaginare com'è che quell'architetto (anche assessore
all’urbanistica) e la dottoreesa sua cliente cui già sta sulle palle
uno stabilimento a cento metri di distanza, chissà quanto ci starebbe
sulle palle un bel mazzo di villette a schiera proprio davanti alla
cascinetta-villa della dottoressa col giardino meglio di quelli di Piet
Oudolf.
Il terreno viene affittato ad un grande coltivatore il quale pianta una
leguminosa da foraggio e siccome è un genietto dell'agricoltura la
concima col letame vaccino. Come fare una flebo di zucchero a un
diabetico.
In effetti con certi attori
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Sul
sito del Comune è apparso l'avviso ai primi di dicembre che erano
disponibili presso il comune tutti gli atti relativi al progetto di
ampliamento del nuovo capannone della Freni Brembo SENZA bisogno di
compilare la classica domanda di accesso agli atti. La faccenda ci ha
lasciato perplessi e incuriositi ed abbiamo inoltrato domanda
d'accesso. A dire del comune “in tempo reale” mi avrebbero trasmesso il
malloppo che però, essendo “leggermente” grosso (compresso sarebbero
415 Mb…) è stato cestinato dal provider (che non è una dittarella
trovata per caso in rete mediante un appalto al massimo ribasso…) sia
per le dimensioni che per la presenza di file a firma digitale.
Copiati quindi i file su una chiavetta all'apertura del malloppo si scopre (tra le altre cose) che:
1 – mancano le tavole di progetto fondamentali:
Progetto architettonico: elenco elaborati
Progetto architettonico: relazione tecnico-descrittiva
Progetto architettonico: rilievo dello stato di fatto
Progetto architettonico: estratti cartografici
Progetto architettonico: planimetria generale
Progetto architettonico: planimetria reti interrate
Progetto architettonico: pianta piano terra
2 – Mancano le tavole integrate secondo una specifica richiesta del Comune alla FreniBrembo in data 07 ottobre 2017
3 – C'è una lettera della FreniBrembo in cui domanda al Consorzio di
Bonifica della Media Pianura Bergamasca dell' “Autorizzazione di
concessione idraulica allo scarico delle acque provenienti dalla vasca
di accumulo in corso d'acqua superficiale denominato “ROGGIA CURNINO
CERESINO” da parte della Società BREMBO S.p.A. di Curno (BG)”. C'è da
sperare che il Comune e il Consorzio neghino questa possibilità dal
momento che quell'acqua serve per irrigare i campi e le coltivazioni in
serra e visto quel che successe ai contadini di Curno “alta” con le
acque della Roggia Curna, meglio non correre pericoli.
E' significativo che un Comune LANCI sul proprio sito quell'avviso e
poi all'atto pratico… il risultato è un buco nell'acqua. Ci prendete
per i fondelli?
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Numeri INutili per mal mantenere il paese.
La neo sindaca probabilmente toccata dalle numerose lamentele dei
cittadini circa la scarsa pulizia (letteralmente: pieno di merda)
delle principali piazze del paese, fa scodellare sul notiziario
comunale mezza pagina per insegnare ai cittadini «come si fa».
Non c’è bisogno di avere frequentato «le scuole alte» per comprendere,
nel leggere la tabella, che in comune le idee chiare le hanno solo
«loro» e di conseguenza, per via della «condivisione» che è loro
religione, dovrebbero averle pure i cittadini. I quali, carognoni come
al solito, non sono soltanto scocciati della merda e sozzure varie sui
marcipiedi e nelle piazze pubbliche ma leggono pure l’Albo Pretorio e
quindi si sono accorti che nonostante quanto previsto nelle
QUATTRO caselle del volantino (vedi) il Comune
spende e spande alla grande per tenere malamente in piedi le proprietà
comuni e per curare almeno al minimo sindacale la pulizia e la
manutenzione di quelle.
Insomma c’è qualcosa che non funziona e pensiamo che stia nella
crapa di chi ha architettato tutta questa piramide di comando e di
esecuzione ragion per cui non basta l’ARCA a mettere le pezze ai
ruderi nostrani ma occorrono anche i dipendenti comunali. Non bastano
ne la prima ne i secondi ed occorrono ancora decine di appalti -come
nei tempi passati- per aggiustare questo, pulire quello, mantenere
quell’altro, guidare quell’altro ancora.
Insomma, signora mia, siamo nella palta. E fosse solo quella!
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