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La sinistra non si cura col brodino Gentiloni o col dado Pisapia
Elezioni in Sicilia, perché Berlusconi è ancora vincente

C’è un motivo se un vecchio comunista siciliano come Emanuele Macaluso, ex direttore de l’Unità e de Il Riformista, ha lanciato un allarme sul voto disperso della sinistra alle elezioni regionali in Sicilia. «Avete visto, con il voto disgiunto, lo scarto tra le preferenze alla lista cinque stelle e quelle date al candidato Cancelleri?», ha scritto Macaluso. «La lista ha ottenuto il 26,6%, il candidato il 34,6%. L’8% di voti guadagnati vengono dal Pd e anche dalla lista di Fava. Voti dati non alla persona, visto che Cancelleri è un personaggio modestissimo, ma per sbarrare la strada alla destra».

Voti al M5s per arginare la destra.
È questo il punto. I vecchi voti del centrosinistra siciliano sono in fuga dal partito di Matteo Renzi, colpevole di aver snaturato e quasi cancellato l’eredità storica del Partito comunista sull’isola. Molte di quelle preferenze sono andate al M5s: si è preferito cercare di fermare così l’avanzata berlusconiana piuttosto che votare il Pd. Le responsabilità, sostiene Macaluso, sono anche di Pier Luigi Bersani, dopo la scissione nel partito. Ma le colpe maggiori le ha Renzi che ha aperto in questi anni sempre più al centrodestra.




Gentiloni a capo di un nuovo Ulivo?
Su questo tema si discute con il Movimento democratico e progressista (Mdp) in vista di possibili alleanze alle elezioni politiche 2018, ovvero i voti degli ex berlusconiani passati al renzismo, un effetto che si potrebbe ripetere presto su scala nazionale. Perciò gira il nome di Paolo Gentiloni, attuale presidente del Consiglio, come possibile federatore di un nuovo Ulivo. E si insiste su un passo indietro dello stesso Renzi che però non vuole mollare.

Parlamento Nuovo
SiciliaNon solo. È tornato a circolare il nome di Marco Minniti, attuale ministro dell'Interno, un politico con un'eredità importante nel Pci e un rapporto diretto con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Passerà da Minniti la decisione su quando si voterà, se a marzo o a maggio, tema di discussione a Montecitorio dopo le indiscrezioni uscite sul Corriere della sera e poi smentite dal Quirinale.

Impossibile ora accordarsi con Silvio.
Ma lo “snaturamento” dell’eredità della sinistra è anche il motivo per cui c’è chi dà ormai per impossibile un futuro accordo con Silvio Berlusconi, perché quei voti passeranno di nuovo presto a Forza Italia, date le difficoltà politiche del segretario dem e soprattutto per la rinascita della Casa delle libertà.






Ci sono fedelissimi di Cuffaro nel PD.
In Sicilia l’entrata del centrodestra nel Pd ha investito la stessa ossatura del partito, perché gli uomini di Renzi sul territorio hanno preferito aprire agli ex fedelissimi di Totò Cuffaro, l’ex presidente della Regione condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, piuttosto che alla vecchia sinistra.
Non è un caso che il senatore di Mdp Miguel Gotor, a scrutinio terminato, abbia fatto partire un tweet polemico scrivendo che degli 11 dem nominati all’Ars, quattro arrivano dal centrodestra. I nomi sono noti. C’è Luisa Lettieri, forte di quasi 8 mila voti, ex membro della segreteria particolare di Cuffaro, poi passata con Grande Sud e quindi folgorata dal Pd.


Sammartino, l'uomo di Faraone.
Poi c’è Luca Sammartino, mister preferenze con 30 mila voti, figlio di Annunziata Sciacca, direttrice sanitaria dell’Humanitas di Catania, già vicino allo storico deputato della Dc Nicola Leanza. Sammartino è stato portato in un palmo di mano in questi mesi da Davide Faraone, coordinatore dem in Sicilia.

Quanti cambieranno casacca?
Un altro eletto nel Pd è Nello Di Pasquale, ex sindaco di Forza Italia a Ragusa: oltre che alla Leopolda ha partecipato in prima fila alla Faraona, la leopoldina del sottosegretario di Stato all’Istruzione. Quindi Michele Catanzaro, anche lui ex cuffariano di ferro poi convertito al renzismo. Quando dureranno dentro il Pd? È di questo che si discute a Montecitorio, ben sapendo che potrebbero presto cambiare di nuovo casacca per salire sul carro del centrodestra vincente di Nello Musumeci.
Grasso: Renzi, sbagliato far polemica
Passa anche da qui la decisione di Mdp e di pezzi della sinistra fuori dal Pd di puntare su un leader come il siciliano Pietro Grasso, presidente del Senato in fuga da Renzi, unico che potrebbe resuscitare e risvegliare quel voto di sinistra disperso alle elezioni regionali. E appunto l’obiettivo di Mdp è un’alleanza comune, civica e di sinistra, aperta a tutti i soggetti che vogliono partecipare al nuovo progetto che segni discontinuità con le politiche finora seguite dal Pd.

Grasso rievoca le "istituzioni".
«Chi ha senso del dovere e delle istituzioni sa che non ci si deve mai fermare», ha detto Grasso a Roma durante la presentazione del libro Noi, gli uomini di Falcone di Angiolo Pellegrini. Le "istituzioni" come Bankitalia, che Renzi ha attaccato prima della conferma di Ignazio Visco a governatore creando una frattura insanabile dentro il
Sul numero scorso abbiamo postato il collegamento al programma di RAI1 in ricordo di Enzo Biagi perché ci sarebbe stato il dibattito scontro tra Renzi e DiMaio. Poi DiMaio ha dato forfait dietro le pressioni del partito che non aveva gradito questa sortita solitaria del c.d. candidato premier pentastellato. Idea niente affatto balzana alla luce del risultato elettorale beffa subito dai 5S in Sicilia assieme ai numerosi casi di maxi sindaci pentastellati - Roma Livorno Torino- indagati per eventi non proprio leggeri. Eventi simili che a Genova hanno visto la sindaca PD Marta Vincenzi condannata a 5 anni. Eventi che hanno contraddetto in pieno le gridate «dimissioni dimissioni» che gli interessati e il movimento si sono rimangiati   in fretta.

L'intervista a Matteo Renzi a diMartedì, programma condotto da Giovanni Floris, fa ottenere a La7 un picco di ascolti: il programma ha registrato il 9.14% di share, con 2.123.033 spettatori. Addirittura triplicata la concorrenza di Bianca Berlinguer che con il suo Cartabianca su Rai3 ha ottenuto il 3.17% di share con 747.755 spettatori.
Renzi ha commentato: «sono contento del record di ascolti di "Di Martedì" e spero un giorno di poter parlare di più di misure concrete. Di ciò che abbiamo fatto in questi anni: dopo di noi, terzo settore, omicidio stradale, posti di lavoro, cooperazione, diritti, Expo, infrastrutture. Ma soprattutto di ciò che vogliamo fare: sostegno alle famiglie, abbassamento delle tasse, investimenti per la crescita e lotta alla povertà. Mettiamo da parte le polemiche della politica politicante: l’Italia merita di meglio per il proprio futuro».

Dopo l’intervista con Floris, Renzi ha discusso con Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, Massimo Giannini di Repubblica, e Massimo Franco del Corriere della Sera. Un dibattito del tutto inutile che ha scimmiottato quello che oramai i media somministrano in tutte le versioni a tutte le ore senza aggiungerci una parola chiarificatrice.  La trasmissione si può rivedere on line (per i coraggiosi).

Tornando al confronto con le trasmissioni di Biagi emerge da queste trasmissioni odierne una certezza: che per fare delle buone trasmissioni senza recitare ogni volta lo stesso copione in formato bigino occorrono redazioni «FORTI» scritto a lettere maiuscole. Che oggi non esistono e perchè sono formate da gente pagata poco, di scarsa cultura, di scarsa conoscenza tecnica della materia a fronte di un pubblico  viceversa assai informato non «per sentito dire» ma perché oggi molti cittadini di certi temi sono più informati e preparati dei giornalisti.
Dal confronto con Renzi, a parole, Di Maio probabilmente sarebbe uscito sconfitto, ma i grillini vivono quel momento aurorale tipico di ogni movimento nascente dove le incongruenze sono vissute come alterità.
In compenso, Renzi è stato messo sulla graticola: tre giornalisti, più il conduttore, lo hanno sottoposto a un fuoco di fila di domande scomode da cui il Nostro si è salvato solo per la sua indubbia capacità retorica.
Ma se gli fosse rimasta solo quella?
E se al posto di Renzi ci fosse stato Grasso o la Meloni?  (Col primo ci saremmo addormentati e la seconda  avremmo spento l’audio).
Quanto vale ancora la tv generalista in termini di consenso?
Renzi ha avuto facile gioco far notare il silenzio di troppe testate in ordine ai guai che stavano combinando quelle mitiche «banche del territorio». Concludendo che la sua riforma ha smascherato palesemente.
Purtroppo per loro -Floris Giannini Bortoli e  Sallusti - i loro editori sono tra quelli che hanno ricevuto parecchi finanziamenti dalle banche senza grandi ritorni alle stesse.
Magari pure qualche giornalista seppe degli ottimi rendimenti di certe obbli
Il sindaco Luisa Gamba, nella se­duta consiliare del 26 di ottobre, ha riferito le scelte  dell'amministrazione in merito alla ex scuola Ro­darli: «Già da quest'anno, affitte­remo il piano terra e il piano in­terrato della ex scuola Rodari, men­tre chiuderemo il primo piano. Lo scopo principale è quello di fare in modo che l'edificio non rimanga vuoto e disabitato. Alcuni spazi sa­ranno utilizzati per progetti dell'amministrazione - ha precisato -, per cui, nello spazio dell'ex scuola potenziata, verrà realizzato tutti i pomeriggi un percorso per bam­bini con diagnosi dello spettro au­tistico. Uno spazio sollievo, dove verrà proposto una specie di spazio gioco, già sperimentato la scorsa primavera e che ha riscosso molto successo tra i partecipanti, visto che sia i bambini che i genitori sono stati molto contenti della cosa. Da qui la decisione di farlo partire da novembre tutti i pomeriggi».
L'altro progetto, che si chiama «Siblings», sarà realizzato in col­laborazione con il Centro Counseling Integrato di Scanzorosciate, e sarà rivolto ai fratelli e sorelle di bambini o adolescenti con disa­bilità. «Entrambi sono progetti sovracomunali, per i quali chiede­remo anche una piccola compar­tecipazione ai cittadini di Cumo. Piccola vuol dire che la somma ri­chiesta sarà di 25 euro per l'intero percorso. Questo secondo noi è im­portante perché, anche se il con­tributo versato sarà veramente mi­nino, serve però a dare maggiore fidelizzazione al percorso perché la gratuità, nelle iniziative, spesso non funziona, e le persone sono portate a sprecare le opportunità. Noi ten­tiamo sempre di pubblicizzare e sensibilizzare il territorio su queste nostre iniziative, per lo meno la parte del nostro presidio, quindi i comuni di Mozzo, Treviolo, Idillio e Dalmine. Nella sperimentazione della scorsa primavera hanno in­fatti partecipato anche bambini di Mozzo».
Il sindaco ha poi comunicato che c'è anche la richiesta di un gruppo musicale che intende realizzare un musical e che affitterebbe, in que­sto caso, la sala seminterrata, ov­vero l'ex sala riunione e teatrino per bambini. «Li c'è anche il palco a disposizione, e sarebbe molto utile perché il gruppo deve cantare e ballare. In questo caso gli spazi sa­rebbero occupati prevalentemente la sera».

Monica Sorti /Bergamo Post
EX SCUOLA RODARI

Da alcuni anni ormai le giunte Serra e Gamba  sono alla affannosa ricerca di cosa alloggiare nella ex scuola elementare dopo l'abbandono per la nuova (inutile) sede. Meno male che sono senza soldi altrimenti… “dopodiche si deciderà cosa fare” racconta la giovine giornalista. La frase della sindaca va letta in maniera “giusta”: se ci saranno soldi sapremo bene come spenderli!.
Che non sapessero che fare dell'edificio vuoto  lo si era compreso fin dalla prima assemblea pubblica ai tempi della Serra (maggio 2016) salvo che “abbiamo fatto l'assemblea per sentire cosa propongono i curnesi ma noi abbiamo pensato che…” che le soluzioni erano ovviamente quelle dei soliti gruppi del privato sociale: per l'autismo e i siblings. Leggere il piano del diritto allo studio e  le determinazioni sull'albo pretorio pare di essere in un paese sfortunatissimo. Magari la sindaca Gamba, che ha fatto l'università di Bergamo, potrebbe decidersi di informarsi quanti come e dove vanno i giovani di Curno  dopo le medie e dopo le superiori e capire dove indirizzare programmi e risorse per accrescerne le occasioni occupazionali.
Se le giovani famiglie lavorano: cioè i giovani trovano facilmente lavoro, hanno anche meno problemi ad affrontare la costruzione di una famiglia e dei connessi problemi dei figli. Ma se vengono abbandonate, hai voglia di pensare allo spazio autismo ed ai siblings. Dopo però.
La realtà è che le c.d. giunte di centrosinistra o assimilabili mirano soltanto ad uno scambio clientelare da riscuotere immediatamente sia dalla parte delle famiglie che dalla parte del variegato mondo del privato sociale e quindi è tutto un inventare problemi e trovare soluzioni ragion per cui il Comune diventa un erogatore di “bonus” mirati al consenso.
L'obiettivo è perfettamente mirato: sulle famiglie coi ragazzi nelle scuole e sugli anziani. Poi per concludere l'opera in bellezza, ecco che gli operatori del privato sociale e le rappresentanze delle categorie favorite diventano prima candidati e poi consiglieri e infine anche assessori  di Vivere Curno per completare l'opera. Alla faccia dei 2300 miliardi di debito pubblico e del patrimonio immobiliare comunale ridotto allo sfascio vista l'età e la scarsezza della manutenzione. L'autismo e i siblings u