La
Fiom lombarda, oggi un candidato per le Regionali non ce l'ha. In
estate ha dato il via a una slavina di attacchi sui social contro
Giorgio Gori, dopo le uscite in cui il sindaco di Bergamo riconosceva
il valore politico dell'era formigoniana. Non ha cambiato idea, il
candidato del Pd non gli piace. Votare Lega o Movimento 5 Stelle non
può, «per mia storia politica». E a sinistra? «Divisa, la sinistra ha
già perso», dice Rota.
«Vedo solo nebbia». Mirco Rota, segretario generale della Fiom
lombarda, oggi un candidato per le Regionali non ce l'ha. In estate ha
dato il via a una slavina di attacchi sui social contro Giorgio Gori,
dopo le uscite in cui il sindaco di Bergamo riconosceva il valore
politico dell'era formigoniana. «Un candidato così votatevelo voi»,
scrisse Rota e in tanti gli andarono dietro. Non ha cambiato idea, il
candidato del Pd non gli piace. Votare Lega o Movimento 5 Stelle non
può, «per mia storia politica». E a sinistra? Mdp, Sinistra Italiana e
le altre sigle forse alla fine saranno soli alle Regionali: «Ma che
senso ha? Divisa, la sinistra ha già perso», dice Rota.
In gioco ci sono due candidati governatori bergamaschi. I cinquestelle
hanno scelto Dario Violi. Lo voterebbe più volentieri di Gori?
«Ma no, a livello personale non ho niente contro nessuno di loro, ho
collaborato con Violi su alcuni temi, ma a livello politico non potrei
mai votare per i grillini. È importante il tema della legalità ma
l'idea del M5S di essere il partito degli onesti non sta in piedi».
Con il centrosinistra e con Gori il discorso è chiuso da tempo.
«Perché dovrei votare il Pd? Nell'ultima legislatura in Consiglio
regionale non c'è stato su nulla, tanto meno sui temi del lavoro.
Qualcuno ricorda qualcosa che abbia fatto in questi anni il
centrosinistra in Lombardia? E Gori in cosa è alternativo a Maroni? In
sostanza propone lo stesso programma».
Non resta che Maroni.
«Non scherziamo, le posizioni della Lega sull'immigrazione sono
inaccettabili. E poi c'è stato il referendum sull'autonomia, una
stupidaggine utile solo alla campagna elettorale di Maroni. Ma se
dovessi guardare ai temi del lavoro, con la Lega abbiamo fatto anche
cose importanti, la legge sui contratti di solidarietà, il reddito di
autonomia».
Ma, oggi, i metalmeccanici iscritti alla Fiom, per chi votano?
«Tanti tesserati Fiom votano Lega, qualcuno cinquestelle».
Perché non il Pd?
«Noi, come Fiom, in questi anni abbiamo manifestato contro le politiche
attuate dal Pd. E, a livello lombardo, in tante vertenze, abbiamo
spesso trovato il sostegno della Regione e della Lega, cito il caso
della Franco Tosi, mentre l'opposizione non c'era. Un lavoratore della
Fiom non sente di avere un appoggio in Regione, un appoggio di
sinistra».
E Gori come viene percepito, nelle fabbriche?
«Io sarò mancato al 25 aprile e al I maggio a Bergamo due volte nella
mia vita, ma prima che diventasse sindaco Gori non l'avevo mai visto in
piazza. Gori, dal punto di vista elettorale è il più distante, come
Renzi. Mi tocca citare Fedez: viene percepito come un comunista col
Rolex. Il mondo del lavoro è una roba seria, parliamo di gente che deve
stare attenta a come fa la spesa per arrivare alla fine del mese. Se
sei un milionario che vive in Città Alta è difficile che ti votino».
Un po' più a sinistra, Pietro Grasso è un leader che può funzionare?
«Mah, staccati dal Pd questi soggetti non hanno senso. Serve una
generazione completamente nuova per ripartire: la gente non è stupida e
si rende conto che Bersani e D'Alema in questi anni hanno partecipato a
un certo tipo di politiche».
È possibile che invece Salvini sia sentito come il leader più a
sinistra? E non nonostante le posizioni sull'immigrazione, ma proprio
grazie a queste?
«Purtroppo è così, molti lavoratori oggi sono sulle posizioni di
Salvini. Anche qui però ci vedo colpe della sinistra: non ci puoi
mettere anni ad approvare la legge sullo Ius soli. Comunque, Salvini,
più o meno in modo strumentale, è l'unico leader che si fa vedere nelle
trattorie, allo stadio, nei luoghi frequentati dalla gente comune. E
propone l'abolizione della legge Fornero: se lo facesse qualcuno di
sinistra, ci p
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Mirco
Rota è nato a Mozzo ma é cresciuto a Curno dove abita ancora suo padre.
La mamma, una simpaticissima signora, se l’è portata via troppo presto
il destino.Perito industriale, dipendente (in aspettativa) dell'Abb
Sace come impiegato tecnico. Rappresentane sindacale per anni in
azienda, ha fatto parte anche dell'esecutivo del Comitato Europeo del
gruppo ABB. A tempo pieno si occupa di sindacato dal 1998, anno a
partire dal quale ha svolto, prima, l'attività di funzionario sindacale
Fiom–Cgil e poi, via via, é passato alla segreteria regionale
FIOM per due mandati fino alla segreteria nazionale dove oggi è
applicato alle politiche contrattuali e contrattazione nei grandi
gruppi.
Rota è stato iscritto alla Sezione PCI di Curno e poi via via a tutte
le forme con cui s’è articolata la storia comunista.
Una sezione che ha visto nelle sue file non solo compagni-massa ma ha
avuto un Franco Cavagna licenziato perché voleva organizzare il
sindacato sul suo posto di lavoro. Suo fratello Mario, operaio alla
Breda milanese, divenne leader FIOM in quella fabbrica e venne
eletto due volte al Parlaento italiano nelle file del PCI. Nelle file
del sindacato c’è passato anche l’attuale assessore Cavagna (omonimo
dei precedenti ma non parenti) non sappiamo con quali incarichi
almeno in termini di carriera sindacale. Nel PCI c’è stato (pare...)
anche il Brumana, cresciuto anche lui nelle file del sindacato dei
dipendenti pubblici a livello provinciale. Mirco Rota risulta essere il
curnese arrivato ai più alti livelli di carriera sindacale e per di più
dentro una delle categorie più combattive della CGIL.
La conclusione di questo breve scorcio è ovvia: come mai Curno non è
mai stato in grado di esprimere un candidato sindaco del «PCI» e
partiti succedanei nonostante la disponibilità tra gli iscritti di
teste tutt’altro che disprezzabili quanto a pratica della politica?
Mai possibile che un ex deputato come Mario Cavagna non fosse in grado
di competere con un Pelizzoli di cui si ricordano i cinque anni della
giunta Morelli così suicida da concludersi con l’insperabile unità del
centrodestra con la Lega? Mai possibile che un sindacalista della
stoffa di un Rota non abbia sentito questa scommessa?
E’ possibile. Pelizzoli non ammetteva competitor. Pelizzoli nella
speranza di diventare un giorno sindaco di Curno si schierava sempre
col segretario vincente. Alla fine i compagni ti pesano. Pelizzoli
simile a Pedretti, bramavano alla follia di diventare sindaco ma hanno
distrutto prima il partito e assieme la propria storia politica: con le
loro mani. Chi era più attento e intelligente di loro capì ben presto
che era meglio stare lontani il più possibile da quella arena.
No, dico, volete mettere un deputato oppure un segretario regionale FIOM rispetto a un barista? Sbagliate.
Adesso il centrosinistra di Curno è in mano all’oratorio. La politica è
quella dell’oratorio e della Caritas. Meglio che un Salvini o un
Locatelli&Sorte sia ben chiaro. Ma con queste maggioranze e queste
minoranze il paese non va avanti.
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Bergamo
news ha ospitato una intervista fatta da un giovin giornalista di
speranzose speranze alla sindaca Gamba. C’è una corsa ad ampliare il
panorama giornalistico nostrano da parte di fogli cartacei e web locali
per scalfire il (quasi) monopolio informativo e
pubblicitario di L’Eco ma da quel che si vede la pubblicità
premia sempre il giornale della curia. Anche questa intervista va
annoverata nella ricerca di qualche inserzionista, magari tra quelli
che arrivano a investire a Curno.
Invece la sindaca Gamba non ci fa proprio una bella figura
istituzionale nell’andare a farsi intervistare da un foglio quando
-come sindaco ed esponente della lista Vivere Curno- dispone di un sito
web comunale e del sito web e facebook della lista.
Buona educazione (istituzionale) consiglierebbe che certe notizie siano
date in forma adeguata attraverso i siti istituzionali piuttosto che
attraverso un’intervista di un balbettante ed abbastanza ignorante (di
cose locali e di comuni) com’è nel caso. Ma ciascuno è fatto alla
propria maniera, sindachesse comprese.
A partire dalla giunta Morelli passando poi alla giunta Serra ed oggi
alla giunta Gamba (dimenticando l’epopea tragicomica della giunta
Gandolfi) esiste da sempre il problema della comunicazione
istituzionale e politica della governo del paese coi cittadini e le
imprese. Vero che alcune imprese prenderebbero schiaffi le
maggioranze (magari dimenticandosi di invitare il/la sindaco/a del
momento nel posto necessario) ma è Impressionante verificare come un
pacco di sindaci «laureati» non siano in grado di mettere in piedi una
comunicazione decente. Ne sulla carta ne sul web.
Per chi governa la barra diritta è ... parlare il meno possibile.
Importantissimo che non esista possibilità di fargli domande o
contraddittorio. Dispongono del sito web del comune e non riescono
nemmeno a pubblicare le deliberazioni entro un mese dall’approvazione.
Qualche volta i documenti sono illeggibili perché hanno formati
inventati. Non si legge l’OdG della giunta. Non si legge l’agenda del
sindaco. Quella del Presidente del Consiglio, della Repubblica e di
Trump invece si trovano in rete.
Il sito web della formazione politica s’è inchiodato da mesi. Non solo quello della maggioranza.
Le interviste dei giornalisti sono fatte in ginocchio: vedi quella di
Bergamonews. Poco mancava che sindaco e intervistatore leccassero il
medesimo gelato (inteso come microfono).
Francamente non si comprende come riescano a usare (o perdere?) il proprio tempo visto il poco che combinano.
Metà e forse più di quel che viene approvato potrebbe essere fatto direttamente dagli uffici. E non le sole determinazioni.
Alla recente visita del PdC alla Brembo al Khilometro Rosso hanno
«dimenticato» di invitare la sindaca Gamba. Le virgolette sono
volutamente nostre. Probabilmente un ringraziamento per il trentennale
rifiuto dell’assessore Conti e della sua compagnia verso la
FreniBrembo. Freddezza contraccambiata senza remore. In danno dei
curnesi.
La nostra convinzione è che la «castina» -cioè la maggioranza e
l’opposizione- si siano rese conto che appena aprono bocca in pubblico
ricevono mazzuolate da ogni parte.
Del resto siamo in una situazione di una maggioranza fasulla creata
dalla legge elettorale e da liste farlocche e quindi occorre
galleggiare il più possibile.
Ha da passà la nuttata.
Dopo quasi un anno dall’allestimento di un costosissimo sistema di
videoregistrazione delle sedute nella sala consigliare non sono ancora
in grado ne di metterle in onda, ne di trascrivere in automatico gli
interventi dei consiglieri (quindi di fare i verbali in tempo reale).
Probabile che siano perfettamente coscienti della propria pochezza
politica e non desiderino finire sminuzzati in rete. Come si diceva una
volt
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LA
NOTIZIA. Un gruppo di militanti della formazione Veneto Fronte
Skinheads, un'associazione di estrema destra, è intervenuta durante
l'assemblea di Como senza Frontiere, interrompendola e leggendo un
comunicato prima di andarsene. L'episodio ha suscitato una diffusa
indignazione, anche se alcuni leader politici, come Matteo Salvini,
hanno minimizzato. L'identificazione degli skinhead ha permesso di
ricostruire il profilo dei militanti dell'organizzazione. Uno di loro,
Manuel Foletti (sarebbe quello che legge) , è stato condannato per
tentato omicidio.
IL COMMENTO. La lettura della notizia mi ha lasciato sconcertato e incazzato. Il primo è ovviamente la provocazione.+
Il secondo è la mancata reazione dei presenti (chi aveva
organizzato la riunione) che sono stati addirittura da più parti lodati
per questo atteggiamento «pacifista». Più che pacifista lo definirei
una reazione di persone con scarsa cultura antifascista. Scarsa
attenzione ai mille rivoli con cui il fascismo scorre nelle vene della
nostra gente. Tutti (o molti) a parole sono antifascisti ma spesso
occorre anche il coraggio di menar le mani. A Como quelle brave
persone dovevano immediatamente alzarsi e buttare fuori i
fascisti aggiungendoci una lezione con qualche sedia aggiustata
sulle teste rasate. Ha no!, altrimenti Min
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