A GUARDARE ALLE COLLINE 21 MARZO 2023

























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















FANNO SCAPPARE IL 40% DEGLI ALUNNI E POI CHIUDONO ANCHE LA SCUOLA
Dunque siamo alla chiusura della scuola del Brembo. Il Papa santo perde un'icona. Pare non sia per quest'anno ma per il prossimo per cercare di fare assorbire la botta alla popolazione riottosa. La scuola al Brembo iniziò con una pluriclasse collocata al civico 68 di proprietà della attempata signorina Benaglia: guardando il cancello c'é l'edificio a due falde ancora sulla sinistra. Fu voluta dal sindaco Richelmi e vi insegnarono due maestre. Una la signorina Vigletti -figlia di un maresciallo della Caserma di Presezzo- sarà la sfortunata consorte del giudice ucciso dai brigatisti neri a Roma e l'altra -non ricordo il nome- era una signora di Longuelo.
Quando Silvano Lodetti assieme al cartolaio Foiadelli e il Termosol ed altri rovesciarono il sindaco Maestroni che non voleva far partire la distesa di condomini sui terreni Porta alla Marigolda affidarono a un geometra cittadino (quello che disegnò la vecchia Rodari e l'ampliamento del municipio) il primo progetto della scuola cogli accessi da via Brembo e Abruzzi. L'edificio -attuale scuola Giovanni XXIII- verrà successivamente ampliato da una mano infelice e si vede la differenza tra la palestra e il “modello stalletta” che è la scuola attuale.
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SE MANCA L'ASILO PUBBLICO SCAPPANO ANCHE ALLE ELEMENTARI
Perché nonostante un'offerta formativa ipertrofica il 40% dei ragazzini curnesi non frequenta le elementari in paese?. In buona sostanza una famiglia che abbia i figli alle elementari può “sbarazzarsene” per cinque giorni alla settimana dalle otto alle 17 sapendoli “in buone mani”. Alla mala parata si trovano in casa dei bulletti. Quindi se i due genitori lavorano potrebbero arrangiarsi: ma concretamente non è così. Primo di tutto ci sono i costi. La scuola pubblica -col 40% di insegnanti e personale precario- è troppo corta e aliena dal territorio: pensa al proprio “tirare avanti” piuttosto che al proprio ruolo. Anche se smentisce: ovviamente. Poi il comune non conosce nemmeno le esigenze delle famiglie. Il Comune non sa nemmeno dove va a scuola quel 40% che se la svigna: infatti se lo sapesse potrebbe dedurne le ragioni magari chiamando qualcuno che sappia fare il mestiere. Che non è il mestiere di una assessora Rota o di un assessore Pelliccioli redattori del funereo libretto esitato in proposito.
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I BERGAMASCHI E IL COVID? TUTTO RISOLTO
Nella terza giornata del ricordo delle vittime del covid penso sia meglio ricordare che la maggioranza dei Bergamaschi ha voltato pagina sulla vicenda. Lo dimostrano i risultati elettorali alle ultime regionali: Provincia di Bergamo=61:20, Ranica=50:39, Alzano= 52:37, Nembro= 58:32, Albino= 60:30. Dove il primo numero sono le preferenze (semplificate) del presidente eletto Fontana e il secondo quella di Majorino secondo arrivato.
Nel prato bruciato dalla siccità dove hanno allestito il “bosco della memoria” a fianco dell'ospedale i convenuti hanno i fazzoletti stropicciati, gli occhi arrossati dal pianto. E nei gesti e nei volti dei famigliari delle vittime che si legge il dolore vivo. Consegnano al ministro Guido Crosetto lettere, foto poesie. Ringraziano per la presenza dello Stato, ma chiedono anche che il sacrificio dei loro cari non sia stato vano.
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TRA UOMINI E BESTIE
Per essere uno che ha imparato a 16 anni -1963- ad eseguire l'inseminazione artificiale bovina al fine di mantenere  maggiori salute e valore del patrimonio bovina aziendale  e poi ha proseguito finchè -dal 1980- ha iniziato anche a collaborare nell'embryo transfer osservare la polemica del momento  sul riconoscimento delle persone venute al mondo attraverso occasioni diverse da parte di due persone mi appare abbastanza lunare. L'impressione nasce dal fatto che l'uomo adotta (molto spesso) una tecnica che appartiene al mondo animale. Anche se non lo dice apertamente.
La tecnica di Embryo Transfer (ET) consiste nel trasferimento di embrioni da una femmina donatrice ad una o più femmine riceventi nelle quali tali embrioni vengono trapiantati. In genere cogli umani la superovulazione serve a conservare un certo numeri di voli fecondati congelandoli per eventuali fecondazioni successive nel caso il primo non abbia successo.
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COLLEGAMENTO ALLA CARTA DEL PERCORSO CICLO PEDONALE DA CURNO ALL'ADDA LUNGO IL FIUME BREMBO












































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































I BERGAMASCHI E IL COVID? TUTTO RISOLTO
Nella terza giornata del ricordo delle vittime del covid penso sia meglio ricordare che la maggioranza dei Bergamaschi ha voltato pagina sulla vicenda. Lo dimostrano i risultati elettorali alle ultime regionali: Provincia di Bergamo=61:20, Ranica=50:39, Alzano= 52:37, Nembro= 58:32, Albino= 60:30. Dove il primo numero sono le preferenze (semplificate) del presidente eletto Fontana e il secondo quella di Majorino secondo arrivato.
Nel prato bruciato dalla siccità dove hanno allestito il “bosco della memoria” a fianco dell'ospedale i convenuti hanno i fazzoletti stropicciati, gli occhi arrossati dal pianto. E nei gesti e nei volti dei famigliari delle vittime che si legge il dolore vivo. Consegnano al ministro Guido Crosetto lettere, foto poesie. Ringraziano per la presenza dello Stato, ma chiedono anche che il sacrificio dei loro cari non sia stato vano.
Si mettano il cuore in pace: i loro cari sono morti e fine della storia. E' successo. Succederà ancora. Sono morti invano e loro mettano via ogni speranza di restituzione affettiva o -perchè no?- economica. Come in parecchi ci hanno sperato fino alla chiusura dopo tre anni di indagini della procura bergamasca che ha chiuso l'inchiesta il 20 febbraio 2023, inviando comunicazione ufficiale alle persone coinvolte. Epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, falso e rifiuto di atti di ufficio sono i reati di cui dovranno rispondere i diciassette indagati per la gestione della prima ondata di Covid-19 e della mancata zona rossa nella provincia di Bergamo.
Il sindaco di Bergamo ha invitato a un “silenzio rispettoso e operoso, perché la prossima pandemia non ci trovi impreparati per onorare e rendere giustizia alle vittime del covid. E se c'è un insegnamento da trarre da quello che è accaduto «è il valore insostituibile del sistema sanitario pubblico. La pandemia ha messo in evidenza la trascuratezza e l'impoverimento della sanità nella sua organizzazione territoriale. Non bastano gli investimenti per i muri, servono più persone: i medici e gli infermieri sono meno di tre anni fa».  Non sarà così. Gli ospedali saranno sempre più un concentrato della chimica della tecnologia del calcolo dei grandi numeri perché la grande industria ha deciso così non in Italia ma nell'intero mondo. Di medici e infermieri per questo tipo di sanità non ce ne sono ancora e non ce ne saranno neanche domani in un paese che sta seduto  su un cuscino da 1.787 miliardi di euro di risparmi sui conti correnti e su un debito pubblico nazionale di 2.762 miliardi.

Scrivevamo il 28 novembre sulla pagina 1301 che i numeri nella loro brutalità sono come una mano: chi vedesse solo il dorso non saprebbe mai com'è fatta ed esiste anche un palmo. Per esempio dei  3131 decessi per covid 19 in Bergamasca nel bimestre 21 settembre > 21 novembre ben 2960 (il 94%) si stima fossero pensionati e  di questi ben 2551 (l'86% dei potenziali pensionati) erano malati cronici di qualche patologia.
Nel dettaglio, sul campione analizzato, 168 pazienti (il 3,5% del campione) non presentavano patologie pregresse, 631 (il 13,3%) presentavano una sola patologia, 928 (il 19,6%) presentavano 2 patologie e 3011 (il 63,6%) presentavano 3 o più patologie. Sempre secondo questi dati aggiornati al 22 ottobre 2020 e su un campione di 36. 806 pazienti deceduti, nelle donne il numero medio di patologie osservate è di 3,6 negli uomini il numero medio di patologie osservate è di 3,4.
Se questo è il dorso della mano il palmo della stessa ci dice brutalmente che l'INPS dovrà pagare 2960 pensioni di meno e il servizio sanitario nazionale non dovrà più pagare  medicinali cure medici condotti a 2551 persone.
Fortuna anche maggiore – sia per le RSA e per i Comuni – visto che gran parte di loro costituiva la porzione più gravosa-costosa dell'accudimento nelle RSA e gravavano anche sui Comuni.
Chi segue le statistiche sanitarie potrebbe benissimo calcolare quante risorse economiche si siano liberate con quella maledetta “scopa” che è  il covid19.
Se poi  si abbandona il politicamente corretto per cui non si può mai guardare in faccia alla realtà e soprattutto raccontarla anche ai parenti dei morti (non riusciamo a chiamarli “vittime”) , gran parte delle patologie che hanno accompagnato alla morte queste persone sono tutte patologie frutto del benessere in cui viviamo da mezzo secolo.

FANNO SCAPPAREIL 40% DEGLI ALUNNI E POI CHIUDONO ANCHE LA SCUOLA
Dunque siamo alla chiusura della scuola del Brembo. Il Papa santo perde un'icona. Pare non sia per quest'anno ma per il prossimo per cercare di fare assorbire la botta alla popolazione riottosa. La scuola al Brembo iniziò con una pluriclasse collocata al civico 68 di proprietà della attempata signorina Benaglia: guardando il cancello c'é l'edificio a due falde ancora sulla sinistra. Fu voluta dal sindaco Richelmi e vi insegnarono due maestre. Una la signorina Vigletti -figlia di un maresciallo della Caserma di Presezzo- sarà la sfortunata consorte del giudice ucciso dai brigatisti neri a Roma e l'altra -non ricordo il nome- era una signora di Longuelo.
Quando Silvano Lodetti assieme al cartolaio Foiadelli e il Termosol ed altri rovesciarono il sindaco Maestroni che non voleva far partire la distesa di condomini sui terreni Porta alla Marigolda affidarono a un geometra cittadino (quello che disegnò la vecchia Rodari e l'ampliamento del municipio) il primo progetto della scuola cogli accessi da via Brembo e Abruzzi. L'edificio -attuale scuola Giovanni XXIII- verrà successivamente ampliato da una mano infelice e si vede la differenza tra la palestra e il “modello stalletta” che è la scuola attuale.

Chissà perché gli edifici delle scuole a Curno portano sempre in serbo delle sfighe politiche.
La scuola di Curno è in crisi perché dal 2002 è stata in mano a delle professoresse (come assessore o addirittura sindache) con a fianco due potenti suggeritori: due sindacalisti cislini di estrazione extraparlamentare. Uno era addirittura preside e furono tra i creatori promotori nazionali della scuola a tempo pieno e dei piani del diritto allo studio. Ovviamente da bravi sindacalisti usavano il bene per i ragazzini come alibi per incrementare l'occupazione e la spesa pubblica nel settore. Salvo il fatto che nessuno ha mai certificato l'esito positivo di questa spesa-investimento.
I risultati si vedono. L'80% dei bambini tra zero e sei anni frequentano scuole private perché il comune non ha ne un nido ne un asilo comunale e si guarda bene perfino dal possedere un edificio per lo scopo. Quando è il momento del passaggio alle elementari ben il 40% dei ragazzini non frequenta la scuola pubblica nonostante il Comune spenda-investa 767mila euro per il piano del diritto allo studio di cui 430mila (il 56%) per il servizio di assistenza socio educativa scolastica.
Il Comune ne finanzia di cotte e di crude per tenere fuori casa il maggior tempo possibile i ragazzini ma non si comprende se quel 40% che si defila abbiano maggiormente voglia di stare liberi oppure di stare maggiormente impegnati in qualche stronzata.
I ragazzini sono un bell'argomento da sfruttare per creare occupazione e quindi profitti per i privati. Chi ha il coraggio di negare l'utilità del tempo pieno? Chi ha il coraggio di negare la possibilità di fare i compiti assieme? Per non parlare dello sport.
La faccenda come accade coi bravi “mpustur catolec” se si va a vedere dove finiscono quei 430mila euro per il sostegno ai disabili oppure gli oltre 100mila euro per il dopo scuola durante l'anno scolastico oppure l'estate ci si rende conto che il lavoro coi disabili è appannaggio di neanche una dozzina di società (a livello provinciale) mentre il doposcuola serve alle parrocchie a mantenere aperti i propri oratori. La parrocchia di Curno se non ricevesse finanziamenti dal Comune per queste attività parascolatische dovrebbe chiudere l'oratorio. La parrocchia é il secondo privato come riscossore di risorse dopo quelle alle società per la cura ai disabili.
Ma c'è un altro aspetto. Chi ha avuto la curiosità di tenere a bada le due recenti campagne elettorali (nazionali e regionali) leggendo il Bugiardino avrà notato come questa dozzina di società dedite al servizio di assistenza socio educativa scolastica sono state tutte “visitate” dai candidati in tour elettorali. Neri rossi verdi gialli che fossero i candidati.
Perché “IL” problema non è quale lista o candidato vince le elezioni: importante è che nei piani del diritto allo studio ci sia “quella” voce e che sia ogni anno più consistente: 1000 euro al mese per ciascun disabile.
Perché importante è la spesa anche se NON c'è mai una certificazione indipendente che ne qualifichi efficacia neutralità e risultato. Che vinca Franza o Spagna purchè se magna.

Le scuole elementari di Curno hanno avuto anche altre due fortune. La prima è stato l'intermezzo di governo della giunta Gandolfi quando per la prima volta  il paese bello da vivere ebbe un sindaco di destra. Dimissionato perfino dai suoi.
La seconda fortuna. Il dirigente dei lavori pubblici fu per due mandati un sindaco di centrodestra (in altro comune) ed é ancora adesso assessore in una giunta di centrodestra. Ci vuole davvero del manico e una rarissima intelligenza politica per delle maggioranze di centrosinistra -dal 2002 al 2023 c'è sempre stata una maggioranza prossima se non di CSX tranne il quinquennio gandolfiano- nel mantenere un dirigente di centrodestra a capo dell'ufficio tecnico. Ed infatti il Comune ha avuto qualche piccolo grattacapo col progetto della biblioteca, con quello della nuova Rodari, con quello della palestra, con la scala antincendio di quella di via Brembo. Oltre a una dirigente architetto che è arrivata, se n'è andata in altro comune, è stata contemporaneamente i due comuni e poi è tornata: porte girevole nel paese bello da vivere.
Non ci si meraviglia quindi dal manico alla padella i genitori abbia compreso che non quadrava mai esattamente il tutto ed abbiano deciso che per il 40% dei ragazzini curnesi sia meglio frequentino altre scuole.

SE MANCA L'ASILO PUBBLICO SCAPPANO ANCHE ALLE ELEMENTARI
Perché nonostante un'offerta formativa ipertrofica il 40% dei ragazzini curnesi non frequenta le elementari in paese?. In buona sostanza una famiglia che abbia i figli alle elementari può “sbarazzarsene” per cinque giorni alla settimana dalle otto alle 17 sapendoli “in buone mani”. Alla mala parata si trovano in casa dei bulletti. Quindi se i due genitori lavorano potrebbero arrangiarsi: ma concretamente non è così. Primo di tutto ci sono i costi. La scuola pubblica -col 40% di insegnanti e personale precario- è troppo corta e aliena dal territorio: pensa al proprio “tirare avanti” piuttosto che al proprio ruolo. Anche se smentisce: ovviamente. Poi il comune non conosce nemmeno le esigenze delle famiglie. Il Comune non sa nemmeno dove va a scuola quel 40% che se la svigna: infatti se lo sapesse potrebbe dedurne le ragioni magari chiamando qualcuno che sappia fare il mestiere. Che non è il mestiere di una assessora Rota o di un assessore Pelliccioli redattori del funereo libretto esitato in proposito.
Quando una maggioranza non riesce a comprendere che non può parlare di offerta formativa quando i piccoli sono sbattuti in scuole private. A seguire i ragazzini sbattuti a scuola all'oratorio coll'insegnante di sostegno con qualche società esterna: come sacchi di patate buttati dove c'è posto momentaneamente. Basta stiano lontano da casa.
Fossimo nel sindaco chiamerei Crepet e Galimberti: magari gli danno qualche idea.
Non quei due li non perché non parlano e non sono politicamente corretti. Meglio chiamarne o sceglierne una di quelli-e che costano di meno.

L'errore fu della giunta Morelli che in vena di vendette decise di occupare lo spazio verde tra la biblioteca e le medie con la nuova Rodari. Fu un vendetta politica che finì malissimo e come tutte le vendette -vedi la biblioteca- che si fanno le forze politiche.
Adesso abbiamo tre scuole elementari e ce ne basta una ed avanza ancora posti. Il massimo della intelligenza.

Modestamente noi pensiamo che per fare tornare i pargoli nell'ovile ed aumentarne il numero sarebbe utile che il Comune avesse una scuola materna comunale o statale e non COSTRINGERE i genitori a portare i figli nelle scuole private. Che poi proseguono su quella strada. Il Comune potrebbe scambiare (solo con un contratto di affitto) l'edificio della materna in piazza del comune con quello della vecchia Rodari in modo che ci sia un giardino di dimensioni adeguate e portando l'accesso su via IV Novembre.
L'attuale scuola di via Brembo la venderei trasformabile in residenza assieme al minimo di verde necessario e demolendo la palestra. Il resto dello spazio resterebbe giardino pubblico.
Ma siamo sicuri che la giunta Saccogna non ha ne questa volontà ne questa intelligenza. Il loro disegno è inventare qualcosa da appaltare per riscuotere consensi al partito. Soprattutto non ha i soldi visto che se investi tre milioni in impianti sportivi e zero soldi nelle scuole durante la tragedia del covid resti in braghe di tela rotte. Per di più. Il problema è che di rotto non hanno solo le braghe.


TRA UOMINI E BESTIE
Per essere uno che ha imparato a 16 anni -1963- ad eseguire l'inseminazione artificiale bovina al fine di mantenere  maggiori salute e valore del patrimonio bovina aziendale  e poi ha proseguito finchè -dal 1980- ha iniziato anche a collaborare nell'embryo transfer osservare la polemica del momento  sul riconoscimento delle persone venute al mondo attraverso occasioni diverse da parte di due persone mi appare abbastanza lunare. L'impressione nasce dal fatto che l'uomo adotta (molto spesso) una tecnica che appartiene al mondo animale. Anche se non lo dice apertamente.
La tecnica di Embryo Transfer (ET) consiste nel trasferimento di embrioni da una femmina donatrice ad una o più femmine riceventi nelle quali tali embrioni vengono trapiantati. In genere cogli umani la superovulazione serve a conservare un certo numeri di voli fecondati congelandoli per eventuali fecondazioni successive nel caso il primo non abbia successo.
Oggi l'embryo transfer è eseguito con una tecnica del tutto differente da quella che praticavamo nei primi anni e proprio quest'ultima tecnica -tutta mutuata da quella bovina- viene comunemente eseguita anche con le donne. Poi la fecondazione può avvenire appunto con ampie dosi di creatività. Appreso il metodo le varianti possibili sono pressoché infinite.
Parlando di umanità, non possiamo fare a meno di riferirci al concetto di “natura” che una certa sinistra odierna vorrebbe completamente rimuoverla dall'orizzonte umano. O comunque ritenerla irrilevante rispetto alle inclinazioni degli individui. Sulla base di tale assunto, si mette in discussione il concetto di specie umana distinta dalle altre, quello di maschio e femmina come identità immodificabilmente stabilite dalla biologia. È su questa linea direttrice che una certa sinistra – considerando ininfluenti le identità maschile e femminile – rivendica con forza ideologica la possibilità delle coppie omogenitoriali di “avere” figli e vederseli riconosciuti legalmente. C'è una ragione se un “cretino” che in tre guiorni ha creato il mondo ha deciso anche di creare un maschio e una femmina quando poteva bastarne uno solo.
Capisco e condivido l'amore che una coppia omosessuale può dare a un bambino, ma voler pervicacemente applicare all'umano il principio commerciale per cui “tutto ciò che non mi è concesso dalla natura, me lo prendo o me lo compro”, mi sembra non privo di rischi (oltre che assai poco di sinistra).Appartiene alla cultura per cui l'uomo ha diritto a dominare tutto. A governare tutto. A decidere tutto. E' troppo. Soprattutto se è vero che mediamente il 40% dei bambini non è figlio esattamente dei due genitori che si dichiarano tali.