A GUARDARE ALLE COLLINE 17 NOVEMBRE 2022

























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















LA GIUNTA SACCOGNA SDOGANA ANCHE GLI STORICI FASULLI: UNO VALE UNO
La giunta Saccogna ha sdoganato l'”uno vale uno”. Vale a dire che ogni pirla può salire  in cattedra e dire la sua su qualsiasi argomento. Probabilmente Saccogna e la sua assessora Bellezza quando hanno il maldipancia vanno da qualche strega che li cura con una pozione. Vero che questo lo si vede 24 ore su 24 nelle televisioni italiane ma probabilmente questi neolauereati della giunta Saccogna il metodo va adottato anche in Comune.
Così due emeriti ignorantoni auto presentatisi come tali: “noi non siamo storici ma solo cultori personali” hanno tenuto all'ora dell'apericena di un sabato una lezione sulla storia di villa Masnada. E' partita in quarta Manuela Magni la quale ha assunto come fonte storica un cittadino mozzese cultore di fotografia riuscendo a condensare in un infiorato discorso una serie di balle di storia, architettura e politica memorabili. Disse p.e. la Manuela Magni: sapete perché il fascismo abolì i consigli comunali e raggruppò i comuni tra di loro mettendovi a capo un podestà nominato dal prefetto?. Per risparmiare. Un'altra perla: nel vigneto di villa Masnada nacque uno dei vitigni più celebri della bergamasca. Chissà come e perché. Se non è ignoranza della storia questa. In tema pensiamo che abbiano scritto migliaia di pagine gli storici. Quelli veri. Peccato che ne la Magni ne il Brembilla li abbiano letti. O se li hanno letti non avevano le basi per capirli.
(...)

MELONI BUGIARDA SUI CLANDESTINI; NE ARRIVANO TANTI MA NE SCAPPANO DI PIU'
Dal cruscotto del Viminale, al 4 novembre, conta l'arrivo in Italia di 87.370 persone, il 35% in più rispetto alle 54.373 del 2021: un dato sempre in crescita dal 2018 ma nettamente inferiore rispetto ai 111.401 migranti del 2017.
L'insediamento del governo Meloni non ha segnato un'inversione di rotta negli arrivi. Dal giorno del cambio della guardia a Palazzo Chigi sono oltre 9.000 i migranti che hanno messo piede sul suolo italiano. Un numero molto più alto dei 1.778 sbarcati negli stessi dieci giorni del 2021.
Sempre guardando i dati degli ultimi dieci giorni ( a cavallo tra ottobre e novembre), a fronte di 9.000 sbarcati in Italia, sono solo 1.080 le persone prese a bordo dalle quattro navi umanitarie in missione. Come ha riferito il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, la flotta umanitaria nel 2022 ha portato in Italia appena il 16% dei migranti sbarcati.
(...)

LA CRISI NEL PD
Stessa sceneggiata a livello nazionale e regionale (Lombardia e Lazio…) nel PD. Non sanno chi nominare ma non mancano i concorrenti. Manca perché il PD non esiste più come partito e quindi è un insieme di feudi in lotta tra di loro che cadono o si risollevano cambiando il segretario nazionale come i calzini. Maran chi? Majorino chi? Moratti chi? Carretta chi? chi? Cottarelli chi? Bonaccini chi? DeMicheli chi? Nardella chi? Ricci chi? Schlein chi?
Tante figurine nessun leader.
Questi sarebbero i nomi in vista ma poi dietro ci sono i pescicani muti, quelli veri. Nomi a caso in ordine alfabetico per fare torto a nessuno: un Bettini un Franceschini un Giachetti.
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IL TRENINO NEI SOGNI DI SACCOGNA
Il sindaco Saccogna ha postato sulla sua pagina FB a proposito del caos in corso in questi giorni per i lavori al giunto nord (direzione Isola) del viadotto sul Brembo dell'asse interurbano. Era previsto che i lavori iniziassero il 3 novembre e invece sono partiti con dieci giorni di ritardo. Nessuna novità -complice la giornata di lunedì e la pioggia- che la circolazione ad ovest della città sia collassata. Ecco cosa scrive Saccogna: “Briantea al collasso, ancora. La soluzione? DIMINUIRE LE MACCHINE.
(...)
Saccogna e la sua corte di consulenti dimenticano che tra Ponte e la città ci sono tre linee di bus ATB (che tra l'altro servono meglio del treno). Come mai dimenticano sempre il potenziamento di questo trasporto?. Forse perché in città governa Gori?.
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COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI











































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!


































































































































































































































LA CRISI NEL PD
Stessa sceneggiata a livello nazionale e regionale (Lombardia e Lazio…) nel PD. Non sanno chi nominare ma non mancano i concorrenti. Manca perché il PD non esiste più come partito e quindi è un insieme di feudi in lotta tra di loro che cadono o si risollevano cambiando il segretario nazionale come i calzini. Maran chi? Majorino chi? Moratti chi? Carretta chi? chi? Cottarelli chi? Bonaccini chi? DeMicheli chi? Nardella chi? Ricci chi? Schlein chi?
Tante figurine nessun leader.
Questi sarebbero i nomi in vista ma poi dietro ci sono i pescicani muti, quelli veri. Nomi a caso in ordine alfabetico per fare torto a nessuno: un Bettini un Franceschini un Giachetti.
Quindi citando Dalla Chiesa… vedremo il solito film del centrosinistra. Si ritrovano in un teatro milanese, ci sono i comici, gli attori, un conduttore che illustra le bellezze del candidato, un rappresentante del mondo Lgbt, un immigrato africano, un giovane che si occupa di beni confiscati alla mafia, un cantautore, quindi arriva il candidato che ci invita a riscoprire la politica, accompagnato da applausi ogni 15 parole. Ce ne andiamo felici e alle elezioni prendiamo dal 15 al 20% e perdiamo. Rimane tutto come prima, perché dall'altra parte c'è un blocco di potere granitico che può contare su un'ondata di consensi tale da permettere che Daniela Santanché doppi nelle urne un intellettuale come Carlo Cottarelli e a Sesto Emanuele Fiano perda con Isabella Rauti.
La questione è che quando ascolti un Prodi o un D'Alema ma anche un Bersani man mano che parlano ti viene da dire “questo lo ricordo” oppure “questo me lo segno” oppure “bella questa visone del problema”. Insomma anche se non sei necessariamente schierato con loro ti rendi conto che quando parlano “ti nutrono”. Ti fanno crescere. Ciascuno di loro ha uno stile ragione per cui Prodi ti fa arrabbiare meno dello spigoloso D'Alema ma chiunque si rende conto che hanno qualcosa da dire in più di un Bersani che capisci subito come sia uno cresciuto in periferia. Bravo ragazzo laureato in filosofia che non riesce a capire che nel mondo c'è qualcuno che pensa in grande -magari in male- oltre le regioni italiane.
Poi dopo 30 anni di accoltellamenti ecco che il PD – quel che resta delle fondamenta della democrazia e della Repubblica in Italia- scartoccia un . Maran un Majorino  un Carretta un Bonaccini  una DeMicheli un Nardella un Ricci una Schlein.
Per carità tutte brave e bravi ragazzi ma quando parlano è come bere un bicchiere d'acqua del sindaco. Neanche gassata.
Del resto quando vai in televisione di martedì sera e se anche vali due ti metti a fianco di uno vale uno quando non mezzo, allora hai già perso la faccia. Ti sei disossato da solo.
 Detto questo è evidente come i 5S andrebbero col PD soltanto riuscissero a imporre il loro candidato e programma col risultato certo che mezzo PD non voterebbe. Quindi perderebbero. Idem il contrario. Quindi perderebbero anche li. Per non parlare della coppia del terzo polo.
Ecco perché forse solo se il PD e i 5S si sforzeranno di baciare la rana Moratti forse riescono ad aggregare un elettorato che li porta al governo. Spesso un gesto di fiducia e sfida vince sulla tattica e sulle rivendicazioni personali o di partito.

LA GIUNTA SACCOGNA SDOGANA ANCHE GLI STORICI FASULLI: UNO VALE UNO
La giunta Saccogna ha sdoganato l'”uno vale uno”. Vale a dire che ogni pirla può salire  in cattedra e dire la sua su qualsiasi argomento. Probabilmente Saccogna e la sua assessora Bellezza quando hanno il maldipancia vanno da qualche strega che li cura con una pozione. Vero che questo lo si vede 24 ore su 24 nelle televisioni italiane ma probabilmente questi neolauereati della giunta Saccogna il metodo va adottato anche in Comune.
Così due emeriti ignorantoni auto presentatisi come tali: “noi non siamo storici ma solo cultori personali” hanno tenuto all'ora dell'apericena di un sabato una lezione sulla storia di villa Masnada. E' partita in quarta Manuela Magni la quale ha assunto come fonte storica un cittadino mozzese cultore di fotografia riuscendo a condensare in un infiorato discorso una serie di balle di storia, architettura e politica memorabili. Disse p.e. la Manuela Magni: sapete perché il fascismo abolì i consigli comunali e raggruppò i comuni tra di loro mettendovi a capo un podestà nominato dal prefetto?. Per risparmiare. Un'altra perla: nel vigneto di villa Masnada nacque uno dei vitigni più celebri della bergamasca. Chissà come e perché. Se non è ignoranza della storia questa. In tema pensiamo che abbiano scritto migliaia di pagine gli storici. Quelli veri. Peccato che ne la Magni ne il Brembilla li abbiano letti. O se li hanno letti non avevano le basi per capirli.
Poi è partito in quarta il Patrice Brembilla per raccontare l'aspetto militare della vicenda conclusasi con 5 morti sulla collina di Sombreno, 3 fucilati in piazza a Petosino, un altro cittadino fucilato anch'esso in piazza per avere espresso sdegno per i cadaveri abbandonati e infine un sordomuto che non avendo ovviamente sentito l'ordine di fermarsi venne fucilato alle spalle dai fascisti di Resmini. Autrice dell'attacco alla villa fu la “Valbrembo” - formazione partigiana costituitasi attorno a don Antonio Milesi “Dami”, curato dell'orato rio di Villa d'Almè- appartenente alle Fiamme Verdi Fratelli Calvi.
Il quale prete non contento della tragedia che aveva appena consumato a Curdomo-Som- breno Petosino si ripeterà nel novembre successivo quando la Valbrembo arroccata alla cascina Como presso il passo del Cat tra la Valle Imagna e la Valle Brembilla fu assalita da entram bi i versanti dalle camice nere della 612ª Compagnia di Ordi- ne Pubblico, guidata da Alberto Resmini. Il Gotti venne catturato e fucilato.
Il prete non era con la sua compagnia ma stava  riparato altrove.
Iniziava il terribile inverno '44-'45 e mentre le formazioni partigiane comuniste gielline e socialiste continuarono le loro battaglie le formazioni cattoliche e quelle “ibride” con la mediazione del vescovo Berna- reggi e il colonnello delle truppe tedesche operanti in Valle Brembana Langer venivano sciolte e i loro comandanti fatti riparare in Svizzera.
Pure il Dami prese quella strada.
Bisogna tenere presente che dal maggio 1944 in avanti  scoppia anche la vicenda delle apparizioni della Madonna delle Ghiaie che creerà moltissimi problemi sia per la chiesa che per l'ordine pubblico. Ed anche in questo frangente la Chiesa di Bergamo e il vescovo Berna- reggi dimostreranno una totale incapacità a gestire la vicenda.
L'unico che meritava la fucilazione era il prete che aveva organizzato e condotto la Valbrem- bo all'assalto della villa ed al tragico ripiegamento conclusosi coi 10 morti di fine settembre 1944 e la fucilazione di Angelo Gotti.
Nel 1965 un gruppo di giovani di Curno decise di intervistare quei giovani che avevano avuto… 20 anni nel 1940 e quindi avevano fatto la guerra la prigionia la Russia, l'internamento nei campi di concentramento (come il fratello del nonno dell'assessora Bellezza) seguendo i consigli di Angelo Bendotti. Intervistammo Ambrosini senior e Corti senior che erano operai della Fervet, il Bertelli, i due fratelli Ubiali carradori, due fratelli Bellezza, i parenti di Tarcisio Gamba (partigiano ucciso a Pecorara), la moglie di Emilio Gabriele Nava (un mozzese residente a Curno e già padre di due figli ammazzato a Vedeseta), il veterinario Catta- neo e il medico di Ponte san Pietro Ruggeri, alcuni dei parenti dei dieci fucilati a seguire della tragedia di villa Masna da, uno dei fratelli Labus (uno della Franciacorta proprietario di una azienda agricola a Curno fuggito in sud America prima del 25 aprile 45), i vecchi proprietari della Carlinga prima che fosse venduta (prima della Liberazione) ai friulani  Collore do, tentammo di intervistare Dami e (personalmente) molti anni più tardi per tramite del Vescovo Amadei (era stato nostro insegnante di religione) potei leggere le pagine del “cronicon” della parrocchia di S. Maria Assunta di Curno relativo agli anni 1935-1947. Infine anche don Mario Frizzi curato a Curno durante la seconda guerra mondiale e il Giovanni Artifo ni comandante partigiano della piazza di Curno gli ultimi mesi a cavallo del 25 aprile 1945.
Quello che ci stupì nelle interviste dei parenti dei dieci fucilati a seguire della tragedia di villa Masnada fu la reazione comune: se avessero preso il don An- tonio Milesi l'avrebbero passato per le armi.
Mentre tra le due valli minori operava un pazzo come il don Antonio Milesi nel paese bello da vivere c'era il curato don Mario Frizzi che ascoltava Radio Londra con le finestre di casa spalancate e così in strada a quell'ora c'era una discreta processione di curnesi che «passeggiavano» come sfaccendati per ascoltare.
Il quadro che ne esce non è quello di una storia partigiana ma qualcosa d'altro che oggi queste ricostruzioni tentano di “mutare” .

MELONI BUGIARDA SUI CLANDESTINI; NE ARRIVANO TANTI MA NE SCAPPANO DI PIU'
Dal cruscotto del Viminale, al 4 novembre, conta l'arrivo in Italia di 87.370 persone, il 35% in più rispetto alle 54.373 del 2021: un dato sempre in crescita dal 2018 ma nettamente inferiore rispetto ai 111.401 migranti del 2017.
L'insediamento del governo Meloni non ha segnato un'inversione di rotta negli arrivi. Dal giorno del cambio della guardia a Palazzo Chigi sono oltre 9.000 i migranti che hanno messo piede sul suolo italiano. Un numero molto più alto dei 1.778 sbarcati negli stessi dieci giorni del 2021.
Sempre guardando i dati degli ultimi dieci giorni ( a cavallo tra ottobre e novembre), a fronte di 9.000 sbarcati in Italia, sono solo 1.080 le persone prese a bordo dalle quattro navi umanitarie in missione. Come ha riferito il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, la flotta umanitaria nel 2022 ha portato in Italia appena il 16% dei migranti sbarcati.
La maggior parte dei migranti è stata portata a terra da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, intervenute per soccorrere grossi pescherecci o barconi partiti dalla Libia, o in arrivo dalla rotta turca, e riusciti a entrare in zona Sar italiana. Ma sono intervenute anche imbarcazioni di Frontex. Gli altri sono sbarchi autonomi. Dalla Tunisia a Lampedusa, a bordo di piccoli barchini, nel 2022 sono arrivate 16.873 persone.
Fatto questo quadro dai dati ufficiali del Ministero dell'Interno ieri in conferenza stampa la pdc Meloni ha dichiarato che la Francia contrariamente agli accordi di Dublino2 avrebbe accolto soltanto 38 migranti al posto dei 3500 pattuiti. Il patto di solidarietà, firmato a giugno scorso, conta l'adesione di 23 Paesi, 19 Stati membri dell'Ue e 4 paesi associati a Schengen. Di questi, tredici Stati membri hanno accettato di fornire impegni di ricollocazione per oltre 8.000 persone e finora Danimarca, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Svizzera hanno fornito contributi finanziari. Dall'Italia però sono stati ricollocati solo 112 migranti: 38 in Francia e 74 in Germania.
Quello che nessuno dice è che per la pressoche totalità dei migranti che approdano in Italia, per loro il nostro paese è solo una tappa intermedia per arrivare in Francia Germania Inghilterra e gli altri paesi del nord dove trovano maggiori occasioni di accoglienza e lavoro, soprattutto perché una buona metà di loro ha dei conoscenti se non delle parti della loro famiglia già insediati.
Insomma non è solo il mare Mediterraneo che è un colabrodo attraversato da centinaia di migliaia di persone che fuggono verso l'Europa ma anche i primi paesi di approdo – Grecia Italia Spagna- sono solo delle brevi stagioni di permanenza per questi fuggiaschi.


In effetti nessuno oggi può dire quanti degli arrivati restino in Italia dopo sei mesi o un anno e dove finiscano quelli che se ne vanno altrove anche perché gli altri paesi europei hanno la loro dose di persone clandestine, proprio a partire dalla Francia.
Ecco dove sta la bugia della Meloni: fare finta che quelle 87.370 persone arrivate entro il 5 novembre si siano stabiliti in Italia.
La maggior parte delle prime domande di asilo è stata presentata in:
Germania (148 200)
Francia (103 800)
Spagna (62 100)
Italia (43 900)
Austria (36 700)

O è una bugiarda o è una ignorante o entrambe le cose.
Gli altri stati europei sanno benissimo che se anche non accolgono “ufficialmente” più di 38 persone (Francia…) in realtà ne hanno in groppa centinaia di migliaia ma non possono ammetterlo pubblicamente pena lo scoppio di qualche rivolta degli autoctoni.
Noi italiani piuttosto che fare continuamente i piangina dovremmo imparare ad accogliere prima e sloggiare subito dopo il più rapidamente possibile chi arriva facilitandolo nella sua fuga verso ovest e nord Europa.
Tanto è già quel che succede alla faccia di Roma Parigi Berlino Londra.


IL TRENINO NEI SOGNI DI SACCOGNA
Il sindaco Saccogna ha postato sulla sua pagina FB a proposito del caos in corso in questi giorni per i lavori al giunto nord (direzione Isola) del viadotto sul Brembo dell'asse interurbano. Era previsto che i lavori iniziassero il 3 novembre e invece sono partiti con dieci giorni di ritardo. Nessuna novità -complice la giornata di lunedì e la pioggia- che la circolazione ad ovest della città sia collassata. Ecco cosa scrive Saccogna: “Briantea al collasso, ancora. La soluzione? DIMINUIRE LE MACCHINE. Come? Con un servizio ferroviario decente e il trenino leggero che sia davvero una valida alternativa per gli automobilisti. Cosa fa la Regione?  Affida di nuovo senza gara il servizio a Trenord e spende 220 milioni per raddoppiare i binari per treni pesanti SOLO tra Bergamo e Curno, senza un briciolo di idea su come risolvere gli enormi problemi strutturali, a partire dai ponti, tra Curno e Milano. Zero idee, zero dialogo e un progetto monco che rischia di stare fermo decenni facendo solo danni. Mentre noi sputiamo sangue per completare la rete ciclabile, i nostri soldi vengono sprecati così, Proveremo a fargli cambiare idea fino alla fine, grazie a tutti i cittadini che si stanno attivando. #raddoppiosìmanoncosì”.
Saccogna è l'erede politico di quei partiti: DC PCI PSI LEGA e FI che quanto a trasporti di persone hanno costruito le città secondo il modello FIAT: l'auto privata come modello unico per gli spostamenti.
Scrive il Saccogna che un servizio ferroviario decente e il trenino leggero sarebbero davvero una valida alternativa per gli automobilisti.
E' una balla. Doppia.
Trenord-RFI dicono che faranno viaggiare 144 convogli al giorno tra Ponte e Bergamo. Se fossero concentrati in 12 ore -tra le ore 6 e le ore 18- vorrebbe dire dodici treni all'ora, vale a dire un treno ogni dieci minuti che esce da Bergamo verso Ponte ed uno che arriva da Ponte verso la città. Anche diluendo i convogli in 14 ore la frequenza sarebbe da metropolitana milanese. Tra l'altro dai documenti ufficiali RFI i treni che passano-passeranno sono-saranno gli stessi che transitano sul passante ferroviario milanese.
Ma il problema non è (solo) quello di aumentare le corse negli orari di punta. Il problema è che “le città” sono state costruite per l'auto e non per il treno. Ne quello pesante ne il trenino che sogna Saccogna e la sua corte di consulenti a corto di idee.
Quindi anche se fai due fermate tra Curno e Ponte per servire Mozzo, stai sicuro che nessuno ne farà uso (tranne pochi studenti) prima di tutto perché non c'è lo spazio per creare una stazione minimalista  ne c'è spazio per un parcheggio auto moto cicli monopattini. A meno che hai il coraggio di espropriare qualche giardino privato: e qui mi metto a ridere.
Oltre tutto se fai due fermate tra Ponte e Curno il tempo di percorrenza arriva a 20 venti minuti. Aggiungi un'altra fermata a Curno, una all'ospedale e per passare da Ponte a Bergamo devi mettere in conto 35-40 minuti.
Se poi a Curno fai una stazione nel prato degli asinelli perché qualche deficiente s'è inventato che la gggente va al centro commerciale in treno… dai fategli un TSO che almeno lo salvate.
E se fai una stazione sulla piazza del comune…dove metti le auto moto bici monopattini ?.

Come ha fatto intendere questa primavera l'assessora Terzi in una intervista con L'Eco di raddoppio tra Bergamo e Curno non se ne parla proprio almeno finché qualcuno non scucirà mezzo miliardo di euro per raddoppiare davvero i binari tra Bergamo e Paderno. Che è tutto dire con nove ponti tutti protetti dalla Soprintendenza di cui non sanno nemmeno adesso che farne. Basti pensare che SOLO tra Bergamo e Dorotina ci sono quattro manufatti da metterci mano TUTTI protetti dalla Soprintendenza.

Saccogna e la sua corte di consulenti dimentica che tra Ponte e la città ci sono tre linee di bus ATB (che tra l'altro servono meglio del treno). Come mai dimenticano sempre il potenziamento di questo trasporto?. Forse perché in città governa Gori?.

Ultima battuta sulla croce rossa e dei carabinieri che con il solo sottopasso pedonale di via Roma non potrebbero transitare (quindi verrebbe meno un servizio pubblico importante)  mentre coll'idea detta dall'ass.Pelliccioli si.
Diciamo subito che uno dei motivi per cui non si può raddoppiare la ferrovia oltre Curno è dovuto alla rampa di accesso al garage dei CC costruita in violazione delle leggi sulle distanze. Poi aggiungiamo che i CC di Curno stanno già adesso “compressi” in così poco spazio e quindi si sbrighino velocemente a spostarsi nella ex caserma del CFS di via Gamba dove hanno spazio in grande quantità. Il bello è che siccome l'esercito non vuole spendere soldi per ristrutturare l'ex CFS allora blocca anche il raddoppio ferroviario.
Quanto ai veicoli di soccorso per la parte a nord della ferrovia come quella a sud ci sono strade in grande quantità: occorre però personale addestrato che sappia dove andare anziché usare i navigatori di mia nonna.