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VOTARE CAMBIANDO PARTITO COME SI CAMBIANO I CALZINI
Gli italiani, da parecchio tempo, hanno deciso di prendere due strade
molto nette: in primo luogo, l’estrema mobilità elettorale. Dove, nel
breve volgere di una legislatura, ci sono partiti che passano dal 3-4%
al 25-30%. In parallelo a questo libertinaggio elettorale procede e si
approfondisce l’assenteismo dalle urne.
Alla Camera nel 2022 su 46.021.956 elettori sono andati a votare solo
27.627.054 vale a dire il 60,03%. Nel 2018 avevano votato in 33.924.110
rispetto a 46.719.637 elettori : vale a dire il 72,6% . Esclusi (nel
2018) i 99mila della Valle d'Aosta e quelli all'estero. I partiti hanno
perso per strada non meno di 6,297 milioni di elettori (in Italia).
Il PD da solo che aveva raggranellato 6 161 896 elettori nel 2018
cinque anni dopo ne porta a casa 5.141.796 vale a dire ne ha persi poco
più di un milione. Perdere in Emilia dieci collegi su sedici e in
Toscana dieci su tredici è un’umiliazione inemendabile. Passerà alla
storia. I “nemici interni”, il PD li ha tutti nella propria metà campo:
il campo largo, per definizione non si poteva fare — è non era una
questione politica ma di narcisismi, soprattutto. Di egolatrie ferite.
“È l’intero modello su cui il Pd si fonda che va smantellato”. Proprio
così.
(---)
ROTONDA DI VIA LECCO: SBAGLIATA ANCHE QUESTA?
All'ufficio tecnico della Provincia di Bergamo hanno benissimo compreso
che i politici e i dirigenti dei lavori pubblici del paese bello da
vivere si possono prendere sottogamba vedasi i casini combinati da
quelli con la biblioteca, la new Rodari, del CVI1 e 2, la via Dalmine,
la pista ciclabile lungofiume. Per citare gli esempi più eclatanti. E
così non poteva accadere anche con la new rotonda su via Lecco di
progettazione provinciale ma di finanziamento comunale per la sua
fattura con soldi buoni, non regalati da Roma. Non ce ne siamo accorti
solo noi “che qualcosa non gira per il verso giusto” ma ci è bastato
ascoltare in una vicina pizzeria la
chiacchierata di alcuni degli automobilisti che quotidianamente
passano -qualcuno anche quattro volte al giorno- sul posto.
Dove starebbe l'errore nella progettazione da parte della Provincia
della nuova rotonda? Bastava fosse spostata di qualche metro (tra tre
e cinque metri per intenderci) a sud e in questo modo la direttrice da
Bergamo verso Lecco restava in corsia riservata ed esclusiva senza
obbligare chi transita a fare la rotonda. Via Lecco venne costruita
-dalle Crocette alla Merena- dopo il 1918 da una parte per occupare i
reduci della guerra rimasti disoccupati e dall'altra parte per
collegare la città con Ponte con la tranvia visto che Ponte aveva sede
l'industria aeronautica nazionale Caproni.
(...)
PD:UN PARTITO SENZA FUTURO. I BOOMERS STANNO PER FINIRE
I boomer li riconosci subito, sono la generazione della casa di
proprietà, del posto fisso, delle pensioni. Sono quelli che ci hanno
insegnato che prima studi, poi compri casa, ti sposi e fai un figlio.
Che ci hanno ripetuto da sempre che se salti uno solo di questi
passaggi, hai fallito. Ci hanno illuso dicendoci che avremmo
semplicemente dovuto fare quello che avevano fatto loro, senza pensare
che il mondo che viviamo oggi è anche un mondo di guerre, pandemie e
crisi climatiche.
(,,,,)
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COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI
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VOTARE CAMBIANDO PARTITO COME SI CAMBIANO I CALZINI
Gli italiani, da parecchio tempo, hanno deciso di prendere due strade
molto nette: in primo luogo, l’estrema mobilità elettorale. Dove, nel
breve volgere di una legislatura, ci sono partiti che passano dal 3-4%
al 25-30%. In parallelo a questo libertinaggio elettorale procede e si
approfondisce l’assenteismo dalle urne.
Alla Camera nel 2022 su 46.021.956 elettori sono andati a votare solo
27.627.054 vale a dire il 60,03%. Nel 2018 avevano votato in 33.924.110
rispetto a 46.719.637 elettori : vale a dire il 72,6% . Esclusi (nel
2018) i 99mila della Valle d'Aosta e quelli all'estero. I partiti hanno
perso per strada non meno di 6,297 milioni di elettori (in Italia).
Il PD da solo che aveva raggranellato 6 161 896 elettori nel 2018
cinque anni dopo ne porta a casa 5.141.796 vale a dire ne ha persi poco
più di un milione. Perdere in Emilia dieci collegi su sedici e in
Toscana dieci su tredici è un’umiliazione inemendabile. Passerà alla
storia. I “nemici interni”, il PD li ha tutti nella propria metà campo:
il campo largo, per definizione non si poteva fare — è non era una
questione politica ma di narcisismi, soprattutto. Di egolatrie ferite.
“È l’intero modello su cui il Pd si fonda che va smantellato”. Proprio
così.
La Lega che aveva raggranellato un fantastico bottino di 5 698 687 voti
ne porta a casa cinque anni dopo 2.409.527. Ne ha persi quasi 3,3
milioni.
Fratelli d'Italia dilaga anche nelle roccaforti della Lega in
Lombardia. In paesi simbolo del Caroccio come Gemonio in provincia di
Varese, cittadina dove vive Umberto Bossi, Ponte di Legno in provincia
di Brescia, dove il Senatùr faceva il suo comizio di Ferragosto e
Pontida dove si svolge il tradizionale raduno leghista, non sventola
più la bandiera verde. Ed è il tempo del partito di GIorgia Meloni.
Il dato più schiacciante è quello di Ponte di Legno: qui Fratelli
d'Italia è arrivato al 44,32% alla Camera e al 45,05% al Senato mentre
la Lega si è fermata al 17,41 per Montecitorio e al 17,01 per Palazzo
Madama. Sembra cambiato tutto dal 2018 quando il Carroccio era sopra il
40%, Forza Italia fra il 17 e il 18 e FdI non arriva all'8 per cento. A
Gemonio Fratelli d'Italia supera oggi il 29 per cento, arrivando quasi
a doppiare la Lega che si ferma poco sopra il 15. Un risultato simile a
quello di Cassano Magnago dove è nato Bossi: Meloni è oltre il 30%
mentre la Lega ottiene la metà delle preferenze, fra il 16,29 al Senato
e 15,84 alla Camera. Meno forte, ma comunque presente, un divario
evidente anche a Pontida, dove la Lega organizza il tradizionale
raduno: Fratelli d'Italia supera il 30 mentre il Carroccio si ferma al
23.
Trionfo, dunque, per Giorgia Meloni e il suo partito di post-missini,
che ora verrà assediato da profferte di collaborazione da ogni parte,
soprattutto dai cosiddetti poteri forti che offriranno alla bicicletta
fortemente voluta dalla premier in pectore quelle che ho definito
rotelline stabilizzatrici, per aiutarla a pedalare.
Il carro della vincitrice traina il carrello dei bolliti: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
Probabile che entrambi questi partiti cambino il segretario nelle
prossime settimane o mesi ma quando un partito si affloscia con queste
grandezze significa che non ha più la capacità di intercettare le
richieste degli elettori potenziali.
Infine. il neo-pci a trazione neo-borbonica. Come dimostra la rinascita
dell’ex entità colliquata nota come M5S che ora diventa Pci, Partito
contiano italiano, guidato dall’avvocato del popolo con gratuito
patrocinio a carico delle prossime generazioni di contribuenti o
dell’Europa, al loro buon cuore.
Il neo-Pci incorporerà, in una federazione di progresso populista, gli
assai poco amabili resti del maggior partito zombie d’Italia, il Pd.
Che, spinto dalla sua ala sinistra e dall’imprescindibile magistero
moralistico-cultural-intellettuale della Dittarella, aka Articolo 1
(per cento), si consegnerà a questo esperimento a trazione
neo-borbonica. Ci sarà una interessante divisione del lavoro: Conte non
punta a usare il fisco per punire i ricchi da 40 mila euro in su, i
suoi prossimi egemonizzati la pensano diversamente.
Ma forse la strategia del neo-Pci è davvero astutamente geniale:
puntare a riprendersi il paese, all’avanzare verso nord della linea
della povertà e del dissesto. Ce la possiamo fare, le idee di politica
economica non mancano, in quella direzione. Ci sono ancora troppe
Italie, in effetti: serve unificarle, dopo oltre 160 anni. La povertà
farà il suo corso.
Nonostante tutto questo caos manifestiamo la nostra soddisfazione (da
non votanti) prendendo atto che la prima donna presidente del consiglio
sarà una neo fascista dopo 70 anni di battaglie catto comuniste e
liberali in favore delle donne. Secondo l'analisi dei flussi di voto
elaborata da Swg le donne hanno votato Giorgia Meloni. E il Pd. Se si
guarda solo all'elettorato femminile a scegliere FdI e il suo "voglio
dare alla donne il diritto di non abortire" è il 27% di chi si è recato
alle urne. In un Paese dove i maschi ammazzano mediamente una donna
ogni tre giorni diventa PdC una donna che “gli uomini non hanno proprio
tutte le colpe”.
Prendiamo atto che il futuro governo non potrà che schierare – 30 anni
dopo!- gran parte quello che fu il Berlusconi 1 e 2 e 3 e 4 dal
10 maggio 1994 al 16 novembre 2011 corretto in peggio per via delle
naturali dipartite.
Prendiamo atto che gli elettori si invaghiscono delle merci esposte
dalla tivù piuttosto che ragionare per conto proprio: risultato di una
tv piena zeppa 24 ore su 24 di talkshow visto che produrli costa
praticamente zero.
Prendiamo atto che il PD è sostanzialmente il partito dei pensionati
che in massima parte sono tutti pre pensionati o ex dipendenti
pubblici, tutti con un sostanzioso gruzzolo di BOT in banca e la casa
di proprietà. Partito dei pensionati e da un paio d'anni anche dei
professionisti spudoratamente graziati economicamente dai mille bonus
inventati dai governi Conte uno Conte due, Draghi uno.
Prendiamo atto che la scuola è un vaglio che scarta massicciamente i
propri allievi relegandoli in una mano speciale (con moltissime
esclusioni però) . Che è un modo per gli insegnanti di aumentarsi lo
stipendio lavorando di meno. Leggiamo cosa scrive il Corriere: Sempre
più alunni disabili nelle scuole milanesi. Il numero di studenti con
necessità di assistenza educativa è aumentato, dal 2016 al 2022, del
33% nei nidi e nelle materne, del 66% alle primarie e del 58% alle
medie. Numeri del report «Inclusione e disabilità nei Servizi educativi
e scolastici», presentati ieri dalla vice sindaca Anna Scavuzzo in
commissione educazione.
Nei prossimi giorni leggeremo (ci crederemo?) come si sono comportati i
diciottenni. Intanto si legge che gli elettori sotto i 34 anni hanno
punito i partiti tradizionali, a dimostrazione di quanto si sentano
tagliati fuori dai progetti e dai programmi dei gruppo Mainstream. E
abbiano a cuore clima, lavoro e futuro: sempre dal rapporto di YouTrend
gli elettori più giovani , soprattutto i ragazzi che manifestano per i
Friday for Future hanno scelto Fratoianni e Bonelli, e una percentuale,
a sorpresa alta, ha scelto il Partito Comunista di Marco Rizzo, che a
livello nazionale si ferma allo 0,26% ma tra gli under 25 si attesta a
un rispettabile 1,7%. Numeri del tutto insignificanti.
Curno: il paese bello da vivere.
Prima di tutto si vede che è un paese che non cresce: + 25 elettori in
cinque anni. Ci sarà una ragione se un paese così bene collegato con la
città e che vanta – secondo la banda di Vivere Curno e il controcanto
di obiettivo Curno- un piano del diritto allo studio da 100 euro a
cranio per abitante. Che vanta decine di corsi di ogni tipo finanziati
dal comune. Che vanta il più bell’ufficio dei servizi sociali di tutto
il reame. Che vanta Felicittà. Che vanta Pianeti prossimi. Insomma a
Curno proprio la gggggente non ci vuole venire: nemmeno nelle nuove
case anfetaminizzate.
I numeri li leggete in tabella. Il PD perde un terzo dei voti. La Lega
e i 5S ne perdono due terzi. Forza Italia ne perde un quinto. I
Fratellini d’Italia si moltiplicano per sei. Se non è un paese di
vecchi crapuloni ed egoisti questo trovatene uno migliore.
Qui come altrove i partiti non si vedono più perchè i tenutari del
potere dentro quelli non vogliono disturbatori. Pochi giorni prima
delle elezioni Vivere Curno ha radunato la sua Duma che mette assieme
illustri ignoranti (della storia patria) ed emeriti meritevoli di
confino per il cesso di paese sono riusciti e combinare assieme dopo 70
anni di Repubblica. Un comune ormai prossimo al collasso finanziario se
non arriveranno più i regalini -sfruttati malissimo anche quelli- da
Milano e Roma.
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ROTONDA DI VIA LECCO: SBAGLIATA ANCHE QUESTA?
All'ufficio tecnico della Provincia di Bergamo hanno benissimo compreso
che i politici e i dirigenti dei lavori pubblici del paese bello da
vivere si possono prendere sottogamba vedasi i casini combinati da
quelli con la biblioteca, la new Rodari, del CVI1 e 2, la via Dalmine,
la pista ciclabile lungofiume. Per citare gli esempi più eclatanti. E
così non poteva accadere anche con la new rotonda su via Lecco di
progettazione provinciale ma di finanziamento comunale per la sua
fattura con soldi buoni, non regalati da Roma. Non ce ne siamo
accorti solo noi “che qualcosa non gira per il verso giusto” ma ci è
bastato ascoltare in una vicina pizzeria la
chiacchierata di alcuni degli automobilisti che quotidianamente
passano -qualcuno anche quattro volte al giorno- sul posto.
Dove starebbe l'errore nella progettazione da parte della Provincia
della nuova rotonda? Bastava fosse spostata di qualche
metro (tra tre e cinque metri per intenderci) a sud e in questo modo la
direttrice da Bergamo verso Lecco restava in corsia riservata ed
esclusiva senza obbligare chi transita a fare la rotonda. Via Lecco
venne costruita -dalle Crocette alla Merena- dopo il 1918 da una parte
per occupare i reduci della guerra rimasti disoccupati e dall'altra
parte per collegare la città con Ponte con la tranvia visto che Ponte
aveva sede l'industria aeronautica nazionale Caproni.
Nei primi anni '60 poi venne scavalcata dalla Dalmine-Almè ma la
sezione della strada -una volta tolta di mezzo la tranvia- ha in quella
zona una larghezza spropositata: più di 32 mt. Non contenti di questo
gli arguti progettisti della nuova rotonda hanno bene pensato di
effettuare anche una verifica geologica sul posto dal momento che
siccome una strada è giovanissima di soli 100 anni e l'altra di soli 60
anni, non volevano correre il rischio che sprofondassero in qualche
dolina mai apparsa finora.
Per concludere al meglio l'opera “in teoria” lungo la via lato sud
dovrebbe passare la pista pedonale e ciclabile dalla Merena a via
Buelli la quale dovrà attraversare la bretella che da via Lecco sale
sulla Almè-Dalmine. A rischio dei pedoni e degli improbabili ciclisti
quando mai verrà realizzate quell'opera. Sempre per concludere l'opera
invece di inserire un cordolo centrale tra la rotonda e via Dorotina in
maniera da impedire ai soliti furbi di usare il benzinaio per
l'inversione di marcia il cordolo termina immediatamente.
Poi ci sarebbe da abolire lo stop su via Lecco in vantaggio di chi esce
verso Bergamo dalla SP470 Dalmine Almè dal momento che sulla via Lecco
ci passano cento veicoli mentre dalla SP 470 ne escono venti. Ma
qui siamo nell'alto dei cieli e quindi?.
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I
boomer li riconosci subito, sono la generazione della casa di
proprietà, del posto fisso, delle pensioni. Sono quelli che ci hanno
insegnato che prima studi, poi compri casa, ti sposi e fai un figlio.
Che ci hanno ripetuto da sempre che se salti uno solo di questi
passaggi, hai fallito. Ci hanno illuso dicendoci che avremmo
semplicemente dovuto fare quello che avevano fatto loro, senza pensare
che il mondo che viviamo oggi è anche un mondo di guerre, pandemie e
crisi climatiche.
Certo è che se il capo di un partito che nel 2018 aveva preso 7,5
milioni di voti e cinque anni dopo ne porta a casa 4,3 può andare in TV
a dire che ha vinto le elezioni, ci deve essere qualcosa di velenoso
nell'aria. Mi riferisco ai 5S.
Certo è che se il capo di un altro partito che nel 2018 aveva preso 5,7
milioni di voti e cinque anni dopo ne porta a casa 2,4 va in giro a
dire che ha vinto le elezioni e vuole fare il ministro dell'interno, ci
deve essere qualcosa di velenoso nell'aria. Mi riferisco alla Lega.
Certo è che se il capo di un altro partito che nel 2018 aveva preso 6,4
milioni di voti e cinque anni dopo ne porta a casa 1 milione in meno va
in giro a dire che ha perso le elezioni ci deve essere qualcosa di
velenoso nell'aria. Mi riferisco al PD.
Se poi del trio suddetto guardassimo le percentuali -visto l'ulteriore
riduzione dei votanti- quanto siano sballate certe affermazioni emerge
ancora più evidente.
Tutti quindi al capezzale di un PD morente o perlomeno presunto tale e
fatto salva l'opinione secondo la quale gli elettori ormai vanno a
votare così come cambiano l'aifone 13 coll'aifone 14 solo perché è
nuovo sperando in chissà quali meraviglie. Salvo accorgersi che di
miglioramenti ce ne sono zero.
La situazione a nostro modesto avviso è che la generazione degli elettori piddini sta scomparendo per estinzione naturale.
I boomers sono stati la generazione più fortunata dal 1900 in poi. Non
hanno mai sopportato una guerra. Hanno la salute gratis e comunque
hanno i soldi in banca per quella privata. Hanno trovato lavoro
facilmente. Hanno avuto buoni salari e stipendi. Oltre la metà di loro
ha goduto anche di una super liquidazione purché smettessero perfino di
lavorare. La stragrande maggioranza di loro ha fatto un po’ di
lavoro nero in pensione e anche prima. Hanno tutti la casa (di
proprietà). Hanno un gruzzolo in banca. E' stata la generazione che
andava in piazza in massa il 25 aprile e il 1° maggio, un po' meno il 2
giugno e pochissimo il IV novembre.
Questa generazione e quella parte di loro genitori ancora sopravvissuti
sono stati falciati dal covid che s'è dimostrato ancora una volta una
pandemia classista: ha ammazzato per la maggior parte quelli più
poveri. Poveri se non di soldi perlomeno nella testa.
Inutile quindi consigliare al PD di cambiare nome o segretario (quello
lo fanno a gettone). Inutile quindi suggerire al PD di spostarsi più a
sinistra o più al centro.
In questo gioco italiano di giocare volta per volta (elezione dopo
elezione) un nuovo jolly purché questo faccia debito pubblico e
garantisca – vedi storiacce del 110% e quanto ivi collegato- una
massiccia crescita dei costi tutti a carico dello stato. Una delle
cause dell'inflazione nazionale sta proprio in questo: lo stato fa
debito per aumentare i costi. Quindi l'inflazione. Un lavoro che poteva
costare 1000 viene fatturato 2000 tanto mille ce li mette lo stato. Il
tragicomico è che questa idea l'hanno avuta e la difendono a spada
tratta proprio quelli che hanno inventato il RdC per i poveri ed alla
classe media evasora fiscale per antonomasia il raddoppio dei ricavi a
carico dello Stato. Tutti contenti col coro dei secondi (chi fa i
lavori del 110%) contro i poltronari del RdC.
La prospettiva quindi è quella che negli anni a venire il Paese
elettorale (cioè quelli che ancora vanno a votare) si divida tra chi ha
un approccio abbastanza onesto alle cose e chi ce l'ha del tutto
disonesto appena possibile. Poi sul resto si fissano bandiere da essere
svolazzate in piazza o in tv.
Ecco perché con questa legge elettorale bisognava che le due aree
politiche culturali del Paese mettessero entrambe assieme. Una e
l'altra. Invece le mille sagome della politica, gente che in buona
parte nel civile sopravviverebbe solo col RdC, se lo sono voluti
misurare.
Stavolta ce l’ha più lungo la Meloni.
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