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manifestazione di licenziandi in Parlamento per la reintroduzione dell'art. 18












































Grasso non lo conosce nessuno. La storia repubblicana ci dice che è meglio non affidare mai ad un magistrato funzioni  delicate come la presidenza del consiglio. Nemmeno un ministero.  Hanno la testa troppo quadrata che è l’esatto opposto di quel che occorre in politica. Abbiamo già provato il fiorentino, quanto a testa quadrata, benchè non fosse magistrato. Oppure Casson per non dimenticare DiPietro.
Un conto è fare il magistrato ed ogni volta che apre bocca deve manifestare certezza del dire/fare ed altro conto è possedere la duttilità necessaria per essere PdC.
Letta e Gentiloni sono politici duttili accompagnati da incrollabile fedeltà repubblicana ma al di la di una ottima abilità sopravvivenziale non hanno uno straccio di idea politica sul futuro italiano. O meglio: ce l’hanno cogli occhi rivolti al passato.
Volenti o nolenti la prossima legislatura dovrà affrontare temi (interni) rilevanti come:  l’abbattimento dell’evasione e dell’elusione fiscale;  gli indirizzi industriali e le conseguenti politiche di sostegno;  la sanità dove s’intrecciano diritti e ruberie;  la scuola dove c’è il tema della professionalità degli insegnanti e dell’accesso all’università;  la separazione  dell’assistenza dalla previdenza;  una patrimoniale perlomeno sulla ricchezza finanziaria per ridurre il debito (2-300 miliardi in cinque anni?);  la modernizzazione dello stato sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo (per esempio l’accorpamento obbligatorio dei comuni sotto i 7.500 abitanti, l’abolizione delle regioni e la rimessa in moto delle provincie);  una decisa infrastrutturazione ferroviaria e del trasporto locale;  il ruolo del turismo e della cultura nazionali per finire...  all’abolizone del Senato e  una drastica riduzione dei parlamentari.
Se i sondaggi elettorali e le recenti elezioni s’approssimano al vero, niente du tutto quello scritto sarà possibile: con nessuno dei tre possibili raggruppamenti elettorali.
Del resto gli italiani sfuggono il voto: due su tre non ci vanno neppure- proprio per non assumersi responsabilità scaricando la colpa alla politica che non se ne preoccupa neppure.
Quando Bersani dice che «anche» nella sua Emilia Romagna nel 2014 (elezioni regionali) sono andati a votare solo il 37,71%perché nel PD s’era rotto qualcosa che legava la gggente al partito  legge solo una piccola parte di verità che non è collegata solo alle politiche renziane. Non solo in Emilia Romagna ma in tutte le regioni italiane più inserite nel contesto europeo la gggente (non solo gli ex del PCI e gli iscritti o gli elettori PD) si è resa conto che questa  interminabile crisi nessuna politica vuole e riesce a governarla perché non ne possiede il bandolo culturale e politico. Non lo possiede il centrosinistra MdP compreso come non lo posseggono i 5S e nemmeno il centrodestra fascio-leghista. Se questa certezza la gggente la possedesse si getterebbe nelle mani di uno dei poli  -vada come vada!- mentre invece ciascuno si è chiuso nel proprio pregiudizio ideologico a difesa del proprio conticino e del proprio tinello marron ... probabilmente con la segreta speranza che crolli qualcun altro prima di lui.
Del resto un paese che bene o male ha accumulato una ricchezza finanziaria che ammonta al doppio del debito pubblico è un paese che vive saccheggiando lo Stato: mors tua vita mea. Che è lo stesso problema delle pensioni ieri ed oggi. Che è poi lo stesso calderone per cui non separano le pensioni dalla spesa sociale.
Uno stato moderno appena appena organizzato ed ordinato non lo vuole nessuno dei tre raggruppamenti perché oltre a perdere le elezioni successive si spaccherebbero al loro interno quand’an che avessero vinto le politiche col 40,1%. 
La rottura è irreversibile. Prima delle elezioni non c'è vinavil che possa incollare i cocci del centrosinistra. Roberto Speranza lascia solo «uno spiraglio», attraverso il quale dovrebbero passare un Renzi dimissionario e la reintroduzione dell'articolo 18, eventi lontani anni luce dal cielo del Nazareno. E a sera Pier Luigi Bersani poggia la «pietra tombale» su un dialogo mai nato: «Il rinvio in commissione della nostra proposta sull'articolo 18 mette il suggello a mesi di schiaffi».
Fine dei giochi. Per l'ex segretario il centrosinistra «ha tagliato il ramo su cui era seduto» e Speranza, a CorriereLive , certifica il nulla di fatto del l'incontro tra il pontiere dem Piero Fassino e la delegazione della sinistra: «Se il Pd non cambia, l'unità è solo un'alchimia elettorale». Una chiusura che spazza via ogni suggestione di accordi di desistenza nei collegi. «Io ho rotto con Renzi perché Renzi ha rotto con il suo popolo, lo ha tradito — spiega Speranza —. Non è in gioco un accordo tra Bersani, Fassino, Speranza e Renzi, sono in gioco le politiche» .
Fassino si dice «rammaricato» e annuncia che continuerà a tessere la sua tela per costruire una coalizione di centrosinistra. La delegazione era formata da Cecilia Guerra e Giulio Marcon, il quale si è lasciato scappare una frase che ha creato imbarazzo con Palazzo Madama: «Il 3 dicembre faremo un'assemblea della lista unitaria, Grasso ci sarà e sarà il nostro leader». Una gaffe, che ha provocato un chiarimento del portavoce Alessio Pasquini: «Grasso non ha sciolto alcuna riserva». Nessuna frenata, quando la legge di Bilancio sarà al sicuro Grasso comunicherà le sue decision
Daga föc! dagli fuoco! l’abbiamo sentita decine di volte da parte di numerosi cittadini davanti a quella «bellezza» che era la giostra in Piazza Vittorio Veneto. Una delle piazze più brutte e tristi dell’intera città dopo Piazza Vecchia. Poi ci sono  i banchetti delle salamelle e dei dolcetti per i bambini nonché l’immancabile capanna di Gesù bambino a Natale. Incendiata e svaligiata più volte anche quella.
In sovrappiù c’era il maxibox di Piazza Dante (finalmente sloggiato mandato in villeggiatura ad Astino) e negli ultimi tempi ci sono stati gli svaligiamenti di due lussuosi negozi sotto i portici del cimitero. In attesa che la giunta Gori decida che fare (senza soldi) per svegliare un centro città ormai inutile rispetto alle ragioni che ne determinarono la creazione.
Del resto ci vuol poco a capire come  la città intende il Centro. Basta vedere cosa «cola» dagli orologi della Torre dei Caduti: una sbrodolata di ossidi lunga mezza altezza mai pulita dalla nascita (della torre).
E che dire della fascinosissima bomboniera di legno (vedi in foto: sfortunatamente risparmiata dal fuoco) che funge(va) da biglietteria della giostra (che ci pare sia la medesima che veniva anche a infestare Piazza Mascheroni). Un bigiù!. A tocass l’america.
Il centro di Bergamo è nato (purtroppo) nel periodo più nero della storia patria (succede...) e la sua architettura (e funzioni) ne rispecchiano i tempi. Per la funzione -negozi per ricchi ed uffici- ormai non servono più perché -dei primi- ci sono posti più belli e meglio serviti mentre per i secondi - gli uffici-c’è la fibra e  ... la crisi.
Per colmare la misura -ovvero aggiungere del brutto al già brutto- manca anche un minimo accettabile di verde e fiori. Una vergogna per una città che andava orgogliosa del suo maxi vivaio.
Sull’altare dello «sviluppo» hanno bruciato tutto: quelli del centrodestra e quelli del centrosinistra, e adesso ... brucia anche la giostra: capito il messaggio? E la colonna sonora? «andiam
Salvini a Berlusconi: "Dal notaio per un patto anti-inciucio»
Il segretario della Lega: "Liste pulite e niente larghe intese, lo mettiamo nero su bianco". E si candida a guidare il Paese per i prossimi dieci anni


Un patto anti-inciucio firmato dal notaio per contrastare ogni eventuale ipotesi di un accordo fra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. La proposta è di Matteo Salvini, che punta così a prevenire le larghe intese tramite le vie legali.

"Chiederemo a Silvio Berlusconi e al centrodestra di fare un nuovo patto con gli italiani - afferma il segretario della Lega, parlando con i cronisti a Montecitorio -  e chiederemo un impegno formale ai nostri alleati di fare liste pulite, al di sopra di ogni sospetto. E chiederemo l'impegno formale a chiunque venga eletto nelle liste del centrodestra di non appoggiare mai un governo con il Pd o con il centrosinistra, per evitare scherzi il giorno dopo del voto. Vogliamo che il patto sia scritto nero su bianco e poi portato dal notaio".

Poi rilancia la sua candidatura a premier: "Prima si vota e meglio è, io mi propongo di guidare un governo che starà in carica 10 anni, non 10 mesi o 10 giorni. Noi abbiamo una prospettiva per l'Italia per i prossimi 10 anni e gli amici del Pd staranno alla finestra per 10 anni".

Quanto alla candidatura di Umberto Bossi, che si vocifera sia pronto a passare a Forza Italia, Salvini risponde: "Noi candideremo tutti quelli che condividono il progetto della Lega, che parla a
60 milioni di italiani, che sabato mi porta a essere a Cagliari, la settimana prossima in provincia di Caserta, la settimana dopo ancora a Foggia. E quindi è una battaglia nazionale di liberazione per 60 milioni di italiani. Chiunque condivida questo p