A GUARDARE ALLE COLLINE 02 OTTOBRE 2022

























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















VOTARE CAMBIANDO PARTITO COME SI CAMBIANO I CALZINI
Gli italiani, da parecchio tempo, hanno deciso di prendere due strade molto nette: in primo luogo, l’estrema mobilità elettorale. Dove, nel breve volgere di una legislatura, ci sono partiti che passano dal 3-4% al 25-30%. In parallelo a questo libertinaggio elettorale procede e si approfondisce l’assenteismo dalle urne.
Alla Camera nel 2022 su 46.021.956 elettori sono andati a votare solo 27.627.054 vale a dire il 60,03%. Nel 2018 avevano votato in 33.924.110 rispetto a 46.719.637 elettori : vale a dire il 72,6% . Esclusi (nel 2018) i 99mila della Valle d'Aosta e quelli all'estero. I partiti hanno perso per strada non meno di 6,297 milioni di elettori (in Italia).
Il PD da solo che aveva raggranellato 6 161 896 elettori nel 2018  cinque anni dopo ne porta a casa 5.141.796 vale a dire ne ha persi poco più di un milione. Perdere in Emilia dieci collegi su sedici e in Toscana dieci su tredici è un’umiliazione inemendabile. Passerà alla storia. I “nemici interni”, il PD li ha tutti nella propria metà campo: il campo largo, per definizione non si poteva fare — è non era una questione politica ma di narcisismi, soprattutto. Di egolatrie ferite. “È l’intero modello su cui il Pd si fonda che va smantellato”. Proprio così.
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ROTONDA DI VIA LECCO: SBAGLIATA ANCHE QUESTA?
All'ufficio tecnico della Provincia di Bergamo hanno benissimo compreso che i politici e i dirigenti dei lavori pubblici del paese bello da vivere si possono prendere sottogamba vedasi i casini combinati da quelli con la biblioteca, la new Rodari, del CVI1 e 2, la via Dalmine, la pista ciclabile lungofiume. Per citare gli esempi più eclatanti. E così non poteva accadere anche con la new rotonda su via Lecco di progettazione provinciale ma di finanziamento comunale per la sua fattura con soldi buoni, non regalati da Roma.  Non ce ne siamo accorti solo noi “che qualcosa non gira per il verso giusto” ma ci è bastato ascoltare in una vicina pizzeria la
chiacchierata di alcuni  degli automobilisti che quotidianamente passano -qualcuno anche quattro volte al giorno- sul posto.
Dove starebbe l'errore nella progettazione da parte della Provincia della  nuova rotonda? Bastava fosse spostata di  qualche metro (tra tre e cinque metri per intenderci) a sud e in questo modo la direttrice da Bergamo verso Lecco restava in corsia riservata ed esclusiva senza obbligare chi transita a fare la rotonda. Via Lecco venne costruita -dalle Crocette alla Merena- dopo il 1918 da una parte per occupare i reduci della guerra rimasti disoccupati e dall'altra parte per collegare la città con Ponte con la tranvia visto che Ponte aveva sede l'industria aeronautica nazionale Caproni.
(...)

PD:UN PARTITO SENZA FUTURO. I BOOMERS STANNO PER FINIRE
I boomer li riconosci subito, sono la generazione della casa di proprietà, del posto fisso, delle pensioni. Sono quelli che ci hanno insegnato che prima studi, poi compri casa, ti sposi e fai un figlio. Che ci hanno ripetuto da sempre che se salti uno solo di questi passaggi, hai fallito. Ci hanno illuso dicendoci che avremmo semplicemente dovuto fare quello che avevano fatto loro, senza pensare che il mondo che viviamo oggi è anche un mondo di guerre, pandemie e crisi climatiche.
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COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI











































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































VOTARE CAMBIANDO PARTITO COME SI CAMBIANO I CALZINI

Gli italiani, da parecchio tempo, hanno deciso di prendere due strade molto nette: in primo luogo, l’estrema mobilità elettorale. Dove, nel breve volgere di una legislatura, ci sono partiti che passano dal 3-4% al 25-30%. In parallelo a questo libertinaggio elettorale procede e si approfondisce l’assenteismo dalle urne.
Alla Camera nel 2022 su 46.021.956 elettori sono andati a votare solo 27.627.054 vale a dire il 60,03%. Nel 2018 avevano votato in 33.924.110 rispetto a 46.719.637 elettori : vale a dire il 72,6% . Esclusi (nel 2018) i 99mila della Valle d'Aosta e quelli all'estero. I partiti hanno perso per strada non meno di 6,297 milioni di elettori (in Italia).
Il PD da solo che aveva raggranellato 6 161 896 elettori nel 2018  cinque anni dopo ne porta a casa 5.141.796 vale a dire ne ha persi poco più di un milione. Perdere in Emilia dieci collegi su sedici e in Toscana dieci su tredici è un’umiliazione inemendabile. Passerà alla storia. I “nemici interni”, il PD li ha tutti nella propria metà campo: il campo largo, per definizione non si poteva fare — è non era una questione politica ma di narcisismi, soprattutto. Di egolatrie ferite. “È l’intero modello su cui il Pd si fonda che va smantellato”. Proprio così.
La Lega che aveva raggranellato un fantastico bottino di 5 698 687 voti ne porta a casa cinque anni dopo 2.409.527. Ne ha persi quasi 3,3 milioni.
Fratelli d'Italia dilaga anche nelle roccaforti della Lega in Lombardia. In paesi simbolo del Caroccio come Gemonio in provincia di Varese, cittadina dove vive Umberto Bossi, Ponte di Legno in provincia di Brescia, dove il Senatùr faceva il suo comizio di Ferragosto e Pontida dove si svolge il tradizionale raduno leghista, non sventola più la bandiera verde. Ed è il tempo del partito di GIorgia Meloni.
Il dato più schiacciante è quello di Ponte di Legno: qui Fratelli d'Italia è arrivato al 44,32% alla Camera e al 45,05% al Senato mentre la Lega si è fermata al 17,41 per Montecitorio e al 17,01 per Palazzo Madama. Sembra cambiato tutto dal 2018 quando il Carroccio era sopra il 40%, Forza Italia fra il 17 e il 18 e FdI non arriva all'8 per cento. A Gemonio Fratelli d'Italia supera oggi il 29 per cento, arrivando quasi a doppiare la Lega che si ferma poco sopra il 15. Un risultato simile a quello di Cassano Magnago dove è nato Bossi: Meloni è oltre il 30% mentre la Lega ottiene la metà delle preferenze, fra il 16,29 al Senato e 15,84 alla Camera. Meno forte, ma comunque presente, un divario evidente anche a Pontida, dove la Lega organizza il tradizionale raduno: Fratelli d'Italia supera il 30 mentre il Carroccio si ferma al 23.
Trionfo, dunque, per Giorgia Meloni e il suo partito di post-missini, che ora verrà assediato da profferte di collaborazione da ogni parte, soprattutto dai cosiddetti poteri forti che offriranno alla bicicletta fortemente voluta dalla premier in pectore quelle che ho definito rotelline stabilizzatrici, per aiutarla a pedalare.
Il carro della vincitrice traina il carrello dei bolliti: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
Probabile che entrambi questi partiti cambino il segretario nelle prossime settimane o mesi ma quando un partito si affloscia con queste grandezze significa che non ha più la capacità di intercettare le richieste degli elettori potenziali.
Infine. il neo-pci a trazione neo-borbonica. Come dimostra la rinascita dell’ex entità colliquata nota come M5S che ora diventa Pci, Partito contiano italiano, guidato dall’avvocato del popolo con gratuito patrocinio a carico delle prossime generazioni di contribuenti o dell’Europa, al loro buon cuore.
Il neo-Pci incorporerà, in una federazione di progresso populista, gli assai poco amabili resti del maggior partito zombie d’Italia, il Pd. Che, spinto dalla sua ala sinistra e dall’imprescindibile magistero moralistico-cultural-intellettuale della Dittarella, aka Articolo 1 (per cento), si consegnerà a questo esperimento a trazione neo-borbonica. Ci sarà una interessante divisione del lavoro: Conte non punta a usare il fisco per punire i ricchi da 40 mila euro in su, i suoi prossimi egemonizzati la pensano diversamente.
Ma forse la strategia del neo-Pci è davvero astutamente geniale: puntare a riprendersi il paese, all’avanzare verso nord della linea della povertà e del dissesto. Ce la possiamo fare, le idee di politica economica non mancano, in quella direzione. Ci sono ancora troppe Italie, in effetti: serve unificarle, dopo oltre 160 anni. La povertà farà il suo corso.

Nonostante tutto questo caos manifestiamo la nostra soddisfazione (da non votanti) prendendo atto che la prima donna presidente del consiglio sarà una neo fascista dopo 70 anni di battaglie catto comuniste e liberali in favore delle donne. Secondo l'analisi dei flussi di voto elaborata da Swg le donne hanno votato Giorgia Meloni. E il Pd. Se si guarda solo all'elettorato femminile a scegliere FdI e il suo "voglio dare alla donne il diritto di non abortire" è il 27% di chi si è recato alle urne. In un Paese dove i maschi ammazzano mediamente una donna ogni tre giorni diventa PdC una donna che “gli uomini non hanno proprio tutte le colpe”.
Prendiamo atto che il futuro governo non potrà che schierare – 30 anni dopo!- gran parte quello che fu il Berlusconi 1 e 2 e 3 e 4  dal 10 maggio 1994 al 16 novembre 2011 corretto in peggio per via delle naturali dipartite.
Prendiamo atto che gli elettori si invaghiscono delle merci esposte dalla tivù piuttosto che ragionare per conto proprio: risultato di una tv piena zeppa 24 ore su 24 di talkshow visto che produrli costa praticamente zero.
Prendiamo atto che il PD è sostanzialmente il partito dei pensionati che in massima parte sono tutti pre pensionati o ex dipendenti pubblici, tutti con un sostanzioso gruzzolo di BOT in banca e la casa di proprietà. Partito dei pensionati e da un paio d'anni anche dei professionisti spudoratamente graziati economicamente dai mille bonus inventati dai governi Conte uno Conte due, Draghi uno.
Prendiamo atto che la scuola è un vaglio che scarta massicciamente i propri allievi relegandoli in una mano speciale (con moltissime esclusioni però) . Che è un modo per gli insegnanti di aumentarsi lo stipendio lavorando di meno. Leggiamo cosa scrive il Corriere: Sempre più alunni disabili nelle scuole milanesi. Il numero di studenti con necessità di assistenza educativa è aumentato, dal 2016 al 2022, del 33% nei nidi e nelle mater­ne, del 66% alle primarie e del 58% alle medie. Numeri del report «Inclusione e disabilità nei Servizi educativi e scola­stici», presentati ieri dalla vi­ce sindaca Anna Scavuzzo in commissione educazione.
Nei prossimi giorni leggeremo (ci crederemo?) come si sono comportati i diciottenni. Intanto si legge che gli elettori sotto i 34 anni hanno punito i partiti tradizionali, a dimostrazione di quanto si sentano tagliati fuori dai progetti e dai programmi dei gruppo Mainstream. E abbiano a cuore clima, lavoro e futuro: sempre dal rapporto di YouTrend gli elettori più giovani , soprattutto i ragazzi che manifestano per i Friday for Future hanno scelto Fratoianni e Bonelli, e una percentuale, a sorpresa alta, ha scelto il Partito Comunista di Marco Rizzo, che a livello nazionale si ferma allo 0,26% ma tra gli under 25 si attesta a un rispettabile 1,7%. Numeri del tutto insignificanti.

Curno: il paese bello da vivere.
Prima di tutto si vede che è un paese che non cresce: + 25 elettori in cinque anni. Ci sarà una ragione se un paese così bene collegato con la città e che vanta – secondo la banda di Vivere Curno e il controcanto di obiettivo Curno- un piano del diritto allo studio da 100 euro a cranio per abitante. Che vanta decine di corsi di ogni tipo finanziati dal comune. Che vanta il più bell’ufficio dei servizi sociali di tutto il reame. Che vanta Felicittà. Che vanta Pianeti prossimi. Insomma a Curno proprio la gggggente non ci vuole venire: nemmeno nelle nuove case anfetaminizzate.
I numeri li leggete in tabella. Il PD perde un terzo dei voti. La Lega e i 5S ne perdono due terzi. Forza Italia ne perde un quinto. I Fratellini d’Italia si moltiplicano per sei. Se non è un paese di vecchi crapuloni ed egoisti questo trovatene uno migliore.
Qui come altrove i partiti non si vedono più perchè i tenutari del potere dentro quelli non vogliono disturbatori. Pochi giorni prima delle elezioni Vivere Curno ha radunato la sua Duma che mette assieme illustri ignoranti (della storia patria) ed emeriti meritevoli di confino per il cesso di paese sono riusciti e combinare assieme dopo 70 anni di Repubblica. Un comune ormai prossimo al collasso finanziario se non arriveranno più i regalini -sfruttati malissimo anche quelli- da Milano e Roma.

ROTONDA DI VIA LECCO: SBAGLIATA ANCHE QUESTA?

All'ufficio tecnico della Provincia di Bergamo hanno benissimo compreso che i politici e i dirigenti dei lavori pubblici del paese bello da vivere si possono prendere sottogamba vedasi i casini combinati da quelli con la biblioteca, la new Rodari, del CVI1 e 2, la via Dalmine, la pista ciclabile lungofiume. Per citare gli esempi più eclatanti. E così non poteva accadere anche con la new rotonda su via Lecco di progettazione provinciale ma di finanziamento comunale per la sua fattura con soldi buoni, non regalati da Roma.  Non ce ne siamo accorti solo noi “che qualcosa non gira per il verso giusto” ma ci è bastato ascoltare in una vicina pizzeria la
chiacchierata di alcuni  degli automobilisti che quotidianamente passano -qualcuno anche quattro volte al giorno- sul posto.
Dove starebbe l'errore nella progettazione da parte della Provincia della  nuova rotonda? Bastava fosse spostata di  qualche metro (tra tre e cinque metri per intenderci) a sud e in questo modo la direttrice da Bergamo verso Lecco restava in corsia riservata ed esclusiva senza obbligare chi transita a fare la rotonda. Via Lecco venne costruita -dalle Crocette alla Merena- dopo il 1918 da una parte per occupare i reduci della guerra rimasti disoccupati e dall'altra parte per collegare la città con Ponte con la tranvia visto che Ponte aveva sede l'industria aeronautica nazionale Caproni.
Nei primi anni '60 poi venne scavalcata dalla Dalmine-Almè ma la sezione della strada -una volta tolta di mezzo la tranvia- ha in quella zona una larghezza spropositata: più di 32 mt. Non contenti di questo gli arguti progettisti della nuova rotonda hanno bene pensato di effettuare anche una verifica geologica sul posto dal momento che siccome una strada è giovanissima di soli 100 anni e l'altra di soli 60 anni, non volevano correre il rischio che sprofondassero in qualche dolina mai apparsa finora.

Per concludere al meglio l'opera “in teoria” lungo la via lato sud dovrebbe passare la pista pedonale e ciclabile dalla Merena a via Buelli la quale dovrà attraversare la bretella che da via Lecco sale sulla Almè-Dalmine. A rischio dei pedoni e degli improbabili ciclisti quando mai verrà realizzate quell'opera. Sempre per concludere l'opera invece di inserire un cordolo centrale tra la rotonda e via Dorotina in maniera da impedire ai soliti furbi di usare il benzinaio per l'inversione di marcia il cordolo termina immediatamente.
Poi ci sarebbe da abolire lo stop su via Lecco in vantaggio di chi esce verso Bergamo dalla SP470 Dalmine Almè dal momento che sulla via Lecco ci passano cento veicoli mentre dalla SP 470 ne escono  venti. Ma qui siamo nell'alto dei cieli e quindi?.

I boomer li riconosci subito, sono la generazione della casa di proprietà, del posto fisso, delle pensioni. Sono quelli che ci hanno insegnato che prima studi, poi compri casa, ti sposi e fai un figlio. Che ci hanno ripetuto da sempre che se salti uno solo di questi passaggi, hai fallito. Ci hanno illuso dicendoci che avremmo semplicemente dovuto fare quello che avevano fatto loro, senza pensare che il mondo che viviamo oggi è anche un mondo di guerre, pandemie e crisi climatiche.
Certo è che se il capo di un partito che nel 2018 aveva preso 7,5 milioni di voti e cinque anni dopo ne porta a casa 4,3 può andare in TV a dire che ha vinto le elezioni, ci deve essere qualcosa di velenoso nell'aria. Mi riferisco ai 5S.
Certo è che se il capo di un altro partito che nel 2018 aveva preso 5,7 milioni di voti e cinque anni dopo ne porta a casa 2,4 va in giro a dire che ha vinto le elezioni e vuole fare il ministro dell'interno, ci deve essere qualcosa di velenoso nell'aria. Mi riferisco alla Lega.
Certo è che se il capo di un altro partito che nel 2018 aveva preso 6,4 milioni di voti e cinque anni dopo ne porta a casa 1 milione in meno va in giro a dire che ha perso le elezioni ci deve essere qualcosa di velenoso nell'aria. Mi riferisco al PD.
Se poi del trio suddetto guardassimo le percentuali -visto l'ulteriore riduzione dei votanti- quanto siano sballate certe affermazioni emerge ancora più evidente.
Tutti quindi al capezzale di un PD morente o perlomeno presunto tale e fatto salva l'opinione secondo la quale gli elettori ormai vanno a votare così come cambiano l'aifone 13 coll'aifone 14 solo perché è nuovo sperando in chissà quali meraviglie. Salvo accorgersi che di miglioramenti ce ne sono zero.
La situazione a nostro modesto avviso è che la generazione degli elettori piddini sta scomparendo per estinzione naturale.
I boomers sono stati la generazione più fortunata dal 1900 in poi. Non hanno mai sopportato una guerra. Hanno la salute gratis e comunque hanno i soldi in banca per quella privata. Hanno trovato lavoro facilmente. Hanno avuto buoni salari e stipendi. Oltre la metà di loro ha goduto anche di una super liquidazione purché smettessero perfino di lavorare. La stragrande maggioranza di loro ha fatto un po’  di lavoro nero in pensione e anche prima. Hanno tutti la casa (di proprietà). Hanno un gruzzolo in banca. E' stata la generazione che andava in piazza in massa il 25 aprile e il 1° maggio, un po' meno il 2 giugno e pochissimo il IV novembre.
Questa generazione e quella parte di loro genitori ancora sopravvissuti sono stati falciati dal covid che s'è dimostrato ancora una volta una pandemia classista: ha ammazzato per la maggior parte quelli più poveri. Poveri se non di soldi perlomeno nella testa.
Inutile quindi consigliare al PD di cambiare nome o segretario (quello lo fanno a gettone). Inutile quindi suggerire al PD di spostarsi più a sinistra o più al centro.
In questo gioco italiano di giocare volta per volta (elezione dopo elezione) un nuovo jolly purché questo faccia debito pubblico e garantisca – vedi storiacce del 110% e quanto ivi collegato- una massiccia crescita dei costi tutti a carico dello stato. Una delle cause dell'inflazione nazionale sta proprio in questo: lo stato fa debito per aumentare i costi. Quindi l'inflazione. Un lavoro che poteva costare 1000 viene fatturato 2000 tanto mille ce li mette lo stato. Il tragicomico è che questa idea l'hanno avuta e la difendono a spada tratta proprio quelli che hanno inventato il RdC per i poveri ed alla classe media evasora fiscale per antonomasia il raddoppio dei ricavi a carico dello Stato. Tutti contenti col coro dei secondi (chi fa i lavori del 110%) contro i poltronari del RdC.
La prospettiva quindi è quella che negli anni a venire il Paese elettorale (cioè quelli che ancora vanno a votare) si divida tra chi ha un approccio abbastanza onesto alle cose e chi ce l'ha del tutto disonesto appena possibile. Poi sul resto si fissano bandiere da essere svolazzate in piazza o in tv.
Ecco perché con questa legge elettorale bisognava che le due aree politiche culturali del Paese mettessero entrambe assieme. Una e l'altra. Invece le mille sagome della politica, gente che in buona parte nel civile sopravviverebbe solo col RdC, se lo sono voluti misurare.
Stavolta ce l’ha più lungo la Meloni.