A GUARDARE ALLE COLLINE 18 SETTEMBRE 2022

























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















CUCINA ESTIVA CASALINGA
1-Semplificando al massimo. Segnalo due fatti relativi al raddoppiodella ferrovia il cui dettaglio sta nella foto qui sotto.
Il primo è che il raddoppio  NON è un servizio locale ma é “compreso nella tipologia elencata nell’Allegato II alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 al punto 10, denominata “tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza". Quindi tutto il CONTRARIO di quel che Vivere Curno ha sempre predicato fino ieri. Si legge chiaramente ““tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza".
Il secondo è che tra la stazione RFI dell’Ospedale e quella (prevista) di Curno la ferrovia scavalca la Roggia Serio e il ponte ferroviario su questa non può essere demolito e rifatto in quanto ha valore storico architettonico. Idem quello all’uscita della cascina. Allora RFI ha rifatto il progetto con un tratto di ferrovia che corre non a fianco di quella esistente ma assai più di lato. Qui di seguito leggete cosa scrive RFI. Una “modifichina” del genere costerà un ulteriore pacchetto di milioni per il nuovo ponte sulla roggia e i due sottopassi alle strade esistenti. Il Comune di Curno sta ancora facendosi pippe senza decidersi e intanto per non demolire un ponticello del 1850 questi di RFI scovano un pacco di milioni aggiuntivi.
L’ho sempre detto: tutti i dottori sono uomini (o donne). Ma non tutti gli uomini (o donne) sono dottori. Almeno imparino a leggere quel che c’è scritto sui documenti ufficiali piuttosto che fare le piagnine rivendicando il trenino (che non userà nessuno).

NON ANDRO' A VOTARE
All'alba del 13 settembre, dopo avere visto il il finto duello Letta-Meloni , sono orientato a non andare a votare il 25 settembre. Il Pd sta giocando in rimessa, e dal confronto si è visto, perché sta scommettendo sull'implosione di un eventuale governo di centrodestra. Pochi ormai credono che esista un PD che abbia la forza politica e la volontà di realizzare ciò che promette: infatti gli operai votano Lega e al peggio sperano nel RdC. Lo votano solo prepensionati, dipendenti e pensionati pubblici, quell'area influente che i vari DL di questi due anni li ha rimpolpati col 100%. Letta non ha cambiato la legge elettorale, anzi ha ribadito la sua preferenza per il sistema bipolare o di qua o di là, legittimando in ogni modo possibile Giorgia Meloni,riconoscendola come l'unica e fiera avversaria dell'altra parte.
Oggi Meloni nega di essere fascista, ma il suo partito pullula di nostalgici di Salò. Nega di volere i voti degli evasori, ma il cartello delle destre propone flat tax e amnistie fiscali. Nega di voler allentare la disciplina di bilancio, ma i suoi alleati chiedono di fare extra-deficit e lei stessa pretende di «ricollocare» i soldi che l'Europa ci ha destinato con precise condizioni. Nega di essere filo-Putin, ma la sua coalizione è guidata dai migliori amici del despota russo. Nega di essere contro i diritti delle donne, ma predica i valori di «Dio, Patria e famiglia» che per secoli sono stati la summa dell'oppressione femminile. Nega anche di essere anti-europea, ma poi pretende di rinazionalizzare l'Europa e guida, a Bruxelles, il partito euroscettico creato da coloro che hanno voluto e ottenuto la Brexit. Avverte minacciosa la Ue che «è finita la pacchia», proprio quando l'Italia è sommersa da una pioggia di miliardi regalati dagli altri Paesi.

MEZZO MILIONE DI EURO PER L'ORTO BOTANICO
I creatori dell'orto botanico in città alta erano due bravi e pii piccoli borghesi che -abituati secondo l'aura del loro tempo- a salire in vetta alla Presolana se non addirittura sul Coca per sentirsi più prossimi a Dio pensarono bene di ricostruire in città uno spazio dove piantare le stelle alpine espiantate dai ghiaioni quando ancora non era vietato espiantarle. Peccato che i due fossero un po' fuori dal tempo visto che mezzo secolo or sono -quando fondarono l'orto botanico- nel Paese circolava già il '68 e tra i problemi degli operai della Dalmine che invadevano l'A4 c'era quello del pessimo ambiente di lavoro e della pessima qualità dell'aria nelle città che probabilmente determinava al tempo più morti delle ondate di caldo del 2022. Senza contare che quei faccioni di sassisti in ValdiMello erano decisamente laici e già non si permettevano di “toccare” le stelle alpine. Insomma la coppia fondatrice guardava alle madamine ed ai signorini cittadini e gli altri puzzavano di sudore e olio bruciato.
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COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI











































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































CUCINA ESTIVA CASALINGA
1-Semplificando al massimo. Segnalo due fatti relativi al raddoppiodella ferrovia il cui dettaglio sta nella foto qui sotto.
Il primo è che il raddoppio  NON è un servizio locale ma é “compreso nella tipologia elencata nell’Allegato II alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 al punto 10, denominata “tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza". Quindi tutto il CONTRARIO di quel che Vivere Curno ha sempre predicato fino ieri. Si legge chiaramente ““tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza".
Il secondo è che tra la stazione RFI dell’Ospedale e quella (prevista) di Curno la ferrovia scavalca la Roggia Serio e il ponte ferroviario su questa non può essere demolito e rifatto in quanto ha valore storico architettonico. Idem quello all’uscita della cascina. Allora RFI ha rifatto il progetto con un tratto di ferrovia che corre non a fianco di quella esistente ma assai più di lato. Qui di seguito leggete cosa scrive RFI. Una “modifichina” del genere costerà un ulteriore pacchetto di milioni per il nuovo ponte sulla roggia e i due sottopassi alle strade esistenti. Il Comune di Curno sta ancora facendosi pippe senza decidersi e intanto per non demolire un ponticello del 1850 questi di RFI scovano un pacco di milioni aggiuntivi.
L’ho sempre detto: tutti i dottori sono uomini (o donne). Ma non tutti gli uomini (o donne) sono dottori. Almeno imparino a leggere quel che c’è scritto sui documenti ufficiali piuttosto che fare le piagnine rivendicando il trenino (che non userà nessuno).

2-Disse il sindaco: Sul fatto che il Global Service sia strapagato, il sindaco smentisce. «Il prezzo messo a bando è quello di mercato al momento del bando e ora, con tutti gli aumenti legati alle ma­terie prime, è diventato un prezzo basso. Il cittadino non ha tutti i torti sul fatto che sicuramente si può fare me­glio, anche noi stiamo affron­tando questo problema, con loro abbiamo appuntamenti fissi ogni due settimane e il dialogo è quotidiano».
Inoltre, visto che il bando scadrà a febbraio 2023, si sta o valutando come proseguire per migliorare la gestione del paese. «Stiamo pensando a come impostare il prossimo bando, se scorporare alcune attività quali il verde, se im­postare il Global Service in maniera diversa o ridurlo. Di­ciamo che è in corso una va­lutazione sull'opportunità di rivedere la gestione di certe cose, partendo dal presuppo­sto che il compenso che dia­mo a Global Service sembra alto, ma quando è stato in­trodotto c'é stato un netto ri­sparmio rispetto a quelle che erano le spese del Comune. E ora, con tutti gli aumenti di prezzi, sarà dura mantenerlo così nel prossimo bando».
Più democristiano di così non poteva essere il delfino della Gamba. Peccato che la DC aveva anche qualche idea ogni tanto – e c'aveva anche le palle per realizzarle- mentre ne la Serra ne la Gamba (madre del sindaco) ne l'ex ass.Conti  e neppure Saccogna e la sua compagnia di giro non hanno mai. Sono come i ragazzini della scuola per i quali fare il compito è ritagliare copiare e incollare figure e testi dai libri. Cosa significhi il tutto non è importante.

Chiunque ha due dita di buonsenso ed un minimo di esperienza non può non sapere che non esiste al mondo una ditta che sappia fare tutto: dal manutenzionare gli ascensori al tagliare l'erba all'aggiustare le strade. Queste ditte raccolgono gli appalti e poi ricattano con prezzi vergognosamente bassi altre ditte più piccole cui affidano in seconda battuta i lavori. Insomma: il lavoro (nero) viene esternalizzato così che alla fine non migliora la qualità della prestazione ma aumenta il profitto da spartire col primo secondo terzo ennesimo livello. Da quando le manutenzioni sono state affidate ad una unica ditta la situazione è peggiorata prima di tutto perché gli assessori e i consiglieri delegati sono ignoranti del mestiere che dovrebbero fare. Secondo perché più allunghi la catena tra comando ed esecutori vai sempre a finire male: anche se telefoni ogni giorno e incontri ogni settimana (per ritirare le determinazioni di pagamento?). Terzo perché se fai un appalto da analfabeta anche se il prezzo risultato è quello di mercato è ovvio che sia troppo costoso.
Del resto sono ormai 30 anni che l'ufficio tecnico del Comune è in mano alle stesse persone (a partire dall'inossidabile assessore Conti) e basta dare un'occhiata al paese per rendersi conto che bisognerebbe mandarle a casa. Tutta gente ideologicamente dalla parte delle imprese (e del proprio
fondoschiena) piuttosto che dalla parte dei cittadini.
Morale della favola. Anche questa intervista del neo sindaco (e il resto della combriccola) conferma l'idea che siamo in mano a degli incapaci e dei bugiardi.

3-L'estate dei ragazzi non è altro che il prolungamento della scuola. Basta vedere i programmi e i luoghi dove vengono attuate per verificarlo. Il Comune se ne frega dei ragazzi. Qualunque italiano potrebbe inventarsi qualcosa, proporlo al Comune e questo gli garantisce una compartecipazione alla spesa. L'estate dei ragazzi è in mano ai privati. Speriamo non ci siano dei pedofili: almeno. L'idea stessa che la fine della scuola costituisca una netta cesura tra il sopravvivere rinchiusi come pollame in batteria dentro le fantastiche aule della new Rodari (che guardano a nord altrimenti il sole fa male ai bambini) e l'imparare a stare al mondo perlomeno dentro la tanta o poca natura che abbiamo attorno è inimmaginabile. Formiche zanzare calabroni zecche pidocchi escoriazioni scrapunade punture di spini sono in agguato per colpire i lussuosi pargoli. L'idea stessa che ogni giorno, piova o ci sia il sole, questi ragazzini siano presi alle otto e si avviino sul Mut de Moss (Monte Gussa) oppure che facciano una camminata lungo il Brembo portandosi appresso la propria schiscetta e bottiglia dell'acqua e stiano in giro fino alle sei magari facendo anche un pisolino su uno straccio all'ombra  in qualche bosco… sei matto!? Cosa ti viene in mente!? Se si fanno male?. Chi ne risponde?!. E se soi sporcano di palcia? E se si impolverano?. Insomma sarebbero tragedie.
E già: invece la mitica pizzetta quella gli fa un bene celeste. Per non dire del succnino di frutta. Ah! li portano in piscina. Pota ma bisogna pagare l'ingresso e poi non tutta la provincia può andare ogni giorno in piscina.
Alla fine della fiera non meraviglia che poi di sera e di notte bande di ragazzini siano in giro fino a tardi per il paese a fare casino. Fanno bene. Non ci si deve meravigliare se qualcuno becca il motorino e l'impenna facendo le corse dietro il cinema. C'è ancora chi vuole vivere e chi pensa solo a fare soldi anche coi ragazzi e per di più pretende la riconoscenza perché li tiene in capunera anche d'estate.

4-Non gli è nemmeno passato per la crapa: ci scommettiamo!. L'idea che si possano trapiantare anche gli alberi -dei alberi “grandi” - piuttosto che abbatterli con la motosega (per costruire dei campi di padel (sic!). Che queste c.d. amministrazioni che ogni 9x10 nelle loro chiacchiere mettono di mezzo l'ambientalismo siano quelle che mantengono peggio che possono il poco verde che hanno (in genere non l'hanno nemmeno realizzato loro: a Curno ha fatto più verde la Lega che il centrosinistra…) siano quelle che al momento di fare spazio a tre campi di padel (sic!) hanno concesso l'abbattimento di una dozzina e mezzo di grandi alberi di oltre mezzo secolo di vita. Il tragicomico è che di spazio per trapiantarli ne hanno a iosa: basta osservare com'è ridotto quel cesso di spazio che era l'ex campo di tamburello.
Non solo non ci arrivano col cervello nemmeno a pensare (di spostare gli alberi grandi) ma siccome sono strutturalmente bugiardi  quando fanno i danni li fanno a ferragosto. Come Pierino quando ruba la marmellata. Lo spazio alberato distrutto per fare i campi di padel (sic!) era sostanzialmente “inutile” dal momento che il sottobosco non era mai stato frequentato (messo com'era era impossibile) e quindi serviva per la sua funzione naturale. Che non è neanche poco. Ah! c'è la questione economica: il costo dello spostamento. Va bene che il Comune di Curno se non ci sono centri e centrini commerciali da edificare  chiudono bottega ma almeno 50mila euro potevano essere recuperati -per pagarsi il trasloco di gran parte degli alberi abbattuti- con qualche intelligente manovra su una decina di ricchi capitoli di bilancio per garantire i mille vizietti ai curnesi (leggasi: i soldi che il comune paga alla parrocchia e un buon quarto del piano del diritto allo studio). Ma come fai a tagliare i fondi a quello che ti ha dato tre quarti della lista elettorale?.

5 - Per fare il progetto della pista pedonale e ciclabile lungo il fiume hanno fatto ricorso a tre livelli di progettazione affidati a un geometra, a un geologo ed a una archeologa. Per la passerella sul torrente hanno scomodato architetti ingegneri idraulici e strutturali. Per costruirla hanno svuotato del ferro le miniere della Val Camonica. Prima di concludere hanno stampato tanti di quei metri quadrati di carta per ogni sorta di studi che sarebbe bastata per lastricare due volte la pista reale. Tutto il lavoro è stato coordinato da un geometra dello stesso partito della maggioranza che fa il tecnico comunale altrove. Curno si è fatta assegnare 4200 mq di zona fluviale dall'AdE e dalla Regione ma hanno dimenticato di individuarla. Il giorno in cui hanno iniziato a pavimentare la pista gli si è rotta la macchina. Dalla passerella è impossibile che un handicappato in carrozzina riesca a salire sulla pista lungofiume. Tutti i lavori stanno in un'area che la Regione ha classificato come potenzialmente inondabile dalle piene del fiume e del torrente. Infine hanno dimenticato di farla inserire in google earth ed hanno sbagliato la pavimentazione. Infatti i ciclisti non la percorrono perché cadrebbero per terra e corrono di lato. Bisognava mettere assieme un esercito di politicanti e di tecnici non si sa bene dove rinvenuti per combinare una tale serie di errori?.

6 - Per prendere per il fondoschiena l'amministrazione abbiamo lanciato sul sito “sei di Curno se…” una raccolta di fondi (versati volontariamente dai cittadini) per rifare il parquet dello studio del sindaco che è divelto per almeno un quarto della superficie: visto che il sindaco giustifica il tutto col classico “non abbiamo i soldi!”. Per prenderli ancora più a fondo per il fondoschiena avevamo indicato come I'IBAN su cui versare le offerte niente meno che… l'IBAN del Comune. Delle due l'una. O il gestore del sito non s'è accorto che era l'IBAN del comune e non quello di qualche furbo privato oppure qualcuno da lassù dove si vuole ciò che si puote ha fatto rimuovere il post. Ciascun uomo (o donna) ha la “sua” altezza.

7 – Dopo due mesi di immobilismo sotto il sol cocente e in vista del prossimo 25 settembre si è riunita la piccola duma che ha inventato e governa Vivere Curno. Eletti a parte (ma non tutti nemmeno loro) gli altri sono dei signor nessuno che non conoscono nemmeno le aste che regolano la vita di un comune. Le aste sono quelle che disegnano per prime i bambini all'asilo. Il bilancio del comune è stato via via ingessato dalla Serra e poi dalla Gamba ai contratti di manutenzione dei beni comunali ( di cui il comune non brilla certo), quelli del cambio dei lampioni (non hanno nemmeno rifatto tutti gli impianti), la nettezza urbana (una genialata: noi paghiamo la raccolta e gli altri guadagnano con lo smaltimento) e il piano del diritto allo studio (che costa 100 euro a cranio per ogni curnese, infanti compresi) che serve principalmente a finanziare tutta una serie di soggetti (la parrocchia in primis) che s'inventano qualcosa per fare babysitteraggio dei ragazzi la cui spesa è in parte lautamente coperta dal comune. Non contenti di questo mentre il Comune si fa costruire le piste ciclabili a pezzetti dai vari speculatori, Curno regala a Ponte san Pietro e Mozzo metà della spesa per la costruzione della rotonda su via Lecco. Non contente di avere ingessato il bilancio comunale con quelle tra salatissime spese,  dopo averci a lungo pensato e speso soldi per consulenze sono arrivate anche alla conclusione di regalare via la gestione dei due CVI dopo avere pomponato per un quinquennio che i due CVI dovevano rendere  al comune. Cioè: prima le società sportive ci mettevano qualche soldo proprio adesso i neo gestori se li ritrovano in mano rimessi a nuovo e non pagano quasi nulla. Anzi: se sono abili li hanno gratis. Cioè: è scomparsa la politica e questi credono che amministrare un comune sia inventarne una al giorno.

NON ANDRO' A VOTARE
All'alba del 13 settembre, dopo avere visto il il finto duello Letta-Meloni , sono orientato a non andare a votare il 25 settembre. Il Pd sta giocando in rimessa, e dal confronto si è visto, perché sta scommettendo sull'implosione di un eventuale governo di centrodestra. Pochi ormai credono che esista un PD che abbia la forza politica e la volontà di realizzare ciò che promette: infatti gli operai votano Lega e al peggio sperano nel RdC. Lo votano solo prepensionati, dipendenti e pensionati pubblici, quell'area influente che i vari DL di questi due anni li ha rimpolpati col 100%. Letta non ha cambiato la legge elettorale, anzi ha ribadito la sua preferenza per il sistema bipolare o di qua o di là, legittimando in ogni modo possibile Giorgia Meloni,riconoscendola come l'unica e fiera avversaria dell'altra parte.
Oggi Meloni nega di essere fascista, ma il suo partito pullula di nostalgici di Salò. Nega di volere i voti degli evasori, ma il cartello delle destre propone flat tax e amnistie fiscali. Nega di voler allentare la disciplina di bilancio, ma i suoi alleati chiedono di fare extra-deficit e lei stessa pretende di «ricollocare» i soldi che l'Europa ci ha destinato con precise condizioni. Nega di essere filo-Putin, ma la sua coalizione è guidata dai migliori amici del despota russo. Nega di essere contro i diritti delle donne, ma predica i valori di «Dio, Patria e famiglia» che per secoli sono stati la summa dell'oppressione femminile. Nega anche di essere anti-europea, ma poi pretende di rinazionalizzare l'Europa e guida, a Bruxelles, il partito euroscettico creato da coloro che hanno voluto e ottenuto la Brexit. Avverte minacciosa la Ue che «è finita la pacchia», proprio quando l'Italia è sommersa da una pioggia di miliardi regalati dagli altri Paesi.
L'Europa ha già fatto esperienza di questa doppiezza eretta a sistema politico. E non è stata un'esperienza felice. La Polonia e l'Ungheria hanno imboccato da anni una deriva autoritaria e illiberale sempre negando ogni addebito che veniva loro rivolto e accusando Bruxelles di violare la loro sovranità.
Quindi la mia scelta non importerà a nessuno ma anche questa è una soddisfazione. La questione è che i candidati sono stati scelti dai segretari di partito e quindi sono autorizzato, come faccio dal fruttivendolo, a non sceglierli. Ci fosse stato il “campo mancato” (pd, verdi/si, +europa, impegno civico, m5s, terzo polo) avrei fatto un pensiero. Ma conoscendo quante primedonne affamate di TV e di soldi ci sono in lista, meglio filarsela che essere i complici.
Perché i problemi cui non viene data risposta sono parecchi.
Per esempio per sedici anni l'Europa ha fatto il cagnolino della Merkel ed ha consegnato il proprio futuro (non solo quello energetico) nelle mani di Putin salvo accorgersi che l'uomo non era mai stato a bolla. Mi sarei aspettato un mea culpa generale da parte di politici imprenditori grande stampa per questo clamoroso errore e invece tutti zitti. L'Italia è talmente prona alla Germania merkeliana che non ha mai nemmeno chiesto di pagare lo stesso prezzo del gas e del petrolio russo pagati dalla Merkel. Che sarebbe circa un terzo meno della nostra spesa come rivela Fubini il 10 settembre. Noi (italiani) che abbiamo almeno 1/3 della nostra industria come periferia dell'industria tedesca.  L'Europa non ha nemmeno  compreso che gli USA a cominciare da Obama e poi di corsa con Trump correvano per l'autosufficienza energetica mentre noi ci impiccavamo vieppiù a Putin con uno due tre gasdotti e il petrolio. Mi dovrei fidare di nuovo?.
Il reddito di cittadinanza era stato sbolognato come lo strumento per aumentare l'occupazione quando tutti sapevano che se non ci sono un numero sufficiente di operai preparati e neanche dei posti di lavoro  non ne sistemerai nessuno. E' servito perlomeno  (anche) a dare fiato alle finanze degli enti locali che hanno potuto alleggerirsi delle spese sociali fino allora tutte a loro carico. Per il resto è pacifico che ci siano tra i 60 milioni -di italiani e non- un gruppone che si dovrà mantenere per sempre: dagli invalidi agli incapaci agli analfabeti cui poi si uniscono sotto occupati e disoccupati. Gli scartati per una qualche ragione. Magari solo perché non vogliono appartenere al gruppone di quelli che ti consentono di comprare 1,2kg di polpa di pomodoro a un 1,2 euro. O quelli che raccolgono le mele del contadino vendute da lui a 50 centesimi che poi compri all'esselunga a  3 euro al chilo. Secondo la Sabbadini oggi ci sono circa 14 milioni di poveri veri e potenziali su 60 milioni.
Se poi vai a vedere laddove il popolino non può mai mettere occhio scopri che ci sono lobby che si sono fatti leggi ad hoc per garantirsi un reddito perenne creandosi la legge ad hoc. Pensate al tre livelli di progettazione delle opere pubbliche oppure a come si rinnovano le patenti o il bollino della caldaia o la normativa degli ascensori. Pensate al fatto che oggi la carne costa meno della frutta e della verdura rispetto a 15 venti 25 anni or sono. Pensate alla mezza balla dei pannelli solari o delle auto ibride o elettriche: come il petting e la verginità.
Se poi andiamo sulle tasse sul reddito sulla casa sui titoli pensate solo alla denuncia dei redditi ed alla marea di detrazioni: non sei un bravo operatore economico se la tua attività non genera una detrazione al tuo cliente-consumatore. Pensate solo alla storiaccia dell'efficien- tamento energetico quanto ha contribuito al raddoppio dei prezzi delle opere ed all'evasio- ne fiscale. Tra le uniche certezze nazionali c'è quella per cui se vuoi la crescita del Pil devi accettare lavoro nero ed evasione fiscale.
Ma il bello deve ancora venire perché col dimezzamento dei parlamentari: vedremo cosa produrrà il Parlamento. E vedremo cosa accadrà coi cambi di casacca.

MEZZO MILIONE DI EURO PER L'ORTO BOTANICO
I creatori dell'orto botanico in città alta erano due bravi e pii piccoli borghesi che -abituati secondo l'aura del loro tempo- a salire in vetta alla Presolana se non addirittura sul Coca per sentirsi più prossimi a Dio pensarono bene di ricostruire in città uno spazio dove piantare le stelle alpine espiantate dai ghiaioni quando ancora non era vietato espiantarle. Peccato che i due fossero un po' fuori dal tempo visto che mezzo secolo or sono -quando fondarono l'orto botanico- nel Paese circolava già il '68 e tra i problemi degli operai della Dalmine che invadevano l'A4 c'era quello del pessimo ambiente di lavoro e della pessima qualità dell'aria nelle città che probabilmente determinava al tempo più morti delle ondate di caldo del 2022. Senza contare che quei faccioni di sassisti in ValdiMello erano decisamente laici e già non si permettevano di “toccare” le stelle alpine. Insomma la coppia fondatrice guardava alle madamine ed ai signorini cittadini e gli altri puzzavano di sudore e olio bruciato.
L'imprinting genetico della fondazione -un affare di piccoli borghesi: il cittadino che colonizza la natura- è rimasto nei successivi 50 anni in quei 2400 mq in cima al baluardo di Castagneta.  Sette anni or sono al Lorenzo Rota hanno aggiunto i 9mila mq della c.d. Valle della Biodiversità nel fondo di Astino, tanto per darsi una certa un'aura e scroccare altri soldi allo stato regione provincia.
Osservando l'attività attuale dell'orto botanico nelle 2+1 sezione si evidenzia come sostanzialmente sia diventato un'aula esterna dove accogliere le gite scolastiche dei ragazzi e i pomeriggi delle madamine. I primi per consentire alle insegnanti di liberarsi di una giornata di lavoro le seconde per assecondare la passione per un engagement politicamente corretto.
Divertente il fatto che i due luoghi più interessanti occupati dall'insieme siano la sede degli uffici nella Torre di Adalberto e nella vicina Sala Viscontea: entrambi creati prima delle Mura venete. La prima inaccessibile ai cittadini e la seconda aperta poche volte nell'anno. Sommariamente sono le due strutture  dell'intero complesso della cittadella che non siano state manipolate da incendi rifacimenti e -buon ultimo- il massacro finale dell'Angelini che ha reinventato le facciate dell'intera piazza cittadella.
Noi pensionati che presidiamo quotidianamente Colle Aperto siamo diventati restii a dare indicazioni ai turisti per andare al Lorenzo Rota in quanto di ritorno dalla vista ci ripagano con significative occhiatacce di chi si sente preso per i fondelli. Meno male che la pandemia ha consentito ai turisti di imparare ad utilizzare il cellulare come guida.

Due lunghi articoli sulla stampa locale celebra il mezzo secolo di vita del Lorenzo Rota e si scopre che hanno creato una pergotenda di eccezionale bruttura -per fortuna siamo su un baluardo delle Mura!- di 40 mq che dovrebbe servire come aula didattica e serra invernale. E vi si legge che il Comune investirà mezzo milione di euro per la pergotenda, per finire il restauro della polveriera da basso e per creare un accesso adeguato per i portatori di handicap. Speriamo meglio della pergotenda.
Comprendiamo che non può essere una giunta Gori che abbia il coraggio di smontare il giocattolo costoso che è diventato soltanto una utilità scolastica e nemmeno che riesca ad affibbiarlo all'Università visto che UniBG è convinta che con la cultura non si mangia mentre invece col business privato si campa benissimo ma restiamo convinti che un orticello siffatto – sul baluardo di Castagneta come nella valletta di Astino- sia sicuramente «all'altezza dei Bergamaschi» ma forse è il caso di smettere dispendere  quando una città come Bergamo NON ha un giardino pubblico che sia nominabile come tale e non cura nemmeno il paesaggio sui colli e sotto le mura.
Basta dare un'occhiata ai prati a valle della Fara per rendersi conto  dell'orrendo  “fai da te”. Basta dare un'occhiata ai giardini privati sotto le mura da Porta S. Alessan- dro per il bastione di San Giovanni, san Giacomo, san Michele, sant'Agostino e la valletta di Colle Aperto per capire cosa “non è” una città bensì un cantiere mezzo abbandonato.
Una città alta che invasa ogni giorno perlomeno da 30 mila turisti e cittadini e studenti di passo senza un giardino e con un Lorenzo Rota in cima al paradiso di ben 2mila? 3mila? 4mila? Boh!? metri quadrati. E questi sotto a spendere nientemeno che mezzo milione di euro per dei francobolli inutili e inaccessibili. Mah.