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LA GIUNTA SACCOGNA SDOGANA ANCHE GLI STORICI FASULLI: UNO VALE UNO
La giunta Saccogna ha sdoganato l'”uno vale uno”. Vale a dire che ogni
pirla può salire in cattedra e dire la sua su qualsiasi argomento.
Probabilmente Saccogna e la sua assessora Bellezza quando hanno il
maldipancia vanno da qualche strega che li cura con una pozione. Vero
che questo lo si vede 24 ore su 24 nelle televisioni italiane ma
probabilmente questi neolauereati della giunta Saccogna il metodo va
adottato anche in Comune.
Così due emeriti ignorantoni auto presentatisi come tali: “noi non
siamo storici ma solo cultori personali” hanno tenuto all'ora
dell'apericena di un sabato una lezione sulla storia di villa Masnada.
E' partita in quarta Manuela Magni la quale ha assunto come fonte
storica un cittadino mozzese cultore di fotografia riuscendo a
condensare in un infiorato discorso una serie di balle di storia,
architettura e politica memorabili. Disse p.e. la Manuela Magni: sapete
perché il fascismo abolì i consigli comunali e raggruppò i comuni tra
di loro mettendovi a capo un podestà nominato dal prefetto?. Per
risparmiare. Un'altra perla: nel vigneto di villa Masnada nacque uno
dei vitigni più celebri della bergamasca. Chissà come e perché. Se non
è ignoranza della storia questa. In tema pensiamo che abbiano scritto
migliaia di pagine gli storici. Quelli veri. Peccato che ne la Magni ne
il Brembilla li abbiano letti. O se li hanno letti non avevano le basi
per capirli.
(...)
MELONI BUGIARDA SUI CLANDESTINI; NE ARRIVANO TANTI MA NE SCAPPANO DI PIU'
Dal cruscotto del Viminale, al 4 novembre, conta l'arrivo in Italia di
87.370 persone, il 35% in più rispetto alle 54.373 del 2021: un dato
sempre in crescita dal 2018 ma nettamente inferiore rispetto ai 111.401
migranti del 2017.
L'insediamento del governo Meloni non ha segnato un'inversione di rotta
negli arrivi. Dal giorno del cambio della guardia a Palazzo Chigi sono
oltre 9.000 i migranti che hanno messo piede sul suolo italiano. Un
numero molto più alto dei 1.778 sbarcati negli stessi dieci giorni del
2021.
Sempre guardando i dati degli ultimi dieci giorni ( a cavallo tra
ottobre e novembre), a fronte di 9.000 sbarcati in Italia, sono solo
1.080 le persone prese a bordo dalle quattro navi umanitarie in
missione. Come ha riferito il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi,
la flotta umanitaria nel 2022 ha portato in Italia appena il 16% dei
migranti sbarcati.
(...)
LA CRISI NEL PD
Stessa sceneggiata a livello nazionale e regionale (Lombardia e Lazio…)
nel PD. Non sanno chi nominare ma non mancano i concorrenti. Manca
perché il PD non esiste più come partito e quindi è un insieme di feudi
in lotta tra di loro che cadono o si risollevano cambiando il
segretario nazionale come i calzini. Maran chi? Majorino chi? Moratti
chi? Carretta chi? chi? Cottarelli chi? Bonaccini chi? DeMicheli chi?
Nardella chi? Ricci chi? Schlein chi?
Tante figurine nessun leader.
Questi sarebbero i nomi in vista ma poi dietro ci sono i pescicani
muti, quelli veri. Nomi a caso in ordine alfabetico per fare torto a
nessuno: un Bettini un Franceschini un Giachetti.
(...)
IL TRENINO NEI SOGNI DI SACCOGNA
Il sindaco Saccogna ha postato sulla sua pagina FB a proposito del caos
in corso in questi giorni per i lavori al giunto nord (direzione Isola)
del viadotto sul Brembo dell'asse interurbano. Era previsto che i
lavori iniziassero il 3 novembre e invece sono partiti con dieci giorni
di ritardo. Nessuna novità -complice la giornata di lunedì e la
pioggia- che la circolazione ad ovest della città sia collassata. Ecco
cosa scrive Saccogna: “Briantea al collasso, ancora. La soluzione?
DIMINUIRE LE MACCHINE.
(...)
Saccogna e la sua corte di consulenti dimenticano che tra Ponte e la
città ci sono tre linee di bus ATB (che tra l'altro servono meglio del
treno). Come mai dimenticano sempre il potenziamento di questo
trasporto?. Forse perché in città governa Gori?.
(...)
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COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI
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LA CRISI NEL PD
Stessa sceneggiata a livello nazionale e regionale (Lombardia e Lazio…)
nel PD. Non sanno chi nominare ma non mancano i concorrenti. Manca
perché il PD non esiste più come partito e quindi è un insieme di feudi
in lotta tra di loro che cadono o si risollevano cambiando il
segretario nazionale come i calzini. Maran chi? Majorino chi? Moratti
chi? Carretta chi? chi? Cottarelli chi? Bonaccini chi? DeMicheli chi?
Nardella chi? Ricci chi? Schlein chi?
Tante figurine nessun leader.
Questi sarebbero i nomi in vista ma poi dietro ci sono i pescicani
muti, quelli veri. Nomi a caso in ordine alfabetico per fare torto a
nessuno: un Bettini un Franceschini un Giachetti.
Quindi citando Dalla Chiesa… vedremo il solito film del centrosinistra.
Si ritrovano in un teatro milanese, ci sono i comici, gli attori, un
conduttore che illustra le bellezze del candidato, un rappresentante
del mondo Lgbt, un immigrato africano, un giovane che si occupa di beni
confiscati alla mafia, un cantautore, quindi arriva il candidato che ci
invita a riscoprire la politica, accompagnato da applausi ogni 15
parole. Ce ne andiamo felici e alle elezioni prendiamo dal 15 al 20% e
perdiamo. Rimane tutto come prima, perché dall'altra parte c'è un
blocco di potere granitico che può contare su un'ondata di consensi
tale da permettere che Daniela Santanché doppi nelle urne un
intellettuale come Carlo Cottarelli e a Sesto Emanuele Fiano perda con
Isabella Rauti.
La questione è che quando ascolti un Prodi o un D'Alema ma anche un
Bersani man mano che parlano ti viene da dire “questo lo ricordo”
oppure “questo me lo segno” oppure “bella questa visone del problema”.
Insomma anche se non sei necessariamente schierato con loro ti rendi
conto che quando parlano “ti nutrono”. Ti fanno crescere. Ciascuno di
loro ha uno stile ragione per cui Prodi ti fa arrabbiare meno dello
spigoloso D'Alema ma chiunque si rende conto che hanno qualcosa da dire
in più di un Bersani che capisci subito come sia uno cresciuto in
periferia. Bravo ragazzo laureato in filosofia che non riesce a capire
che nel mondo c'è qualcuno che pensa in grande -magari in male- oltre
le regioni italiane.
Poi dopo 30 anni di accoltellamenti ecco che il PD – quel che resta
delle fondamenta della democrazia e della Repubblica in Italia-
scartoccia un . Maran un Majorino un Carretta un Bonaccini
una DeMicheli un Nardella un Ricci una Schlein.
Per carità tutte brave e bravi ragazzi ma quando parlano è come bere un bicchiere d'acqua del sindaco. Neanche gassata.
Del resto quando vai in televisione di martedì sera e se anche vali due
ti metti a fianco di uno vale uno quando non mezzo, allora hai già
perso la faccia. Ti sei disossato da solo.
Detto questo è evidente come i 5S andrebbero col PD soltanto
riuscissero a imporre il loro candidato e programma col risultato certo
che mezzo PD non voterebbe. Quindi perderebbero. Idem il contrario.
Quindi perderebbero anche li. Per non parlare della coppia del terzo
polo.
Ecco perché forse solo se il PD e i 5S si sforzeranno di baciare la
rana Moratti forse riescono ad aggregare un elettorato che li porta al
governo. Spesso un gesto di fiducia e sfida vince sulla tattica e sulle
rivendicazioni personali o di partito.
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LA GIUNTA SACCOGNA SDOGANA ANCHE GLI STORICI FASULLI: UNO VALE UNO
La giunta Saccogna ha sdoganato l'”uno vale uno”. Vale a dire che ogni
pirla può salire in cattedra e dire la sua su qualsiasi
argomento. Probabilmente Saccogna e la sua assessora Bellezza quando
hanno il maldipancia vanno da qualche strega che li cura con una
pozione. Vero che questo lo si vede 24 ore su 24 nelle televisioni
italiane ma probabilmente questi neolauereati della giunta Saccogna il
metodo va adottato anche in Comune.
Così due emeriti ignorantoni auto presentatisi come tali: “noi non
siamo storici ma solo cultori personali” hanno tenuto all'ora
dell'apericena di un sabato una lezione sulla storia di villa Masnada.
E' partita in quarta Manuela Magni la quale ha assunto come fonte
storica un cittadino mozzese cultore di fotografia riuscendo a
condensare in un infiorato discorso una serie di balle di storia,
architettura e politica memorabili. Disse p.e. la Manuela Magni: sapete
perché il fascismo abolì i consigli comunali e raggruppò i comuni tra
di loro mettendovi a capo un podestà nominato dal prefetto?. Per
risparmiare. Un'altra perla: nel vigneto di villa Masnada nacque uno
dei vitigni più celebri della bergamasca. Chissà come e perché. Se non
è ignoranza della storia questa. In tema pensiamo che abbiano scritto
migliaia di pagine gli storici. Quelli veri. Peccato che ne la Magni ne
il Brembilla li abbiano letti. O se li hanno letti non avevano le basi
per capirli.
Poi è partito in quarta il Patrice Brembilla per raccontare l'aspetto
militare della vicenda conclusasi con 5 morti sulla collina di
Sombreno, 3 fucilati in piazza a Petosino, un altro cittadino fucilato
anch'esso in piazza per avere espresso sdegno per i cadaveri
abbandonati e infine un sordomuto che non avendo ovviamente sentito
l'ordine di fermarsi venne fucilato alle spalle dai fascisti di
Resmini. Autrice dell'attacco alla villa fu la “Valbrembo” - formazione
partigiana costituitasi attorno a don Antonio Milesi “Dami”, curato
dell'orato rio di Villa d'Almè- appartenente alle Fiamme Verdi Fratelli
Calvi.
Il quale prete non contento della tragedia che aveva appena consumato a
Curdomo-Som- breno Petosino si ripeterà nel novembre successivo quando
la Valbrembo arroccata alla cascina Como presso il passo del Cat tra la
Valle Imagna e la Valle Brembilla fu assalita da entram bi i versanti
dalle camice nere della 612ª Compagnia di Ordi- ne Pubblico, guidata da
Alberto Resmini. Il Gotti venne catturato e fucilato.
Il prete non era con la sua compagnia ma stava riparato altrove.
Iniziava il terribile inverno '44-'45 e mentre le formazioni partigiane
comuniste gielline e socialiste continuarono le loro battaglie le
formazioni cattoliche e quelle “ibride” con la mediazione del vescovo
Berna- reggi e il colonnello delle truppe tedesche operanti in Valle
Brembana Langer venivano sciolte e i loro comandanti fatti riparare in
Svizzera.
Pure il Dami prese quella strada.
Bisogna tenere presente che dal maggio 1944 in avanti scoppia
anche la vicenda delle apparizioni della Madonna delle Ghiaie che
creerà moltissimi problemi sia per la chiesa che per l'ordine pubblico.
Ed anche in questo frangente la Chiesa di Bergamo e il vescovo Berna-
reggi dimostreranno una totale incapacità a gestire la vicenda.
L'unico che meritava la fucilazione era il prete che aveva organizzato
e condotto la Valbrem- bo all'assalto della villa ed al tragico
ripiegamento conclusosi coi 10 morti di fine settembre 1944 e la
fucilazione di Angelo Gotti.
Nel 1965 un gruppo di giovani di Curno decise di intervistare quei
giovani che avevano avuto… 20 anni nel 1940 e quindi avevano fatto la
guerra la prigionia la Russia, l'internamento nei campi di
concentramento (come il fratello del nonno dell'assessora Bellezza)
seguendo i consigli di Angelo Bendotti. Intervistammo Ambrosini senior
e Corti senior che erano operai della Fervet, il Bertelli, i due
fratelli Ubiali carradori, due fratelli Bellezza, i parenti di Tarcisio
Gamba (partigiano ucciso a Pecorara), la moglie di Emilio Gabriele Nava
(un mozzese residente a Curno e già padre di due figli ammazzato a
Vedeseta), il veterinario Catta- neo e il medico di Ponte san Pietro
Ruggeri, alcuni dei parenti dei dieci fucilati a seguire della tragedia
di villa Masna da, uno dei fratelli Labus (uno della Franciacorta
proprietario di una azienda agricola a Curno fuggito in sud America
prima del 25 aprile 45), i vecchi proprietari della Carlinga prima che
fosse venduta (prima della Liberazione) ai friulani Collore do,
tentammo di intervistare Dami e (personalmente) molti anni più tardi
per tramite del Vescovo Amadei (era stato nostro insegnante di
religione) potei leggere le pagine del “cronicon” della parrocchia di
S. Maria Assunta di Curno relativo agli anni 1935-1947. Infine anche
don Mario Frizzi curato a Curno durante la seconda guerra mondiale e il
Giovanni Artifo ni comandante partigiano della piazza di Curno gli
ultimi mesi a cavallo del 25 aprile 1945.
Quello che ci stupì nelle interviste dei parenti dei dieci fucilati a
seguire della tragedia di villa Masnada fu la reazione comune: se
avessero preso il don An- tonio Milesi l'avrebbero passato per le armi.
Mentre tra le due valli minori operava un pazzo come il don Antonio
Milesi nel paese bello da vivere c'era il curato don Mario Frizzi che
ascoltava Radio Londra con le finestre di casa spalancate e così in
strada a quell'ora c'era una discreta processione di curnesi che
«passeggiavano» come sfaccendati per ascoltare.
Il quadro che ne esce non è quello di una storia partigiana ma qualcosa
d'altro che oggi queste ricostruzioni tentano di “mutare” .
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MELONI BUGIARDA SUI CLANDESTINI; NE ARRIVANO TANTI MA NE SCAPPANO DI PIU'
Dal cruscotto del Viminale, al 4 novembre, conta l'arrivo in Italia di
87.370 persone, il 35% in più rispetto alle 54.373 del 2021: un dato
sempre in crescita dal 2018 ma nettamente inferiore rispetto ai 111.401
migranti del 2017.
L'insediamento del governo Meloni non ha segnato un'inversione di rotta
negli arrivi. Dal giorno del cambio della guardia a Palazzo Chigi sono
oltre 9.000 i migranti che hanno messo piede sul suolo italiano. Un
numero molto più alto dei 1.778 sbarcati negli stessi dieci giorni del
2021.
Sempre guardando i dati degli ultimi dieci giorni ( a cavallo tra
ottobre e novembre), a fronte di 9.000 sbarcati in Italia, sono solo
1.080 le persone prese a bordo dalle quattro navi umanitarie in
missione. Come ha riferito il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi,
la flotta umanitaria nel 2022 ha portato in Italia appena il 16% dei
migranti sbarcati.
La maggior parte dei migranti è stata portata a terra da motovedette
della Guardia costiera e della Guardia di finanza, intervenute per
soccorrere grossi pescherecci o barconi partiti dalla Libia, o in
arrivo dalla rotta turca, e riusciti a entrare in zona Sar italiana. Ma
sono intervenute anche imbarcazioni di Frontex. Gli altri sono sbarchi
autonomi. Dalla Tunisia a Lampedusa, a bordo di piccoli barchini, nel
2022 sono arrivate 16.873 persone.
Fatto questo quadro dai dati ufficiali del Ministero dell'Interno ieri
in conferenza stampa la pdc Meloni ha dichiarato che la Francia
contrariamente agli accordi di Dublino2 avrebbe accolto soltanto 38
migranti al posto dei 3500 pattuiti. Il patto di solidarietà, firmato a
giugno scorso, conta l'adesione di 23 Paesi, 19 Stati membri dell'Ue e
4 paesi associati a Schengen. Di questi, tredici Stati membri hanno
accettato di fornire impegni di ricollocazione per oltre 8.000 persone
e finora Danimarca, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Svizzera hanno
fornito contributi finanziari. Dall'Italia però sono stati ricollocati
solo 112 migranti: 38 in Francia e 74 in Germania.
Quello che nessuno dice è che per la pressoche totalità dei migranti
che approdano in Italia, per loro il nostro paese è solo una tappa
intermedia per arrivare in Francia Germania Inghilterra e gli altri
paesi del nord dove trovano maggiori occasioni di accoglienza e lavoro,
soprattutto perché una buona metà di loro ha dei conoscenti se non
delle parti della loro famiglia già insediati.
Insomma non è solo il mare Mediterraneo che è un colabrodo attraversato
da centinaia di migliaia di persone che fuggono verso l'Europa ma anche
i primi paesi di approdo – Grecia Italia Spagna- sono solo delle brevi
stagioni di permanenza per questi fuggiaschi.
In effetti nessuno oggi può dire quanti degli arrivati restino in
Italia dopo sei mesi o un anno e dove finiscano quelli che se ne vanno
altrove anche perché gli altri paesi europei hanno la loro dose di
persone clandestine, proprio a partire dalla Francia.
Ecco dove sta la bugia della Meloni: fare finta che quelle 87.370
persone arrivate entro il 5 novembre si siano stabiliti in Italia.
La maggior parte delle prime domande di asilo è stata presentata in:
Germania (148 200)
Francia (103 800)
Spagna (62 100)
Italia (43 900)
Austria (36 700)
O è una bugiarda o è una ignorante o entrambe le cose.
Gli altri stati europei sanno benissimo che se anche non accolgono
“ufficialmente” più di 38 persone (Francia…) in realtà ne hanno in
groppa centinaia di migliaia ma non possono ammetterlo pubblicamente
pena lo scoppio di qualche rivolta degli autoctoni.
Noi italiani piuttosto che fare continuamente i piangina dovremmo
imparare ad accogliere prima e sloggiare subito dopo il più rapidamente
possibile chi arriva facilitandolo nella sua fuga verso ovest e nord
Europa.
Tanto è già quel che succede alla faccia di Roma Parigi Berlino Londra.
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IL TRENINO NEI SOGNI DI SACCOGNA
Il sindaco Saccogna ha postato sulla sua pagina FB a proposito del caos
in corso in questi giorni per i lavori al giunto nord (direzione Isola)
del viadotto sul Brembo dell'asse interurbano. Era previsto che i
lavori iniziassero il 3 novembre e invece sono partiti con dieci giorni
di ritardo. Nessuna novità -complice la giornata di lunedì e la
pioggia- che la circolazione ad ovest della città sia collassata. Ecco
cosa scrive Saccogna: “Briantea al collasso, ancora. La soluzione?
DIMINUIRE LE MACCHINE. Come? Con un servizio ferroviario decente e il
trenino leggero che sia davvero una valida alternativa per gli
automobilisti. Cosa fa la Regione? Affida di nuovo senza gara il
servizio a Trenord e spende 220 milioni per raddoppiare i binari per
treni pesanti SOLO tra Bergamo e Curno, senza un briciolo di idea su
come risolvere gli enormi problemi strutturali, a partire dai ponti,
tra Curno e Milano. Zero idee, zero dialogo e un progetto monco che
rischia di stare fermo decenni facendo solo danni. Mentre noi sputiamo
sangue per completare la rete ciclabile, i nostri soldi vengono
sprecati così, Proveremo a fargli cambiare idea fino alla fine, grazie
a tutti i cittadini che si stanno attivando. #raddoppiosìmanoncosì”.
Saccogna è l'erede politico di quei partiti: DC PCI PSI LEGA e FI che
quanto a trasporti di persone hanno costruito le città secondo il
modello FIAT: l'auto privata come modello unico per gli spostamenti.
Scrive il Saccogna che un servizio ferroviario decente e il trenino
leggero sarebbero davvero una valida alternativa per gli automobilisti.
E' una balla. Doppia.
Trenord-RFI dicono che faranno viaggiare 144 convogli al giorno tra
Ponte e Bergamo. Se fossero concentrati in 12 ore -tra le ore 6 e le
ore 18- vorrebbe dire dodici treni all'ora, vale a dire un treno ogni
dieci minuti che esce da Bergamo verso Ponte ed uno che arriva da Ponte
verso la città. Anche diluendo i convogli in 14 ore la frequenza
sarebbe da metropolitana milanese. Tra l'altro dai documenti ufficiali
RFI i treni che passano-passeranno sono-saranno gli stessi che
transitano sul passante ferroviario milanese.
Ma il problema non è (solo) quello di aumentare le corse negli orari di
punta. Il problema è che “le città” sono state costruite per l'auto e
non per il treno. Ne quello pesante ne il trenino che sogna Saccogna e
la sua corte di consulenti a corto di idee.
Quindi anche se fai due fermate tra Curno e Ponte per servire Mozzo,
stai sicuro che nessuno ne farà uso (tranne pochi studenti) prima di
tutto perché non c'è lo spazio per creare una stazione
minimalista ne c'è spazio per un parcheggio auto moto cicli
monopattini. A meno che hai il coraggio di espropriare qualche giardino
privato: e qui mi metto a ridere.
Oltre tutto se fai due fermate tra Ponte e Curno il tempo di
percorrenza arriva a 20 venti minuti. Aggiungi un'altra fermata a
Curno, una all'ospedale e per passare da Ponte a Bergamo devi mettere
in conto 35-40 minuti.
Se poi a Curno fai una stazione nel prato degli asinelli perché qualche
deficiente s'è inventato che la gggente va al centro commerciale in
treno… dai fategli un TSO che almeno lo salvate.
E se fai una stazione sulla piazza del comune…dove metti le auto moto bici monopattini ?.
Come ha fatto intendere questa primavera l'assessora Terzi in una
intervista con L'Eco di raddoppio tra Bergamo e Curno non se ne parla
proprio almeno finché qualcuno non scucirà mezzo miliardo di euro per
raddoppiare davvero i binari tra Bergamo e Paderno. Che è tutto dire
con nove ponti tutti protetti dalla Soprintendenza di cui non sanno
nemmeno adesso che farne. Basti pensare che SOLO tra Bergamo e Dorotina
ci sono quattro manufatti da metterci mano TUTTI protetti dalla
Soprintendenza.
Saccogna e la sua corte di consulenti dimentica che tra Ponte e la
città ci sono tre linee di bus ATB (che tra l'altro servono meglio del
treno). Come mai dimenticano sempre il potenziamento di questo
trasporto?. Forse perché in città governa Gori?.
Ultima battuta sulla croce rossa e dei carabinieri che con il solo
sottopasso pedonale di via Roma non potrebbero transitare (quindi
verrebbe meno un servizio pubblico importante) mentre coll'idea
detta dall'ass.Pelliccioli si.
Diciamo subito che uno dei motivi per cui non si può raddoppiare la
ferrovia oltre Curno è dovuto alla rampa di accesso al garage dei CC
costruita in violazione delle leggi sulle distanze. Poi aggiungiamo che
i CC di Curno stanno già adesso “compressi” in così poco spazio e
quindi si sbrighino velocemente a spostarsi nella ex caserma del CFS di
via Gamba dove hanno spazio in grande quantità. Il bello è che siccome
l'esercito non vuole spendere soldi per ristrutturare l'ex CFS allora
blocca anche il raddoppio ferroviario.
Quanto ai veicoli di soccorso per la parte a nord della ferrovia come
quella a sud ci sono strade in grande quantità: occorre però personale
addestrato che sappia dove andare anziché usare i navigatori di mia
nonna.
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