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lasciateli
impalciarsi
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PARLARE D'ALTRO IN ATTESA DELL'ALLUVIONE PROSSIMA VENTURA (?).
Intanto che l'Italia medica le ferite delle alluvioni annunciate -il
nostro sindaco Saccogna parla del mitico raddoppio ferroviario. In
genere una excusatio non petita indica che nella causa per fermare il
raddoppio e trattare con Regione e Rfi è arrivato il classico
“padellino”. Sperem che sappia cosa significa. Inutile anche chiedere
copia al Comune del Piano di Protezione Civile appena approvato in
quanto ce lo negarono già ai tempi della precedente versione: il piano
è segreto al popolo bove tanto ci sono gli Alpini nella PC i quali
hanno appena avuto dal Comune il finanziamento per… comprare le scarpe
e un furgone a mezzadria col becchino comunale. Quindi tutto a posto.
La grande conca collettrice di acque piovane (che potrebbero allagare
il paese di Curno) è individuata dalla linea gialla e fa capo al
profilo dei colli di Bergamo che a est va dalla Benaglia-Polaresco a
San Vigilio e da li corre verso ovest fino al Monte Gussa (Mut de Moss)
per scendere fino alle Crocette e al passaggio a livello (dove un ramo
della roggia Curno scavalca la conca per passare nel versante sul Quisa
e Brembo. Sono circa 6-8 chilometri quadrati che hanno alla base (per
lo scarico nel fiume Brembo) prima la roggia Curna e poi la roggia
rSerio Grande tra Curno e Treviolo.
Dovessero piovere come accaduto la settimana scorsa in Emilia in 48
ore trenta centimetri di pioggia occorre immaginare un cubo di
2-3 chilometri cubi di acqua. Impensabile che la Roggia Serio Grande
sia capace di scaricarla nel Brembo.
Il “che fare” non è una risposta semplice in quanto è un tema
sovracomunale e provinciale e siccome la faccenda è in mano al
Consorzio di Bonifica ed alla Regione che sono due feudi leghisti c'è
da stare sicuri che quando si tratta di inventare lavori inutili sono
bravissimi mentre quando c'è da trovare soluzioni sicure ed
economicamente sopportabili lo sono assai meno.
(...)
QUANDO ERAVAMO POVERI E IGNORANTI
Quando eravamo poveri e ignoranti (non avevamo frequentato la scuola a
tempo pieno) mettevamo un bel glicine o una pergola di uva isabella a
orlare le facciate delle nostre case. I più fighi mettevano una rosa
rampicante in onore della moglie. I più anziani tra di noi
ricordano la rosa rampicante che orlava la facciata tra i due archi nel
cortile della casa ultima in fondo a via dei campi: li non c'era
nemmeno una santella: era li solo “per bellezza” in un cortile dove
erano crescite generazioni di schiavi. Di mezzadri. I più anziani
ricordano l'affresco sul portone di casa Frigeni in via Brembo a
ricordare l'apparizione mariana di Caravaggio. L'affresco era dentro
una nicchia nel muro sopra il portone d'ingresso e i contadini avevano
piantato una rosa al lato destro che era salita salita salita salita
fino a circondare tutto l’affresco della Madonna e del suo santuario
caravaggino. Che dire? Gli ignoranti s'accontentavano di questa
naturalità nella certezza che la bellezza rendeva i loro giorni meno
tristi.
(...)
SUCCEDE QUALCOSA MA NESSUNO SPIEGA NULLA (AL POPOLO BOVE)
Nelle ultime settimane scorse sono accaduti a livello provinciale
alcuni fatti di cui i quotidiani locali in generale hanno parlato
abbastanza a lungo tutti trattenendo però una sorta di retro pensiero
non narrabile, ragione per cui questi fatti – di enorme importanza
politica economica per la nostra provincia, la sua gente, la sua
storia- non hanno visto alcun dibattito pubblico e nessuna reazione da
parte dei Bergamaschi. Bergamaschi ovviamente usi obbedire tacendo e
tacendo morire.
Elenchiamo i fatti.
(...)
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COLLEGAMENTO ALLA CARTA DEL PERCORSO CICLO PEDONALE DA CURNO ALL'ADDA LUNGO IL FIUME BREMBO
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