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ADESSO CHE I RICCHI CE L'HANNO FATTA
STOP AL SUPER BONUS
Non era bastato il governo Renzi a sconvolgere il codice dei contratti
e degli appalti pubblici per cancellare la concorrenza e fare tornare
in mano alla politica la scelta delle imprese e dei professionisti
dietro la finzione degli appalti gestiti dai dirigenti. Sconvolgimento
tuttora infinito visto “che ce lo chiede l'Europa” e se ce lo chiede
l'Europa… la politica non disobbedisce. Tranne che per le quote latte
oppure le concessioni balneari oppure le licenze dei taxi oppure tutta
la finzione della concorrenza introdotta nei prezzi dell'energia
piuttosto che in quelle della telefonia o sulla portabilità dei mutui o
il passaggio tra i due tassi.
Il sequel c'è stato nel primo governo giallo verde con le due trovate
internazionali: il reddito di cittadinanza (ce l'hanno tutti i Paesi!
Volete che proprio in Italia non ci sia!!!) e Quota 100 della Lega. Io
do una cosa e te e tu ne concedi una a me. La politica economica dei
bonus ( bonus bollette, bonus benzina, bonus auto e moto, bonus
trasporto pubblico, bonus 200 euro, incentivi per le imprese; bonus
edilizi: recupero patrimonio edilizio (bonus
ristrutturazioni);efficienza energetica (ecobonus);superbonus
110%;misure antisismiche (sismabonus);facciate; impianti fotovoltaici;
colonnine di ricarica; barriere architettoniche (bonus barriere 75%)
costa 112,7 miliardi di euro alle casse dello Stato. È la stima
dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui al momento in
Italia sono ancora attivi una quarantina di bonus , introdotti perlopiù
dagli ultimi due Governi per fronteggiare la pandemia e la crisi
alimentata dal conflitto in Ucraina. Secondo la Cgia, il sostegno più
esoso per l'Erario è il cosiddetto “bonus Renzi” che, al netto delle
recenti modifiche, costerà 28,3 miliardi nel triennio 2020-2022. Questa
misura, inizialmente fissata a 80 euro, è salita a 100 euro nel 2020
per volontà del Governo Conte bis. A marzo il bonus è stato
ulteriormente ridotto, con la compensazione dei meccanismi di revisione
dell'Irpef.
(....)
FANNO I BULLI COGLI ALTRI COMUNI POI CERCANO LA CARITA' AI CITTADINI
Non si comprende se i sindaci di Curno (anzi: le sindache Serra e
Gamba) quando c'era da scialare le finanze comunali per fare la figura
delle sborone (nei confronti dei colleghi maschi vicini) non hanno mai
mancato l'obiettivo. Aiutate in questo dall'ex segretaria comunale che
a noi ha sempre fatto un'impressione impressionante. Come non hanno mai
mancato l'obiettivo di essere poco credibili e assai malmostose se non
peggio (nei confronti dei colleghi vicini) salvo poi restare da sole
ogni qualvolta avevano bisogno di supporto dei colleghi. Vicende come
quella del raddoppio ferroviario (dove sono Bergamo Mozzo e Ponte san
Pietro?) oppure della rotonda di via Lecco (Ponte san Pietro e Mozzo
non pervenuti) o quella del centro autismo nell'ex Rodari (dovevano
esserci molti comuni della zona: sono rimaste da sole) ne sono dei noti
esempi eclatanti. Poi ce ne saranno di ignoti visto che non
disdegnavano qualche ipocrisia e parecchia trasparenza.
(....)
CITTA' ALTA E' UN MEZZO PER FARE I SOLDI PER POCHI
Non si è mai saputo e probabilmente non si saprà nemmeno mai com'è la
distribuzione delle proprietà immobiliari in Città Alta (chiesa,
comune, aler, privati singol, immobiliari) ma quel che è certo è il suo
destino: diventare il terzo polo di attrazione turistica assieme al
Caravaggio e all'Oriocenter. Carrara non pervenuta. Al turista che
viene (venire apposta? Diciamo: che transita…) in città alta non
importa nulla ne delle tarsie del Capoferri ne delle quadrerie della
Chiesa del Carmine e -se proprio vogliamo spingersi lontano- ne del
nuovo allestimento della Carrara oppure del rinnovamento delle piazze
di quel cimitero che il c.d. Centro Piacentiniano. Quando il turista
esce dalle Mura ha dimenticato tutto: ed è un bene visto che Città Alta
s'è costruita un'immagine da spacciare del tutto fuori rispetto alla
sua storia. Vedi cosa spacciano per la Cittadella. Un'idea di città
(alta) siffatta è una manna per i bottegai e per chi affitta spazi
commerciali o stanze. Gli alberghi aspettano il parcheggio della Fara
ma i prezzi mettono già la città fuori mercato.
(...)
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COLLEGAMENTO ALLA CARTA DEL PERCORSO CICLO PEDONALE DA CURNO ALL'ADDA LUNGO IL FIUME BREMBO
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ADESSO CHE I RICCHI CE L'HANNO FATTA
STOP AL SUPER BONUS
Non era bastato il governo Renzi a sconvolgere il codice dei contratti
e degli appalti pubblici per cancellare la concorrenza e fare tornare
in mano alla politica la scelta delle imprese e dei professionisti
dietro la finzione degli appalti gestiti dai dirigenti. Sconvolgimento
tuttora infinito visto “che ce lo chiede l'Europa” e se ce lo
chiede l'Europa… la politica non disobbedisce. Tranne che per le quote
latte oppure le concessioni balneari oppure le licenze dei taxi oppure
tutta la finzione della concorrenza introdotta nei prezzi dell'energia
piuttosto che in quelle della telefonia o sulla portabilità dei mutui o
il passaggio tra i due tassi.
Il sequel c'è stato nel primo governo giallo verde con le due trovate
internazionali: il reddito di cittadinanza (ce l'hanno tutti i Paesi!
Volete che proprio in Italia non ci sia!!!) e Quota 100 della Lega. Io
do una cosa e te e tu ne concedi una a me. La politica economica dei
bonus ( bonus bollette, bonus benzina, bonus auto e moto, bonus
trasporto pubblico, bonus 200 euro, incentivi per le imprese; bonus
edilizi: recupero patrimonio edilizio (bonus
ristrutturazioni);efficienza energetica (ecobonus);superbonus
110%;misure antisismiche (sismabonus);facciate; impianti fotovoltaici;
colonnine di ricarica; barriere architettoniche (bonus barriere 75%)
costa 112,7 miliardi di euro alle casse dello Stato. È la stima
dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui al momento in
Italia sono ancora attivi una quarantina di bonus , introdotti perlopiù
dagli ultimi due Governi per fronteggiare la pandemia e la crisi
alimentata dal conflitto in Ucraina. Secondo la Cgia, il sostegno più
esoso per l'Erario è il cosiddetto “bonus Renzi” che, al netto delle
recenti modifiche, costerà 28,3 miliardi nel triennio 2020-2022. Questa
misura, inizialmente fissata a 80 euro, è salita a 100 euro nel 2020
per volontà del Governo Conte bis. A marzo il bonus è stato
ulteriormente ridotto, con la compensazione dei meccanismi di revisione
dell'Irpef.
C'è poi il blocco dei bonus edilizi che, stando ai dati dell'Agenzia
delle Entrate, fra il 2020 e il 2021 sono costati quasi 25 miliardi.
Nello specifico, le cessioni del credito e gli sconti in fattura sono
costati 13,6 miliardi per il bonus facciate, 5,5 per l'eco-bonus, 4,9
per la ristrutturazione, 0,9 per il sismabonus e 10 milioni per le
colonnine di ricarica.
Tutta questa gran fiera dei bonus s'è tradotto nel Pil italiano che è
aumentato nel 2022 (+3,9%) e l'occupazione del 4,3%. Però l'inflazione
é salita quasi al 9 per cento nello scorso anno e Bankitalia prevede
che resti elevata, con una moderazione al 6,5 nel 2023 .
Assieme ai bonus nell'ultimo anno c'è stata la guerra russo-ucraino e
la conseguente crisi energetica. L'Agenzia Internazionale per l'Energia
(IEA) ha ricordato che l'aumento dei prezzi del gas, già iniziato
nell'autunno del 2021, era legato alla riduzione dei flussi dalla
Russia come la stessa IEA aveva denunciato a settembre.
L'allarme sulla strategia russa di creare una scarsità nel mercato e,
dunque, un aumento artificiale dei prezzi era stato poi rilanciato dal
direttore IEA Faith Birol lo scorso gennaio, senza un apparente
reazione dei Paesi europei.
Dunque, oltre ad aver creato artificialmente una difficile situazione
per i Paesi consumatori in Europa – utilizzando, va ricordato, un
meccanismo di mercato europeo assai discutibile – la Russia ha iniziato
a incassare flussi di denaro importanti per finanziare l'imminente
invasione dell'Ucraina, iniziato a mettere in difficoltà l'economia
europea e, inoltre, importanti aziende russe hanno svolto azioni di
lobby per far includere gas e nucleare nella Tassonomia verde europea.
In Italia oltre il 70% dell'inflazione complessiva è stata dovuta ai
rincari dell'energia. Poi arriva la notizia che auto e furgoni a
benzina e diesel si fermeranno nel 2035 in Europa secondo l'ultimo voto
a Strasburgo che commina la messa al bando definitiva la vendita di
veicoli a motore termico. Per portare il Vecchio Continente verso
l'obiettivo zero emissioni nel 2050. Alla fine approvato con 340 voti a
favore, 279 contrari e 21 astenuti. E in odore di riesame tra tre anni:
nel 2026 l'esecutivo Ue potrebbe riconsiderare lo stop.
Non deve stupire se un settore produttivo così rilevante come quello
energetico quando viene colpito da una legislazione che vuole (quasi)
azzerarlo nel 2035 comincia reagire operando sul mercato con un
accentuato aumento dei prezzi del prodotto venduto. Senza considerare
che le tasse e le accise sui prodotti energetici sono uno dei primi
motori di finanziamento del Paese e l'Italia come l'UE dovranno anche
decidere come-dove trovare le risorse aggiuntive ragione per cui è
probabile che anche le “nuove energie” non saranno più gratuite come lo
sono oggi in massima parte.
Ancora prima che sia chiaro l'orizzonte dei prossimi anni per gli
Italiani è chiaro che nel post pandemia abbiamo avuto due anni di
crescita del c.d. PiL: +6,7% nel 2021 e +3,9% nel 2022 ma il combinato
disposto dei mille bonus ha generato un'inflazione del +11,6% nel 2022
e viene stimata attorno al 5% nel 2023.
L'Istat ha comunicato che nel mese di gennaio 2023 l'indice nazio-nale
dei prezzi al consumo per l'intera collettività (al lordo dei tabacchi)
ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e del 10% su base
annua (da +11,6% del mese precedente); la stima preliminare era del
10,1%.
Secondo quanto indicato dall'ISTAT, la flessione del tasso di
in-flazione si deve, principalmente, al forte rallentamento su base
tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +70,2% a
-12%) e, in misura minore, di quelli degli Energetici non regolamentati
(da +63,3% a +59,3%), degli alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%)
e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da
+6,2% a +5,5%). Gli effetti di questi anda-menti sono stati solo in
parte controbilanciati dall'accelerazione dei prezzi dei Beni durevoli
(da +6,4% a +6,8%), dei Beni non du-revoli (da +6,1% a +6,7%) e dei
Servizi relativi all'abitazione (da +2,1% a +3,2%).
L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimenta-ri
freschi, accelera da +5,8% a +6% e quella al netto dei soli be-ni
energetici è rimasta stabile a +6,2%.
L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,2% per l'indice ge-nerale e a +3,2% per la componente di fondo.
Conclusione. Il ceto medio e quello ricco ha avuto una crescita
eccezionale nei due anni 2022 e 2023 mentre ai poveri è rimasta
un'inflazione del 10% che li ha colpiti massicciamente nei loro consumi
fondamentali: il cibo, l'energia, la salute.
La famiglia monoreddito non ha fatto il cappotto alla casa e nemmeno
s'è fatta la pompa di calore e neanche ha comprato l'auto ibrida.
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FANNO I BULLI COGLI ALTRI COMUNI POI CERCANO LA CARITA' AI CITTADINI
Non si comprende se i sindaci di Curno (anzi: le sindache Serra e
Gamba) quando c'era da scialare le finanze comunali per fare la figura
delle sborone (nei confronti dei colleghi maschi vicini) non hanno mai
mancato l'obiettivo. Aiutate in questo dall'ex segretaria comunale che
a noi ha sempre fatto un'impressione impressionante. Come non hanno mai
mancato l'obiettivo di essere poco credibili e assai malmostose se non
peggio (nei confronti dei colleghi vicini) salvo poi restare da sole
ogni qualvolta avevano bisogno di supporto dei colleghi. Vicende come
quella del raddoppio ferroviario (dove sono Bergamo Mozzo e Ponte san
Pietro?) oppure della rotonda di via Lecco (Ponte san Pietro e Mozzo
non pervenuti) o quella del centro autismo nell'ex Rodari (dovevano
esserci molti comuni della zona: sono rimaste da sole) ne sono dei noti
esempi eclatanti. Poi ce ne saranno di ignoti visto che non
disdegnavano qualche ipocrisia e parecchia trasparenza.
Va detto però che la seconda sindacatura della Serra e quella della
Gamba sono state fortunatissime dal punto di vista delle entrate
al Comune, e la Gamba dovrebbe ringraziare Iddio della pandemia visto
le vagonate di euro che ha incassato (tale da fare in 5 anni le spese
di sei anni e forse di sette anni).
Al dunque però la politica di puro scialo a vantaggio della marea di
questuanti che affollano l'ufficio servizi sociali delle risorse
comunali ha mostrato le mutande e i calzini bucati: la pompa di calore
per il municipio che doveva essere montata entro fine settembre è
rimasta nel magazzino del produttore (nel frattempo il progetto è stato
riaggiustato due volte) e arrivato al dunque l'appalto per il raddoppio
ferroviario, al Comune non è rimasto che ricorrere al TAR: “Presentiamo
il ricorso ma il dialogo continua. Il Sindaco ha scritto a Regione, RFI
e Viceministro per ringraziare per il recente confronto e comunicare
che continuerà l'interlocuzione in modo aperto e costruttivo, ma che
lunedì sarà depositato il ricorso al TAR, perché il termine di
impugnazione scade la prossima settimana e non è possibile rischiare.
C'è di mezzo il futuro di Curno e dei Curnesi: sarà il ricorso, in caso
di vittoria, a modulare una proficua revisione del progetto. Per tutti
i cittadini e le imprese che hanno chiesto come contribuire: l'incarico
all'avvocato ammonta a 14 mila euro e chiunque può contribuire anche
con una piccola donazione all'IBAN (…), intestato al Comune di Curno,
con causale "Ricorso Raddoppio". Grazie a tutti i concittadini che
vorranno contribuire anche a questa battaglia!” scrive il neosindaco
Saccogna che è rimasto nello studio col pavimento divelto da una micro
alluvione (nel municipio di Curno ci sono tubicini d'acqua potabile
senza valvola di blocco come ce l'hanno tutti quelli che usano la
lavatrice o il lavastoglie in casa…) per qualche mese visto che non
avevano nemmeno i 1200 euro necessari al rattoppo.
Non entriamo nel merito del raddoppio ferroviario in quanto l'argomento
esula dal contesto ma non possiamo esimerci dal ricordare tutti i casi
in cui il Comune “ha dimenticato” di chiedere la restituzione o la
compartecipazione delle spese in questi ultimi anni.
E non si tratta di 14mila euro ma di centinaia di migliaia di euro che
almeno in un caso, hanno messo il comune talmente alle strette da
rischiare il commissariamento. Nemmeno in quel caso la giunta Gamba ha
avuto il coraggio di muoversi.
Ricordiamo brevemente i casi più eclatanti.
1 – Quando si trattò di costruire via Europa (opere a carico del Centro
Commerciale) il Comune di Curno chiese al Centro Commerciale 300milioni
per pagare le aree necessarie a costruire l'opera. Il Centro
Commerciale versò la somma che venne trasferita alla
proprietaria. Dopo il primo versamento ne venne fatto un altro identico
-sempre 300 milioni di lire- sempre su richiesta del Comune di Curno al
centro Commerciale- somma versata e che rimase nelle mani della signora
per tre anni. Dopo di che il Centro Commerciale richiese la
restituzione della somma versata due volte e prontamente la fortunata
signora restituì la somma. Il fatto è che al tempo i titoli di debito
pubblico “rendevano” oltre il 10% ragion per cui la fortunata signora
guadagnò altri 90 milioni di interessi per l'“errore” compiuto
dall'UUTT del Comune di Curno e disposto dalla Giunta del tempo.
Casualmente la signora così bene beneficata era la zia del vicesindaco
di allora.
2 - Il 26 giugno 2006 il cantiere della nuova Rodari venne allagato per
colpa di un brevissimo e intensissimo temporale. Danni per 160mila euro
alla scuola. Il cantiere era ancora nelle mani dell'impresa
costruttrice (Veneziana Restauri Costruzioni) e sindaca era la prof.ssa
Perlita Serra. Le perizie (che dicevano una cosa e concludevano
l'esatto contrario) sulla prevedibilità quantità di acqua piovuta e
sulle conseguenti responsabilità fanno decidere alla Serra che sia il
Comune a pagarsi il danno “anche partendo dal fatto che siccome la
Regione aveva stanziato fondi per quell'evento meteo” il Comune
aveva fatto richiesta di ristorno. La regione non verserà mai un euro.
Altri 160 mila euro perduti.
3 – Quasi 5 anni or sono -il 18 febbraio 2018- il Comune di Curno
viene condannato a risarcire di 650mila euro i f.lli Leggeri per avere
consegnato alla Curno Shopping Center delle aree per costruire un pezzo
di via Fermi che i proprietari NON aveva venduto al Comune. Anzi: che
il Comune NON aveva chiesto di comprare. Il Comune ha transato la somma
a 617mila euro. Ma il Comune ha dimenticato – sempre nel 2018 quando
dovette versare quella somma a riparazione del maltolto- di deliberare
la richiesta a quei consiglieri che avevano votato e al segretario
comunale e dirigenti dell'ufficio che avevano preparato la delibera di
CC n.41 del 06 marzo 1980 la restituzione della somma interessi
rivalutazioni altre spese legali sostenute. Così i 13 consiglieri
comunali, il segretario comunale e i dirigenti che avevano preparato la
delibera ERRATA non sono stati chiamati a risarcire il danno fatto al
Comune. Altri 617 mila euro perduti (oltre rivalutazione interessi
sulle spese pregresse).
4 - Ma la nuova Rodari non ha finito di alleggerire le finanze
comunali. Poche settimane or sono il Comune di Curno si riserva
di chiedere il rimborso delle spese sostenute per gli interventi di
riparazione già fatti eseguire (38mila euro) in via d'urgenza ad
altre ditte, a causa del mancato intervento della VRC, fatto salvo il
risarcimento dei danni, a sensi i dell'art. 1668 C.C.”. Il Comune di
Curno chiede a una dozzina di soggetti la restituzione di 53.800 euro.
5 – La rotonda su via Lecco è stata edificata con “fondi buoni” del
Comune di Curno SENZA che siano mai stati chiesti fondi anche a Ponte
san Pietro e Mozzo visto che anche vaste porzioni di quegli abitati si
possono e debbono servirsi di questa rotonda. Tutta la popolazione di
Via Vittorio Emanuele a Ponte e quella al di sotto della ex SS342 di
Mozzo poteva essere chiamata (in proporzione con la Marigolda) a
contribuire.
Metà del costo -facendo il conto in proporzione alle popolazioni dei
tre comuni- é stato regalato dal Comune di Curno agli altri due comuni.
250mila euro
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CITTA' ALTA E' UN MEZZO PER FARE I SOLDI PER POCHI
Non si è mai saputo e probabilmente non si saprà nemmeno mai com'è la
distribuzione delle proprietà immobiliari in Città Alta (chiesa,
comune, aler, privati singol, immobiliari) ma quel che è certo è il suo
destino: diventare il terzo polo di attrazione turistica assieme al
Caravaggio e all'Oriocenter. Carrara non pervenuta. Al turista che
viene (venire apposta? Diciamo: che transita…) in città alta non
importa nulla ne delle tarsie del Capoferri ne delle quadrerie della
Chiesa del Carmine e -se proprio vogliamo spingersi lontano- ne del
nuovo allestimento della Carrara oppure del rinnovamento delle piazze
di quel cimitero che il c.d. Centro Piacentiniano. Quando il turista
esce dalle Mura ha dimenticato tutto: ed è un bene visto che Città Alta
s'è costruita un'immagine da spacciare del tutto fuori rispetto
alla sua storia. Vedi cosa spacciano per la Cittadella. Un'idea di
città (alta) siffatta è una manna per i bottegai e per chi affitta
spazi commerciali o stanze. Gli alberghi aspettano il parcheggio della
Fara ma i prezzi mettono già la città fuori mercato.
Una città messa così deve inventarsi ogni terzo giorno qualche trovata
per tirare avanti: com'è il “Bergamo e Brescia capitale della
cultura” che ha preso a manifestarsi in queste ultime settimane. Un
grande palcoscenico televisivo di terz'ordine con una serie di trovate
claunesche. A metà strada tra le discoteche, le luminarie natalizie e
il parco della preistoria di Rivolta d'Adda.
Intanto che i ristoranti e i venditori di pizzette di plastica
(perdono: d'asporto) facevano affari d'oro gli sfortunati visitatori
-quasi tutti bergamaschi e bresciani di fuori città -non trovavano ne
un mezzo pubblico ne un parcheggio esterno ma hanno trovato
raffiche di multe fino al blocco degli accessi: seguito dalla lamentela
dei bottegai che hanno visto calare di brutto gli incassi dopo la
chiusura degli accessi. Così hanno fatto tutti il “pieno”: i bottegai
nel cassetto e il comune con le multe. Che volete di più?. Non sono
mancati le polveri sottili o particolato atmosferico (PM10 e PM2.5)
pulviscolo molto fine che può comprendere sostanze nocive per la salute
quali metalli pesanti, solfati e nitrati. Queste polveri sono talmente
leggere e possono restare sospese in aria ed essere respirate. Sono
anche in grado di assorbire gas inquinanti e vapori tossici che
arrivano ai polmoni. Meglio quindi ammirare le luci in piazza che
andare sulle Mura perché lo sguardo non arriva nemmeno alla ferrovia
attraversando una atmosfera giallina ovattata di veleni.
Capisci il destino di Città Alta anche da un terzo fattore: le
fuoriserie parcheggiate lungo le vie dei colli spariscono. Segno che le
famiglie ricche migrano nei giorni serate di “pienone” a Foppolo
Clusone Castione oppure in Liguria per sfuggire al casotto.
Invece quei cittadini che non hanno la seconda casa nelle valli debbono
stare qui ad avvelenarsi vieppiù per l'eccezionale affluenza di
“Bergamo e Brescia capitale della cultura”. Amen.
La giunta Gori ha deciso che Città Alta sia il terzo polo di attrazione
assieme al Caravaggio ed all'Oriocenter. Lo so: mi sono ripetuto. In
città alta non c'è più spazio ne per i residenti poveri ne per i
visitatori che non si fanno ne spellare ne avvelenare. Pur di
sbolognare quei fetentoni che vogliono sedere sulle panchine tutti i
sabati e domeniche ci sono i banchetti. Metà dei parcheggi pubblici
sono in mano ai commessi dei negozi. Piazza Cittadella è stata
pedonalizzata tranne che per i carabinieri: c'è sempre qualcuno che ce
l'ha più lungo degli altri (cittadini).
Per completare l'opera la giunta Gori ha regalato ai Bergamaschi ed ai
visitatori tre chicche. Un abbaino che non c'era mai stato e una scala
di cemento armato in una casa vincolata. Ma la chicca migliore sono i
quattro contenitori della monnezza sui marciapiedi: un ritorno agli
anni '70. Forse vogliono imitare Roma.
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