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Privi come sono di centralità e di peso politico, la Camera e il Senato si difendono o almeno cercano di esorcizzare la loro crisi occupandosi dei morti invece che dei vivi. Mostre, memorie, commemorazioni, anniversari e così via, come se il Parlamento fosse divenuto una specie di parco tematico dedito a spolverare illustri ricordi e celebrare personaggi esemplari del bel tempo che fu. In questa temperie museificante, scampato il pericolo dell'abolizione referendaria, ha annunciato Mirella Serri sulla Stampa che a Palazzo Madama si sono posti la questione di rievocare la figura di Lina Merlin, che fu senatrice per due legislature, e di farlo dedican­dole, prima e unica donna, un busto di marmo o di bronzo da piazzare in qualche corridoio, insieme a tanti altri baffuti o barbuti uomini politici.
L'idea delle senatrici del Pd Laura Puppato e Pia Locatelli non è poi così offensiva, né si può prevederne l'esito. A prescindere dalla legge che porta il suo nome e che nel 1958 abolì e chiuse le case di tolleranza, Lina Merlin è certamente una grande figura di apostola del socialismo umanitàrio, antimilitarista e pacifista, perseguitata e messa in carcere (ben sette ne sperimentò) dal fascismo; un'anima di sicuro anche un bel po' eccentrica, una vecchietta a tal punto coraggiosa e delicata da superare di slancio qualunque ostacolo. Durante l'inondazione del Polesine, ha raccontato Andreotti, si prese a cuore la sorte di certi allevamenti di tacchini da costringere stormi di elicotteri a nutrirli dal cielo. Presto, era il 1961, litigò col suo partito, uscì dal Psi per ritirarsi a vita privata, salvo ritornare in politica una dozzina d'anni dopo ma contro il divorzio. Per cui non c'è residua forza politica che possa rivendicarne l'eredità.
Altro che busto! Meglio sarebbe appendere da qualche parte la ma­gnifica foto che si vede qui sotto. L'ha scattata nel 1956 il giovane, ma già grande Carlo Bavagnoli, alla stazione Termini. Lei appare buffa e trepida con la sua pellic­ceria e il cappellino, e terribilmen­te sola. Ha il vuoto attorno e una fila di uomini che le danno le spalle. Tutta l'Italia si comportò con Lina Merlin allo stesso modo. In una divertente intervista con Oriana Fallaci si capisce che aveva un caratterino da sopportare questo e altri guai, era una sorta di Pertini in gonnella, però più anarchica, o imprevedibile, comunque troppo fedele alle sue convinzioni per avvilirsene. La stessa volontà con cui portò avanti la legge contro uno Stato che lucrava sulle prostitute, e le schedava marchiandole a vita, le costò scetticismo, ingiurie, sabotaggi, beffe, indifferenza, ricorsi alla Consulta. Il Paese delle escort, ormai, e del politically correct le deve più di
A desso il ministro della Giustizia Orlan-do promette un nuovo stanziamento da 10 milioni di euro e conferma che «con la nuova legge di bilancio saranno quadruplicate le risorse». Ma lo scambio di accuse tra par-titi sugli indennizzi per le vittime di reati violenti, dimostra che anche un tema così delicato come quello che riguarda femminicidi e stupri, è già diventato terreno di scontro per la campagna elettorale. Perché è vero che per la prima volta un decreto stabilisce il risarcimento per le vittime, ma è altret-tanto vero che la legge è stata fatta soltanto dopo le sanzioni inflitte all'Italia dall'Ue. E soprattutto si tratta di cifre irrisorie, se si pensa che per gli orfani di chi viene ucciso dal coniu-ge sono previsti 8.200 euro, mentre chi subisce un'ag-gressione sessuale ha dirit-to ad appena 4.800 euro. Soldi che possono essere elargiti soltanto se si dimo-stra di avere un reddito mi-nimo e al termine di una procedura complessa. Si affida a un post su Face-book il Guardasigilli per sottolineare che «fino al 2016 nessun governo aveva mai previsto un risarcimento nel caso il cui l'autore di reato violento sia incapiente o non individuato», ma poi ammette: «È stato fatto un primo passo, non sufficiente dal punto di vista delle risorse, ma che ci ha consentito di far nascere il fondo. Non è l'unica cosa che abbiamo fatto su questo fronte. Anche dal punto di vista processuale ed extraprocessuale abbia-mo dato vita al nuovo statu-to per le vittime e avviato la costruzione di una rete di tutela e di supporto». Azioni che non appaiono co-munque sufficienti, visto che numerosi centri anti-violenza sono in grave difficoltà e altri hanno chiuso per mancanza di fondi. Il dicastero delle Pari opportunità aveva promes-so un sostegno che non è mai arrivato e sembra difficile che i 5 milioni promessi dal ministero dell'Interno possano basta-re a fare fronte alle necessi-tà. Ma su tutto questo i partiti continuano a litigare con la Lega che giudica il provvedimento «vergogno-so» e Forza Italia che defi-nisce gli indennizzi «un'ele-mosina». Da due giorni il Movimento 5 Stelle parla di «offesa alle vittime alle quali è stato concesso un misero obolo» e il Pd con David Ermini accusa i gril-lini di «non aver votato la legge sul femminicidio» e attacca: «In tutti i casi noi non prendiamo lezioni dal partito che ha usato la Rete per attacchi sessisti ignobili per i quali dovrebbero solo vergognarsi». Tutti contro tutti, in attesa di fare nuove promesse quando ci sarà un'altra donna violentata o uccisa.
Ci stavamo per suicidare e ci ha salvato all'ultimo istante. Da alcuni giorni  il custode delLa Latrina di Nus quamia, al secolo l'ing.Claudio Piga, un abduano di Trezzo, sardAgnolo di origini con ascendenze garibaldine in ValCamonica, non ci smerdazzava più. Proprio non ci smerdazzava più. Abbiamo cominciato a pensare  che avesse adottato la classica tecnica democristiana o comunista o leghista o serrana-gambiana: facciamo finta che AGUARDEREALLECOLLINE  (tutto attaccato? orrrrorrrre!) non esista. Nell'umore più nero del nero per  la certezza di essere caduti nella più profonda bassezza del suo disprezzo, pensavamo seriamente al suicidio e invece il custode delLa latrina di Nusquamia s'è svegliato di colpo e c'ha menato. Menato di brutto. Addirittura con un copia&incolla di una trafiletto del blog nostrano. . Poi per darsi un'aria sdegnata e un certo contegno ci rampogna e rammenta. In primis ci annuncia che lui della nostra “fatwa mongoidentitaria” se ne fa una pippa che non gli fa tremare nemmeno le mutande (semmai le indossi…). Il custode delLa Latrina di Nusquamia fa finta di non capire che quella “fatwa” non gliel'abbiamo incrodata addosso noi (figurarsi. Noi al massimo possiamo sceglierci la marca della carta da culo!) ma nientemeno che un consiglio comunale quando gli hanno bloccato la pubblicazione del giornaletto comunale e l'hanno interdetto dal comune fino a cacciare chi non aveva compreso dandogli una lezione di supremo senso democristiano dello stato laddove la maggioranza ha votato esattamente il contrario di quel che intendeva. Il problema per il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga  è che non gli sono tremate le mutande ma non s'è ingrassato il conto corrente: che era la sua speranza nella calata a Curno.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia s'è pure adirato e precisa che il proprio bisavolo garibaldino non era della Valcamonica ma di Bergamo. Per adesso non ha spiegato com'è che un sardAgnolo che é nato e ha fatto il classico dai preti in Sardegna (non si è capito bene se prima o dopo che lo frequentasse pure Gramsci…) ed ha un cognome che più valtellinese di quello non si può, abbia un bisnonno garibaldino bergamasco. Semmai di quel cognome ne è piena la Val di Scalve, che era al tempo comunità della Valcamonica e lo è sempre stata fisicamente. Pare di capire che avendo avuto tale bisnonno, lui possa rivendicare il diritto di dar del farabutto ai Curnesi perché l'hanno cacciato nientemeno che con una delibera consigliare.
o Andrea, il 21enne caduto in moto. I suoi organi salveranno altre vite
I genitori hanno dato il loro consenso alla donazione. L'incidente è accaduto nel pomeriggio di mercoledì a Seriate: il ragazzo abitava a Loreto.
Andrea Gatti non ce l'ha fatta. Il suo cuore ha cessato di battere nella mattinata di giovedì 2 novembre all'ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo dove era stato ricoverato nel pomeriggio di mercoledì 1° novembre. La morte è sopravvenuta per le conseguenze di un grave trauma cranico: i genitori hanno dato il loro consenso alla donazione degli organi. Dalla prima ricostruzione dell'incidente sembrerebbe che il giovane abbia fatto tutto da solo.

Palosco, arrestato l'automobilista. In prognosi riservata gli amici di Cividate
Il 24enne romeno, che ha provocato l'incidente mortale plurimo, è stato arrestato dai carabinieri per omicidio stradale e successiva fuga.
L'incidente ha causato la morte di due minori: Pietro Joia di 14 anni e Francesco Gheorghe di 17. Un terzo minorenne e un neomaggiorenne sono invece in prognosi riservata al Civile di Brescia: sono entrambi residenti a Cividate e amici dei due giovani morti nella tragedia.
I carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno arrestato il rumeno 24enne residente a Cividate al Piano che ha causato l'incidente: l'accusa è di omicidio stradale plurimo e successiva fuga. Mercoledì pomeriggio, a Palosco in via Cherio, la Ford Focus condotta dal 24enne, di proprietà dei genitori, ha perso il controllo finendo così fuori strada ed urtando violentemente contro un manufatto in cemento. Due minorenni sono morti sul colpo, un 14enne ed un 16enne, altri due, invece, un altro 16enne ed un 18enne sono stati d'urgenza accompagnati in ospedale in codice rosso e tuttora si trovano in prognosi riservata.
Il più giovane, Pietro Joia, che viveva a Rudiano, è finito in mezzo alla strada, mentre l'amico diciassettenne Francesco Gheorghe, che abitava a Pontoglio, è stato scaraventato nel campo a lato della strada: per loro, entrambi studenti di metalmeccanica al centro di formazione professionale di Chiari, i soccorsi del 118 sono stati vani. Gli altri due passeggeri – il ventiquattrenne Ionel Serban e il sedicenne Alessandro Castantinescu, entrambi di Cividate, sono rimasti feriti in maniera grave e sono ricoverati agli Spedali Civili di Brescia in prognosi riservata. Il conducente, invece, un diciottenne, forse per lo choc o forse temendo , dopo il violento impatto è uscito illeso dall'abitacolo della Focus e si è allontanato. È stato rintracciato più tardi dai carabinieri di Urgnano e fermato: portato in caserma a Treviglio, fino in tarda serata di ieri i carabinieri hanno mantenuto il massimo riserbo sull'evoluzione della vicenda e sulle sorti giudiziarie del giovane.
Dopo l'incidente stradale, il conducente si era dato alla fuga. Sul posto sono quindi intervenute più pattuglie dell'Arma provenienti da Martinengo, Urgnano, Calcio e da Treviglio. Poche ore dopo, a seguito delle prime indagini compiute, i militari hanno rintracciato a casa sua il giovane romeno, dove nel frattempo si era rifugiato, anch'egli a sua volta rimasto ferito e per tale motivo successivamente sottoposto a cure mediche. Sequestrato il veicolo rimasto coinvolto nel gravissimo sinistro stradale.
Sono in corso accertamenti per stabilire le cause dell'incidente. Tra le ipotesi quella presumibile dell'eccesso di velocità.
I genitori dei ragazzi deceduti non hanno dato il consenso al trapianto degli organi.
Comune ha pubblicato il bando per il concorso per l'assegnazione di un premio di riconoscimento ai ragazzi residenti a Curno che si sono distinti per gli eccellenti risultati ottenuti in ambito scolastico. Saranno assegnati (dovrebbero: il condizionale è d'obbligo) 19 premi da 150 a 500 euro riservati a studenti che abbiano conseguito il diploma di Licenza Scuola Secondaria di I grado con votazione 10 (150 euro) fino ai neolaureati con Laurea Magistrale a ciclo unico (5/6 anni) in corso con lode  e in subordine 110/110 (500 euro).
Come al solito carità pelosa e interessata tenendo conto che a fronte di un piano del diritto allo studio (mezzo) milionario (PdS) che va in stragrande maggioranza a compensare ditte esterne per servizi che dovrebbe fornire lo Stato (e non il comune) ma che rendono assai dal punto di vista clientelare sia a livello di politica locale che a livelli superiori, il premio ha dentro parecchie contraddizioni.
Assomiglia al miserello “bonus cultura” di renziana memoria (ma almeno quello se lo beccano tutti i neo diciottenni…e molti lo...commerciano...) c'è da dire che l'ex preside Gatti (cui è intitolato il premio) rappresentò nella scuola il massimo del potere sindacale applicato in maniera rivendicativa e vendicativa verso il comune mentre i Curnesi non ebbero mai la certezza documentata della bontà delle sue scelte. Un uomo del secolo scorso, quando vigeva il principio per cui gli enti locali potessero fare debiti importante era che l'inflazione fosse bassa (e quindi il carico di interessi da pagare ogni anno altrettanto basso: salvo che adesso con questa filosofia siamo arrivati a 2300 miliardi di debito pubblico…).
Quello che stupisce è che a fronte di un PdS (mezzo) milionario il contributo per l'università sia modestissimo (2.550 euro) dati a fine carriera quando hanno fatto i “bravi”. Quando invece bisognerebbe investirne almeno 50 volte tanti  lungo tutto il corso di studio universitario. I soldi ci sono: basterebbe rimodulare meglio la spesa.

l Comune ha speso l'»enorme» cifra di 90 euro per una riga di partecipazione al lutto per il defunto ex sindaco Lodetti Silvano. Lodetti sindaco democristiano fece fuori amichevolmente Maestroni sindaco democristiano. Poi venne Arnoldi democristiano che fece fuori amichevolmente il Lodetti sindaco democristiano. Poi arrivò il dentista urbanista comunista e democristiano Consolandi che fece fuori amichevolmente l’Arnoldi democristiano (che non fu mai sindaco...). Lodetti fu il pater politico della lottizzazione della Marigolda e vicinie e proprio su questo «uccise politicamente» il Maestroni. Roba da brividi l’anticomunismo lodettiano: Scelba veniva a scuola da lui. Il ricordo genera una speranza: al mondo c'è gloria per tutti.


l Comune in vena di trasparenza e partecipazione si doterà di una  “app” per iOS e Android spendendo 750 euro iva compresa per “ l'attivazione di un servizio di comunicazione tra Comune e cittadino tramite App, quale strumento per fornire comunicazioni, aggiornamenti news, calendari di attività in tempo reale agli utenti, nonché gestire segnalazioni e richieste dal cittadino sfruttando la rete internet, ritenendo opportuno affidare la relativa prestazione secondo legge, in via esclusivamente sperimentale, per la sola durata di un anno, al fine di verificarne la fruizione da parte dei cittadini, l'effettivo utilizzo od interesse da parte degli stessi, le utilità e potenzialità del servizio medesimo, le eventuali necessità organizzative interne”.
Curno ha già speso quasi ventimila euro per la video registrazione delle sedute del consiglio comunale e in otto mesi non sono riusciti a metterle in streaming e nemmeno registrarle. Adesso ne inventano un'altra. Il problema non è quello della comunicazione e della trasparenza: il problema per la maggioranza è di non essere molestata dai cittadini. Lasciateli fare  i cazzi loro senza disturbarli.

‘era da scommetterlo. Anzi: bastava ascoltare i cittadini che preannunciavano la notizia. Infatti eccola scodellata: “preso atto che il mezzo utilizzato dal personale operaio per il taglio delle aree verdi urbane è guastato e sono già in corso le riparazioni necessarie per poter riprendere servizio, evidenziato che al fine di garantire la prosecuzione del taglio dell'erba, per le sole aree gestite dal personale operaio interno è necessario procedere nei tagli al fine di garantire all'utenza utilizzo delle varie aree; appurato che le aree oggetto di intervento risultano essere 26.820 mq”, l'ufficio competente approva “la lettera di invito per l'affidamento del servizio di manutenzione dei succitati lotti” tramite procedura negoziata tenuto conto che “l'im- porto complessivo del servizio manutentivo è quantificato in complessivi € 3.932,60 «.
Quindi anche questo va via e ciao stai bene. Succede che le macchine si rompano: speriamo non siano come i forestali siciliani o calabresi. Le macchine: intendiamo. Potremmo scrivere anche il nome del vincitore dell'appalto ma non possiamo svelare quanto dicono gli umarelli per via della privacy.