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il 10,7% dei laureati, la provincia di Bergamo è penultima in
Lombardia, davanti solo a Sondrio. La media regionale è del 14,4% e
anche quella nazionale (13,3%) è di parecchio superiore alla nostra. E
siccome le prospettive legate al mondo del lavoro passano soprattutto
attraverso il livello di istruzione, il dato preoccupa.
È uno degli aspetti più significativi che emergono dall'analisi,
commissionata dalla Cgil di Bergamo all'Istituto Ires di Torino per
indagare le condizioni sociali della popolazione della nostra
provincia, presentata ieri dal sindacato. I dati sono del 2016.
«Nella nostra provincia c'è purtroppo un elevato tasso di abbandono
scolastico», spiega il segretario della Cgil bergamasca, Gianni
Peracchi, commentando il dato.
Una propensione allo studio ancora bassa che si vede anche dalla
percentuale di coloro che sono in possesso almeno di un diploma di
scuola superiore. Anche in questo caso la Bergamasca si piazza al
penultimo posto in Lombardia con il 45,6% (fa peggio solo Brescia),
lontana dalla media regionale del 51,4%: «La bassa scolarizzazione è un
tema che va affrontato – dice ancora Peracchi –. Serve intervenire su
tirocini e alternanza scuola-lavoro». C'è bisogno dunque di una più
forte collaborazione tra il mondo della scuola e dell'università da una
parte, e quello delle aziende dall'altro, «perché – ricorda la ricerca
– in un periodo di trasformazione e di innovazione come quello attuale,
la preparazione e la competenza dei lavoratori è un elemento
indispensabile».
È rilevante, annota fra l'altro l'indagine, il divario con la provincia
di Milano che, con il 18,7% di laureati, emerge come realtà ad alta
dotazione di capitale umano rispetto al resto del Paese. Quanto alla
percentuale molto bassa di diplomati, questo è un preoccupante indizio
di una tendenza all'uscita precoce dal sistema di istruzione.
L'evoluzione della popolazione
(...)
In dieci anni la popolazione è cresciuta del 6,2%, attestandosi a un
milione e 110 mila residenti, di cui il 10,9% sono stranieri (contro il
7,1% del 2016). Solo in città oltre il 45% delle famiglie è composto da
una sola persona, mentre crescono al 13,6% quelle cosiddette
«monogenitoriali». Situazioni fragili e potenzialmente a rischio
povertà.
Reddito, disoccupazione, welfare
Inoltre, sorprende vedere la provincia di Bergamo al di sotto della
media lombarda in fatto di reddito medio, a 21.217 euro all'anno (la
media regionale è di 22.979 euro) e anche sul fronte del risparmio,
negli ultimi 10 anni i bergamaschi sono riusciti ad accantonare meno
rispetto alle altre province lombarde. Il valore dei depositi bancari è
cresciuto «solo» del 37,6%, contro il 79,8% della media regionale. E
ancora: il 30% delle pensioni sono al di sotto dei mille euro, con una
disparità importante tra uomini (12,2%) e donne (45%). Disuguaglianze
che ricalcano l'andamento della retribuzione media da lavoro
dipendente, che ammonta a 28.107 euro per gli uomini e 17.734 euro per
le donne.
Confortano, dopo gli anni della crisi, i dati – anche recenti – sulla
disoccupazione, tornata al di sotto del 5%, ma anche in questo caso
colpisce la disparità tra maschi e femmine in termini di inattività: le
donne sono il 42,8% (contro il 21,6% degli uomini), una percentuale
superiore rispetto ad ogni altra provincia lombarda. Guardando alla
tipologia dei contratti, aumenta il peso complessivo degli avviamenti
flessibili (contratti a tempo determinato, di somministrazione e a
progetto) rispetto a quelli stabili, costituiti dai contratti di
apprendistato e a tempo indeterminato. E anche questo è un fattore di
criticità che, alla lunga, incide su prospettive e tenore di vita.
«Viviamo in un territorio altamente frammentato – ha detto Peracchi –.
Ci sono troppi Comuni piccolissimi e una scarsa propensione a fare
sistema, con criticità forti soprattutto nelle Valli. La natalità
diminuisce e cresce il tasso di invecchiamento della popolazione, solo
in parte mitigato dalla presenza degli stranieri. Ciò significa che tra
qualche anno ci sarà anche meno forza lavoro disponibile».
Da qui la necessità di rivedere il welfare: «I servizi devono essere
gestiti in maniera più mirata – ha aggiunto Peracchi –, favorendo il
lavoro di squadra tra i Comuni, con unioni e integrazioni. Oggi la
povertà non va più considerata soltanto dal punto di vista economico,
ma anche sociale e relazionale. È quindi importante che le persone
siano più tutela
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La CGIL Bergamo ha incaricato l’IRES Piemonte di una ricerca sulle condizioni della gente bergamasca nel 2016.
La potete leggere in forma integrale al collegamento in testata.
La condizione difficile che riguarda giovani ed anziani, indica da una
parte che negli ultimi venti trent’anni ci siamo portati appresso tutta
l’arretratezza prece dente che è diminuita soltanto per lo «smal
timento» della popola zione più anziana. Purtroppo la bassa natalità e
la bassa scolarizzazione di massa segnano ancora quei tremila
euro di meno di reddito rispetto alla media regionale. Un altro
aspetto che va sottolineato è la geografia della provincia divisa in
due vallate con collegamenti nei trasporti del tutto carenti e costosi
assieme ad una distribuzione delle scuole (da quelle dell’obbligo alle
superiori) altrettanto ridotta.
Tutto questo accompagnato da una università che per quanto «metta
orgogliosamente il petto in fuori» resta sempre indietro rispetto alle
concorrenti e con un’offerta formativa troppo ampia e mirata
soprattutto a fornire personale per aziende esportatrici (che bello
quando con la svalutazione della lira si diventava concorrenti dei
tedeschi...!).
Nel frattempo tutto il settore industriale della provincia nelle valli
è sostan zialmente scomparso spostato in Cina o nei paesi dell’Est e
quindi nelle Valli restano i pensionati anziani che proprio
godono anche di una pensione di ammontare più basso.
Basta osservare la mappa con le «Dinamiche della popolazione residente.
Periodo 2010 – 2016" per rendersi conto di come la popolazione nello
spazio di pochi anni nel bel mezzo della crisi sia migrata verso le
zone con i migliori collegamenti stradali: l’»Isola» per via dell’asse
interurbano che finalmente la collega efficacemente con la città e il
sud-est della città per via della Seriate-Albano-Trescore.
La scomparsa definitiva dell’industria nelle nostre due valli ha
segnato anche un ulteriore peggioramento del rapporto scuola-lavoro e
quindi delle potenzialità di indirizzo ed assorbimento dei diplomati
costretti se del caso a migrare verso la bassa.
Una attenzione alla tav.18 dedicata ai comuni con un’elevata presenza
di popolazione straniera residente se fosse incrociata con una occhiata
a google maps ci direbbe come la «concentrazione» di popolazione
straniera (28% Telgate, 25% Verdellino, 21% Credaro Romano Villongo
Antegnate, 20% Casazza e 19% Trescore Balmneario) ci farebbe capire
meglio un certo sviluppo dell’agricoltura e della piccola industria
bergamasca la prima rivolta ai consumi interni e la seconda a battere
sulle esportazioni nella combine basso costo della manodopera
straniera sfruttata all’osso e grande abilità creativa e produttiva.
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Con
deliberazione della G.C. n. 158 adottata in data 9/11/2017 l'Amminis
trazione comunale di Curno intende offrire l'opportunità di usufruire
temporaneamente, con scadenza massima il 31/12/2018, alcuni spazi
presso la struttura della ex scuola primaria “G. Rodari”, in via De
Amicis 13 a Curno nelle more della definizione della sua vocazione
definitiva e come meglio identificati nella planimetria allegata. I
soggetti che possono concorrere all'assegna zione degli spazi sono: 1)
Associazioni iscritte all'albo comunale 2) Altre realtà;
Gli obiettivi che l'Amministrazione intende perseguire sono quelli di
(1) ampliare l'offerta di servizi ed opportunità culturali, sociali,
sportive e ludiche del territorio (2) sostenere e agevolare la finalità
sociale di associazioni e/o gruppi di cittadini che promuovono la
cultura e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile (3) favorire i
gruppi di cittadini residenti a Curno che si ritrovano per promuovere
la cultura del territorio, socializzare e sviluppare la logica di
rete(4) dare la possibilità ai cittadini, in particolare giovani, di
sperimentarsi e di mettersi in gioco negli ambiti a loro più congeniali
come le arti e le espressioni di sé (5) favorire l'utilizzo intensivo
della struttura al fine di ottimizzare le spese.
Pertanto l’amministrazione comunale mette a disposizione al piano
interrato tre spazi di cui uno per l’am ministrazione e due per
associazioni di volontariato con le tariffe deliberate dalla G.C. n.
125 del 14/9/2017.
Invece al piano terreno (il primo piano resterà inagibile) vengono
messi a disposizione nove spazi di cui cinque riservati per servizi in
accordo con Amminis trazione comunale.
Degli altri quattro due sono concessi in utilizzo esclusivo e due in
condivisione.... a privati o associazioni o gruppi senza scopo di lucro
o organizzazioni di volontariato OPPURE ANCHE per attività
professionali.
Il bello sta tutto in questi punti dal momento che le associazioni o
gruppi senza scopo di lucro debbono versare al comune una somma
tra gli 80 e i 150 euro mensili MA questi spazi possono essere ANCHE
usati per scopi professionali e quindi debbono versare una somma
mensile tra i 150, 260 e 500 euro mensili. Che non sono nemmeno
troppi considerando le spese contenute.
INSOMMA IL COMUNE SI METTE A FARE AFFITTACAMERE e siccome ci staranno
anche le associazioni col proprio barettino (un barettino non si nega a
nessuno se ti possono dare il voto....) la ex scuola primaria Rodari
sta per diventare una specie di bed and breakfest.
Battute a parte (ma non tanto) la giunta Gamba deve avere preso uno svarione dal momento che:
1 - le tariffe d’uso di immobili e servizi comunali DEBBONO essere
approvate dal Consiglio Comunale PRIMA dell’approvazione del Bilancio
preventivo. Comunque non si possono mettere in bando prima
dell’approvazione consigliare. Le regole valgono quando sono seguite le
regolari pubblicazioni sull’Albo Pretorio.
2 - Visto che di alcune stanze ne viene concesso l’utilizzo
professionale, queste possono benissimo diventare camere da letto
dell’affittuario (posso o meno dormire nel mio studio? posso dormire
contemporaneamente alla mia segretaria o segretario? oppure con un mio
cliente? e via sghignazzando...) e addirittura potrebbero essere
subaffittate a terzi con conseguenze immaginabili.
Nel seminterrato che ha disponibili tre ambienti per complessivi 245 mq
vi si potrebbero istallare 40 brande su due piani (stile caserma degli
alpini) ed ospitarvi 40 ospiti di varia provenienza. Idem al
piano terreno rialzato dove stanno disponibili quattro
ambienti per circa 161 mq si potrebbe ospitare una dozzina di
«guests».
Già immaginiamo il centrodestra leghista e la sciura nerofasciata
riversare mille interrogazioni addosso alla sindaca profetizzando la
trasformazione del posto in un covo di immigrati clandestini modello
stazione dei pulmann.
Francamente restiamo sconcertati davanti a questa approssimazione
decisoria della giunta Gamba sia in ordine alle regole che alle
tariffe, perché si tratta del «Condominio Vivere Curno» ma di un bene
comunale.
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