In aereo con 1.119 uccellini morti: otto cacciatori finiscono nei guai
Scoperti a Orio al Serio, rientravano dalla Romania con prede
appartenenti a specie protette. Il carico era nascosto nelle valigie.
A riceverli c’erano tutti striscia la notizia compresa. Chissà chi l’ha
informata. Mancava solo un sottosegretario e il ministro manettaro
Minniti, forse ancora a Tripoli a caccia di macachi e datteri.
Recita il bugiardino. Una scoperta incredibile quella avvenuta allo
scalo di Orio al Serio nella tarda mattinata di martedì scorso: 1.119
tra pispole, voltulini, tottovilli, lucherini, ballerine, fanelli,
cardellini e strillozzi uccisi e poi stipati in grandi valigie insieme
a placche refrigeranti, per meglio conservarne la carne. Finessa
tecnologica quella delle placche refrigeranti. Gli uccelletti erano
ancora piumati e già immaginiamo le povere mogli (rumene?) dei
cacciatori a spennarli uno cadauno dopo l’altro.
A intercettare il carico sono stati gli uomini della Guardia di Finanza
della compagnia di Orio al Serio, agli ordini del capitano Nicola
Gazzilli, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane
e i Carabinieri forestali di Brescia. L’operazione congiunta via
facebook che ha portato alla denuncia a piede libero di otto
cacciatori (residenti nelle province di Brescia e di Vicenza: meno male
che non sono bergamaschi e bresciani. L’onore é salvo!), che
rientravano all’aeroporto di Orio con un volo di linea proveniente da
Bacau. Sono accusati di aver abbattuto illegalmente gli animali (specie
protette, ora sotto sequestro) e di averli trasportati di frodo in
Italia.
Bacau dovrebbe essere in Romania, quindi nell’UE e quindi sia la caccia che il traffico di specie protette é illegale.
Sulla vicenda La Lipu (Lega italiana protezione uccelli) parte petto in
fuori e tirasassi in pugno: «Saremo parte civile al processo contro
questi cacciatori - dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente della
Lipu - perchè meritano una punizione esemplare. Uno scandalo, quello
della caccia all’estero, di cui si parla poco ma che costituisce un
grave problema per gli uccelli migratori, un patrimonio che appartiene
a tutta la comunità. «Se iscritti ad associazioni venatorie sarebbe il
caso che questi bracconieri venissero espulsi dalle loro stesse
organizzazioni - conclude la Lipu -. Non si può tacere di fronte a
questo furto di biodiversità e al business milionario che ruota attorno
la tragica farsa del turismo venatorio. Questa vicenda rappresenta una
pessima figura dell’Italia a livello comunitario».
Dobbiamo ridere o piangere?
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Dunque
il custode delLa Latrina di Nusquamia, l’ing. Claudio Piga da Trezzo
d'Adda, un abduano di origine sardAgnole con ascendenze
garibaldine in Valcamonica, dopo una spiegazione della potenza oraria
di un trenino ammannisce al ministro manettaro Minniti e a noi
male acculturati una lezione di latinorum istituzionale.
Partendo da una fonte informata com'é l'ADN Kronos illustra
“lo ius soli in cinque punti” . Magari fosse partito da uno scritto di
un costituzionalista o un docente di diritto saremmo stati più
rassicurati di un comunicato d'agenzia. Ma è quel che passa il convento
in una stazione ferroviaria perchè “oggi si tratta di togliere l'acqua
al pesce populista e Minniti agisce in conseguenza incurante
dell'esecrazione, in base al principio che il meglio è nemico del bene”.
Detto fatto il custode delLa Latrina di Nusquamia si inerpica per un
vertiginosa disquisizione per concludere che: a) parlare di ius
culturae è una baggianata se per “cultura” s'intende, come intende
Minniti, come è spiegato qui sopra e, in generale, come intendono tutti
nel dibattito in corso questi giorni, il compimento di un ciclo
scolastico; b) volendo esprimere in latino il diritto alla cittadinanza
che procede dal compimento di un ciclo scolastico si dovrebbe parlare,
piuttosto, di ius institutionis.
Poi spiega i dettagli della sua affermazione: “se invece si stabilisce
che il diritto di cittadinanza è condizionato dal compimento di un
ciclo scolastico, la questione è definita in termini obiettivi (quale
che sia il giudizio che vogliamo dare della scuola italiana) e i
margini di manovra cazzeggiante sono convenientemente contenuti”.
Continua:” Perciò speriamo che si parli, e si tratti, correttamente, di
“formazione scolastica”, proprio come quella che si richiede ai
cittadini italiani, per i quali la scuola è d'obbligo.
Proprio perché “quale che sia il giudizio che vogliamo dare della
scuola italiana” lo si può prendere anche per buono, il custode delLa
Latrina di Nusquamia non ha capito un pene a nostro modesto avviso di
quel che la gggente comune intende per fare di quelle persone degli
italiani con tutti i diritti degli italiani. Dove il termine «diritto»
deve intendersi associato al termine «dovere». Bastasse
concludere in cinque anni e con una votazione con qualcosa
meglio della sufficienza le scuole elementari (se uno fa le elementari
in sei anni piuttosto che cinque non merita di diventare cittadino
italiano?) per diventare cittadino italiano, non ci sarebbero problemi.
La questione è che per essere cittadino italiano qualunque straniero
DEVE avere e praticare alcuni principi ben precisi (che spesso non
seguono nemmeno parecchi italiani, piccoli e adulti …: vedi l'idea
della donna che ha il custode delLa Latrina di Nusquamia…). Per esempio
che la donna ha gli stessi diritti del maschio. Che la moglie ha gli
stessi diritti del marito. Che l'economia famigliare deve essere
gestita unitariamente dai due genitori. Che la moglie deve potere
votare senza che il marito ci metta becco. Che la donna possa lavorare
e gestire in proprio le risorse guadagnate. Che le figlie non si
promettono in matrimonio a nessuno. Che la religione non ha alcuna
prevalenza sul diritto civile. Ecc. ecc..
Principi che non apprendi in un ciclo scolastico ma che stanno alla base della nostra Costituzione.
La realtà è che l'Italia è un paese cattolico e gran parte della sua
gente ha incistato nella propria cultura l'idea che chi non è
battezzato debba essere conquistato convinto e se del caso ammazzato
con la spada. Ovviamente il tutto condito da una grande dose di
ipocrisia: la candela accesa e la comunione. Poi ammazzano 200 donne
ogni anno e ne violentano qualche migliaio: ma questi sono «già»
cittadini italiani battezzati cresimati maritati in chiesa.
L'idea delle crociate -vedi l’idea della «guerra al terrorismo»- è
talmente incistata nel cervello di buona parte della popolazione
italiana tale che, così come a livello di massa hanno fatto finta di
non vedere le leggi razziali del fascismo o la deportazione degli ebrei
(salvo poi presentarsi tutti come l'esatto contrario diventando di
botto tutti antifascisti ), ancora adesso il «negretto» è da convertire
e l'»arabo» da ammazzare. Sic et simpliciter.
Aggiungici poi la concorrenza che l'extracomunitario effettua sulla
massa di lavori di scarsa professionalità rispetto al bianco indigeno
rimasto alla quinta elementare e informato dal bugiardino o dalle tv
commerciali e, in un periodo di lavoro scarso o zero, alla
malapianta della religione si aggiunge anche la concorrenza economica.
Proprio oggi la Fondazione L. Moressa pubblica uno studio da cui si
rileva come le professioni più qualificate sono appannaggio degli
italiani mentre quelle meno qualificate sono finite in mano agli
stranieri. Lo si sapeva già. Lo si vedeva. Ma adesso abbiamo uno studio
aggiornato. Perché ce la facciamo sotto rispetto agli stranieri? Per
una ragione molto semplice: noi abbiamo smesso di combatter
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housands march in Barcelona to demand a united Spain
National Day marches pass off peacefully despite heightened tensions over Catalonia’s push for independence
The National
Thousands of people marched through Barcelona on the country’s national
day on Thursday waving both Spanish and Catalan flags in a
demonstration of opposition to the region’s push for independence.
Chanting “I am Spanish” and “Long Live Spain”, an estimated crowd of
65,000 marched on the city’s central square. A separate far-right march
of some 200 people ended with the burning of the unofficial flag that
has become a symbol for Catalan separatists.
The turnout is far smaller than hundreds of thousands who turned out on
Sunday to protest the push for independence by the region’s president,
Carles Puigdemont, but highlighted the continuing deep divisions over
the issue.
"We are now feeling that years of threats by separatists have turned
into an attempt to normalize social division," said Juan Jose Garde, a
63-year-old retired civil servant.
The march passed off peacefully despite a brief fracas before the start
of the march when two rival groups hurled chairs at each other before
the two groups were separated by police.
Mr Puigdemont declared independence on Tuesday but suspended the move
to allow for further discussions with the central government.
Prime Minister Mariano Rajoy’s response was dismissive, calling on Mr
Puigdemont to retract the independence bid by Thursday at the latest.
If the Catalan leader failed to do that, he indicated that he would
take partial or total control of the region using powers allowed under
Spain’s constitution.
Mr Rajoy responded in a tweet: “We demand dialogue and the response is to put article 155 on the table. Message understood.”
Mr Puigdemont on Thursday tweeted a link to a Human Rights Watch report
that was critical of the Spanish police response to the October 1
referendum, which was declared illegal by the Spanish courts.
Mr Puigdemont has cited the poll to bolster his claim that he was
following the will of the people with his declaration of independence.
Some 2.3 million people voted in the election – some 43 per cent of the
region’s population – with 90 percent backing independence, according
to officials. Opponents of the referendum boycotted the poll.
The largest national day march was held in Madrid where troops and
police paraded in front of King Felipe VI, who last week denounced the
independence bid in a rare televised address to the nation.
Thousands of people lined the route of the procession waving Spanish
flags on a day that commemorates Christopher Columbus’ arrival in
America.
Officials from the Basque and Catalan regions, which have the strongest
independence movements, have boycotted the parade for years. Some town
halls in Catalonia said they would ignore the holiday and work as
normal.
The pilot of a fighter jet who took in the Madrid parade died when his plane crashed while landing at a base at Albacete
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Luisa Gamba,
sindaca:»In paese ci sono molti volontari e più di venti associazioni
che fanno parte della “Rete delle associazioni, istituzioni e gruppi
informali di Curno” che si occupano di volontariato a livello
sociale, ambientale, sportivo, artistico, caritativo e culturale.
Tutte queste persone insieme costituiscono una ricchezza
inestimabile, un patrimonio eccezionale di umanità, la risorsa più
importante per il futuro del nostro paese». Amen. Che c’entri questo
discorso con l’arrivo del nuovo prevosto è un mistero insondabile.
Di Curno, oltre il giornalista di L’Eco e BG news e qualche incursione
di Bgpost (credo) si occupano due blog e un gruppo facebook. I siti dei
partiti e delle liste in comune sono fermi alle elezioni. Le loro
pagine di facebook pure.
Delle due l’una: o a Curno va tutto bene madama la marchesa oppure
siamo alla «donna sola al comando». La Gamba aveva avvisato il paese
che dall’incasso degli oneri dell’ennesino centrino commerciale
sarebbero arrivati i solcc per finire la biblioteca ma mentre il
centrino cresce la biblioteca non si muove. Che non abbiano ancora
riscosso?
Una amministrazione che dimentica perfino di pubblicare un commento
all’esito dei propri consigli comunali. Dimentica anche l’OdG dei
consigli. Dopo sei mesi dalla ristrutturazione dell’impianto
audiovideo della sala consigliare non sono ancora riusciti a mettere in
rete le sedute. Chissà. Delle commissioni comunali non c’è traccia. Dei
bilanci delle spese elettorali neppure. Uno spot sindacale sulle
rotte degli aerei e poi tutto finito. Del prossimo referendum regionale
boh? .
Che poi la sindaca esca con quel discorso sulle venti associazioni di
volontariato locali non fa che confermare lo scambio politico in atto.
I cittadini non esistono per la sindaca: esistono solo le associazioni
che in cambio di utilizzo di importanti strutture pubbliche «a gratis»
oppure di finanziamenti a pioggia, scambiano il voto alle elezioni.
Del resto anche la lista di Vivere Curno è fatta così. In massima parte
soggetti in conflitto di interessi provenienti da associazioni o da
servizi «testati» politicamente e quindi automaticamente affidabili
nello scambio politico.
Poi si lamentano della scarsa partecipazione della gggente e se
qualcuno si indigna per le pagliacciate degli archi di trionfo in Largo
Vittoria.
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Mariano Rajoy gives Catalan president until monday to clarify as he considers invoking article 155 to suspend region’s autonomy
The Guardian
The Spanish prime minister, Mariano Rajoy, has asked the Catalan
government to clarify whether or not it has declared independence, as
he considers the unprecedented step of suspending the region’s autonomy
and imposing direct rule from Madrid.
On Tuesday evening, the Catalan president, Carles Puigdemont, said
while the referendum this month had given his government a mandate to
create a sovereign republic, he would not immediately push ahead with
independence from Spain.
Analysis Puigdemont speech gives no clarity on Catalan independence
Catalonia’s president has called to ‘suspend effects of independence declaration’ – potentially upsetting both sides of debate
Although he signed a declaration of independence, he proposed that its
effects be suspended for a few weeks to allow for dialogue.
Rajoy, who has refused to rule out invoking article 155 of the Spanish
constitution to take control of Catalonia, was quick to seize on the
ambiguity of Puigdemont’s position, accusing him of deliberately sowing
confusion.
The prime minister also rejected calls for external mediation between
the two governments, insisting the Catalan question remained a domestic
matter.
“The cabinet has agreed this morning to formally require the Catalan
government to confirm whether it has declared independence after the
deliberate confusion created over whether it has come into effect,” he
said in a television address on Wednesday.
“This request, which comes before any of the measures that the
government could adopt under article 155 of our constitution, is meant
to offer our citizens the clarity and security that such an important
issue requires.”
Rajoy said Puigdemont had until Monday 16 October to confirm whether or
not independence had been declared and then a further three days to
rectify the situation and restore “constitutional order”. If he failed
to do so, Rajoy said the government would activate article 155.
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