Va
bene. Credevo che la bontà con la B maiuscola fosse estinta e
antiquata, ma evidentemente non è così. O forse non evidentemente,
forse solo per caso, quindi fortuitamente: sta di fatto che oggi la
bontà con la b maiuscola io l'ho incontrata. In carne ed ossa. Ad una
riunione. E abbiamo parlato per tre orette buone. Lei (perché sì, la
bontà di cui parlo è una ragazza) mi ha raccontato delle sue passioni e
di quanto sia felice di fare agraria, perché ama la terra e gli
animali. Non ha smesso di sorridere neanche un minuto, ed è stata
sempre disponibile ad aiutare tutti, a scherzare e dare un sostegno in
ogni modo. Mi ha chiesto cosa volessi fare io, gli ho detto insegnare,
però sai, i ragazzi di oggi… e lei si è messa a ridere e ha detto
(testuali parole): “Wow, ma è bellissimoo! Ma non smettere mai di
sperarci, vai così!” e in quello che ha detto ci credeva davvero. È
stata la prima che nel corso di quattro mesi mi ha rivolto la parola
come ad una persona normale, e non come ad un ragazzo single in cerca
necessariamente di qualcuna. Zero tentativi di approccio che non
fossero quelli di una normale conversazione dopo aver conosciuto
un'amico. Sfoggiava senza problemi le macchinette che aveva alle
orecchie. Si è scusata diverse volte chiedendomi cortesemente di
ripetere quello che dicevo perché la troppa confusione intorno gli
impediva di sentire bene: “scusa, queste maledette macchinette, è che
sono un po' sorda”. Ma figurati, le ho detto. Figurati. Fosse questo il
problema, ripetere più di una volta quello che ho da dire. Va bene. Le
cose te le posso ripetere più di venti volte, sei tu che stai facendo
un favore a me. Mi stai depurando da tutto lo schifo che avevo addosso.
Va bene. Va più che bene.
Siamo usciti stasera e mi sono sentito per la prima volta dopo tanto
tempo rilassato e tranquillo. Abbiamo mangiato una pizza, nulla di
impegnativo, abbiamo riso e scherzato per tantissimo tempo. Abbiamo
toccato tanti punti delicati, ma con leggerezza. Gli ho chiesto se in
qualche modo gli pesasse sentirsi “diversa”, mi ha detto: no, per me è
come avere i superpoteri, sento quando voglio sentire e non sento
quando non voglio sentire. Quello che voleva dire è che ci si abitua a
tutto, quando ci sei dentro. Voleva pagarmi la cena, ho detto:
categorigamente no. Poi mi ha messo comunque tre euro perché avevo
portato meno del previsto. Ho ordinato panna cotta al caramello,
l'abbiamo divisa, ha detto: grazie mille per avermela fatta scoprire!
Sorride sempre, è più forte di lui. Hai ragione R., hai ragione. Sei
davvero una supereroina.
Altri due cambi di gruppo in Parlamento. Alla camera Trifone Altieri
passa alla Lega nord, mentre Enrico Buemi entra nel gruppo Misto di
Palazzo Madama iscrivendosi alla componente dei Verdi. Il parlamento
arriva così a 535 cambi di gruppo da inizio legislatura, 343 gli eletti
coinvolti dall'infinito giro di valzer.
Anche il mese di novembre è stato ricco di cambi di gruppo. Alla camera
Trifone Altieri si è reso protagonista del suo secondo spostamento da
inizio legislatura: eletto con Forza Italia, dopo aver seguito il suo
corregionale Fitto nell'avventura di Direzione Italia (che alla camera
è una componente del Misto), ha ora deciso di iscriversi alla Lega nord.
A Palazzo Madama invece il socialista Enrico Buemi, fino a pochi giorni
fa vice presidente del gruppo Per le autonomie-Psi-Maie, è passato al
gruppo Misto iscrivendosi alla componente Federazione dei Verdi.
Salgono così a 535 i cambi di gruppo da inizio legislatura, realizzati
da 343 parlamentari, il 36,11% degli eletti.
Cifra tonda alla camera, che grazie all'onorevole Altieri ha raggiunto
il 300° cambio di casacca, a cui bisogna aggiungere i 235 casi di
Palazzo Madama. Interessante il dato dei deputati e senatori
transfughi: mentre a Montecitorio sono 204 i protagonisti di questo
giro di valzer (il 32,38% dell'aula), a Palazzo Madama sono 139, numero
che rappresenta ben il 43,44% del senato.
Percorso di cicloalpinismo con lunghi tratti di portage e discese tecniche ed esposte.
Punta del Tuf ovvero Lauson Limited Edition.Classica e remunerativa
salita al Lauson lato Ovest, sentiero in ottimi condizioni con % di
pedalabilità imbarazzanti se ossigeno muniti. Al colle ignorate i
merenderos d'alta quota e proseguite su tracce di sentiero fino alla
spettacolare cima con vista esclusiva sui Giganti del Paradiso. Una
terrazza davvero esclusiva.Discesa non ciclabile fino al Colle salvo
poche decine di metri. R'n'R su sfasciumi per un paio di cento e facile
lussuria sulla via di salita fin quasi a Levionaz 2250 m. Poche
difficoltà tecniche ma davvero piacevolmente giocoso.Fin qui quasi
tutto regolare ... o quasi. Attraversato il ponticello sul torrente
proseguite solo se motivati ed esploratori. Astenersi Ciaparatt.Duro
Portage prima su ripidi pratoni e poi per balze rocciose fino a 2500 m.
3-4 km di falso traverso, molto falso, molto esposto e molto stretto.
Passata l'abbandonata casa di caccia e attraversati 3-4 valloncelli
sempre su sentiero a tratti precario finalmente il variometro cambia
segno e puntiamo verso valle. Guidati da sporadici ometti attraversiamo
una zona di paravalanghe e un lungo pratone di scogli fissi non
divertente ma comunque ciclabile fino a quota 2300 m dove troviamo
altra postazione PGNP ma soprattutto un sentiero degno di tale nome. Da
poco sotto in poi vi rimangerete tutti le ingiurie perchè si entra in
un elitario bike park che credo abbia visto ben poche bici fino ad ora.
Un dirupo vertiginoso domato dal genio sentieristico d'Antan. Un
profluvio infinito di tornanti di ogni genere e forma dal più casto e
sicuro al più impegnativo e lascivo. Okkio alle misure perchè in vari
punti è un attimo trovarsi alla macchina in un nanonesecondo. Un paio
di serie sono off limits ma la maggior parte si portano a casa.
Atterrati a Degioz dopo il bacio di rito all'asfalto si rientra in
defaticamento alla macchina.
Non il solito Lauson dunque ma solo per Bigoli DOC.
La rottamazione delle cartelle Equitalia diventa maxi. Vale ora per
tutti i ruoli degli ultimi 17 anni, dal 2000 al settembre 2017. Il
termine per inviare la domanda di adesione è fissato per tutti al 15
maggio 2018. Raccolte le domande, l'Agenzia della Riscossione
verificherà quindi le caratteristiche del carico fiscale per cui è
stata fatta richiesta ed entrerà in contatto con il debitore. Ampliata
inoltre la platea della vecchia rottamazione. Il termine del 15 maggio
vale infatti anche per i cosiddetti «ripescati», cioè coloro che non
avevano rispettato un piano di rateizzazione o non avevano aderito alla
prima rottamazione. Loro riceveranno a casa gli importi delle rate
scadute da pagare entro il 30 giugno 2018 e poi dovranno saldare il
debito entro il 31 luglio. Poi quindi scatterà la rottamazione per la
parte residua. Slitta inoltre dal 30 novembre al 7 dicembre il termine
per pagare le prime due rate della procedura di «definizione agevolata:
se non si è versata la prima (o unica) rata prevista a luglio o quella
di settembre prevista dalla prima rottamazione ci si potrà mettere in
regola versando il tutto entro il 7 dicembre. Se il debitore aderisce
alla nuova sanatoria extralong le scadenze cambiano. La comunicazione
dell'Agenzia della riscossione sugli importi da pagare arriverà entro
il 30 giugno 2018 e le rate saranno 5: luglio, settembre, ottobre e
novembre 2018 (tali da coprire l'80% del debito) e febbraio 2019. Anche
in questo caso, sulla rata di luglio, che può essere anche scelta per
saldare l'intero importo, non si applicheranno gli interessi legali. La
rottamazione bis sarà valida anche per multe e tasse locali per gli
enti che possono aderire, con apposita delibera entro 60 giorni della
conversione del decreto, anche Regioni, Province e Comuni che
riscuotono attraverso l'ingiunzione, quindi presumib
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Findomestic: “Lavoro più precario ma il 73% degli italiani è soddisfatto”
Secondo l’Osservatorio annuale i cambiamenti sono stati dettati più
dalla crisi che dall’innovazione tecnologica. I consumi accelerano
rispetto a un anno fa, prosegue il boom dell’e-commerce che cresce del
17%
di Stefano Marchi
Il 73% degli italiani «è soddisfatto del proprio lavoro», nonostante i
grandi cambiamenti provocati in quell’ambito negli ultimi anni dalla
crisi economica e dall’innovazione tecnologica. È quanto risulta da
un’indagine realizzata da Findomestic nel contesto del suo Osservatorio
annuale sui consumi di beni durevoli in Italia. Questo studio è stato
realizzato su un campione di mille consumatori facenti parte della
popolazione attiva italiana e di cento aziende con almeno 10
dipendenti.
Ritmi incalzanti
La stessa indagine denota, però, che il 62% degli intervistati
considerano il lavoro attuale «più precario» rispetto a dieci anni fa.
Il 66% di loro ritiene, inoltre, che l’attività lavorativa oggi si
svolga con «ritmi più incalzanti», il 63% la reputa «più stressante», e
il 56% vi percepisce una maggiore competizione.
Tra i fattori che hanno determinato l’evoluzione del lavoro negli
ultimi dieci anni, il 62% dei consumatori interrogati citano «la crisi
economica», e soltanto il 46% indicano «l’innovazione tecnologica».
Queste cause di cambiamento nel mondo lavorativo sono state anche
menzionate rispettivamente dal 35% e dal 32% delle aziende italiane
interrogate. Il 28% di esse ritiene determinanti a quel riguardo i
«social network», che sono considerati, invece, influenti solamente dal
12% dei consumatori.
«La tecnologia creerà lavoro»
Secondo un’esigua maggioranza degli intervistati, il 51%, la tecnologia
digitale creerà più posti di lavoro di quanti ne distrugga, ma a
giudizio del restante 49% avverrà il contrario. Dallo studio di
Findomestic risulta anche che soltanto il 40% dei «consumatori» del
nostro Paese sono preoccupati per il futuro del proprio lavoro, con
riferimento all’anno 2030, mentre quasi altrettanti, il 37%, si dicono
fiduciosi a quel riguardo, e il 3% addirittura entusiasti.
Il 28% del campione interrogato invoca, comunque, un «equilibrio tra
vita e lavoro», il 24% «sicurezza sul posto», e un altro 24% aspira a
«vedere riconosciute le sue competenze e i suo studi» in ambito
professionale. Effettivamente, secondo l’Ocse (l’Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che riunisce 35 Paesi e ha sede a
Parigi) il 18% degli occupati in Italia hanno competenze professionali
superiori a quelle necessarie per il lavoro che svolgono.
Dall’altro lato, il 36% delle aziende interrogate da Findomestic
dichiara che il loro maggior problema consiste nel «soddisfare i
desideri di flessibilità dei lavoratori». Il 31% delle imprese reputa,
inoltre, problematico «gestire diverse generazioni di lavoratori», e il
29% erogare «benefit e welfare» ai propri dipendenti.
Mestieri a rischio
Dall’indagine è scaturito, peraltro, che il 48% dei consumatori
italiani e il 41% delle aziende del nostro Paese si prevedono,
nell’anno 2030, «circondati da macchine», ossia da robot o altri
apparecchi automatici. I mestieri che presumibilmente saranno scomparsi
tra una dozzina di anni sono, a giudizio degli intervistati, quelli di
cassiere, gestore di videoteche, impiegato di agenzie turistiche, e
lettore di consumi di utenze. Allo stesso tempo, gli interrogati
profetizzano un forte incremento in particolare del numero di
sviluppatori di app e di quello dei blogger.
Riguardo alle competenze necessarie già oggi per lavorare con successo,
il 44% dei consumatori italiani indica «la capacità di adattarsi al
cambiamento», il 41% «le capacità informatiche», il 39% le conoscenze
linguistiche e il 36% le «capacità digitali». Da parte loro, il 30%
delle aziende del nostro Paese dichiarano che il requisito
professionale maggiormente cercato oggi è «la capacità di lavorare in
modo autonomo». Un altro 30% delle imprese cita, al riguardo, «la
capacità di lavoro in team», e soltanto il 26% menziona «le capacità
informatiche». Un ulteriore 26% di aziende reputa indispensabili sul
lavoro «le capacità digitali».
Consumi in crescita, avanza l’e-commerce
Nella sua parte tradizionale, relativa alla spesa dei nostri
connazionali, l’Osservatorio annuale di Findomestic ha registrato nel
2017 una crescita complessiva annua dei consumi in Italia del 2,7% in
termini di valore e dell’1,5% per volumi. In particolare, i consumi
totali sono aumentati del 2,7%, e quelli di beni durevoli del 3%.
Secondo gli stessi dati forniti da Findomestic, l’anno scorso i consumi
totali nel nostro Paese erano cresciuti un po’ meno, per la precisione
l’1,3%, ma l’incremento di quelli durevoli era stato del 6,3%, ossia
nettamente maggiore rispetto a quello stimato per il 2017.
In dettaglio, risultano sensibilmente aumentati i consumi di camper
(+19,5%), quelli effettuati in e-commerce (+17%), nonché gli acquisti
di moto (+9,8%), auto usate (+5,5%) e apparecchi di telefonia (+4,1%),
che nell’88% dei casi riguardano gli smartphone, e in termini assoluti
ammontano a 5,45 miliardi di euro annui. Allo stesso tempo, sono
diminuiti nettamente (-6,9%) gli acquisti di apparecchi fotografici, e
(-5,3%) quelli di prodotti di «elettronica di consumo», costituita per
l’80% da televisori. In minor misura sono decresciuti i consumi di
tecnologie dell’informazione (-3,9%).
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Dichiarazione
di voto del gruppo Vivere Curno relativa alla mozione presentata dal
gruppo Obiettivo Curno per la concessione di contributi comunali ai
negozi di Curno. SI VEDA ANCHE IL BLOG N.551
(…) I consiglieri del Gruppo Obiettivo Curno continuano ottusamente a
ripetere che lo sviluppo della macro-area del Centro commerciale
"impoverirà ulteriormente il centro cittadino"; in epoca di e- commerce
è davvero assurdo continuare a pensare che la minaccia per i piccoli
commercianti siano i centri commerciali, che creano ricchezza dando
lavoro a migliaia di addetti. (…)
IL COMMENTO. La sindaca emerita Serra, attualmente vivace capogruppo
della maggioranza, s'arrabbia nelle sue conclusioni politiche: sarebbe
utile frequentasse una buona scuola di politica come si faceva una
volta: quella della DC o del PCI per esempio. Semmai ci siano ancora.
Abbiamo l'impressione che la sindaca emerita Serra non abbia
famiglia e non vada mai a fare la spesa oppure sia discretamente ricca
ragion per cui uno sconto del 50% su buona parte della spesa le fa un
baffo. Sostenere che i piccoli negozi siano in pericolo per merito
dell'e-commerce piuttosto che della miriade di centri
commerciali (che ormai assediano Curno dappertutto e sull'incremento
dei quali varrebbe la pena di chiamare l'on. Rosy Bindi) è una
(discreta) cazzata e per capirlo basta leggere la pubblicità che inonda
da due-tre mesi le cassette delle lettere in ordine alle (super)
offerte dei centri commerciali. Nessun negozio di paese PUO' far fronte
alle proposte avanzate in questi lunghi mesi dai centri commerciali e
di sicuro nessun curnese ordina il Parma coll'e-commerce piuttosto che
il fustino del dixan. Il polipo piuttosto che la carta igienica.
Potremmo continuare. Da agosto in qua ci sono state almeno quattro
offerte “stracciate” dei centri commerciali grandi e piccoli, con
prezzi che nessun negozio potrebbe garantire e nemmeno coll'e-commerce
si potrebbero spuntare.
Altra emerita cazzata è quella per cui “i centri commerciali creano
ricchezza dando lavoro a migliaia di addetti”. Delle due l'una. O
quanto scrivono i giornali e rivendicano i sindacati e gli addetti
risulta che i peggiori contratti di lavoro e la maggiore precarietà
stia proprio nel commercio.
E' interessante leggere la piccata risposta della sindaca emerita Serra
e riflettere sul linguaggio adottato dalla medesima (che è della
maggioranza…) e il contenuto.
Oltracciò stiamo in un momento in cui le banche e i riciclatori sono
pieni di soldi e quindi trovare qualcuno che chieda un prestito da cui
spuntare il 5-8% piuttosto che il tasso negativo coi titoli di stato è
tutta manna che piove dal cielo. Ovvio che nel momento in cui scoppia
la bolla del “food” sorga una spinta alla sua crescita –lo
spingono banche, riciclatori ed anche comuni che incassano oneri
- salvo che tra pochi anni sconteremo una moria non solo di botteghe
locali ma di lussuosi food e le banche si troveranno un po'
di NPL anche del settore. Sull'occupazione stendiamo un velo pietoso:
basta leggere i numeri dell'ISTAT per suggerire alla sindaca Serra di
leggere i quotidiani nazionali.
(...) In conclusione, si puntualizza che le indennità di Sindaco,
Vicesindaco e Assessori della giunta Gamba sono rimaste invariate
rispetto a quelle della Giunta Serra. Le indennità della Giunta Serra
erano state ridotte del 13% rispetto a quelle della Giunta Gandolfi, di
cui è stato assessore anche il consigliere Giovanni Locatelli,
portando, ad esempio, l'indennità del Sindaco da 3.030,00 euro lordi a
2.635,48 euro lordi. Anche solo questa diminuzione vale ogni anno
5.128,76 euro. Se a questo aggiungiamo le riduzioni delle indennità del
Vicesindaco e degli Assessori e il fatto che la Giunta Gamba (così come
la Giunta Serra) hanno per legge due assessori in meno, si comprende
che la cifra "messa a disposizione" di tutta la comunità è ben
superiore ai 10.000,00 ipotizzati. (...)
IL COMMENTO. Così come la sindaca Serra non si è ancora accorta delle
offerte che praticano i centri commerciali in dumping anche rispetto
all'e-commerce (c'è una corsa a comprare il Parma oppure il petto di
pollo con l'e-commercio che non vi dico!!!!!!!) tutto in danno degli
sfortunati commercianti locali i cui clienti sono in massima parte
–guarda caso!- i pensionati malfermi sulle gambe, NON toccatela sui
soldi dei compensi ai politici perché vi strizza. Già immaginiamo il
tono con cui ha recitato il paragrafo che riportiamo dalla sua
dichiarazione di voto: sprizzante scintille.
Detto questo, alla sindaca emerita Serra come al candidato
sindaco Locatelli diciamo che… un amministratore che si fa pagare poco
per paura delle critiche dei cittadini è un amministratore di bassa
autostima. Una cosa è (l'abbiamo già detta ma la ripetiamo) certa
: le tre sindache (laureate) che abbiamo (avuto) fanno rimpiangere
perfino qualche sindaco democristiano che non era nemmeno diplomato.
Come stile di porsi, come persone nei rapporti, come capacità di fare
politica. Dire che la politica è un “servizio” valeva nel 1968. Lo si
dice(va) anche del sacerdozio.
Magari alla sindaca emerita Serra, in procinto di guadagnarsi un posto
in lista elettorale in regione o nazionale gli importa zero della
scarsa empatia che stimolano i suoi interventi: le racco- mandiamo solo
di riflettere sull'effetto »Fassino».
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