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http://www.raiplay.it/video/2017/10/Le-ragazze-del-68-da3ea07e-4ff9-4460-bcfc-d7a2b5f30489.html
http://www.terraprena.it/































gli orientamenti elettorali di 1227 cittadini (con 6281 sostituzioni) per dare una qualche indicazione di voto ci pare una scommessa del cavolfiore. Fossimo almeno a grandezze dieci volte superiori  ma il costo sarebbe proponibile per un partito ma non per un quotidiano. Intanto sappiamo che raggiungerà i 20 miliardi la manovra del 2018, comprensiva del decreto fiscale approvato in CdM il 16.10.Più della metà sarà coperta in deficit sfruttando la flessibilità Ue, il resto arriverà da nuove entrate (poco più di 5 miliardi) e dai tagli alla spesa (3,6 miliardi).
Domani leggerete sui giornali i dettagli su alcuni dei quali intendiamo soffermarci adesso.Complessivamente da bravi italiani ci possiamo fregare le mani mentre l’Europa ci guarda storto.

Dalla rottamazione bis delle cartelle esattoriali il governo prevede incassi per circa 1 miliardo nel 2018, sia dalla riammissione di chi era stato escluso sia attraverso l'estensione ai primi nove mesi del 2017. 
La faccenda fa venire i brividi ma forse occorre essere soltanto realisti ragion per cui «meglio un uovo oggi che...». In questo punto però ci dovrebbe stare anche la rottamazione dei condoni edilizi che in gran parte non sono terminati: moltissimi quelli che hanno versato una o poche rate salvo dimenticare le altre. Quindi si poteva e si dovrebbe includere.
Sgravi per i giovani: gli stanziamenti ammontano a 338 milioni nel 2018 per poi salire esponenzialmente. Lo sgravio dovrebbe configurarsi nel taglio del 50% dei contributi per ogni nuovo assunto a tempo indeterminato. sarebbe meglio fissare los conto alla cifra più bassa di 3250 €  e includere almeno gli under 35 anni.
Supertichet. Andrebbe modulato in maniera esattamente proporzionale al reddito partendo dai 15mila euro in su e valido in tutt’Italia.
Pacchetto imprese: i superammortamenti dovrebbero essere confermati anche se leggermente più bassi, si parla del 130%. Non verrebbe toccato invece l'iperammortamento al 250%. Abolire l’ammortamento per i mezzi di trasporto. In arrivo anche il nuovo credito d'imposta al 50% per le spese in formazione digitale 4.0.
Spinta a investimenti pubblici: per gli investimenti delle amministrazioni centrali e locali sono in arrivo 300 milioni nel 2018, 1,3 miliardi nel 2019 e 1,9 miliardi nel 2020. Da riservare però solo al recupero o ristrutturazione del patrimonio esistente . Bisognerebbe aumentarli di almeno un quarto.

Ape rosa: per favorire le donne, si pensa ad uno 'sconto' sull'Ape social di 6 mesi per figlio, per un massimo di 2 anni. Bisogna raddoppiare a 12 mesi e per tre anni.
Bonus 18enni. Abolirlo e sostituire con sconto su trasporti pubblici. Sarebbe ora che i trasporti urbani fossero gratuiti con nettissime limitazioni al traffico  privato. Imponendo una sorta di TARI pro capite.
Evasione fiscale. Chissà se verrà  mai un governo che si prenda l’impegno -e lo realizzi- di  ridurla del 50% entro i cinque anni di legislatura?.
Tassa prima casa. Occorre introdurla partendo da parametri schematici ma oggettivi. Una casa di 45mq per una persona è esente. Due persone  esente fino a 65 mq. Tre persone esente fino a 80mq. Il supero viene tassato scalarmente in crescita. Idem per gli accessori come piscine e giardini.. Non si tassano garage e cantine.
Patrimoniale. Vista la bassa redditività dei capitali investiti si potrebbe inserire una patrimoniale del 2%. Il debito pubblico potrebbe diminuire di circa 40 miliardi
La wiener schnitzel delle elites
Di ilsimplicissimus

In Austria c’è stata una vera e propria rivoluzione politica, con i socialdemocratici di stampo liberista giunti al terzo posto, con la resistibile ascesa di Sebastian Kurz erede dei vecchi centristi, ma spostato molto a destra tanto da essere andato alle urne con la denominazione di lista Kurz, con il secondo posto raggiunto dalla Fpö, ovvero il partito che fu di Heider e che comunque si distingue ormai molto poco dalle posizioni del futuro cancelliere, mentre i verdi sono letteralmente scomparsi, nonostante l’anno scorso siano stati centrali nella tormentata elezione presidenziale. Una situazione nella quale sarà difficile evitare un governo tra conservatori e destre, ammesso che vi sia una qualche significativa differenza oltre le etichette.

Naturalmente tutto questo viene interpretato esclusivamente in chiave xenofoba, una lettura molto “comoda” per l’informazione maistream che trascura altri fattori divenuti ormai strutturali per l’area euro e che finiscono inevitabilmente per saldarsi con i flussi migratori, ovvero la costante crescita della disoccupazione e il tentativo di nasconderla sotto il tappeto con statistiche fasulle. Secondo i dati ufficiali la percentuale di disoccupazione è ufficialmente attorno al 5,2%, facendo dell’Austria uno dei Paesi con maggior numero di occupati, ma si tratta in sostanza di un inganno: tralasciando la circostanza che secondo i criteri di Neuro- stat viene considerato occupato chi fa un’ora di lavoro in una settimana,  la benigna statistica è dovuta solo al fatto che viene considerato assurdamente occupato chi frequenta un corso di qualificazione dopo essere stato licenziato, cosa praticamente obbligatoria. Mettendo nel conto anche i licenziati in qualificazione il numero dei disoccupati raddoppia arrivando al 10,2 per cento (dato di Agenda Austria, il maggior pensatoio economico del Paese). Avere mezzo milione di persone a spasso su una popolazione di poco più di 8 milioni di persone che, a parte Vienna, vivono in piccole città non è uno scherzo.

Ciò che si vuole nascondere è che in questa radicalizzazione della politica austriaca il fattore immigrazione è soltanto un detonatore (peraltro presente nel Paese fin dal Settecento proprio a causa dell’Impero sovranazionale), ma che essa porta con sé molti altri temi tra cui spicca un’ostilità molto chiara anche se non proprio espilicita verso i trattati europei, tanto che Financial Time Deutschland scrive stamattina che  “Dobbiamo prendere atto del fatto che l’euroscetticismo è diventato parte del pensiero dominante delle società europee”. Com’è ovvio per chi respinge ogni responsabilità, i colpevoli sarebbero, almeno nell’edizione londinese del giornale, i governi nazionali, ancora una volta sul banco degli imputati nel tribunale dell’oligarchismo globalista, che ormai tira botte da orbi, anzi da ciechi che si rifiutano di vedere o fanno finta di non vedere come questi fenomeni abbiano una sola radice, ovvero la progressiva manovra antisociale.

A questo punto però vale ancor di più la domanda che mi ero posto tre giorni fa: come mai l’anno scorso alla sola idea che potesse venire eletto un presidente di destra si scatenò una campagna mediatica preventiva accompagnate dalle usuali minacce finanziarie,  mentre adesso, nonostante i sondaggi fossero eloquenti si mugugna solo a cose fatte?
La mia impressione è che dopo la Brexit, l’elezione di Trump , la grande paura in Francia, i problemi della Merkel e la Catalogna, l’oligarchia globalista sta decidendo che è meglio offrire alla gente una valvola di sfogo per impedire che la compressione sociale finisca per mandare all’aria i suoi piani di sistemazione politica autoritaria e di disintegrazione degli stati quali garanti della cittadinanza residuale. Che viva pure la pancia, l’istinto arcaico e prepolitico, il basso istinto purché i problemi, le persone e le classi non si saldino in un  progetto politico: meglio dare una cotoletta viennese oggi ed evitare che le tensioni crescano fino al punto di rottura, tanto il personale politico che incarna questi umori può essere facilmente riportato all’ordine se dovesse tralignare, anzi lo può fare godendo di maggiore consenso. Oltrettutto questo permette di smerciare  la xenofobia come diretta conseguenza della sovranità che si oppone al capitalismo dei monop
Questa è una puntata -la seconda delle sei- da vedere assolutamente. Parlano due donne: l’ostretrica napoletana Maria Teresa e la cantante toscana Sonia. Entrambe diciottenni nel 1968 e con due destini decisamente differenti non solo per la professione ma proprio per l’impostazione esistenziale.
Diciamo subito che  la storia di Sonia è il classico dei mille e mille che si credevano qualcuno nel mondo della musica leggera mentre non sapevano che quel mondo era abbastanza tarato in partenza per cui per loro non ci sarebbe mai stato posto. Sonia comunque  una parte se l’è ritagliata.
Del tutto differente la storia di Maria Teresa una donna che ha sempre scelto da sola, ha sempre preso su di se la responsabilità delle sue scelte ed ancora oggi semina bontà e speranza nella sua terra.
Maria Teresa De Pascale ha 67 anni: è nata a Napoli dove vive ancora oggi. Nel '68 aveva 18 anni e aveva ottenuto una borsa di studio presso il Convitto della Croce Rossa per diventare infermiera. Libera e ribelle si scontrò da subito con l'ambiente rigido della scuola: in corsia «c'erano detenuti, c'erano rom, ma erano tutti uguali, tutti pazienti». Diventata caposala in pediatria, frequentò a Parigi un corso per diventare ostetrica. Il suo compagno era un medico e lei lo seguì in missione in Mozambico. Ha 4 figli, ma non si è mai sposata. Ancora oggi segue giovani partorienti con la sua associazione Terra Prena.
Il sito dell’associazione è questo: http://www.terraprena.it/
La trasmissione potete rivederla qui all'indirizzo web sotto il titolo.
Dell’intervista non vi raccontiamo nulla tranne un  forte consiglio di ascoltarla e soprattutto di ascoltarla in confronto con quell’altra.

Il custode delLa Latrina di Nusquamia, tale ing. Claudio Piga da Trezzo sull'Adda, un abduano di origine sardAgnole e con un ascendente garibaldino in ValCamonica rispondendo al solito spione algido ci tira in ballo dandoci dei consigli. Leggiamolo nel riquadro.
Bugiardo come al solito il custode delLa Latrina fa finta di non avere letto quel che abbiamo scritto sulla Libia e tutto quel che ci ruota dentro e attorno nella breve esistenza di questo blog. Sopratutto il custode delLa Latrina di Nusquamia non comprende –è un suo limite: sul latinorum va a mille all'ora, in politica è un monumento di ignoranza- che in Libia non c'è una nazione una (del c.d. “mondo occidentale”) che non faccia danni. Abbiamo  scritto mille volte che l'unico interesse del c.d. mondo occidentale verso la Libia sta nelle sue riserve energetiche da rapinare al minor costo possibile sia direttamente che per interposti agenti, si chiamino ISIS o milizie indigene oppure stranieri che arrivano e scappano a botte piena.
Il generale Haftar dopo quattordici fette ha capito anche lui che era polenta ed ha detto in una intervista al Corriere –che abbiamo riportato- che conveniva e conviene all'Italia dare i soldi alla Libia (lui diceva: dateli a me….) garantendo che la Libia avrebbe messo in atto  in maniera pulita tutto quel che occorreva per evitare i tragici traghettamenti degli immigrati in Italia… risolvendo di botto la questione in Italia e in UE. Haftar aveva appena rilasciato l'intervista che il manettaro Minniti faceva un accordo in tal senso con Sarraj. E poi con Haftar.
Poi il custode delLa Latrina di Nusquamia si lancia in una lettura fantasiosa della situazione per cui  “i legami di Vera Baboun con alcune realtà imprenditoriali italiane; quindi si tratterebbe di tirare le somme: ecc. ecc.”.
I Palestinesi di cui Vera Baboun è sindaca in quel di Betlemme, contano nella vicenda libica, siriana, irachena e curda e turca come il due di briscola e anzi sono dei veri “rompicoglioni” per i delinquenti che operano nei paesi del MENA. Insopportabili rompicoglioni.
La sindaca emerita Serra l'unica influenza che può avere è quella di far spendere, in coppia con la sua collega Morelli, una sfraccata di soldi del comune e dello stato per la costruzione della nuova scuola elementare e per il resto – vedi La Miniera- di certi temi ne capisce un'acca come il sottoscritto di cardiologia.
Il pulcinotto piddino Marco Battaglia, esattamente come tutti i giovinotti messi  in lista Vivere Curno, sono stati “allevati” col biberon con dentro il latte di quei partiti che hanno portato a Curno il centro commerciale 40 anni or sono.
Non dobbiamo preoccuparci del loro destino a Curno o in Europa: già adesso partono col non piccolo vantaggio che -essendo ventenni- camperanno 20-30 anni più del custode delLa Latrina di Nusquamia. Quindi hanno ancora tutto il tempo per apprendere il latinorum.
Per adesso da bravi pulcinotti devono “fare i compiti” vale a dire dimostrare di non sgarrare e porre troppe domande o avanzare troppe proposte (semmai ne abbiano), di fare un uso morigerato dei social nonostante che il custode delLa Latrina di Nusquamia continui a sinsigarli.  Insomma per adesso si limitino a fare i maggiordomi della lista Vivere Curno. Se fanno e faranno i bravi, un posto di lavoro da qualche parte salterà fuori.  Non c’è  bisogno di insegnare a degli ex democristiani o degli ex comunisti come si distruggono gli eventuali concorrenti trovandogli un posto di lavoro. L’hanno fatti con quelli del Manifesto, poi con quelli del PDUP, poi coi Verdi senza contare la mezza dozzina di sindacalisti che la sezione ha messo al mondo. Poi, come dic